Le convergenze nel verso del MODEC del Fotone

Disegno artistico di un quasar dal grande buco nero al centro ESCAPE='HTML'

Disegno artistico di un quasar dal grande buco nero supermassiccio al centro con un disco di accrescimento attorno.

 

L' argomento che qui sarà sviluppato, relativamente al modello doppio elicoidale del fotone, mette in auge ancora una volta nella storia della Scienza la convergenza di più menti verso medesime verità, e in maniera anche del tutto indipendente, un caso questo che sovente caratterizza il progresso scientifico, e che io quasi speravo in relazione al mio modello di fotone, cui ero approdato con grandissimo entusiasmo date le sue capacità esplicative/risolutive, proprio a sostegno ulteriore del modello medesimo: se più menti convergono verso lo stesso modello per lo stesso ente fisico, e fenomeno, il fotone in questo caso, ergo esso non si configura come la stravaganza di un singolo, ciò ad ulteriore corroborazione della sua plausibilità e validità!

Inoltre data la razionalità e limpidità del modello cui ero giunto, persino semplicità si può dire alla fine (non certo durante la fase di speculazione), davvero nessun’ altro vi stava giungendo o vi era giunto in precedenza?

 

Così dopo aver sviluppato il modello nel 2005 e dopo averlo divulgato online nel 2008 nel mio blog appositamente aperto, (link: http://caroppophotonmodel.blogspot.it), da lì ricevendo una ricchissima corrispondenza epistolare-mail da ogni parte del mondo a sostegno del mio modello-studio,

(anche da parte di ricercatori di varie discipline interessati alla suggestiva spirale-elica, ora come strumento matematico, ora come principio per penetrare i misteri della Natura;

mi piace ricordare ad esempio qui gli apprezzamenti ricevuti dal matematico rumeno Abel Cavaşi che scrisse nel suo sito-blog il 10 dicembre 2010:

“Analizând teoria italianului Oreste Caroppo cu modelul său mecanic interesant al fotonului, am început să mă gândesc că aș putea să definesc fotonul fără să mai fac apel la viteza infinită a punctelor fizice, căci viteza luminii în vid este suficientă pentru fundamentele Fizicii elicoidale.” (Link: http://abelcavasi.blogspot.it/2010/11);

o la citazione già tra il 2008 e il 2010 del mio lavoro diffuso nel 2008, e del correlato link del mio blog, nelle referenze di un lavoro speculativo su temi di fisica di Édouard Bernal di Montréal, vedi questi due link:

http://www.physicscience.org/unification/ausujetdelamasse.asp

http://www.physicscience.org/unification/references.asp

ciò a mostrare l’ ampio interesse un po’ in tutto il mondo per i temi da me trattati, e che appositamente in quel blog avevo diffuso in inglese per una più ampia e universale comprensione in questi tempi),

mi son messo a indagare nel verso di altri studi di altri autori, e così, come mi attendevo, (e come anche avvenuto per le mie profonde entusiasmanti ricerche sui Numeri Primi, vedi il mio studio in merito qui, link: http://lamatrixdeinumeriprimi.altervista.org), ho constatato che più volte l’ idea di un fotone a struttura mono-elicoidale e poi bi-elicoidale era emersa, per poi perdersi sotto il dominio della Fisica di main-stream entro cui non ci può essere spazio per un Modello Doppio Elicoidale del Fotone, cioè di un fotone non mono-puntiforme, e tanto più con distribuzione di carica discreta sebbene a somma nulla, come nel MODEC del Fotone! 

Trovai così, con le opportune parole chiave “photon” ed “helix” che le mie speculazioni e risultati suggerivano, studi speculativi e persino sperimentali come questi qui di seguito esposti.

 

-) In questo breve articolo del 1977, in un parallelismo con la scoperta della struttura doppio elicoidale del DNA, L. S. Levitt, partendo da considerazioni sulla polarizzazione della luce, propone l’ idea di un fotone doppio elicoidale, cioè costituito da due sotto-particelle che si avviluppano doppio-elicoidalmente; in esse ben possiamo vedere una proto-idea di quanto invece in maniera fisico-matematicamente più compiuta emerge con le due semi-particelle di quello che chiamai in forma estesa “The Electric Dipolar Double-Helicoidal Dynamic Model of the Photon”, poi anche con un acronimo MODEC.

Lo studio di Levitt,

link: https://link.springer.com/content/pdf/10.1007%2FBF02822254.pdf

“Is the Photon a Double Helix?” L. S. LEVITT, College of Science, The University of Texas at El Paso, ricevuto il 5 Dicembre 1977, LETTERE AL NUOVO CIMENTO VOL. 21, N. 6, 11 Febbraio 1978.

Proprio come si prevede nel MODEC del fotone, L. S. Levitt propose una equa suddivisione del momento angolare intrinseco del fotone, il suo spin, esattamente a metà tra le due sottoparticelle che ipotizza lo costituiscano.

Nel lavoro di Levitt vediamo come egli sviluppi le sue idee cercando di conformarsi il più possibile e non urtare la Fisica di mainstream, e anche per questo non ipotizza una natura elettrica, o proprietà elettriche per le due sottoparticelle che propone per il fotone, tanto che usa per esse il nome “neutrino”, più che altro una scelta, possiamo immaginare, che ne sottolinea anche etimologicamente la affermata neutralità di carica elettrica: sottoparticelle ciascuna a carica elettrica zero, nulla. Né sviluppa la questione della superluminalità implicata in una tal struttura dinamica con il suo baricentro traslante a velocità c, la velocità della luce nel vuoto, se struttura doppio elicoidale (non degenere) a diametro ergo non nullo.

Tutto questo impedisce ogni sviluppo ulteriore del suo modello, non a caso poi fino a questo excursus potremmo dire dimenticato. Ma è giusto ora dar gli onori che meritano a tutti questi studi precursori.

 

-) Qualche mese fa mi è stato segnalato questo studio dal titolo “Topological Photon” di S. C. Tiwari, del dicembre 2006 (Submitted on 16 Dec 2006),

vedi link: https://arxiv.org/abs/quant-ph/0612139

da cui riporto questo asbtract:

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We associate intrinsic energy equal to hν/2 with the spin angular momentum of photon and propose a topological model based on orbifold in space and tifold in time as topological obstructions. The model is substantiated using vector wavefield disclinations. The physical photon is suggested to be a particle like topological photon and a propagating wave such that the energy hν of photon is equally divided between spin energy and translational energy corresponding to linear momentum of hν/c. The enigma of wave-particle duality finds natural resolution and the proposed model gives new insights into the phenomena of interference and emission of radiation.

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Che così avevo commentato al segnalatore:  “Bene, un altro esempio di studio convergente verso la verità, e con la critica e i limiti connessi all' importanza di esplicitare l' errore di Maxwell per una piena adesione teorica alla realtà senza i vincoli di non offendere le due grandi teorie della fisica moderna, forti invece dell' aver mostrato come siano entrambe affette dal medesimo errore antico di fondo, risalente a circa 150 anni fa: il grande Peccato originale della Fisica moderna, l' errore di Maxwell!”

 

-) Di Richard Gauthier, Department of Chemistry and Physics Santa Rosa Junior College (Santa Rosa, California, USA), avevo trovato diversi link a suoi articoli, come questo suo articolo del 2007, dove egli proproneva per il fotone questo modello: “superluminal quantum model of the photon - An uncharged superluminal quantum moves in an open helical trajectory of radius R=  λ/2π”.

Qui un power point con data 2007 su un suo studio in cui appunto appare un modello mono-elicoidale di fotone:

http://www.superluminalquantum.org/STAIFpowerpoint.ppt

Qui un suo pdf sempre in merito:

https://www.academia.edu/4429810/Transluminal_Energy_Quantum_Models_of_the_Photon_and_the_Electron?auto=download

Qui un libro pubblicato nel 2016, dove a pag 122 ritroviamo la stessa idea di un fotone come quanto neutro monoelicoidale:

https://books.google.it/books?id=r1gGCwAAQBAJ&pg=PA126&lpg=PA126&dq=photon+helixs&source=bl&ots=qK63qXKRke&sig=cm3ZOif0f0pj2ZevZnrXFA4QO0s&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjwu_aIjLzXAhUCOxoKHdfuAmkQ6AEIhgEwDw#v=onepage&q=photon%20helixs&f=false

Qui idem da pag. 3: http://vixra.org/pdf/0703.0015v1.pdf

E qui un video, pubblicato su facebook il 14 settembre 2012, dove sempre per il fotone rivediamo proposto da Richard Gauthier il medesimo modello come quanto neutro a traiettoria mono-elicoidale, (un quanto che dal punto di vista cinematico ha velocità e raggio dell’ elica uguali a quelli previsti nel mio modello MODEC del fotone per ciascuna delle due sottoparticelle che io invece prevedo, e prevedo cariche, ma a somma algebrica tra loro nulla, da cui ritorna la sperimentale neutralità del fotone ma come complessiva neutralità),

link: https://www.youtube.com/watch?v=LZf5Nepd7No

Quindi Richard Gauthier presentava un modello di fotone mono-elicoidale mono-puntiforme (si direbbe dalle rappresentazioni grafiche mostrate a corredo nei link e video) e neutro.

Pertanto lo considerai, quello presentato in tali articoli e video, un tentativo nel giusto verso ma ancora lontano dal MODEC del fotone (il modello dipolare doppio elicoidale).

Solo in questi giorni son venuto ad apprendere, e questo mi ha fatto grande piacere, grazie ad una discussione online aperta su Academia.edu proprio sul modello doppio elicoidale del fotone, cui son stato invitato dallo stesso Richard Gauthier, che mi ha contatto via e-mail, di un suo orientamento nel verso di un modello doppio elicoidale dipolare per il fotone convergente con il mio MODEC del fotone, e che pertanto abbandona, immagino, il modello monoelicoidale che ancora vedevo divulgato con il suo articolo del 2007 e su youtube nel video lì pubblicato nel settembre 2012.

Vedi in riferimento a questo suo orientamento verso un modello doppio elicoidale del fotone il link: https://richardgauthier.academia.edu/research#papers

“Entangled Double-Helix Superluminal Composite Photon Model Defined by Fine Structure Constant” Richard Gauthier, Department of Chemistry and Physics Santa Rosa Junior College, Santa Rosa, California, November 3, 2017,

nel quale egli cita tra la bibliografia (References): Caroppo, O., “The photon double-helicoidal model”, March 21, 2005, available at http://caroppophotonmodel.blogspot.com.

Un passaggio al modello doppio-elicoidale dipolare da quello mono-elicoidale neutro è del resto fondamentale per una piena e semplice spiegazione del fotone senza contraddizioni o ipotesi e assiomi aggiuntivi.

 

-) Sempre nella visione del fotone interpretato come singola elica da citare questo articolo dal titolo “Helical Particle Waves” di J. L. Gaasenbeek, Toronto, Ontario, Canada, J.L. Gaasenbeek, B.Sc., P. Eng. 1990, dove leggiamo “all electromagnetic radiation consists of helical wave photons”,

vedi link: http://www.heliwave.com/gaasenbeek/spap1.html

 

-)  Risale al 1998 la divulgazione di questo studio speculativo di  R. A. Ashworth il quale si concentra sull’ idea del fotone come se avesse una struttura monoelicoidale, (da questo punto vista con una certa convergenza con l’ idea espressa da Richard Gauthier nel suo Power Point del 2007), cosa che, come è immaginabile, se da un lato permette di avvicinarsi a quella che riteniamo la vera esplicativa struttura del fotone, quella doppio elicoidale, dall’ altro crea parecchi problemi di equilibrio a meno di aggiungere ipotesi ulteriori e forzature, delle quali invece l’ equilibrato modello dipolare doppio-elicoidale del fotone non ha bisogno, tutto questo per il MODEC in buon rispetto del criterio del Rasoio di Occam.

Vedi link: 

https://pdfs.semanticscholar.org/1770/0ebf38bd8378259280707762b1621d6fe152.pdf

“Confirmation of Helical Travel of Light through Microwave Waveguide Analyses”, R. A. Ashworth, Physics Essays, volume 11, number 3, 1998.

Dallo studio di Ashworth ricaviamo importanti dati ulteriori, egli scrive:

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Helical travel, experiments by others

When this theory was conceived in the early 1980's, little support could be found concerning helical travel. Only the photomultiplier tube experiments and Feynman's probability analysis of photon travel were somewhat supportive. In the mid-eighties and now in the nineties, others have provided more support.

In 1986, Engler (G. Hunter and R. L. P. Wadlinger, Physics Essays 2, 166 (1989)),

[nota vedi anche il link: https://link.springer.com/chapter/10.1007/0-306-48052-2_15

“PHOTON DIAMETER MEASUREMENTS” di GEOFFREY HUNTER, MARIAN KOWALSKI REZA MANI, ROBERT L.P.WADLINGER Centre for Research in Earth and Space Science York University, Toronto, Canada, FRITZ ENGLER Itibar Industries (Division of Radareseareb Inc.), Weston, Ontario, Canada, TIM RICHARDSON Bio-Microtech Inc., Bolton, Ontario, Canada.

Deceased 1991; in: Amoroso R.L., Hunter G., Kafatos M., Vigier JP. (eds) Gravitation and Cosmology: From the Hubble Radius to the Planck Scale. Fundamental Theories of Physics (An International Book Series on The Fundamental Theories of Physics: Their Clarification, Development and Application), vol 126. Springer, Dordrecht.

 

Abstract.

The 1985–89 Hunter-Wadlinger electromagnetic theory of the photon predicted that the photon is a soliton-wave with the shape and size of a circular ellipsoid of length λ the wavelength), with a diameter of λ / π. This prediction is being tested by three diameter measurements: 1) those carried out in 1985–86 with microwaves, 2) in progress measurements on 10 micron photons from a CO2 laser, and 3) an imminent experiment with monochromatic visible light (400–800 nm).]

 

completed experiments on the transmission of microwaves through rectangular aluminum slits. His findings showed that the width of the slit, relative to the longest wavelength that could be transmitted, was defined as λ/π. The accuracy of this correlation was within ±0.5 percent error, not dissimilar in accuracy although slightly better than that found for rectangular waveguides, refer to Table 1. With a slit there is less wall effect on photon travel than that for a rectangular guide so the increased accuracy is very understandable.

In 1995, H. He (H. He, M. E. J. Friese, N. R. Heckenberg, and H. Rubinsztein-Dunlop, Physical Review Letters 75, 826 (1995)) investigated the transfer of angular momentum by laser photons. In the experiments, a coherent light beam was passed through kerosene containing dispersed 1 to 2 µ Tc superconductor ceramic powder. Microscopic holography was used to observe the rotation of the absorptive ceramic particles. The holographic camera showed that angular momentum was transferred from the laser photons to the particles. This proved that a circularly polarized beam of light carries angular momentum. The present theory is based on a photon having a rest mass; it fits nicely within the results of this experiment.

A computer generated three-dimensional view of the laser travel showed two helical waves intertwined with one another. He (H. He, University of Queensland, E-mail correspondence (1997)) relayed, "This figure shows the energy flux. As a result, we have two peaks. When you work out the contour of intensity, you would get two peaks but it is just one helical wave." The present theory dictates that there are two intertwining photon waves with one wave 90° out of phase with the other but within the same helical diameter. If the two helices represented only one photon wave then the photomultiplier tests would have shown that a photon could be split.

 

Other helical travel theories

Based on Engler's experiment in 1989, Hunter and Wadlinger (G. Hunter and R. L. P. Wadlinger, Physics Essays 2, 164 (1989)) developed a model for the photon, a so-called "wavicle" model that defined the photon as having a diameter of λ/π.

In the same year, Deutsch (D. H. Deutsch, Physics Essays 2, 5 (1989)) developed a theory that a photon was a dipole with spacial dimensions defined within the travel constraints of λ/π. Hautot (A. Hautot, Physics Essays 3, 245 (1990)) in 1990 also described the photon as an electric doublet whose travel was defined within the helical constraint of d = λ/π . Meno (F. M. Meno, Physics Essays 10, 307 (1997)) described a photon as having a diameter of λ/π.

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Vi vediamo proprio emergere da questi studi teorici ed esperimenti citati un modello fondato su un dipolo che si muove descrivendo una traiettoria doppio-elicoidale e in tutto convergente con quello del mio MODEC; non solo con le stesse caratteristiche del MODEC in termini di diametro della doppia elica pari a λ/π, ma vi leggiamo anche di conferme sperimentali per una tale sezione trasversale del fotone ad ulteriore sostegno della Teoria del MODEC!

 

-) Nell’ anno 2000 viene pubblicato un articolo di Víctor Manuel Urbina Bolland con uno studio teorico e persino con esposizione di un esperimento a verifica della teoria proposta e con il suo risultato esposto a sostegno di essa, dove si propone per il fotone della radiazione elettromagnetica polarizzata circolarmente esattamente il modello doppio elicoidale dipolare che è nel MODEC, con medesimo diametro della doppia elica, (ergo della sezione trasversale della struttura dinamica del fotone), e stesso valore assoluto previsto teoricamente per le cariche del dipolo fotonico, una indipendente convergenza inevitabile!!!

Qui leggiamo l’ articolo di Víctor Manuel Urbina Bolland con data l’ anno 2000:

https://arxiv.org/ftp/physics/papers/0006/0006035.pdf

“Photon findings”, author Víctor M. Urbina Bolland, affiliation Química Foliar S.A. de C.V. Parque Industrial Naucalpan, Naucalpan, Estado de México. Receipt date:  13/06/2000.

Qui lo stesso articolo in una migliore presentazione:

https://www.novapublishers.com/catalog/product_info.php?products_id=22613

Questo modello immagina traiettorie complessivamente differenti dalla doppia elica per il dipolo del fotone se non espressione di una radiazione elettromagnetica polarizzata circolarmente; per gli approfondimenti sviluppati nel MODEC, dove anche si considera la Forza di Lorentz che si scambiano le cariche del dipolo fotonico oltre alla Forza elettrica di Coulomb, la struttura doppio elicoidale in un fotone isolato indipendente appare come non opzionale ma obbligata dall’ equilibrio dinamico complessivo del sistema-fotone!

  

-) Un signore dopo aver letto i miei studi online volle segnalarmi questo lavoro, riporto da una sua mail del 4 dicembre 2015:

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 “La fisica reale-teoria dei fotoni e degli elettroni" di Antonino Ciancitto (IBN editore-1994) autore scomparso di cui comunque sono reperibili notizie in un sito a suo nome. La teoria del prof. Ciancitto è di carattere euristico e tratta il fotone come un dipolo, composto dalle due cariche elementari (positiva e negativa) controrotanti tra loro, avente un proprio moto di precessione che genera le frequenze delle onde E.M. La costante di struttura fine è inquadrata e spiegata in relazione alla Costante di Planck, alla velocità c, e alle altre costanti fondamentali. Il neutrino invece è pensato come le due cariche (positiva e negativa) co-rotanti. Altresì il nome proposto per la carica elettrica è quello di semifotone. L' elettrone è immaginato essere formato da tre semifotoni (due negativi, uno positivo) rincorrentesi in una struttura elicoidale con caratteristiche determinate dalla Costante di Stuttura Fine. Questo semifotone è immaginato avere una forma tetraedrica, uno spin che è quello della Costante di Planck, una dimensione dell'ordine dei 10^- 19 metri.

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-) Wladimir Guglinski autore della da lui chiamata “Quantum Ring Theory” nei commenti a questo articolo del 2012 dal titolo “Do Dark Gravity Theories Predict Opera Superluminal Neutrinos and LENR Phenomena?” di F Henry-Couannier,
Centre de Physique des Particules de Marseille, July 1, 2012,

nei commenti qui

vedi link: http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=838&cpage=5

scrive:

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February 10, 2014 at 8:17 AM

Between 2008 and 2013 several new experiments with the light have been published, and the results are inspiring new theorists, suggesting new ideas about the photon.

The engineer Oreste Caroppo proposed a model of photon with helical trajectory, like the mine:

http://caroppophotonmodel.blogspot.com.br/ [ndr: blog aperto online nel 2008]

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-) L’ idea del MODEC è ormai di diffusione mondiale vien da credere. Qui vediamo delle speculazioni su come meglio sperimentalmente cercare di osservare le due cariche del dipolo del fotone nella sua struttura doppio elicoidale, sempre più data come altamente plausibile: un articolo non precedente al 2013, probabilmente del 2014, (dato che cita nella bibliografia uno studio del 2013), dal titolo “The Photon consists of a Positive and a Negative Charge, Measuring Gravity Waves reveals the Nature of Photons”, di  Hans W. Giertz, Uppsa Research, Miklagard, Gnesta, Sweden,  

vedi link: http://vixra.org/pdf/1302.0127v1.pdf

 

-) ecc., un gran compendio quindi di vari studi di vari autori che mostra ancor più l' irrinunciabilità ormai di quanto disvelato con il MODEC e della visione di repulisti e rifondazione della Fisica sulla base della scoperta dell' Errore di Maxwell, per cui rimando al paragrafo a questo link sul mio sito:

http://fiatlux.altervista.org/alterpages/ilgrandepeccatooriginaledellafisicacontemporanea.jpg

E' la natura matematica della scoperta dell' Errore di Maxwell che dà poi gran fondamento a tutta la nostra Critica della Fisica Pura!

 

-) In questo studio teorico del 2013, pubblicato sul Journal of American Science, dal titolo “Structure of the photon is duality solved? [A review article]”, degli autori

Sayed S.E.H. Saif (National Institute of Laser Enhanced Sciences (NILES), Cairo University, Egypt),

Mohamed Yasser Sayed Saif (Beni Sueif University),

Ahmed Tamer S. Saif (Fayoum University),

e

Passant Sayed Saif (Misr Univesity For Science and Technology),

visionabile al link: https://www.academia.edu/3403563/Structure_of_the_photon_Is_duality_solved_A_Review_Article_

per il fotone leggiamo:

The light in this physical phenomenon caused by the motion of photon of binary structure consisting of two particles of equal masses rotating around the mutual center of attraction, analogous to the center of gravity. The binary system does translatory motion at the speed of light, while the trajectory of each individual particle is cycloid. Calculation of known dimensions in physics of elementary particles by implementation of the equation [rω= c], derived from the hypothesis on binary structure of photon (Janjusević)”

e si riporta in bibliografia il lavoro dello studioso Zoran Janjusević dal titolo “The Nature Of Luminous Radiation Based On The New Hypothesis Of Photon Structure” al link: http://www.binaryphotonandincreasingmass.com/html/nature_of_luminous_radiation_bas.htm

E’ una struttura che evidenzia l’esigenza di separare il fotone da puntiforme con massa M in due parti puntiformi simmetriche di pari massa tra loro (ciascuna di massa M/2), e in questo come nel MODEC, ma esse vengono supposte rototraslare descrivendo delle traiettorie a forma di cicloide giacenti su uno stesso piano, mentre il loro centro di massa trasla di moto rettilineo uniforme a velocità c, la velocità della luce nel vuoto. La componente rotatoria del loro moto avviene quindi descrivendo una circonferenza, (con le due semi-particelle puntiformi sempre opposte agli estremi del diametro della circonferenza, in questo come nel MODEC), ma tale circonferenza non giace su un piano ortogonale alla direzione di traslazione del loro centro di massa come avviene nel MODEC, ma su un piano contente la traiettoria rettilinea del loro centro di massa, e per cui anche le cicloidi-traiettorie sfasate tra loro descritte dalle due semi-particelle del fotone nel suo moto complessivo giacciono sul medesimo piano.

Le due semi particelle poi non hanno carica elettrica in questo modello, ergo non si spiega quale sia la forza che permetta l’equilibrio dinamico di questa struttura ipotizzata per il fotone. Né si ha la possibilità, come nel MODEC, di ottenere tutte le proprietà del fotone, neppure in questo caso lo spin!

Ma si tratta di sforzi teorici comunque interessanti perché mostrano come si intuiscano da più parti nelle menti dei ricercatori di ogni parte del mondo alcuni di quegli elementi della struttura del fotone che invece nel MODEC limpidamente sono messi tutti in luce, e ora un ricercatore ne intuisce alcuni, ma si smarrisce in altri aspetti condizionato dagli errori di fondo e dogmi della fisica di mainstream, ora altri ricercatori ne colgono altri.

 

-) Troviamo questo studio teorico del 2016 dal titolo “The Structure of the Photon in Complex Vector Space” pubblicato sulla rivista PROGRESS IN PHYSICS Volume 12 (2016, April–July),

visionabile al link: https://www.academia.edu/33658393/The_Structure_of_the_Photon_in_Complex_Vector_Space  

dello studioso Kundeti Muralidhar (Physics Department, National Defence Academy, Khadakwasla, Pune-411023, India)

dove leggiamo: “Considering the complex vector electromagnetic field, the energy of the photon is expressed as an even multivector consisting of a scalar kinetic energy part and a bivector rotational energy part. Since any even multivector can be expressed as a rotor representing internal rotations, the electromagnetic energy even multivector represents internal complex rotations. It has been shown that the spin angular momentum is the generator of rotations in the plane normal to the propagation direction and the orbital angular momentum is the generator of rotations in a plane normal to the spin plane. The internal structure of the photon may be visualized as a superposition of electromagnetic field flow or rotation in two normal orientations in complex vector space. The cause of such complex rotations is attributed to the presence of electromagnetic zeropoint field.

Anche in questo caso si percepisce come ci si avvicini teoricamente per altre vie, sebbene più farraginose, verso una struttura del fotone che non può che proporre elementi convergenti verso quella struttura finale che invece viene completamente e chiaramente compresa ed esplicitata dal Modec con la sua semplicità, limpidità e completezza esplicativa.

 

-)  Si trovano poi tante speculazioni online di vari autori indirizzate in alcuni punti nel verso giusto per giungere potenzialmente verso il MODEC del fotone, ma poi nel loro percorso speculativo deragliate o impantanatesi, e che non riporto, e chissà quanti altri lavori convergenti che non ho avuto modo di conoscere in tale mia breve ricerca bibliografica.

 

 

CONCLUSIONI

Nello sviluppo di teorie convergenti nella descrizione di uno stesso oggetto-fenomeno, quanto più i percorsi son indipendenti, tanto più c’è la possibilità da parte degli autori di apportare ciascuno dei contributi nuovi e vedere cose che gli altri non hanno visto nel verso di ulteriori sviluppi.

E’ proprio questa indipendenza di sviluppo che mi ha permesso di spingere il mio modello, già prima di scoprire questi fenomeni antropologici-epistemologici di convergenza tra ricercatori, molto più avanti, come già quanto è esposto nel mio pdf del 2005 sul MODEC del fotone permette di vedere,

link: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

ad esempio è una novità del mio approccio la discussione sulle cariche del dipolo del fotone come cariche elementari ma da considerarsi nella loro interazione con la polarizzazione o meno del vuoto, (un aspetto che ci riporta ad un concetto di etere, che, in mancanza di un modello del fotone, la Fisica moderna pur trovandoselo emergere in tante teorie quantistiche, come vuoto quantistico, e non solo, non è riuscita a comprenderlo tanto che esso è stato addirittura rovinosamente rigettato nella Relatività, e quasi bandito come eresia il solo parlarne, anche se in chiave nuova).

Da questi sviluppi il MODEC del fotone mi ha permesso poi una chiara comprensione del significato delle Unità di Planck,

vedi quest’ altro mio pdf:

http://fiatlux.altervista.org/Le_Unita__naturali_di_Planck_comprese_attraverso_il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

e per gli ulteriori poliedrici molteplici sviluppi vedi i vari paragrafi nel mio secondo sito web aperto nel 2014, dal titolo:

“Fiat Lux: LA CRITICA DELLA FISICA PURA, a partire dal Modello Doppio Elicoidale del Fotone per pervenire alla scoperta del cruciale "Errore di Maxwell" il grande peccato originale della Fisica Moderna, indagandone e correggendone le sue enormi conseguenze.”

link: http://fiatlux.altervista.org/

 

Questi modelli di tipo elicoidale, mono e bi-elicoidali son dunque modelli necessari per arrivare ad una più piena comprensione del fotone, e modelli coraggiosi poiché con essi ci si deve spingere alla violazione in primis del dogma imposto dalla teoria della Relatività della velocità della luce come massima velocità possibile, sia che siano modelli di fotone come punto neutro a traiettoria mono-elicoidale, sia modelli bi-elicoidali, ma anche poi alla violazione del dogma della Meccanica Quantistica della stretta neutralità e mono-puntiformità del fotone nel caso più completo di modello dipolare doppio elicoidale del fotone!

Due dogmi che connotano profondamente come colonne portanti quelle due teorie, la Relatività e la Meccanica Quantistica, sull’ accostamento insieme della quali si fonda la Fisica moderna di mainstream, sebbene siano due teorie tra loro profondamente contraddittorie; non dimentichiamo: tallone d’ Achille tutto ciò della Fisica moderna che si fa finta di non vedere nel main-stream dogmatico imposto, quasi in un velato regime teorico dai grandissimi interessi finanziari oggi, nel settore della “ricerca” già pianificata da qui ai prossimi decenni! Ma la ricerca deve poter nutrirsi anche dalla libertà, e dalla libertà di messa in discussione anche radicale delle verità di mainstream!

Ecco dunque perché oggi questi modelli del fotone così esplicativi di tante sue proprietà,

(come soprattutto i notevoli approfondimenti della teoria del MODEC rilevano, vedi: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf),

non sono ancora saliti agli onori della cronaca, né sono stati tanto ulteriormente sviluppati, ma accantonati dal mainstream, proprio in quanto modelli negatori di dogmi della Fisica di mainstream, e pertanto eretici;

modelli che hanno negato, hanno scardinato quei dogmi con la cristallina razionalità del modello doppio elicoidale del fotone, ma che non li hanno pienamente distrutti con la forza dell’ evidenza della matematica!

 Ecco perché considero fondamentale il lavoro di ulteriore approfondimento del MODEC del fotone che ho divulgato con il mio sito del 2014, (link: http://fiatlux.altervista.org/), spingendomi con essi nel verso di una "Critica della Fisica Pura" con la forza di chiave di comprensione che il MODEC consente,

venendo così a scoprire quello che ho chiamato il “Grande peccato originale della Fisica moderna” (o anche definito “Errore di Maxwell”, senza che questo, come si comprenderà, voglia mettere in discussione la portata delle leggi di Maxwell, ma anzi, mostrare quale fu l’ errore matematico e fisico di loro piena comprensione, che non permise allora già da esse, come invece è possibile, di prevedere l’ esistenza del fotone con una struttura MODEC una volta assodata la quantizzazione della carica elettrica, e sviluppare degli esperimenti di verifica in merito all’ esistenza del fotone, senza, come invece accaduto, che il fotone si scoprisse poi per caso nei decenni successivi, e da lì non comprendendone l’ esistenza e considerando a quel punto come necessaria una rottura con la Fisica Classica; de facto Fisica Classica non pienamente compresa nei suoi sviluppi approdati alle non pienamente comprese Equazioni di Maxwell, come invece oggi noi le abbiamo potute meglio comprendere.

Qui due link di paragrafi in inglese, ma nel sito, vi son anche dei paragrafi in italiano:

-) http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

-) http://fiatlux.altervista.org/letters-about-maxwell-s-error-and-the-double-helicoidal-model-of-the-photon.html

Seguendo gli effetti di propagazione di questo errore, come faccio in alcuni paragrafi del mio sito “Fiat Lux”, si possono comprendere tutte quelle idee cui i fisici furono costretti, da questo errore non visto, nel verso dei costrutti teorici della fisica di mainstream da 150 anni ad oggi, e si offre la possibilità di correzione, ricomprensione, e cambiamento di assiomi di base, e tanto altro anche nel verso di una riunificazione nella fisica. Si comprende ad esempio anche meglio il discorso materia-antimateria alla luce del MODEC del fotone, della simmetria della struttura del fotone, e della quantizzazione della carica elettrica nella carica elementare esistente nell’ Universo con perfetta simmetria tra cariche di segno positivo e cariche di segno negativo. 

Crolla infatti così una cesura tra fisica classica e quella che deve essere la fisica moderna, con quest’ ultima che scaturisce dalla prima come conseguenza della sola e semplice quantizzazione della carica elettrica e del nuovo ruolo assegnato al vuoto-etere!

Non son mancati ai nostri tempi altri fisici che han percepito la necessità di una messa in discussione forte di tutta la Fisica Moderna, che hanno esaltato l’ importanza dei dipoli elettrici per la comprensione della natura e che hanno intuito che il punto di partenza doveva essere una critica delle Equazioni di Maxwell, e cito in merito il caso del greco Lefteris A. Kaliambos, Institute of Larissa, Greece,

vedi link: https://link.springer.com/chapter/10.1007%2F978-1-4615-2560-8_50

titolo: “IMPACT OF MAXWELL'S EQUATION OF DISPLACEMENT CURRENT ON ELECTRCOMAGNETIC LAWS AND COMPARISON OF THE MAXWELLIAN WAVES WITH OUR HODEL OF DIPOLIC PARTICLES”.

Ma a differenza di un approccio che cerca errori fondanti nelle Equazione di Maxwell, come nel caso dell’ articolo nel link sopra citato, il mio approccio è come detto differente perché ne esalta il pregio e la potenza delle Equazioni di Maxwell, ma trova un matematico, e fisico insieme, errore interpretativo di esse, l’ errore su cui poggiano tutti i disastri della fisica teorica moderna, nella quale la scoperta oggi di tale errore permette di isolarne i meriti e correggerne le visioni distorte rispetto alla Realtà della Natura, per ripartire, dopo una grande semplificazione-unificazione così compiuta in accordo con il criterio del Rasoio di Occam; basti pensare che il fotone e la quantizzazione di numerose grandezze, (fin ora assunte come tali, fatti di natura, ma non ricondotte a principi primi più fondamentali), si scoprono implicati dalla sola quantizzazione della carica elettrica, e riportando in auge l’ importanza di un vuoto non del tutto vuoto che poi conduce ad affrontare una rifondazione della Relatività, per cui anche importati, in una importante convergenza, gli studi che ho poi scoperto del grande Professor Franco Selleri (Bologna, 9 ottobre 1936 – 20 novembre 2013), che ha insegnato come docente ordinario Fisica Teorica nell’ Università di Bari, che è nella mia medesima regione, la Puglia, in Italia, regione dove vi è anche con sede principale a Lecce la mia Università del Salento; per approfondimenti sui contributi di F. Selleri rimando al paragrafo del mio sito dedicato alla critica delle teorie della Relatività.

 

Nella Fisica moderna vediamo gran preoccupazione semmai il fotone dovesse risultare carico,

riporto qui dal link: http://physicsworld.com/cws/article/news/2007/jul/06/new-limit-placed-on-photon-charge

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New limit placed on photon charge

Jul 6, 2007

A physicist in the US has analysed radio waves from distant galaxies to obtain a new upper bound on the electrical charge of the photon. Brett Altschul of Indiana University has found that the charge is no more than 10-46 times the charge of the electron -- assuming the existence of photons with positive and negative charges. This is 13 orders of magnitude better than the previous direct bound on the charge of a particle that we normally assume to be neutral (Phys. Rev. Lett. 98 261801).

The possibility that the photon has a charge would have profound implications on a wide range of physics. For example, charged photons in the dense early universe would have had a tremendous amount of electrical potential energy, which does not fit in with our understanding of how the universe has evolved.

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Ma il fotone è sì nel complesso neutro, ma ciò che è imprevisto e dirompente è che ha una carica dipolare, ovvero carica totale nulla e un momento di dipolo elettrico non nullo!

 

Oggi degli esperimenti mostrano anche che il fotone sembra proprio avere un dipolo elettrico,  

vedi link: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0168583X89900621

“Searching for the electric dipole moment of the photon” author T. Ruskov, R. Ruskov, I. Spirov, A. Kirov, T. Tomov, S. Asenov, in “Nuclear Instruments and Methods in Physics Research Section B: Beam Interactions with Materials and Atoms”, Volume 36, Issue 1, January 1989, Pages 82-87.

 

E così allo stesso modo tanti altri studi, che ho raccolto nel mio sito, mostrano convergenze e conferme della teoria del MODEC del fotone.

 

L’ esistenza di una struttura del fotone non puntiforme è avvertita ovviamente anche nella fisica di mainstream, che però non offre e non può offrire la possibilità di una sua compiuta comprensione essendo proprio affetta fisiologicamente dal dogma di un fotone mono-puntiforme quando è, e dunque si comporta, da fotone,

vedi ad esempio questo articolo dal titolo “Structure of the Photon” di Jonathan M. Butterworth, Department of Physics and Astronomy University College London, United Kingdom, 

link:  http://www.slac.stanford.edu/econf/C990809/docs/butterworth.pdf

 

Recenti esperimenti stanno poi anche dimostrando come l’ interazione elettrica coulombiana sia un’ interazione istantanea a distanza, ciò esattamente in accordo con quanto suggerisce la carica rivoluzionaria apportata dal MODEC del Fotone e dalla correlata scoperta dell’ Errore di Maxwell,

riporto dal link: http://w3.lnf.infn.it/event/measuring-propagation-speed-of-coulomb-fields/

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Measuring propagation speed of Coulomb fields

Marcello Piccolo (LNF) 8 novembre 2017

In planetary systems, the problem arises whether gravity attracting the planets towards the central star has an instantaneous action or propagates with finite velocity. Laplace noticed that, if gravity propagated with finite velocity, planets motion would become unstable due to a torque originating from time lag of the gravitational interactions. Given that equations describing gravitational interaction are formally the same describing electrostatic interactions, we have performed an experiment meant to measure the time/space evolution of the electric field generated by a uniformly moving set of electrons. The results we obtain seem compatible with an electric field rigidly carried by the beam itself.

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Studio di riferimento condotto presso i Laboratori Nazionali di Frascati (Roma),

vedi articolo al link: https://link.springer.com/article/10.1140/epjc/s10052-015-3355-3

dal titolo “Measuring propagation speed of Coulomb fields”, degli autori R. de Sangro, G. Finocchiaro, P. Patteri, M. Piccolo, G. Pizzella, in The European Physical Journal C - Particles and Fields, 24 March 2015.

Delle ricerche sperimentali queste condotte presso LNF che supportano perfettamente quanto emerge teoricamente dal MODEC del fotone, e che conducono anche ad una critica della Relatività Generale e permettono una critica fondamentale anche della cosiddetta “rivelazione” oggi delle “onde gravitazionali”, argomento cui nel mio sito è dedicato anche un molto approfondito paragrafo di analisi critica.

 

Tanta sicurezza nelle mie parole intorno al Modec dopo la scoperta dell’ Errore di Maxwell, in quanto una scoperta al contempo fondata su matematica e fisica.

E dunque con tale scoperta oggi, con la forza della Matematica, è finalmente possibile riconoscere e spazzar via gli errori in tanti aspetti fondanti e non solo della Fisica moderna, (teoria quantistica delle interazioni fondamentali inclusa), i suoi dogmi che si dissolvono o si comprendono più profondamente, fisico-matematicamente senza più bisogno di assumerli come veri per credo.

Con tale scoperta si sale su un gradino superiore, si guarda tutto dall’ alto, e non si deve più chiedere permesso per il modello doppio elicoidale del fotone alla fisica moderna di mainstream, ma semmai le si deve dire: spostati!

Un modello del fotone che affascina anche poi suggestivamente, la bellezza della geometria dell’ elica che ci richiama a tante forme della natura e anche della biologia (persino con la doppia elica del DNA), e alla spirale che è un simbolo universale per l’ uomo, che ci riporta alla geometria sacra, al filosofo Pitagora, ma anche al contempo un modello che ci riconduce alla filosofia del dualismo degli opposti complementari che era nel pensiero del filosofo Eraclito, opposti complementari che ritroviamo nella coppia delle cariche elettriche elementari uguali ed opposte che diventano fondamento persino del fotone, della “luce”, con tantissime implicazioni scientifiche e filosofiche, culturali, e poi certamente con la biologia, aspetti cui dedico alcuni paragrafi nel mio sito intitolato

“Fiat Lux”!

 

Saluto tutti i gentilissimi amanti della Natura e della sua conoscenza che la divulgazione di questi miei studi mi ha dato modo di incontrare con mio grande piacere, liberi pensatori-ricercatori animati da amor di conoscenza. 

Ma un pensiero si deve anche a quegli antagonisti, acritici fanatici difensori del mainstream, importanti anch' essi per la spinta che mi hanno indirettamente dato, nell' acceso scontro sui social network dove iniziavo a pubblicare il mio blog del 2008 sul Modec, spinta a procedere nell' approfodnimento ulteriore della teoria; un mio lavoro speculativo ulteriore importante perché arrivassi alla scoperta dell' Errore di Maxwell nel 2014 e delle sue conseguenze, sviluppi e scoperte che ulteriormente hanno corroborato il mio Modello del Fotone medesimo.

Saluto anche gli amici italiani che hanno compreso la forte necessita in fisica teorica di un modello doppio elicoidale del fotone, quale quello che ho proposto, persone animate da giusto amor patrio, non tanto per ciò che è oggi l’ Italia ma soprattutto per ciò che è stata in termini scientifici in passato, dalla Magna Grecia agli albori della Scienza moderna, e per ciò che ancora Essa potrà dare in futuro alla Scienza.

 

Oreste Caroppo       novembre 2017

 

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NOTE ULTERIORI

(Febbraio 2018)

Fotoforesi ESCAPE='HTML'

La Fotoforesi fenomeno fisico, scoperto e studiato da F. Ehrenhaft, consistente in un movimento di particelle microscopiche sospese nel vuoto o in un gas, per l’azione radiometrica esercitata dalla luce o in genere da radiazioni elettromagnetiche.

L' immagine sopra riportata è presente nel testo “An Exposition of Concepts Related to the Theories of Viktor Schauberger - Living Energies With Callum Coats” Jul 5, 2001, nella pagina 25. 
Testo al link: https://www.scribd.com/doc/50123307/Viktor-Schauberger-Living-Energies-With-Callum-Coats

 

Possiamo ritrovare degli antesignani al modello elicoidalie della luce anche nelle riflessioni del fisico e matematico Walter Schauberger, figlio del famoso naturalista ed inventore austriaco Viktor Schauberger (1885 –1958) che dava ai vortici un ruolo fondamentale nella sua visione della Natura.

Traggo dal testo “An Exposition of Concepts Related to the Theories of Viktor Schauberger - Living Energies With Callum Coats” Jul 5, 2001, da pag. 24, il seguente brano:

“Walter Schauberger claimed at the time, radiation is propagated through space not in linear fashion, but spirally.

Evidence substantiating this spiral movement was produced by Prof. Felix Ehrenhaft at the Physics Department of Vienna University in 1949 through a process known as photophoresis. Reported in the Acta Physica Austriaca (Vol. 4,1950 and Vol. 5,1951), the behaviour of barely perceptible particles of matter and gas particles enclosed in glass tubes were observed when illuminated by concentrated light-rays of various frequencies.

Observations of this phenomenon were made under conditions varying from high pressure to high vacuum (30 atm to 1 x 10-6 mm Hg [Hg =mercury]) and it was concluded that since the spiral movement of the observed particles was caused by light-rays, the particles had to be propelled along the same spiral path as the light itself (see the figure above about photophoresis). It was also determined that light magnetises matter and noted that while some particles spiralled away from the light source, others such as chlorophyll, gyrated towards it.”

 

 

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APPENDICE

(Aggiunta nel dicembre 2022)

 

Aggiungiamo qui ulteriori studi via via scoperti dall’indagine in letteratura relativi a convergenze varie nel verso del MODEC o condivisione delle medesime molle propulsive di base cognitive nei confronti di aspetti ad oggi misteriosi lacunosi o fumosi del fotone come descritto nella ufficiale Fisica Moderna.

 

-) Nel libro “IL NUOVO CONCETTO DELL’UNIVERSO” dell’americano Walter Russell edito nel 1953 leggiamo:

“Il movimento è bisenso, poiché ogni movimento è causato dalla divisione di un equilibrio, e la sua estensione in due direzioni opposte crea due condizioni opposte di pressione necessarie per rendere imperativo il movimento (…)

Ogni movimento in questo universo polarizzato e radiale è curvo e ogni curvatura è a spirale (…)

Ogni corpo è il risultato dell'azione di due tensioni opposte che si allontanano l'una dall'altra in direzioni radiali opposte per condizionare i loro attributi e determinare il loro movimento (…)

Ogni corpo è perennemente in movimento fino a quando le tensioni di opposizione che lo mantengono in movimento si annullano a vicenda allo zero del riposo universale, in cui tutti i corpi scompaiono per riapparire in polarità inversa (…)”

Vi estraggo questa immagine:

 

Immagine dal libro “IL NUOVO CONCETTO DELL’UNIVERSO” dell’americano Walter Russell edito nel 1953.

 

 

-) Lo studioso Héctor A. Múnera (Department of Physics Universidad National de Columbia - A.A. 84893, Bogota, Columbi) nel 2001-2002 ha divulgato una sua teoria per un modello semiclassico del fotone che presenta alcuni punti di convergenza con le descrizioni del MODEC del fotone come coppia di due cariche elettriche, quella dell’elettrone e quella del positrone. Data questa sentita necessità dell’introduzione della coppia di cariche opposte per una struttura del fotone lo studioso nel tentativo di riconciliazione di un tale modello di fotone con le Equazioni di Maxwell convergente anche su questo aspetto con le conclusioni cui giungiamo nel MODEC, senza però comprendere le valenze dirompenti che una tale conciliazione comporta in termini di analisi critica dell’evoluzione della Fisica moderna. Come nel Modec poi, pur nonostante le differenze di approccio, anche questo studioso cerca di assicurarsi che il suo modello comporti una massa a riposo nulla per il suo fotone. Vediamo anche la medesima necessità del recupero comunque di un concetto di etere per il “vuoto”.

Dal link: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/0471231495.ch5?fbclid=IwAR1G_5LZmYJLvBfPRwwL4yjXVhouSGmHZG7QzCwk4rtUmLWFt2qAkOB_W90#  

titolo dell’articolo “A Semiclassical Model of the Photon Based on Objective Reality and Containing Longitudinal Field Components” di Héctor A. Múnera, first published 28 September 2001,

estraiamo:

“Summary

This chapter starts with a revision, from the viewpoint of objective reality, of some physical, logical, and conceptual inconsistencies in the description of the photon in free space. Then, in the context of a four-dimensional ether, the author introduces the novel concept of dynamic rest mass as a signed flow of ether fluid. Here, particles (antiparticles) are extended objects formed by a momentum flow along the positive (negative) direction of the normal to the 3D surface of Dirac's sea of energy. The photon is modeled as a semiclassical particle–antiparticle doublet, which can explain the meaning of frequency and rest mass of photon. For the photon's ground state, it predicts two values of spin (±1) and de Broglie's energy equation. In the excited state, the photon has three possible values of spin: 0, ±2. It also leads to solutions of Maxwell's equations containing both advanced and retarded components.”

 

Mentre dal link:

https://link.springer.com/chapter/10.1007%2F0-306-48052-2_47?fbclid=IwAR14rEvCVCNxMgmSXXNhWTA9OUTrszg8_IGKqqj7eL2uiEVB3quMc4Q2wX8

titolo dell’articolo “The Photon as a Charge-Neutral and Mass-Neutral Comosite Particle” sempre di Héctor A. Múnera, del 2002,

estraiamo:

“Abstract

In the context of a 4D aether model, where rest mass is associated with a flow of primordial mass (preons), the photon was described as an electron-positron pair. Such a composite particle is then a charge-neutral and mass-neutral entity; thus accounting for photon standard properties: zero charge and null restmass. The electromagnetic field of such photons contain both advanced and retarded components, without any causality breach. The model obeys conventional Maxwell equations.

Introduction

The idea that the photon may be a composite particle is not new. Long ago De Broglie (1932) suggested that the photon was a composite state of a neutrino-antineutrino pair; such pair, however, did not obey Bose statistics. To avoid this difficulty Jordan (1935) introduced neutrinos with different momenta. Over the years, additional adjustments were made by Kronig (1936), Pryce (1938), Barbour et al. (1963), Ferreti (1964), Perkins (1965), Bandyopadhyay and Chaudhuri (1971). Since the photon rest-mass is zero, or very small Keywords: Photon, Aether, Composite photon model, Maxwell equations, Advanced (Vigier, 1997), neutrinos are chosen as its components. fields, Charge neutral particles, Mass neutral particles. However, one would naïvely expect that if the photon is a composite particle it may under some conditions decay or be separated into its components. Indeed, photon pair production leads to an electron-positron pair, but not to a neutrino-antineutrino one. However, from the viewpoint of total rest mass, an electron plus a positron can not be the components of a low energy photon. There is a clear difficulty for composite models along this line ofthought. On the other hand, the idea that the modern “vacuum” (= aether in this paper) is of hydrodynamic nature is a recurrent one. Recent examples: a superfluid of particle-antiparticle pairs (Sinha et al., 1976), a fluid of “stuff” particles (Di Marzio, 1977), and a variety of fluids (Shekhawat, 1976; Widom and Srivastava, 1990; Winterberg, 1997; Ribaric and Sustersik, 1997). From such fluids, some authors derive electrodynamic and particle models: Thomson (1931), Hofer (1998), Marmanis (1998), Dmitriyev (1999). This author recently proposed a four dimensional (4D) hydrodynamic model that allows for a variable component of the 4-velocity along the time axis (Munera, 1999), which leads to a 4D-force as the gradient of the 4- pressure; the 3D-electromagnetic force is a particular case (Múnera, 2000). Also, we have argued elsewhere (Chubykalo, Múnera and Smirnov-Rueda, 1998) that, in the context of Maxwell’s equations, the concept of zero charge in vacuum may be interpreted as neutrality of charge almost everywhere, rather than as complete absence of charge. In this note we take one step further. The photon is modelled as a source-sink pair (into and out of our 3D world), having a zero net mass flow into our 3D world, thus accounting for the photon zero rest mass. (...)”

 

-) Dal link:

https://file.scirp.org/Html/68728_68728.htm?fbclid=IwAR03vPtEcskolDVdh5_HOwh5hlcX10XTpqHCuSI_fxtecKrTHJ_XxsR9yGc

un articolo dal titolo “A Revised Model of Photon Resulted by an Etherono-Quantonic Theory of Fields” di Arghirescu Marius, State Office for Inventions and Trademarks, OSIM, Bucharest, Romania, 2 ottobre 2015, in cui leggiamo:

“ABSTRACT

By an etherono-quantonic theory of the author, which deduces that the magnetic field of a magnetic moment is generated by an etherono-quantonic vortex Gm = Ga + Gb of etherons and of quantons with mass Mh = h/(c^2), giving the magnetic induction B, a revised model of pseudoscalar photon derived from the Munera’s model and the Hunter-Wadlinger model is proposed, formed by two vectorial photons with diameter l/p, deformed to the speed direction to the value: l/2 proportional with the speed. The revised model of photon is compatible with the ondulatory and the corpuscular properties of the particles and allows a phenomenological microphysical explanation for the Kerr and the Cotton-Mouton effects and other similar effects. It is explained also microphysically the magnetic rotating polarization (the Faraday effect). The model indicates the variation of the quantum vacuum refraction index in the presence of a strong electric E-field or magnetic B-field.”

 

-) "The one solution is MODEC!"

Riflessioni dopo la lettura di questo articolo del 13 dicembre 2021 dal titolo “Discovery of 'split' photon provides a new way to see light” by Dartmouth College da cui estrapolo alcuni passi:

https://phys.org/news/2021-12-discovery-photon.html?fbclid=IwAR08KwAfME2twe6WwaF0Zo_3sFE-tbp2TgWS1zpCNkdgyWt6tBU5q8Um14o

«La scoperta del fotone "diviso" fornisce un nuovo modo di vedere la luce. (…) La scoperta che i mattoni della luce possono esistere in una forma divisa (…) Simile a come l'acqua liquida può trasformarsi in ghiaccio o vapore in condizioni specifiche, la ricerca indica che la luce può esistere anche in una fase diversa, quella in cui i fotoni appaiono come due metà distinte. (…) "È così che dobbiamo avvicinarci alla nostra comprensione della luce: come la materia, può esistere in fasi diverse". Piuttosto che pezzi che possono essere fisicamente separati, le metà dei fotoni servono in modo simile alle diverse facce di una moneta. Le due parti distinte costituiscono un tutto, ma possono essere descritte e funzionare come unità separate. "Ogni fotone può essere pensato come la somma di due metà distinte", ha detto Vincent Flynn, un Ph.D. candidato a Dartmouth e primo autore dell'articolo. "Siamo stati in grado di identificare le condizioni per isolare queste metà l'una dall'altra". La ricerca si basa sui fondamenti della fisica. (…) Si presume la scoperta di una fase topologica precedentemente sconosciuta di luce. (…) Il fotone era rimasto indivisibile fino ad ora. (…) La conferma della teoria sviluppata richiederebbe comunque un esperimento di laboratorio che osservi le metà dei fotoni. (…) "Per fare questa scoperta abbiamo dovuto sfidare convinzioni di vecchia data e pensare davvero fuori dagli schemi", ha detto Viola. "Abbiamo diviso qualcosa che in precedenza si pensava fosse indivisibile e non guarderemo mai la luce allo stesso modo".»

La natura di particella composita del fotone ben chiaramente espressa dal MODEC già assai in precedenza, qui viene intuita ma si evidenziano le difficoltà nel concepire ed esprimere tutto ciò restando nei vincoli della visione della Fisica moderna, nella ortodossia dogmatica che la connota.

Si gira attorno, si ipotizzano e osservano aspetti, ma credo che l'unica strada teorica semplice non farraginosa chiara sia quella del Modello doppio elicoidale del fotone (MODEC) che io propongo da tempo: http://fiatlux.altervista.org/-the-photon-double-helicoidal-model-the-key-to-solving-the-problems-of-modern-physics.html  

nonché la revisione rifondante che propongo a partire da una rilettura delle leggi di Maxwell ponendo così a fondamento di tutto e di ogni quantizzazione della Meccanica quantistica la quantizzazione fondamentale della carica elettrica: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

Da un altro punto di vista l’articolo qui preso in esame mostra un’ennesima convergenza comunque verso il

MODEC.

 

-) Dai link:

https://www.academia.edu/33658393/The_Structure_of_the_Photon_in_Complex_Vector_Space?email_work_card=title  

https://www.researchgate.net/publication/304076867_The_Structure_of_the_Photon_in_Complex_Vector_Space  

un articolo del gennaio 2016 dal titolo “The Structure of the Photon in Complex Vector Space” di Muralidhar Kundeti (National Defence Academy, Pune, India) da cui leggiamo i incipit:

“Considering the complex vector electromagnetic field, the energy of the photon is expressed as an even multivector consisting of a scalar kinetic energy part and a bivector rotational energy part. Since any even multivector can be expressed as a rotor representing internal rotations, the electromagnetic energy even multivector represents internal complex rotations. It has been shown that the spin angular momentum is the generator of rotations in the plane normal to the propagation direction and the orbital angular momentum is the generator of rotations in a plane normal to the spin plane. The internal structure of the photon may be visualized as a superposition of electromagnetic field flow or rotation in two normal orientations in complex vector space. The cause of such complex rotations is attributed to the presence of electromagnetic zeropoint field.”

 

Dai link:

https://www.academia.edu/35963408/THE_PRINCIPLE_OF_PHOTON_INERTIA?email_work_card=title  

https://www.researchgate.net/publication/323268599_The_Principle_of_Photon_Inertia  

l’articolo dal titolo “THE PRINCIPLE OF PHOTON-INERTIA” dell’ottobre 1994 di Robert L. Kemp (Long Beach City College) rappresenta un ulteriore tentativo di pervenire ad una spiegazione del dualismo onda-particella, in questo condividendo una medesima molla propulsiva di base che mi ha spinto, tra le altre, verso l’elaborazione del Modec, cioè la non accettazione del dualismo onda-particella per il fotone come un dogma da non indagare e poter comprendere in maniera profonda.