Il Sole ESCAPE='HTML'

Il Sole. Immagine dal link.

CONCETTI VARI

-) Il Modec risponde anche alla domanda "perché esiste il fotone?", riconducendone l'esistenza alla quantizzazione della carica elettrica, alle leggi dell' elettromagnetismo classico e all' equivalenza tra massa ed energia combinata con le leggi della dinamica. Una domanda cui non solo non si era mai tentato di rispondere, ma una domanda, possiamo ben dire, addirittura mai posta prima, assumendo come un mero dato di fatto, non riconducibile a nulla altro, l' esistenza del quanto della radiazione elettromagnetica scoperto, il fotone!

-) Vi si danno talvolta del fotone, in Meccanica Quantistica, delle descrizioni del fotone come "pacchetto d'onde", una descrizione sulla cui utilità non discutiamo certo qui, ma appunto nulla più che una descrizione che non ne indaga e spiega assolutamente la sua profonda natura, come invece fa il Modec. Un tentativo di descrizione, ma ciò nonostante, talvolta nella fisica contemporanea si arriva a considerare del tutto identificabile, nella sua natura, il fotone con il pacchetto d'onde. Tutto questo invece è da stigmatizzare con forza, perché dire che il fotone è il pacchetto d'onde che matematicamente, ondulatoriamente, in Fisica Quantistica lo descrive, sarebbe come dire che se in un modello agli elementi finiti si approssima descrittivamente una montagna con dei tetraedri, allora la montagna stessa altro non è, altro non consiste esattamente che con la sua descrizione ad elementi finiti datane!

-) Nel Modec troviamo due cariche uguali ed opposte rototraslanti, (non una sola carica di un solo segno!), nel complesso una struttura neutra come neutro deve essere il fotone. Se con un modello si vuole descrivere qualcosa esso lo deve fare senza contraddirne nessun aspetto, ma al più arricchendone la conoscenza, non mutilandone la parziale visione che già se ne ha dell' ente da descrivere e con il modello meglio spiegare! Altrimenti non sarebbe il modello di quell' ente, ma un modello di qualcos'altro, o semplicemente un modello sbagliato!

-) Qualora si intenda usare le Equazione di Maxwell per descrivere fenomeni microscopici occore tener contro del loro valore approssimante, che deriva dal passaggio, fatto da Maxwell, dalla discntinuità che in natura la carica presenta, nel verso invece di una descrizione continua, spalmata nei volumetti infinitesimi, ma sempre finiti, della carica elettrica originariamente discontinua. Vanno perciò utilizzate tali equazioni in tal caso con molta cautela; una cautela non necessaria invece nell' uso della Legge di Coulomb, dove la carica elettrica viene trattata con la sua discontinuità, puntiformità (per lo meno in buona approssimazione ad oggi), senza problemi. Ed è questa una legge, quella di Coulomb, dalla quale, ovviamente anche, Maxwell è partito e ha tenuto conto nello sviluppo delle sue equazioni che hanno portato però a perdere la discontinuità nella trattazione della carica elettrica; una discontinuità che si deve però recuperare qualora del mondo microscopico si vogliano dare delle descrizioni più precisie.

-) Ovviamente sia ben chiaro, la mia non vuole certo essere una critica alla Fisica Quantistica, ma ritengo sia giusto e necessario stimolarne, anche provocatoriamente, una rianalisi epistemologica dei suoi fondamenti. Fondamenti che furono alla base di tante discussioni nella prima metà del '900, dopo la sua formulazione. Inglobando dei risultati sperimentali, come la relazione valida per il fotone E=hv, la Fisica Quantistica permette eccellentissime descrizioni e previsioni, e il suo carattere probabilistico, supera una farragginosità altrimenti intrattabile per sistemi multi-particelle, come sarebbe nell' inseguire matematicamente per ogni particella esattamente posizione e velocità. L'indeterminazione in essa insita, ritenuta da talune visioni frutto di una indeterminazione della natura nel microscopico, non potrebbe essere invece frutto di una non conoscenza sulla struttura microscopica delle particelle, trattate inglobando questa sperimentale indeterminazione a monte nella MQ; particelle la cui descrizione microscopica, una volta nota, rifornirebbe, almeno teoricamente, quelle einsteiniane variabili nascoste che Einstein credeva celate nella descrizione quantistica!?

Fatta questa premessa, mi chiedo: non è giusto tentare di capire i fondamenti fisici di una relazione sperimentale semplice ed importantissima come quella rappresentata dall'equazione E=hv che lega l' Energia del fotone, E, alla frequenza, v, della sua correlata onda elettromagnetica?

C'è del buono nella MQ (Meccanica Quantistica), e tanto! Ma la negatività è proprio legata a certe fondamentalistiche interpretazioni imposte (vedi: interpretazione di Copenaghen) che forse davvero hanno frenato altri sviluppi e soprattutto altre speculazioni!

-) Serve a poco litigare dall'una o dall'altra parte, su questioni di scienza, meglio dialogare, spiegare i principi creduti o osservati validi, riflettere, applicare la logica che è il vero comune denominatore di tutti. Se son verità emergeranno prima o poi, se no soccomberanno, e sarà sempre una vittoria della logica e dell'osservazione sperimentale, e dunque una vittoria di tutti. L' importante però è non castigare le ipotesi di nessuno, alla base del metodo scientifico, e neppure al contrario tentare di imporle con forza.

-) Materia ed antimateria, in determinate circostanze, possano formare dei sistemi in buon equilibrio dinamico! L' esistenza del Positronio ne è una prova molto interessante

"Il Positronio (Ps) è un sistema costituito da un elettrone e dalla sua antiparticella, il positrone, legati insieme a formare un atomo esotico. Le orbite delle due particelle e l'insieme dei loro livelli di energia sono molto simili a quelli dell'atomo di idrogeno (costituito da un elettrone e un protone)". (Da http://it.wikipedia.org/wiki/Positronio).

-) Un problema che mi son posto tante volte, e molto molto interessante, è il limite minimo ed il limite massimo, se esiste, della possibile lunghezza d'onda del fotone! Problema iper affascinante. Vi son dei top sperimentali determinati ad oggi per la lunghezza d'onda minima (energia massima), di qualche energico fotone raggio gamma da record. Posi il problema una volta in un convegno sui raggi cosmici presso la facoltà di Fisica dell' Università del Salento, ma senza ricevere soddisfacenti risposte. Del resto come poter immaginare di rispondere teoricamente a simili domande, senza un modello della strutture del fotone!? Per il limite massimo, nelle mie euristiche speculazioni, immaginavo il prevalere di effetti gravitazionali tra le componenti dicotomiche (+,-) del fotone immaginato, all'aumentare dell' energia massa relativistica) e corelato rimpicciolirsi della struttura (da diminuzione della lunghezza d'onda), effetti tali da poter alterare gli equilibri altrimenti garantiti dalle sole interazioni elettriche e magnetiche all' interno della struttura fotonica; queste iniziali mie speculazioni euristiche sono state da me ulteriormente approfondite portando alla scoperta di un preciso limite teorico alla lunghezza d'onda minima, (vedi il capitolo: "Svelati i Misteri delle Unità naturali di Planck grazie al Modello Doppio Elicoidale del Fotone" ).  E' un fatto che sopra certi livelli non si osservino fotoni di energia grande a piacere! Al di là degli estremi energetici, è vero che la fisica moderna ci ha insegnato a guardare all' energia nell' ottica della quantizzazione, ma l' energia del fotone di per sé non è quantizzata, nel senso che con continuità il fotone può assumere senza step alcun, senza gradini, una qualsiasi energia, data la linearità della relazione E=hv, o comunque se non lo stesso fotone, la relazione scoperta E=hv ci insegna che teoricamente potremmo avere, (entro l'intervallo tra gli eventuali limiti estremi), fotoni di qualunque energia e dunque frequenza, (o, identicamente, lunghezza d'onda). E questa non quantizzazione dell' energia del fotone, è un aspetto di grande interesse, che trovavo e trovo meritevole di riflessioni.

-) Esiste una importante particolarità della lunghezza d'onda correlata anche dalla Fisica Quantistica al fotone, rispetto a quella correlata dalla medesima, tramite l'ipotesi di De Broglie, alle altre particelle, (o più in generale corpi dotati di massa, e quantità di moto mV), quella del fotone è anche la lunghezza d'onda di un' onda non dalla valenza probabilistica, ma proprio di un' onda elettromagnetica. Una differenza ed una particolarità non da poco!

-) La Fisica Quantistica è una teoria, e affermare che a priori non si può trattare, (ovviamente tentare, o immaginare di trattare), un fotone con la combinazione di altre teorie precedenti alla Meccanica Quantistica, non sarebbe assolutamente corretto! Le proprietà del fotone, E=hv, il suo spin, la sua sezione d'urto, la sua velocità, masse, ecc. son proprietà sue, fisiche, del fotone, non della MQ! Che poi su un certo uso di alcune di esse si sia costruita in parte la MQ, questa è un costrutto teorico matematico, indubbiamente dalla grande valenza fisica descrittiva, ma che non conferisce al fotone nulla più, (o non molto di più), di quello che fuori dalla MQ si è sperimentalmente scoperto sul fotone!

-) Nei brachioni (particelle a v minore di c) interessante è la velocità v=0, per cui il Fattore di Lorentz diventa 1.
Ma per i tachioni, (particelle esotiche, teoriche ad oggi, a v maggiore di c), la velocità che trovo più interessante è la velocità della luce moltiplicata per la radice quadrata di 2, che rende il Fattore di Lorentz pari a -i (l' unità immaginaria).
Valutazioni solo di eleganza matematica, per il momento, ma sono immaginabili delle correlate valenze fisiche da meglio comprendere; fatto sta che per altre ragioni di costruzione del modello euristico proposto per il fotone, per adattarlo alle proprietà sperimentali del fotone reale, proprio tale velocità superluminale, c per la radice quadrata di 2, è proprio la velocità che connota nell'architettura proposta, le due subparticelle super-luminari costituenti il fotone, che nel complesso risultante del modello continua a comportarsi come particella correttamente luminale (a velocità complessiva v=c del suo centro di massa)!

Diventa, sarebbe immaginaria la massa a riposo della particella per velocità superluminali, proprio a causa della natura immaginaria acquisita in tal caso dal Fattore di Lorentz, e tutto questo al fine di garantire il mantenimento come grandezza reale dell'energia (=massa relativistica). Nel passaggio teorico tra velocità nulla e velocità superluminale pari alla interessante velocità c per radice di 2 (o nel passaggio inverso), si osserverebbe la conservazione di una grandezza, ovvero la conservazione del modulo della massa a riposo, (che è pertanto un potenziale numero complesso, reale per velocità subluminali, immaginario per velocità superluminali). Ora è vero che le le due sotto-particelle tachioniche del modello proposto per il fotone avrebbero ciascuna una esotica massa a riposo immaginaria, ma non risulta immaginaria la massa a riposo del sistema fotone proposto la quale non è data per un sistema di particelle, (sottoparticelle in questo caso), dalla mera somma algebrica delle masse dei componenti (come invece fattibile per le masse relativistiche = energia). Dal calcolo della massa a riposo del fotone proposto, si ottiene una massa a riposo correttamente nulla, (come nel testo di studio in PDF in inglese ho dimostrato), nulla come la massa a riposo di una particella luminale, (a velocità esattamente v=c), come per il fotone reale; ed è stato questo un risultato che mi ha moltissimo incoraggiato nel perseguimento del modello doppio elicoidale del fotone proposto!

-) La luce della ragione non si è spenta del tutto in Italia; basta un lumicino a volte rimasto accesso, per riportare la luce della ragione dove si era smarrita!

-) La realtà è una uguale per tutti e da tutti indagata. Anche nei più recenti modelli di un "campo torsionale" detto, per l'eccitazione elettromagnetica del vuoto, vi leggo un tentativo di comprensione sulla buona strada, uno sviluppo mi sembra un po' più attualizzato, ma sempre sulla riga tracciata già da Maxwell con il suo modello a ruote dentate dell' etere, o meglio ancora del suo modello di etere come insieme di tanti vortici anche eventualmente molto piccoli; ne scrisse Maxwell, in un suo articolo per l'Enciclopedia Britannica, nei suoi ultimi anni di vita. Tutti però tentativi infruttuosi, e nel caso di Maxwell mai ben modellizzati matematicamente, in un' infruttuosità derivata dalla scorretta idea di base di "campo elettromagnetico delle onde e.m." derivato dall' errore di Maxwell oggi scoperto! Se si fosse scoperto prima nessuno avrebbe mai osato immaginare campi esistenti indipendentemente da sorgenti, e magari poi tali da generare pacchetti mediatori, quali i fotoni, se eccitati! Ma si sarebbe compresa subito la natura vera del fotone, come sorgente dei campi elettrici e magnetici, campi a distanza che si muovono rigidamente alle loro sorgenti rappresentate dalle cariche del dipolo fotonico; fotone pertanto nel complesso neutro. Si è tentato di attribuire all'etere ciò che invece è dentro al fotone e sulla base di leggi fondamentali di base. Il fotone esiste ed è implicato dall' equivalenza massa-energia, da leggi semplicissime dell' elettromagnetismo classico e dalla quantizzazione della carica elettrica! Con il Modec la Quantizzazione della radiazione elettromagnetica viene spiegata e trova le sue ragioni, essa scaturisce naturalmente dalla quantizzazione della carica elettrica, senza farraginosità, o necessità di postulare un nuovo ente ex novo quale il fotone! Si ottiene così da leggi di base, il valore dello spin del fotone, anche con le sue proprietà vettoriali, e la sua nota relazione E=hv, (che sin ad oggi nessuna teoria spiegava, e tanto più a partire da una struttura coerente del fotone, che con il Modec invece abbiamo scoperto), comprendendo i significati profondi di h, la Costante di Planck, su cui si fonda tutta la Meccanica Quantistica, e svelando così il mistero del significato della correlata Costante di Struttura Fine! Tutte conoscenze ad oggi mancanti, e grazie al Modec acquisite! E tutto sulla base di precise leggi del moto del modello doppio elicoidale del fotone, in equilibrio dinamico ed elettromagnetico, nel rispetto dei principi di conservazione della meccanica e delle sue leggi. Oggi sappiamo meglio distinguere quale è l' influenza del "vuoto" polarizzabile come un dielettrico sulle proprietà del fotone. E si sarebbe capita meglio, senza l' errore di Maxwell, anche la natura di materia ed antimateria rivelata dal fotone, legata alla coppia elettrone-positrone certo, ma che nel fotone può avere valori di massa relativistica anche molto diversi a seconda dell' energia del fotone; fotone che scopriamo mantenere nel modello Doppio Elicoidale, per i teoremi del centro di massa, massa a riposo totale nulla come ben deve essere per il fotone! Il fotone non media l'interazione elettrica, la genera, né è la sorgente. E due fotoni che viaggiano nel vuoto a velocità finita c, fanno viaggiare i loro campi che con essi si spostano rigidamente ovunque: ecco perché, riscoprendo la natura di interazione a distanza di tali campi, due fotoni distanti sono sempre istantaneamente correlati come i fenomeni di entanglement mostrano, ma nulla sino ad oggi spiegava teoricamente! Tanti non sensi e incoerenze generate solo dalla propagazione dell' errore di Maxwell non visto!

-) Se con elementi semplici di base e senza nulla postulare, il modello doppio elicoidale rende intellegibile h, (la Costante di Planck), e la Costante di Struttura Fine, dà come conseguenza la relazione E=hv per i fotoni, spiega il legame intrinseco tra fotone e campo e.m., fa luce su un errore del 1864 di 150 anni fa, banalissimo e pure lì sotto gli occhi, oggi, di chiunque, comprensibile persino ad un ragazzino alle prime armi con i rudimenti di algebra, beh ... qualche problema l'attuale visione teoretica della realtà, è evidente lo ha e se lo è portato in seno tanto da giungere oggi persino alla negazione pazzesca, pazzesca del principio di realtà! Cioè, "l' attuale visione fisica del mondo sembrerebbe incoerente, ma non se neghiamo che la realtà esista davvero: dunque la realtà non esiste!" Siamo a questo livello di "ragionamento"(?) e c'è persino chi osa fare una difesa saccente di queste follie che dobbiamo superare assolutamente! Questo è medioevo scientifico, religione da interpretazione di Copenaghen della Fisica Quantistica, non più Scienza! La tecnologia, grazie a Dio, se ne infischia delle discussioni teoriche, prende tutto il prendibile e lo usa, senza preoccuparsi di approfondirne le ragioni, è tecnica, non scienza, e il suo successo indubbio viene assunto ad alibi da una teoretica fisica invece lacunosa, claudicante, e in cui sta dilagando da 150 anni un grave errore, il cui peso non è diverso da quello che aveva, prima di Copernico, interpretare i dati astronomici osservati, credendo che la terra fosse in un centro immobile. Un' idea semplice, chiarificatrice: no è la terra a muoversi intorno al Sole e tutto cambia e diviene più intellegibile e semplice! Come semplice, l' errore scoperto alle radici della fisica contemporanea, eppure ...

-) Quando Feynman intuisce che la Costante di Struttura Fine è legata alla polarizzazione elettrica del "vuoto", come nel modello doppio elicoidale ora ben si comprende e spiega, egli sta attribuendo proprietà al vuoto, gioco forza ritorna un concetto di vuoto pieno che richiama alla mente l'etere di Maxwell, o il mare di Dirac, con i dovuti distinguo! Inoltre capire cosa Maxwell cercava nell' etere, non trovandolo, è importante oggi per capire che ciò che cercava nel vuoto, come le vorticosità dell'etere, per spiegare il momento angolare delle onde e.m. stava invece nei fotoni, ed in particolare oggi capiamo nel moto rototraslatorio nei dipoli sorgenti delle onde e.m. che son i fotoni, come emerge dal modello doppio elicoidale, e che Maxwell avrebbe potuto almeno prevedere, se non avesse fatto l' errore interpretativo oggi disvelato!

-) Così come "il modello atomico di Bohr dell' atomo di Idrogeno", aprì la strada ad una nuova comprensione e descrizione quantitativa e predittiva per le strutture atomiche, così "il modello doppio elicoidale del fotone di Caroppo" apre la strada ad una nuova comprensione non solo qualitativa ma anche quantitativa e predittiva per le strutture basilari e costitutive della radiazione elettromagnetica!

-) [In inglese] Untill today everyone thinks that is the photon, which explains the electromagnetic interaction, the same Coulomb force! (First case)
But if it were the opposite?
If it were the Coulomb force and, more generally, the electromagnetic interaction to explain the photon in all its properties and characteristics?! (Second case)

There is a small important paradox, in fact, in the first case; we call it, jokingly, "Caroppo's Paradox"! The paradox is this:
a black hole maintains the electric charge of particles that fall into it. This total electric charge in accordance to the "principle of conservation of electric charge", is always visible, measurable, from outside the black hole!
That is, the electrical charge continues to exert its action at a distance, undisturbed, even if it has fallen into the black hole! But this contradicts the theory of fields mediated by particles, according to which the field connected to the electromagnetic interaction is mediated by the particle "photon", since in this particular case, by definition of black hole, no particles, including photons, can come from within a black hole!
In the second case, however, the action would occur at infinite speed, without the mediation of the photons, and in perfect accord with what, several experimental observations suggest, such as entanglement, just for example!

-) [In inglese] Some questions that led me to study more carefully the photon are, for example:

- the law assumed / discovery and experimentally confirmed that binds so simple the photon energy and its frequency, E = hv, by what is it determined? What does it tell us about the deep and unknown structure of the photon?
- the photon is at the basis of the electromagnetic wave, and in it is charge neutral, can be explained all this by an internal charge distribution with zero-sum, and with charges rotating in its dynamic structure in accord with photon spin and with the zero magnetic moment of the photon?
- if the photon develops matter and antimatter couple, is it possible that, in some way, these are present not entirely annihilated, already distinct, in its structure, and then with a charge sum zero, but with a conseguenze charge distribution in space?
- and then, if the electro-magnetic wave crosses the slots of the size greater or of the same magnitude of its wavelength, can I explain all this assuming a structure of the photon also expanded in the direction transverse to the direction of motion and with its transverse dimension of the same magnitude of the wavelength of the photon / electromagnetic wave?

To all these questions the proposed model provides a positive response, making difficult to us, almost impossible, to go back to thinking the photon as in the past, without this double-helical structure which suggests experiments to confirm it, and new visions of the reality of the Cosmos. A structure whose center of mass has all the basic features of the real photon, its zero rest mass, its total energy, its total momentum, its translation speed c, and to which it may assign the wavelength and the frequency of the photon but now they assume a much greater physical foundation!

-) Ovviamente si comincia a  dubitare della piena solidità dell'elettrodinamica quantistica:

Il dilemma del protone - Le Scienze
www.lescienze.it
"Un nuovo esperimento per misurare il raggio del protone ha trovato un valore più piccolo di quello atteso. La differenza suggerisce che ai fisici sfugga qualcosa di importante o sul protone o sulla teoria dell’elettrodinamica quantistica"

Del resto se essa crea persino paradossi, che si cerca in tutti i modi di non vedere! Come questo: "Il Paradosso del Buco Nero e dell' interazione elettrica mediata(?) dai fotoni".

-) Ritengo che bisogna immaginare modelli che diano ragione delle proprietà del fotone nel vuoto. Questa la mia motivazione di riflessione e speculazione teorica di base. Dal modello, se individuato e se è tale da spiegare come conseguenze queste proprietà, sulla base di principi già noti, ne possono derivare nuove conseguenti interpretazioni, comprensioni della fisica, ipotesi, e previsioni, quest' ultime da verificare poi sperimentalmente! E' esattamente quanto ha permesso il Modec. Un modello che invece di infrangere, spiega e riconnette ciò che sino ad oggi siamo stati costretti a tener disgiunto sulla base soprattutto di alcuni preconcetti assorbiti acriticamente, e di cui invece forse dovremmo imparare a fare a meno, sempre dopo averli ben compresi!

-) La scoperta dell'errore di Maxwell ci ha rivelato tutta la incoerenza con la realtà della visione, affermatasi nella teoria della Meccanica Quantistica, dei fotoni descritti come eccitazioni elementari del campo elettromagnetico. Si tratta di una visione che nasce dall' errore di Maxwell, che considera il campo elettromagnetico una realtà continua ed esistente indipendentemente da cariche sorgenti del campo, persino indipendente dall' esistenza di un etere, che nella versione dell' etere luminifero di Maxwell si scoprì inesistente con l' esperimento di Michelson-Morley eseguito nel 1887. Scoperto il fotone, e non comprendendo come esso fosse nulla più che il dipolo sorgente dei campi elettrici e magnetici della radiazione e.m., si giunse a formulare in fisica il principio di complementarità del dualismo onda-particella, dualismo che come giusto metteva insieme le due nature, quella corpuscolare (fotoni) e quella ondulatoria (campi elettrici e magnetici) della radiazione elettromagnetica, senza capire, come con il Modec oggi possibile, come i fotoni altro non sono che le sorgenti cariche dipolari di tali campi necessariamente coesistenti nel tempo e nello spazio. Tale evidenza nasce dall'interpretazione di alcuni esperimenti compiuti all'inizio del XX secolo: ad esempio l'effetto fotoelettrico, tramite il fotone, suggeriva una natura corpuscolare della luce, che d'altra parte manifestava chiaramente da tempo proprietà ondulatorie attraverso i fenomeni della diffrazione e dell'interferenza (esperimento di Young del 1801).

Tale principio fu enunciato da Niels Bohr nel Congresso internazionale dei Fisici del 1927 (tenutosi a Como in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta), per conciliare il dualismo onda-corpuscolo, ma ritenendo che le due nature non potessero essere osservate contemporaneamente durante lo stesso esperimento. Così la meccanica quantistica interpreta il dualismo onda-particella abbinando alla natura corpuscolare della radiazione elettromagnetica la natura probabilistica dell'evento fisico, in cui la probabilità ha un andamento ciclico nello spaziotempo analogo al fenomeno ondulatorio. Così in particolare l'esperimento della doppia fenditura si giustifica con la perdita di valore del concetto di "traiettoria", a favore della sola probabilità che la particella si trovi in un dato punto a un dato istante. Impressionante quanto farraginose circonvolluzioni teoretiche sono state necessarie per tentare di interpretare i fenomeni fisici una volta smarrita la strada maestra e percorsane invece una incerta e accidentata inaugurata dall' errore di Maxwell. 

Così si arriva a credere che perché il "campo e.m." si mostri nella forma del fotone, lo si deve eccitare, un concetto non molto dissimile da quello in MQ del collasso di una funzione d'onda di un ente, quale ad esempio lo stesso fotone, quando si fa una misurazione.

Concetti poco consistenti con la realtà come il Modec ci mostra, derivati dall' errore di Maxwell. E' il concetto infatti di un campo esteso e continuo di base senza sorgenti; il Modec ci svela non poter esistere un campo siffatto, poiché il campo e.m., che può anche essere esteso ovunque nello spazio e nel tempo, ha sempre bisogno di avere delle cariche sorgenti. Più interessante di tale inconsistente concetto di campo, è per il Modec, quello di vuoto nella forma, con i dovuti distinguo, del cosiddetto Mare di Dirac, ovvero come insieme di cariche, o di particelle cariche, positive e negative, omogeneamente distribuite e complessivamente neutro. L' eccitazione intesa come conferimento di energia in una zona di vuoto trova infatti due quanti di carica che permettono la genesi del fotone, ed è interessante approfondire dove questi quanti vengono trovati, se son già preesistenti in questo "mare" in equilibrio elettrico che occupa il vuoto (non vuoto pertento), o son generati dal nulla, e dunque da uno stesso punto come teoricamente almeno possibile alla luce del principio di conservazione di carica, dato che due quanti di carica sia che siano annichiliti in un punto sia che siano separati danno sempre somma totale di carica nulla. La produzione di coppie di cariche di pari modulo e segni (+) e (-), da però sempre problemi di divergenza energetica della funzione del potenziale elettrico (almeno per come oggi conosciuto matematicamente e fisicamente). La natura svelata dal Modec della polarizzazione elettrica del vuoto, ci porterebbe più probabilmente a immaginare che tali coppie di cariche, per la genesi del fotone siano invece già disponibili, presenti nel vuoto, separatamete tra loro, in questa visione del vuoto per alcuni versi immaginabile nel modello del "mare di Dirac", anche se non sapremmo ora dire con quali valori energetici(=masse relativistiche) tali cariche pre-esistano nel vuoto prima della genesi del fotone.   

SUGLI ESPERIMENTI DELLA DOPPIA FENDITURA CON FOTONI
Sono più che fiducioso che le problematiche intepretative ad oggi del fenomeno della doppia fenditura potranno essere superate riconsiderando la struttura del fotone, che dal modello doppio elicoidale emerge, e mostra come in esso si combinano strutturalmente aspetti corpuscolari, quelli delle sue due semi-particelle, e ondulatori, quelli dei campi elettrici e magnetici rotanti che esse generano con le loro cariche in moto, senza necessità più di formulare dogmatici principi di complementarità del dualismo onda-particella, atti in origine a unificare le due osservate nature, corpuscolare ed ondulatoria, ma affermando che una esclude l' altra, nell' istante di osserazione; principi nati dal fatto di non aver compreso come fossero connesse le due nature, (che il modello doppio elicoidale disvela aprendo nuove vie di comprensione e approfondimento), e pertanto in mancanza di tale conoscenza della struttura del fotone, non potendo comprendere davvero il comportamento e le interazioni del fotone!
Ignorare la struttura del fotone ha portato a mio avviso a non dare la giusta attenzione alle fenditure stesse, e all' interazione del fotone con esse, poiché il fotone non è un punto viaggiante, ma una struttura più complessa sebbene sempre molto semplice come il modello suggerisce, e con una distribuzione di carica interna dipolare rototraslante ad oggi ignorata;
ma che abbia una struttura non meramente uni-puntiforme lo suggeriscono anche tante evidenze, come ad esempio le maglie delle reti metalliche per schermare le microonde sui portelli a vetro dei forni domestici che devono essere di lunghezza inferiore alla lunghezza d'onda delle microonde e dunque dei fotoni incidenti da schermare.
Del resto un terremoto sperimentale pare abbia già fatto vacillare il principio di complementarità, e i crolli che si porterà dietro saranno numerosi!
Sto parlando dell' esperimento di Afshar http://arxiv.org/abs/quant-ph/0701027
esperimenti di doppia fenditura con fotoni in cui già solo dal testo introduttivo del fisico sperimentatore si comprende l'importanza data alle fenditure e alle loro caratteristiche, e l'autore che dichiara la ottenuta violazione del principio di complementarità di Bohr, sottolinea la necessità proprio: "to investigate the nature of the photon"! L' Esperimento di Ahshar merita molta più attenzione da parte di tutti noi:  "L'esperimento di Afshar, dal nome del fisico iraniano-statunitense Shahriar Afshar, è una rielaborazione dell'esperimento della doppia fenditura che si propone di dimostrare la violabilità del principio di complementarità della meccanica quantistica." (Esperimento di Afshar - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Afshar).

Il mio pensiero era che se capiamo il fotone risolviamo tanti problemi cognitivi che la Fisica, è indubbio, lo sappiamo tutti, oggi ha! Il fotone non solo nel senso che li risolve usandolo nel suo nuovo modello trovato, ma nel senso anche che la comprensione del suo modello e perché il modello funziona può permetterci di capire cosa non abbiamo capito o abbiamo mal capito di altre teorie fisiche che in lui convergono. Un traguardo cognitivo che il Modec ci permette di raggiungere.
E' questa la portata di rivoluzione che il Modec contiene, e qui ho mostrato come esso ci porta a capire il grande errore interpretativo che fece Maxwell delle sue perfette equazioni, errore in cui si annida il "peccato originale" della fisica moderna.
Per la spiegazione dell'esperimento della doppia fenditura, che di certo va integrato con quello di Afshar, la sua spiegazione tramite "collasso" della funzione d'onda sappiamo che non soddisfa alla fine nessuno, credo neppure chi ha proposto questa interpretazione. Cercare altre strade di sua comprensione è un imperativo categorico. Ma se fin ora non si è stati in grado di proporre nulla più che una "spiegazione collassante", vuol dire forse anche che non si hanno gli strumenti ancora, e per questo la strada del MODEC va percorsa perché sembra fornire più strumenti per la descrizione del fotone, addirittura una sua struttura deterministica in tre dimensioni spaziali e nel tempo, nonché elettromagnetica, e senza che tali aggiunte descrittive si sostituiscano a quelle già fornite dalle Equazioni di Maxwell, che con una certa approssimazione continua, permettono di descrivere bene il comportamento di insiemi numerosissimi di fotoni! Il Modec dettaglia meglio il fotone, e ci fa comprendere meglio il significato delle equazioni delle onde di Maxwell, che son eq. descrittive del comportamento di innumerevoli fotoni, tanto da poter passare ad una visione continua di una realtà che è nei fatti granulare, il cosiddetto campo e.m. della radiazione e.m. Inoltre il Modec non toglie nulla alla descrzione del fotone emersa da Planck ed Einstein, per cui tutto ciò che del comportamento dei fotoni (e delle onde e.m.) descrivono le equazioni di Maxwell, e le descrizioni e i modelli del fotone di Planck ed Einstein, descrivono fenomeni propri dei dipoli rototraslanti del modello doppio elicoidale del fotone in perfetta corrispondenza!

Una caratteristica degli esperimenti a doppia fenditura è che le dimensioni delle fenditure siano dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d'onda del fotone, ora guarda caso in questo modello si ottengono per il fotone proprio delle dimensioni trasversali dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d' onda, come si ricava, dello stesso fotone, inoltre in questo modello il fotone è costituito da due cariche elettriche uguali in modulo e opposte in segno non coincidenti spazialmente, quindi nel passaggio attraverso la fenditura tale fotone potrebbe risentire degli effetti perturbanti di natura elettrica generati dalle nubi elettroniche di elettroni e anche forse dagli stessi nuclei degli atomi del materiale posto sui bordi della fenditura con conseguenti deviazioni dei fotoni nella loro traiettoria al passaggio attraverso la fenditura, deviazioni descrivibili stocasticamente dati i numerosi parametri provocanti e determinanti tali deviazioni, con conseguente possibile ottenimento di figure quali le frange di interferenza, descrivibili con un modello ondulatorio, ma in tal caso ottenibili anche con un modello particellare particolare quale quello qui proposto, particolare perché le particelle son sorgenti di campi elettrici e magnetici che agiscono a distanza.

Bisogna interrogarsi bene su cosa avviene, quali perturbazioni si apportano, nella misura, nell' osservazione, che modifica a monte la situazione negli esperimenti della doppia fenditura.

E comunque importante non ignorare la sperimentazione, ed in particolare i risultati dell’ esperimento di Afshar che credo meriti parecchia attenzione, https://sites.google.com/site/ilfantasmadelletere/fisicaquantistica, mentre in ambito della MQ ci si arrovella la mente per capire il motivo per il quale funzione d'onda collasserebbe attraverso l'operazione di misura da parte di un osservatore le interpretazioni che tentano di superare questo problema sono parecchie: collasso attraverso coscienza ipotesi di Wigner, oppure onda pilota di Bohm , variabili nascoste interpretazione di Copenaghen, interpretazione molti mondi Everet ,oppure collasso dovuto a gravità, ecc.

-) Nella visione teorica della Meccanica Quantistica la relazione E=hv  è inoltre assunta come "dogma", e parlo di dogma perché una volta scoperta teoricamente e sperimentalmente da Planck e da Einstein, o meglio dire, una volta scoperto il fotone costituente della radiazione elettromagnetica e di questo aver ottenuto la proprietà espressa dalla relazione E=hv, non ci si è interrogati su quale relazione potesse esistere tra questa proprietà e la struttura e dinamica del fotone, si è anzi del tutto trascurata l'esistenza stessa di una struttura del fotone, nello sviluppo poi nobilissimo ovvio, non certo da me contestato, della Meccanica Quantistica. La mia speculazione si è posta in questo orizzonte speculativo: ha senso interrogarsi su una struttura del fotone? Istintivamente io ho risposto di si, ottenendone poi in effetti grandi risultati cognitivi, predittivi, esplicativi e chiarificatori.
Una tale speculazione è stata in un certo senso frenata sino ad oggi dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg! Ma siamo sicuri che tale principio non scaturisca dall' Equazione di Schrödinger, in quanto nei presupposti stessi di formulazione di quell' equazione, a partire dalla meccanica classica e dall' ottica, il fotone è stato trattato nella sua proprietà E=hv, ma non anche nella sua struttura, da cui quella proprità (E=hv) viene, e pertanto privato della considerazione della sua dimensionalità e struttura spaziale 3D, (nel mio modello dell'ordine della lunghezza d'onda), con la conseguente introduzione a monte di un' incertezza nelle equazioni di Meccanica Quantistica, per poi ritrovarsi quella stessa incertezza a valle, fino ad elevarla a fondamento della Natura, ignorando invece la sua origine operativa nello sviluppo delle equazioni!? Ovviamente questa introduzione di nebulosità proprio a ben vedere legata alla lunghezza d'onda del fotone, sulla struttura del fotone, può averne facilitato enormemente calcoli previsionali, e statitistici propri della Quantistica, ignorando variabili nascoste inerenti alla sua precisa struttura. Non è allora un caso che ad esempio dalle equazioni quantistiche del fotone non venga subito fuori la scoperta dello spin del fotone con il suo preciso valore e direzione, che invece si osserva e misura sperimentalmente, e vien fuori correttamente da un modello tridimensionale dello stesso (come nel caso da me indagato e ipotizzato). Ovviamente mi si può obiettare di non tener conto in questa speculazione che la Meccanica Quantistica tratta non solo il fotone, ma anche altre particelle con eccellenze previsionali tramite l' Ipotesi di De Broglie. Giusto! Ma proprio per questo, senza presunzione e con graduale voglia di comprensione, a piccoli passi son partito dal solo fotone, che anche storicamente è stata la "particella" che ha aperto le porte alla Fisica Quantistica.

In MQ si "spiegherebbe" la relazione E=hv per il fotone tramite il legame tra energia, operatore Hamiltoniano ed evoluzione temporale.

I fotoni (così come ogni altra particella) sono descritti da campi quantistici, nella MQ. L' operatore hamiltoniano H, che è l'operatore lineare che fornisce l'energia di un sistema, agisce su una funzione d' onda con una derivata temporale. Detta dunque psi(t) la funzione d'onda del fotone al tempo t,  la sua energia si otterrebbe in MQ applicando l'operatore H a psi. Se la componente temporale di psi oscilla ad una pulsazione w, allora:   Hpsi ~ -iħ*dpsi(t)/ dt = (ħw)*psi e quindi l' energia della particella è ħw, o anche hv (con v=frequenza).

Ma, immaginare che tale legame spieghi davvero la relazione E=hv, è assolutamente sbagliato. Siamo ben lontani infatti dal grande livello esplicativo e previsionale della relazione E=hv fornito dal Modec, che permette di ricavare tale relazione dalla struttura del fotone e così spiegando la natura fisica della Costante di Planck, h, che il costrutto matematico della MQ, che stiamo qui esponendo, non permette assolutamente di raggiungere! Infatti nel modo di procedere della MQ si starebbe già dando per scontata e assodata la funzione d'onda su cui agisce l' operatore hamiltoniano H, introdotto in meccanica quantistica, che agisce, ridandoci per il fotone la relazione E=hv. Agisce appunto sulla funzione d'onda associata al fotone. Ma la funzione d'onda del fotone non è una proprietà sperimentale del fotone, è già un costrutto matematico con una "nebulosità" intrinseca, un' incertezza in essa confinata. La "nebulosità", l' incertezza sulla struttura del fotone è proprio quella che si confina poi, almeno in parte, nella funzione d'onda. Si aggiunga solo ad esempio che tale funzione d' onda propria della Meccanica Quantistica, non sarebbe neppure l' onda e.m. associata al fotone, (a meno di non voler fare delle identificazioni per il fotone, come suggerito da alcuni fisici, tra funzione d' onda legata all' Equazione di Schrödinger e onda e.m. fornita dalle Equazioni di Maxwell), e non ci fornisce nessuna indicazione per capire come i campi elettrici e magnetici dell' onda e.m. siano associati al fotone, (conoscenze e correlazioni invece che il Modec ben fornisce!). 

Inoltre lo sviluppo matematico dell'operatore Hamiltoniano, non sbagliamo certo, se immaginiamo sia stato sviluppato proprio tenendo conto dei risultati emersi dalla scoperta e studio del fotone nei primi del novecento, lo mostra in maniera inequivocabile quell' ħ=h/(2π), (h ridotta, viene chiamata ħ, dove h è la Costante di Planck), che troviamo nell' espressione dell' operatore Hamiltoniano. Per cui applicare l'operatore Hamiltaniano sulla funzione d'onda costruita matematicamente sopra al fotone, ottenendone come risultato la relazione E=hv, è una tautologia, è operare tautologicamente se si sfrutta a quel punto l'operatore Hamiltaniano per affermare di aver così dato, di aver trovato un fondamento che spiega la relazione E=hv ; relazione da cui si è invece partiti a monte, e che quindi riottenendola a valle, non porta alcuna dimostrazione o contenuto di informazione in più!

Proprio tutti questi aspetti qui accennati della MQ e la costruzione dell' Equazione di Schrödinger son pertanto oggetto di mie riflessioni epistemologiche! Il Modec mostrandoci come la quantizzazione della radiazione elettromagnetica, che per la MQ è nulla più di un postulato di base, senza possibilità di ulteriore comprensione in essa, discende in realtà dalla fisica classica, (eventualmente con la sua estensione e migliore definizione classico-relativistica in Relatività Ristretta), dall' elettromagnetismo classico in cui si include la scoperta della quantizzazione della carica elettrica. Alla luce di questa comprensione che ristabilisce un riscopertosi valido principio di economicità e corenza nella Natura, come ovvio che debba essere, ci permette una chiarificazione di cosa deve fare e quale è il compito e l' inquadramento della MQ. Essa non deve essere una teoria "strana", come ad oggi concepita, che tiene conto di fenomeni "strani" della natura nel microscopico, ritenuti, fino ad oggi, o meglio fino a ieri (prima della scoperta e comprensione del Modec), non descrivibili con gli approcci e principi della fisica classica, ("classica" nel senso sopra definito in forma più estesa); tutt'altro essa deve essere una teoria che oggi capiamo è una precisazione uno sviluppo implicato pertanto dalla stessa fisica classica, (che porta per sua natura alla quantizzazione della radiazione elettromagnetica), e che dei sistemi, soprattutto microscopici, dove gli effetti di tale quantizzazione negli scambi di energia e altre grandezze che si conservano son più rilevanti, deve dirci quali configurazione, stati, essi possono assumere, una volta definite le loro condizioni al contorno, includenti ad esempio dei potenziali elettrici, configurazioni che scaturiscono dalla necessità di prevedere che gli scambi energetici possono avvenire solo con scambio di opportuni fotoni, e in modo che si tenga conto in tali scambi della conservazione anche del momento angolare complessivo e della quantità di moto totale se si studia l' intero sistema includente i fotoni scambiati come sistema isolato.

Già i semplicistici postulati di Bohr per il suo efficacissimo modello dell' atomo di Idrogeno, rivelano i fondamenti della loro correttezza e indubbia efficacia descrittiva quantitativa da essi scaturita, alla luce di queste osservazioni. Così nel suo primo postulato vediamo espresso un legame del momento angolare orbitale dell' elettrone, (che ruota attorno al nucleo formato da un protone), vincolato alla assorbimento o cessione di fotoni con momento angolare orientato sempre lungo il medesimo asse, per questo diciamo che si tratta di un postulato simplicistico. così un altro postulato di Bohr vincola il salto quantico tra livelli energetici del fotone allo scambio (acquisizione o emissioni) di fotoni. Da questi vincoli ne derivano, con le condizioni al contorno rappresentate dal classico potenziale elettrico coulombiano (quindi un' interazione elettrica a distanza non-locale), i livelli energetici possibili per il sistema del modellizzato atomo di Idrogeno, in ottima concordanza con le osservazioni sperimentali sulle righe di emissione-assorbimento dell'atomo di idrogeno. Nei due postulati per la descrizione dell'Atomo di Idrogeno, sviluppati da Bohr nel suo modello atomico, quindi, ricapitolando, possiamo riconoscere l'applicazione di classici principi di conservazione applicati alla luce dello scambio di energia con l'esterno solo per mezzo di fotoni. Vi riconosciamo il principio di conservazione dell'energia nel secondo postulato, che dice che l'elettrone può passare da un livello energetico ad un altro solo attraverso lo scambio di un fotone; mentre nel primo postulato il principio di conservazione del momento angolare (quest'ultimo in una forma semplicistica) in corrispondenza di questi cambiamenti di stato energetico dell'elettrone con emissione o assorbimento di fotoni.

L' Equazione di Schrödinger, e sue evoluzioni, deve dunque permettere questo tipo di studio dei sistemi microscopici.

Pertanto non vi è nulla di "strano" nel comportamento del mondo microscopico. O di anomalo a priori rispetto al mondo descritto dala fisica classica, alla luce di queste correlazioni epistemologiche ristabilite grazie al Modec, e che devono ispirare la rivisitazione critica della MQ, da epurare da quelle visioni che ho definito "spiritistiche" concernenti l'affermazione di una indeterminazione intrinseca della natura o addirittura volte a negare assurdamente il principio di realtà. Si rinobilità invece la interazione a distanza, il pricnipio di non-località, su basi fisico-matematiche grazie al Modec, che è stata una proprietà della natura riemersa, non a caso, attraverso la MQ, dati anche i suoi legami con la fisica classica in cui l'interazione a distanza è un fondamento basilare della gravità e dell' elettromagnetismo originario, prima dell' errore di Maxwell.       

Come giusto che sia il comportamento di un sistema quantistico si riduce a quello di un equivalente classico per valori elevati dei numeri quantici. E' quanto afferma il "principio di corrispondenza" che ci dice che i risultati della meccanica quantistica devono ridursi a quelli della meccanica classica nelle situazioni in cui l'interpretazione classica può essere considerata valida; un principio enunciato per la prima volta dal fisico danese Niels Bohr (1885-1962). Oggi però scopriamo grazie al Modec che la MQ è un estensione della fisica classica, che non nasce per compensare lacune teoriche, ma solo pratico-descrittive della fisica classica applicata al microcosmo, dato che abbiamo scoperto, ed è questo un importante passo avanti, che è la stessa Fisica Classica che spiega e implica la quantizzazione della radiazione elettromagnetica. Un po' come è la stessa fisica classica sempre, con le equazioni delle onde di e.m. di Maxwell, che porta alla previsione teorica della velocità finita della luce e del suo preciso valore, su cui fu costruita la teoria della Relatività Ristretta. Anche per la Relatività Ristretta vale il principio di corrispondenza, che vede da essa riottenersi le formule della fisica classica a basse velocità inferiori alla velocità c della luce nel vuoto.

Le stesse equazioni di Maxwell che da un lato pongono nella fisica classica le basi per la RR, con la previsione di c, e le stesse che, se non si fosse commesso il definito "errore di Maxwell", avrebbero permesso di prevedere la quantizzazione della radiazione elettromagnetica su cui si baserà la MQ. Il fatto che già prima di Maxwell si era misurata sperimentalmente la velocità finita della luce nel vuoto, favorì il riconoscimento del risultato della velocità fornita dalle sue equazioni che lo portò a comprendere come la luce fosse una radiazione eletromagnetica, ma la vigente visione, alla sua epoca, meramente ondulatoria della luce, a seguito dell' esperimento di Young che aveva ingiustamente portato ad abbandonare la ipotesi equi-importante sappiamo oggi, di una natura corpuscolare della luce avanzata da Newton, aggiunto il tutto ancora alla mancata scoperta del fotone, impedirono a Maxwell di accorgersi però del suo errore, come lo condussero nel verso di compierlo!     

Tornando al principio di corrispondenza tra Fisica Classica e Fisica Quantistica in alcuni testi troviamo scritto espressioni del tipo di questa: "la costante di Planck si può considerare anche zero finché ci troviamo nell'ambito dei sistemi classici, e, infatti, un modo per ridurre le formule quantistiche alle condizioni limite delle corrispondenti formule classiche è di far tendere h a zero. In modo simile, riduciamo le formule relativistiche della RR alle corrispondenti espressioni classiche imponendo che c tenda a infinito, dove c è la velocità della luce". Benché qui non si vuole metter in dubbio che il metodo proposto nel testo tra virgolette funzioni, ne dobbiamo evidenziare la, per così dire, "immoralità teorica", nel porre delle costanti fisiche tendenti a valori limite, h tendente a zero, e c tendente a più infinito, quando sappiamo che esse invece hanno precisi valori finiti; più corretto invece riottenere le formule della Fisica Classica facendo tendere ad infinito i numeri quantici coinvolti, e portando a velocità ben più basse di c le velocità dei corpi studiati; tanto più ora che sappiamo che, tanto c quanto h son costanti fondamentali previste, come per c, o comunque prevedibili, in un certo senso per h, proprio in seno alla Fisica Classica.    

-) "Eppur si misura senza tanta indeterminazione" mi verrebbe da dire parafrasando Galileo Galilei, o meglio l' espressione che è stata attribuita a Galileo Galilei La frase, "eppur si muove!", in riferimento al moto della terra attorno al sole, che si dice esclamata tra sé e sé, da Galileo, al tribunale dell'Inquisizione al termine della sua abiura dell'eliocentrismo, che nei fatti egli sosteneva. Si è osservata sperimentalmente una violazione, che alla luce del MODEC certamente non meraviglia, del principio di indeterminazione(?), proprio misurando una proprietà del fotone, il suo spin, ma in mancanza di una visione alternativa, in mancanza ancora della diffusa conoscenza del modello doppio elicoidale del fotone, nell' interpretare la realtà ci sia arrovella in indeterminati tentativi di spiegazione che salvino l' "indeterminazione", che fanno sorridere chi si accorge invece come noi che tutto è determinato matematicamente dalla Natura nella natura a partire dal fotone. Per il recente esperimento in cui si è osservata questa violazione, vedi qui il link a questo articolo:  "Misurata 'debolmente' una violazione del principio di indeterminazione".

-) Nel modello doppio elicoidale proposto si giunge ad una proporzionalità diretta tra energia e frequenza del sistema fotone teorizzato: l' energia è direttamente proporzionala alla frequenza con una costante di proporzionalità che è dimensionalmente un' azione, (ma questo è ovvio, come verifica anche immediatamente l'analisi dimensionale della sua formula nel PDF su “Il Modello del FOTONE di Oreste Caroppo. The Photon Double-Helicoidal Model, by studies and researches of  Oreste Caroppo”, a pag. 32,33,41,42 ).
Alla stessa relazione giunge Planck, ipotizza una costante di proporzionalità che chiama h, la confronta con dati sperimentali dedotti dalla spettro di corpo nero, e stabilisce così il suo valore! Nulla di trascendentale o di contestabile: in Fisica spesso si fa così!
Nel mio modello idem, si giunge ad una costante che si confronta con la realtà e si ottiene il suo valore corretto, che è il medesimo trovato da Planck,
ma qui con un valore aggiunto: la costante di proporzionalità nel mio modello non è solo una costante nebulosa come lo era inizialmente quella di Planck, ma una costante espressa grazie ad un modello fisico di base coerente, in funzione di altre costanti fisiche, e di un parametro incognito che con il confronto con il valore sperimentale di h si ottiene,
questo parametro incognito, Ks, è la Costante di Coulomb che vedono particelle cariche iper-veloci (secondo il modello), e che si ricava in tal modo essere di poco maggiore rispetto a K, la nota Costante di Coulomb del vuoto (ricavata sperimentalmente sempre considerando particelle cariche ma a bassa velocità)!
E si ottiene dal modello Ks=(2/a)K dove "a" è la Costante di Struttura Fine, dunque valori di Ks e K non preoccupantemente distanti tra loro ma molto prossimi!
Inoltre perveniamo ad "a", e per "a" la ElettroDinamicaQuantistica ha già intuito essere una costante fisica legata alla polarizzazione del vuoto, cioè al fatto che attorno ad una particella carica, come un dielettrico il vuoto tende a polarizzarsi, ad elettrizzarsi, schermando in parte l'effetto della carica, attenuandone l'intensità, rispetto all'intensità effettiva del suo campo elettrico! Quindi se Ks>K, ciò è perché Ks vale per il campo elettrico generato da particelle cariche iperveloci, ergo come non ipotizzare che tale effetto sia dovuto alla inerzia del vuoto a reagire polarizzandosi per particelle iperveloci! Ovvero Ks è maggiore perché cariche iperveloci vedono un vuoto non polarizzato, che non fa in tempo a polarizzarsi, ed esse tra loro nel fotone esprimono un campo elettrico più intenso a partità di quanto di carica "e", la carica elementare.
Tutto questo valore aggiunto di comprensione su h, i modelli basilarissimi di Planck e Einsten sul quanto dell'onda elettromagnetica, sul fotone, non lo hanno assolutamente! Per questo, per loro, qualsiasi valore avesse avuto h non sarebbe cambiato nulla, nel senso che dal suo ordine di grandezza in realtà non ne potevano trarre nessuna informazione in più per andare oltre.
Eppure dopo un po' ebbero tutto sotto gli occhi, ma non videro! E dove era tutto? Nella, ottenuta giocherellando con le costanti fondamentali, Carica di Planck, essa senza aver dentro la carica elementare, aveva un valore estremamente prossimo ad essa! Di questo ho scritto nel PDF in Italiano, intitolato "Le Unità naturali di Planck comprese attraverso il Modello Doppio Elicoidale del Fotone di Oreste Caroppo". Questa meravigliosa e non assurda vicinanza, ed il suo essere costruita utilizzando h, già poteva far capire la natura elettrica coulombiana celata in h, e nella struttura interna del fotone, (da cui la nota legge E=hv discende, è implicata, come il modello disvela)!
E a tal proposito, nel mio modello doppio elicoidale si mostra questo

PREMESSO
- che vi son quanti di carica opposta nelle due semi-particelle del fotone (quindi cariche di modulo pari alla carica elementare, non fosse altro per il fatto che poi tali cariche appaioni tali nei fenomeni di produzione di coppia elettrone-positrone a partire da un fotone di sufficiente energia)
- che l' intensità del campo elettrico tra i quanti di carica nel modello del fotone è maggiore come si ottiene di quella che si avrebbe nel normale vuoto per particelle a bassa velocità,

OSSERVIAMO CHE
è speculare quantificare questa maggiore intensità del camp elettrico,

- o parlando di un incremento della Costante di Coulomb vista dalle cariche iperveloci, ed in tal caso essa vale la Ks di cui si è parlato sopra, e il vuoto visto lo abbiamo battezzato "super-vuoto",

- o lasciando K immutata nel suo valore del vuoto (misurata per particelle a bassa velocità), e immaginando maggiore il valore della carica, in tal caso la carica si ottiene avere un valore pari alla radice di 2 per la Costante di Planck, carica di pochissimo maggiore (di un fattore di poco superiore a 15) rispetto alla carica elementare "e"!

Ecco dunque che si scopre che il valore di h non è un valore a caso, (o scelto a suo arbitrio senza null'altro considerare da un essere superiore), ma un valore che tiene conto di un' altra grandezza molto più basilare, cioà la carica elettrica, che ha nei fatti un "peso" leggermente diverso se intorno ad essa il vuoto è polarizzato (come per cariche a bassa velocità) ed in tal caso per essa vale il valore "e", della carica elementare, o non polarizzato (o meno polarizzato) come per i medesimi quanti carica nel fotone, che in tal caso pesano come radice quadrata di 2 per la Carica di Planck!

Planck ed Einstein han posto le basi, ma senza il Modello Doppio Elicoidale del Fotone tutto questo avanzamento di comprensione sul fotone e sull'importanza del vuoto era impossibile! Si pensi poi anche solo alla correlazione che esso rivela tra frequenza dell'onda elettromagnetica generata e la frequenza di moto elicoidale del fotone! E ancora alla intrinseca natura corpuscolare e ondulatoria svelata nei suoi meccanismi fisici basilari!

QUINDI IMPORTANTE OSSERVARE come il Modello Doppio Elicoidale non è un modello che si pone in alternativa al modello di fotone proposto da Planck ed Einstein nei primi del '900 (con gli sviluppi successivi di scoperta del suo spin), dato che non contraddice nessun punto, e nessuna proprietà di quest'ultimo, né tantomeno mira a corregger nulla in esso, ma soltanto aggiunge. Vi aggiunge la descrizione di una struttura (fondata sulla dicotomia complementare dei due quanti di carica negativo e positivo puntiformi), svela il sistema strutturante, mostra come leggi fisiche classiche più la Relatività Ristretta, insieme a proprietà di interazione della carica con il vuoto, permettano una unificazione elegantissima di tutte le sue proprietà, le spieghino e le prevedano, senza necessità più di postulati esotici per spiegare l'esistenza del quanto dell' onda elettromagnetica. Per questo tutto ciò che già il modello a mosaico a poche essenziali tessere del fotone di Planck-Eistein spiega, in merito all' interazione del fotone con altri sistemi, già vale per il modello doppio elicoidale (il modello doppio elicoidale non lo deve necessariamente ridimostrare, rispiegare diversamente, sebbene è ovvio che può portare maggiori approfondimenti conoscitivi); si consideri anche a tal proposito come perfettamente coincidenti sono le sole proprietà del centro di massa del fotone nel modello doppio elicoidale con la visione (nebulosa e puntiforme per semplicità) del fotone di Planck-Einstein!

Eppur tutto scaturisce da un modello così semplice e meraviglioso, un perfetto meccanismo, quasi da orologiaio dove tantissime leggi fisiche, con la guida della matematica e della sua geometria, sembrano concordare alla perfezione per dare la luce per discernere diversi problemi della comprensione fisica della realtà, e per dare alla luce: la LUCE!

-) L' elica affascina tutti, non c'è nulla da fare! La troviamo nelle nostre cellule, nel DNA (ed ora sarà interessante studiare possibili relazioni del DNA degli esseri viventi, e altre loro molecole elicoidali, con la disvelata struttura proprio doppio-elicoidale del fotone). E così la spirale legata ai vortici ancor di più, che troviamo ovunque in natura, a partire dal cosmo nella forma di talune galassie, sulla terra in tante forme di vita. La spirale che affascina l’uomoda sempre, vedi raffigurazioni dell'arte preistorica, soprattutto neolitica, anche nel Salento stesso dove vivo. I vortici che ci rimandano alle speculazioni fisiche di Cartesio, e a quelle di Maxwell sull' etere, fino a giungere a varie speculazioni sulla luce, e anche sul fotone, del secolo scorso e di questo. E' già di base la natura elicoidale del vettore del campo elettrico nell' onda elettromagnetica polarizzata circolarmente, che emerge dalle equazioni delle onde e.m. di Maxwell, che porta il vero Naturalista, l'osservatore e speculatore libero da dogmi e schemi di pensiero incoerenti assunti a fede, il vero scienziato insomma, il vero fisico, il vero filosofo della natura, a considerare un qualche coinvolgimento della forma geometrica dell' elica nella ricerca di una struttura del fotone. Vediamo tentativi quasi sempre frenati dal dogma della assenza di distribuzione di carica nel fotone neuto, derivato dal tamandato e non visto “errore di Maxwell”, che portano pertanto a traiettorie elicoidali di particelle neutre che ovviamente non possono in alcun modo descrivere davvero e in maniera completa il fotone come fa invece il Modec. Qualora si intuisce la possibile forte natura elettrica delle interazioni all'interno del fotone, manca il coraggio di una rivisitazione critica dei fondamenti della Fisica, come quella che io ho condotto, giungendo alla scoperta del grande errore di fondo della fisica contemporanea, così comprendendo anche e affermando senza paure di censure e denigrazioni la natura dell’interazione a distanza del campo elettrico e magnetico e la loro necessità di avere sempre una carica elettrica quale sorgente, rispetto allla quale i due campi da essa generati si muovano rigidamente ad essa in tutto lo spazio quando essa si muove! Inoltre nelle speculazioni sulla natura del fotone è mancata sino ad oggi la comprensione del coninvolgimento della Forza di Lorentz nel cui annullamento, che avviene proprio nella precisa geometria cinematica e dinamica del fotone, come emerge descritto dal Modec, sta il segreto della sua stabilità, della sua esistenza, così come del grande mistero,  ad oggi, dello stretto legame quantitativo tra la Costante di Planck, che compare nella relazione del fotone E=hv, (che il Modec spiega e fa ottenere come conseguenza dell’equilibrio dinamico della struttura del fotone a partire dalle sue leggi orarie del moto), e il valore del modulo del suo spin pari proprio a h/(2π), nulla ad oggi aveva mai permesso tanto! Era un mistero tanto forte, da essere persino ignorato! Era così e basta! Nessuno sembrava davvero voler capire, riconducendola ad una comune ragione più profonda il perché di una tale vicinanza quantitativa tanto forte ed evidente, che per me doveva invece avere una ragione, che il Modec ha infatti disvelato!
In più il coraggio critico ha ripagato permettendo di comprendere come leggere la Costante di Planck e comprendere profondamente la Costante di Struttura Fine, attraverso la risoluzione permessa dal Modec del mistero ad oggi della grande vicinanza quantitativa della Carica di Planck, (indipendente dalla carica elementare ma da dipendente da h), al valore della costante fisica della  Carica Elementare. Una vicinanza che ben studiata già, ho mostrato permette di intuire la natura elettrica di fondo della struttura del fotone. Ad oggi tale vicinanza, nel pensiero fisico corrente, corrotto dall’errore di Maxwell, era nulla più che una coincidenza casuale e fortuita perché permetteva al nostro universo di essere come essere e dunque da spiegare con un filosofico cosiddetto “principio antropico” e nulla più: “se non fosse stato così non saremmo esistiti mai e non si saremmo mai posto il pèroblema del suo valore”, brutalizzando il principio!
Arriviamo, a partire dal Modec, con uno studio più esteso del sistema fotone doppio elicoidale anche alle alte energie coinvolgenti pertanto la non più trascurabile interazione gravitazinale sempre come forza a distanza e nella forma newtoniana  (e nell’ equivalenza massa-energia), ad una funzione straordinaria, quella dell’equilibrio dinamico di tale sistema in cui appaiono, senza alcuna forzatura o postulazione,  e svelano tutti i loro significati veri, e semplici, tutte le Unità naturali di Planck, che erano ad oggi così misteriose, e pertanto suggestive! 

 

Circular Polarization, Circularly polarized light with components right handed ESCAPE='HTML'

"Circular Polarization of an electromagnetic wave. Circularly polarized light with components right handed"

Immagine tratta da questo LINK in internet.

-) I FOTONI E L' INTERAZIONE GRAVITAZIONALE

Registro una certa diffussa confusione su questo importante tema. Ad esempio si riscontrano persino tra gli studiosi di fisica pensieri errati di questo tipo: "i fotoni non hanno massa, in alcun senso, quindi non esiste una forza Newtoniana che si esercita tra un fotone e un corpo massivo".

Chiariamo subito le idee in merito: I fotoni non hanno "massa a riposo", che è per i fotoni, poiché particelle nel complesso luminali, nulla, ma hanno nel mentre esistono sempre una massa relativistica non nulla, quella corrispondente alla loro energia totale non nulla diviso il quadrato della velocità delle luce nel vuoto. E con questa massa interagiscono gravitazionalmente con le le altre masse (energie).

La massa relativistica del fotone quindi, (e non solo del fotone), è soggetta ad INTERAZIONE GRAVITAZIONALE.

Tornando al discorso dell' interazione gravitazione tra un fotone e masse esterne ad esso, senza scendere nei dettagli di confronto quantitativi dico solo qui che la deviaziane dei raggi luminosi da parte di una grande massa non mi ha mai preso intellettualmente come prova della Relatività Generale, poiché un fotone ha comunque massa relativistica e con questa interagisce anche solo secondo la forza newtoniana della gravità con la grande massa astronomica, (come quella di una stella), subendone una deviazione di traiettoria. "Farsi prendere intelletualmente", vuol dire soddisfare in pieno l' intelletto. Vuol dire operare per smascherare tutti i tentativi di contraddizione che l' intelletto interessato a capire davvero la realtà mette in atto per analizzare e verificare le varie teorie proposte per descrivere la realtà!

Vige persino tra alcuni studiosi di fisica una tale confusione che porta taluni a credere che il fotone non abbia massa gravitazionale con cui interagisce gravitazionalmente con le altre masse, ma in ogni caso che esso subisce gli effetti dei corpi massivi per questioni teoriche di RG.
E c'è persino che crede, errando, che in RG il fotone non deformi lo spazio-tempo con la sua massa-energia relativistiche (da RR). E' un errore, e l'aspetto corretto sta proprio nel considerare massa gravitazionale del fotone, con cui esso interagisce gravitazionalmente con gli altri corpi massivi (energetici) esterni, la sua massa relativistica, espressione della sua energia totale.

A tal fine per corroborare la visione corretta della cose ho elaborato questi paradossi, ed in particolare il (3) che è una sorta di esperimento mentale.

PREMESSA. È comprensibile la diversità di visione dell'interazione gravitazionale tra due corpi, di Newton ed Einstein. Per Newton essa è frutto dello scambio di forze attrattive dipendenti anche dalla massa dei due corpi, mentre per Einstein essa è dovuta al fatto che entrambi i corpi con le loro masse deformano lo spazio-tempo e di conseguenza un corpo avrà un moto dipendente dal modo in cui altro corpo ha deformato tale spazio-tempo, ovviamente questo un tentativo qualitativo al fine di meglio comprendere le diversità di visione tra i due modelli interpretativi della Gravitazione.

PERTANTO. Come una cometa dotata ovviamente di massa non nulla chE immaginiamo venga attratta dal sole con una traiettoria iperbolica subisce una deviazione a causa dell'attrazione gravitazionale della massa solare, con una deviazione angolare quella tra i due asintoti delll'iperbole che abbiamo immaginate essa in particolare descrive, per le sue condizioni di moto iniziali, così non vedo perché con le dovute accortezze non si possa descrivere per un fotone dotato di massa relativistica ovviamente non nulla la sua, sperimentalmente anche appurata, deviazione di traiettoria al passaggio in prossimità di una stella.

PARADOSSI. Non solo, negare che il fotone proprio attraverso e con la sua massa relativistica interagisca con corpi di qualsiasi altro tipo dotati di massa darebbe luogo a paradossi che qui di seguito cercherò di formulare

PARADOSSI

1) Anche lo stesso modo classico per ricavare il raggio dell'orizzonte degli eventi di un buco nero in realtà sottende la considerazione che il fotone interagisca gravitazionalmente con la massa della stella/buco nero attraverso la sua massa relativistica non nulla.

2) Se davvero un fotone non avesse massa con cui interagire gravitazionalmente con altre masse, non potrebbe allora tranquillamente sfuggire da un buco nero. Magari impegnandoci anche eventualmente tempi molto lunghi a causa della particolare elevata deformazione dello spazio-tempo a causa di un buco nero.

3) Ma mentre i due punti superiori sono un po' forzati invito a riflettere maggiormente su questo punto che qui espongo: mettiamoci nel passato quando nella nebulosa del proto-sistema solare si stava per accendere al centro la stella del nostro Sole.
Immaginiamo che ci fosse già almeno un pianeta neo-formato che interagiva gravitazionalmente con la massa solare.
La massa solare inizialmente è interamente fatta di atomi magari già ionizzati in forma di plasma. A quel punto cominciano ad avvenire delle reazioni di tipo nucleare soprattutto nelle parti più interne e di nucleo della stella dove le pressioni sono maggiori. Nella reazioni nucleari si libera energia radiante, ovvero fotoni ma anche neutrini, e il tutto comporta un grande aumento del calore, ma tutto questo a fronte di un difetto di massa dei nuclei atomici o semplici protoni che partecipano alle reazioni nucleari generando nuovi nuclei complessivamente a massa inferiore delle masse dei nuclei di partenza.
La massa mancante ad essi la ritroviamo quasi tutta nella massa relativistica dei fotoni prodotti e dunque nella loro energia per la nota equivalenza tra energia totale e massa relativistica nelle particelle, anche perché è molto inferiore l'energia complessiva dei neutrini nelle reazioni nucleari, con buona approssimazione, data la loro eventualmente irrisoria massa, trascurabile, rispetto all' energia complessiva dei fotoni emessi.
Ma sappiamo anche che, affinché i fotoni prodotti nel nucleo di una stella delle dimensioni del sole, dalle reazioni nucleari, giungano sulla sua superficie, per poi da lì irradiare e disperdersi nel vuoto radialmente, posson passare tempi anche molto lunghi, secoli e secoli, a causa dei numerosissimi urti che i fotoni subiscono nella loro diffusione all'interno della massa stellare con le particelle che la costituiscono. Dunque in tutto questo arco di tempo iniziale, se noi davvero dovessimo pensare che il fotone pur dotato di massa relativistica non interagisca con essa gravitazionalmente con gli altri corpi, noi giungeremmo al paradosso di affermare che, a seguito di queste prime reazioni nucleari, pur a parità di energia totale della neo-stella che non ha ancora irradiato dalla sua superficie, quel pianeta di cui abbiamo prima accennato e che ruota intorno alla neo stella sperimenterebbe un, assurdo lasciatemi dire, calo della forza gravitazionale, (o equivalentemente risentirebbe di uno spazio-tempo meno deformato dal punto di vista della RG), tutto questo a seguito di normalissime reazioni nucleari!
Un paradosso abbastanza sufficiente per portarci a comprende come sia ovvio che il fotone con la sua massa relativistica non nulla interagisca gravitazionalmente con tutte le altre masse dell'Universo!

Nota: Possono volerci anche migliaia di anni perché un fotone o chi per lui ma sempre fotone, esca da una stella dopo esser stato liberato in una reazione nucleare nel nucleo stellare. Abbiamo scritto "o chi per lui" perché nel moto di diffusione del fotone una volta prodotto all'interno di una stella il fotone è assorbito e riemesso, innumerevoli volte, e ci si potrebbe chiedere se è sempre lo stesso fotone, o di volta in volta in questo processo un fotone diverso. L' immagine della staffetta tra fotoni anche diversi rende molto bene l' idea di ciò che avviene, ma non cambierebbe molto lo stesso se si considerasse il fotone sempre lo stesso, ai fini del paradosso che formulavo sopra! Per un approfondimento in merito vedi l'articolo "Quanto tempo impiega un fotone prodotto al centro del sole a raggiungere la superficie dello stesso?" al link http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=12934 .

La soluzione del paradosso è che il fotone ha interazioni gravitazionali dovute alla sua energia! Che poi non abbian massa a riposo il fotone, o meglio che ha massa a riposo nulla è ben noto, e ben chiaro dalla RR. Discuto epistemologicamente su alcune frasi che si leggono in rete, ad esempio frasi del tipo  "Newton nelle sue equazioni considera solo la massa a riposo"! Dato che la distinzione tra Massa a riposo e Massa relativistica giunge ben dopo Newton con Einstein, non possiamo certo sapere cosa avrebbe affermato Newton! Forse avrebbe chiesto ad Eistein prima di pronunciarsi, sapendo anche delle sue speculazioni in RG, "tu che in Relatività Generale hai parlato di massa gravitazionale, delle due quale intendi come massa gravitazionale di un corpo, la massa a riposo o quella relativistica, fidandomi delle tue speculazioni sarei da lì portato a credere più giusto iniziare a riflettere sull'identificazione delle masse che compaiono nella mia equazione di gravitazione universale con quelle che tu hai identificato come masse gravitazionali? Ma poiché il fotone ha interazioni gravitazionali dovute alla sua energia nella RG, tale massa gravitazionale nelle mie equazioni per il fotone, non può che essere quella relativistica!"

Newtonianamente si può pertanto immaginare un fotone che con la sua massa relativistica, (non quella nulla a riposo), interagisca con un massa solare accanto a cui si muove. In qualche libro di testo di fisica, ricordo persino qualche esempio di calcolo di red-shift gravitazionale in cui per il fotone si assumeva, nella formula della legge gravitazionale di Newton, come massa del fotone con cui intergisce gravitazionalmente con un astro la sua massa relativistica! Che possa essere più corretto usare la teoria RG è una questione che non discuto, ma da qui negare comunque la validità di quanto sopra sarebbe altamente scorretto.

In un testo di astronomia dell'astronomo fisico e matematico britannico Fred Hoyle (1915-2001) si descrivevano le prime osservazioni della deflessione della luce misurate durante le ecclissi solari dall'astrofisico inglese Sir Arthur Stanley Eddington (1882-1944), che è stato un grande divulgatore della teoria della Relatività; all' epoca si tentò un calcolo semiempirico basato sulla meccanica newtoniana e sull'idea appunto che i fotoni interagissero con le loro masse relativistiche. Il calcolo dell'angolo di deflessione dei raggi di luce dava però un valore pari alla metà esatta del valore ottenuto con la RG, e questo ha permesso con l'osservazione sperimentale di discriminare tra le due ipotesi e avvalorare la RG.  Di questo calcolo mi interessava il fatto che senza pudore si fosse adoperata la formula newtoniana della gravità per il fotone! (Nota RR Relatività Ristretta o RG Relatività Generale). Il calcolo con la formula newtoniana utilizzava in essa la RR per il fotone, mentre quello correttivo proposto era fatto in RG! Pare che nella rilettura delle misurazioni fatte per la deflessione della luce durante le ecclissi solari da Eddington furono scoperti comunque alcuni errori sperimentali. Trovo dati interessanti qui "Prove della relatività generale - Wikipedia", che ricopio: "Henry Cavendish nel 1784 (in un manoscritto inedito) e Johann Georg von Soldner nel 1801 (in una pubblicazione del 1804) avevano sottolineato il fatto che la gravità newtoniana prevedeva che la luce delle stelle si curvasse attorno ad un oggetto massiccio. Lo stesso valore di Soldner venne calcolato da Einstein nel 1911 in base soltanto al principio di equivalenza. Tuttavia, Einstein notava nel 1915 mentre veniva completata la relatività generale, che il suo (e quindi di Soldner) risultato del 1911 era solo la metà del valore esatto. Einstein fu il primo a calcolare il valore corretto per la curvatura della luce.". "La prima osservazione di deflessione della luce venne effettuata per vedere il mutamento nella posizione delle stelle quando si trovavano a passare in prossimità del Sole sulla sfera celeste. Le osservazioni vennero eseguite nel 1919 da Arthur Eddington e suoi collaboratori durante un eclissi solare totale, in modo da poter vedere le stelle vicine al Sole. Le osservazioni vennero effettuate simultaneamente nelle città di Sobral (Brasile) e a São Tomé e Príncipe sulla costa occidentale dell'Africa. Il risultato fu considerato una notizia straordinaria e finì sulle prime pagine di tutti i giornali più importanti, dando risonanza ad Einstein e alla sua teoria della relatività in tutto il mondo. (...) Inizialmente, però, la precisione [delle misurazioni astronomiche] era piuttosto scadente." Eddington effettuò quindi le prime osservazione che confermarono il fenomeno della deflessione della traittoria della luce ad opera della gravità. Egli registrò quindi il mutamento nella posizione apparente di stelle lontane quando si trovavano a passare in prossimità del Sole sulla sfera celeste, mutamento dovuto a tale incurvamento dei raggi luminosi da quelle stelle provenienti quando passavano in prossimità del "disco" solare. Per meglio poter effettuare queste osservazioni si dovette sfruttare, all' epoca, una eclissi solare nella quale la Luna interponendosi perfettamente tra Sole e la Terra rispetto ad alcune posizioni sul globo terrestre, ne schermava il grosso della radiazione solare giungente sulla terra permettendo così l' osservazione della luce delle stelle relativamente vicine al sole sulla sfera celeste. Non solo Eddingon verificò così questa deflessione, prevedibile già sulla base della legge di gravitazione di Newton e dello studio in RR del fotone, ma ottenne quantitativamente un buon accordo con le previsioni della RG di Einstein! Mi chiedo se lo stupore pubblico fu che si osservò che la luce veniva deflessa da una massa, cosa già ben ipotizzata sulla base della gravità di Newton e comunque di grande interesse per lo studio del fotone, o solo per l' esatta predizione dell'angolo di deflessione dovuta alla RG; in realtà la risonanza mediatica fu posta più sul secondo aspetto, sebbene anche già solo il fatto di osservare una deflessione della luce per effetto della gravità era un'importantissima constatazione sperimentale! Riporto qui anche questo passo, che ci fa comprendere quanto buone fossero le ipotesi già newtoniane sulla natura corpuscolare della luce (oggi diremmo più correttamente "anche corpuscolare"): "L'indebolimento gravitazionale della [energia della] luce proveniente dalle stelle ad alta gravità è stata prevista da John Michell nel 1783 e da Pierre-Simon Laplace nel 1796, utilizzando il concetto di Isaac Newton di corpuscoli di luce (vedi: teoria di emissione) prevedendo che alcune stelle avrebbero una gravità così forte che la luce non sarebbe stata capace di sfuggire [è il concetto oggi ben noto, e confermato astronomicamente della stella della tipologia chiamata "buco nero"]. L'effetto della gravità sulla luce venne poi esplorato da Johann von Soldner (1801), il quale calcolò la quantità di deflessione di un raggio di luce proveniente dal sole, arrivando alla soluzione newtoniana la quale è metà del valore previsto dalla relatività generale." (estratto dal link "Spostamento verso il rosso gravitazionale-Wikipedia Enciclopedia online").

Già nel 1783 lo scienziato inglese John Michell suggerì in una lettera a Henry Cavendish (successivamente pubblicata nei rendiconti della Royal Society) che, sulla base della teoria gravitazionale newtoniana, la velocità di fuga da un corpo celeste potrebbe risultare superiore alla velocità della luce, dando luogo a quella che egli chiamò una "dark star", (una "stella nera", praticamnete ciò che oggi è più solitamente chiamato "buco nero"). Nel 1795 Pierre-Simon de Laplace riportò quest' idea nella prima edizione del suo trattato Mécanique céleste.

 

 

 

-) NEWTON e le INTERAZIONI ISTANTANEE A DISTANZA

"La teoria della gravitazione universale di Isaac Newton assume che l'interazione avvenga istantaneamente, indipendentemente dalla distanza e in assenza di un mediatore noto, (...). Newton aveva dimostrato matematicamente che se l'interazione non è istantanea, il momento angolare non si conserva. Invece le osservazioni di Keplero dimostravano che questo si conservava. (La dimostrazione è valida solo nel caso della geometria euclidea)" (Da: Azione a distanza in Fisica - Wikipedia Enciclopedia online).
 

 

 

-) Come ulteriore prova della validità del Modec, o comunque alla ricerca di indizi a suo sostegno, partiamo dalla nozione accettata da tutti, e ovviamente anche nella teoria del Modec, che ogni radiazione e.m. dello spettro e.m. è costituita da fotoni. Ma senza assolutamente contestare questo aspetto, chiediamoci perché nessuno ha mai "visto" ad oggi il fotone delle radiazioni e.m. di onde radio, di lunghezze d'onda dell' ordine dei metri o più, come le cosiddette appunto "onde lunghe", o le radiazioni e.m. chiamate ELF (Extremely Low Frequency), ancora a maggiori lunghezze d'onda (100.000 km – 10.000 km)! Mentre vediamo, nei loro effetti, come spot puntiformi impressi su opportuni schermi, i fotoni dei raggi X (che hanno lunghezze d'onda tra 10 nm – 1 pm), o dei raggi gamma (che hanno lunghezze d'onda ≤1 pm), che invece hanno piccolissime lunghezze d'onda. Come mai? Eppure nel pensiero fisico odierno universalmente accettato il fotone dovrebbe essere sempre puntiforme!? Si risponde talvolta che ciò si deve al fatto che energeticamente son fotoni troppo deboli quelli delle radiazioni elettromagnetiche a grandi lunghezze d'onda, cosa vera certo; eppure i loro segnali elettrici e magnetici riusciamo a catturarli anche agevolmente con le opportune antenne!

Alla luce del Modec, invece, dato il conferimento di una natura quasi-particellare al fotone, poiché formato da due semi-particelle ruotanti lungo una circonferenza ortogonale alla direzione di propagazione del fotone, e di diametro dell' ordine della lunghezza d'onda del medesimo fotone, capiamo che quanto ci appare su uno schermo per un raggio gamma o un raggio X, altri non è che il combinato effetto dell'impatto di queste due semiparticelle, non solo molto energetiche per tali radiazioni a piccole lunghezze d'onda, ma anche appunto, molto prossime spazialmente tra loro. E così in uno schermo ideale capace di impressionare interamente il fotone impattante, lo spot di impatto che vedremmo come puntiforme in prima visiva approssimazione, in realtà sarebbe l'insieme di due punti, (i due punti di impatto delle due semi-particelle cariche e enegetico-massive immaginate in prima approssimazione come puntiformi), posti ad una distanza microscopica dell' ordine della lunghezza d'onda del fotone. Ovviamente stiamo qui ragionando senza tener in debito conto di cosa accade nell' interazione del fotone con gli atomi dello schermo, (interazione da approfondire ovviamente), da cui segue il fenomeno di impressione, puntiforme in prima approssimazione per raggi x e gamma, ma le considerazioni qui fatte forniscono comunque ulteriori indizi in merito alla validità descrittiva del Modec per i fotoni, e del motivo per cui quindi non vediamo come spot puntiformi di impatto su uno schermo i fotoni di radiazioni e.m. di lunghezze d'onda dell'ordine dei metri o più, le cui due semi-particelle, secondo il Modec, rototraslano ad una distanza spaziale tra loro sempre ortogonale (come vettore distanza) alla loro direzione complessiva di propagazione, (quella del fotone che formano), e dell' ordine (come suo modulo scalare) proprio della loro grande macroscopica lunghezza d'onda.      

 

 

 

-) Anche i limiti sperimentali, fisici, di applicazione dell'utile principio matematico, utilizzato nell' ottica ondulatoria, noto come Principio di Huygens-Fresnel, o più semplicemente "principio di Huygens" dal nome del fisico olandese Christiaan Huygens (1629-1695), un metodo di analisi applicato ai problemi di propagazione delle onde e.m., ci richiama e ci fornisce ulteriori indizi a favore di una dimensionalità spaziale del fotone, nelle direzioni trasversali alla sua direzione complessiva di propagazione, (la direzione-traiettoria dell' ideale "raggio di luce", nel caso in cui consideriamo fotoni dello spettro luminoso; direzione-traiettoria nel Modec coincidente con la traiettoria del centro di massa del fotone), dell' ordine della sua lunghezza d'onda.

Infatti, consideriamo il principio in questione, che in ottica ondulatoria ha la seguente formulazione,

estrapoliamo da questo link quanto segue:

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"Ogni elemento dΣ di un fronte d'onda Σ si può considerare formalmente come una sorgente secondaria di onde sferiche in fase con la primaria e di ampiezza proporzionale a quella dell'onda primaria e all'area dΣ. La perturbazione prodotta in un punto dello spazio si può sempre ottenere come sovrapposizione di tutte le onde sferiche secondarie che raggiungono quel punto."

Data una sorgente (S) generante un'onda sferica nello spazio, ogni punto del fronte d'onda primario si comporta come sorgente secondaria generando altre onde con le stesse caratteristiche dell'onda primaria (lunghezza d'onda, frequenza, velocità).

[Vi è poi da aggiungere un cosiddetto] fattore di obliquità, che modula l'ampiezza dell' onda sferica in funzione dell'angolo θ individuato dal versore di propagazione dell' onda primaria e da quello che congiunge il centro di emissione con il punto dello spazio P in cui si intende valutare il campo.

Il principio espresso costituisce uno strumento di calcolo molto utile, in quanto consente di determinare direttamente il fronte d'onda ad un certo istante una volta noto quello ad un qualsiasi istante precedente (o successivo). Il calcolo della figura di interferenza prodotta dall'inviluppo delle onde sferiche secondarie è possibile sia quando l'onda si propaga liberamente, sia quando essa viene limitata da un ostacolo impenetrabile ed è pertanto utilizzabile nella determinazione degli effetti di diffrazione prodotti da uno schermo su una radiazione.

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Ma nell' applicazione di questo principio quando si vogliono studiare fenomeni di diffrazione attraverso fenditure aperte in corpi opachi piani, è necessario che si abbiano proprio "fessure di dimensioni sufficientemente estese rispetto alla lunghezza d'onda" delle onde incidenti. Vari fenomeni complicanti l'applicazione del semplice principio "si possono però ignorare per lunghezze d'onda molto piccole rispetto alle dimensioni dei fori". (Le parti virgolettate son estratte dallo stesso link di sopra).

Restrizioni queste proprio in accordo con le previsioni del Modello Doppio Elicoidale del fotone, sulle dimensioni trasversali del fotone dell' ordine della sua stessa lunghezza d'onda, contrariamente alla visione giunta sino ad oggi, nella fisica teoretica, del fotone come particella puramente puntiforme, per la quale sarebbe difficile, in tale visione a zero dimensioni, spiegare il perché dei limiti applicativi riscontrati per il Principio di Huygens-Fresnel. 

 


 

-)  Il fotone ha massa relativistica m=Etot/c^2, che nel modello doppio elicoidale è divisa tra le due semi particelle del dipolo fotonico; dipolo neutro nel complesso, come deve essere per il fotone, che come mostrato continua ad avere "massa a riposo" nulla, se si vuol considerare la massa a riposo che per le particelle luminali deve essere nulla, e tale è anche nel Modec come anche luminale nel suo complesso il fotone anche nel Modec il cui centro di massa trasla a velocità c. Ma errato dire che il fotone non ha massa, perché vorrebbe dire che non ha energia e ciò sarebbe iper falso E=hv=mc^2; Dove E è l'energia totale, e m è la massa relativistica del nostro fotone descritto nel sistema di riferimento che diciamo assoluto (dell'etere).

 

 

 

-) Il FOTONE appariva prima del MODEC quasi possiamo dire, con enfasi retorica eloquente, come un’ accozzaglia incompresa di energia, momento angolare e quantità di moto, neutralità elettrica complessiva, campi elettrici e magnetici oscillanti, frequenza e lunghezza d’onda; tutto un insieme oggi “in un colpo solo” ben ricomposto, compreso e spiegato, quantitativamente e qualitativamente, nei minimi dettagli e quantità, grazie alla scoperta della sola intrinseca semplice struttura del fotone tramite il Modec; una struttura perfetta, da “arte orologiaia”, in perfettissimo stabile equilibrio dinamico obbligato dalle leggi di Natura e dalle proprietà dell’etere!

La stabilità dinamica del fotone nel Modello Doppio Elicoidale si deduce dalla sua struttura dipolare sulla base delle leggi della dinamica e della forza di Coulomb elettrica e di quella di Lorentz magnetica. Un po' di formule matematiche nel PDF linkato entro questo link, per vincolare il pensiero pindarico: http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html. Espongo così le coerenze trovate nelle mie speculazioni sul fotone.

La bellezza della struttura basilare del fotone scoperta è anche che ha fatto capire i limiti matematici come il motivo dei successi delle equazioni delle onde di Maxwell, link: http://fiatlux.altervista.org/approfondimento-sui-rapporti-tra-le-equazioni-di-maxwell-e-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html ,

e soprattutto condotto a questa immensa scoperta dal grandissimo valore rivoluzionario nella sua semplicità sconcertante, eppure un errore non visto per 150 anni, link: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html.

Con conseguenze nefaste sul pensiero teorico fisico cresciuto ponendolo inconsapevolmente come suo fondamento basilare.

Lo scrittore e filosofo naturalista tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) diceva: “Niente è più difficile da vedere con i propri occhi di quello che si ha sotto il naso”. La forza dell' abitudine nelle scienze frena la scoperta, così mai nessuno si accorse dell' errore di Maxwell, da sempre lì sotto gli occhi di tutti eppur così semplice!

I drammi odierni della fisica teorica discendono da esso, (vedi link: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html), da questo errore, ma ora è disvelato per sempre e a tutti, con questi miei divulgati scritti, ed è solo questione di tempo, ignorarlo ora diventerebbe imbarazzante a dir poco!

E se l'errore scoperto oggi, teoricamente era forse anche solo in potenza all'epoca di Maxwell, la scoperta stessa del fotone, decenni dopo, fu il non compreso "experimentum crucis" che ne dimostrava essere quell' errore pieno e reale, fisico, dimostrando persino la necessità della oggi qui sviluppata ed esposta sua struttura neutra nel complesso, come deve essere, ma dipolare, e quindi doppio elicoidale come le leggi fisiche sopra richiamate impongono senza dover rivoluzionarle o modificarle, (vedi link: http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html), da qui ben comprendendo la quantizzazione della radiazione e.m., e dunque oggetto di studio della MQ, quale conseguenza della quantizzazione della carica elettrica. La rivoluzione è una semplificazione e più basilare comprensione come comanda il Criterio saggio di Occam, senza metafisiche aggiunte di cui si può fare a meno o dogmi.

Alla popolare domanda possibile: "cosa cambierebbe radicalmente, ai fini della Fisica Quantistica, se tutto ciò fosse verificato?"
Risposta: Scacciare innanzitutto la metafisica entro i suoi confini grazie alla comprensione della realtà e delle logicità oggi sfuggite! In Fisica oggi per questo dilaga, a livello tanto accademico quanto popolare, cambiano solo le terminologie, lo "spiritismo", o non ce ne siamo ancora accorti! (Vedi link: http://fiatlux.altervista.org/considerazioni-filosofiche-ed-epistemologiche-alla-base-delle-speculazioni-intorno-al-modello-doppio-elicoidale-del-foto.html).

E così da questa nuova comprensione riunificante fisica classica e quantistica, non sfugge la relatività. Emerge infatti una visione della realtà non in conflitto con la Relatività Ristretta ma tale da indicare proprio il verso della sua corretta modifica a eliminazione così anche dei suoi odierni paradossi, vedi link:  http://fiatlux.altervista.org/la-relativit%C3%A0-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html.

E per la FQ ancora e per le risposte che il MODEC dà al suo paradosso EPR, vedi link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html.  

Avrei avuto molto piacere a scrivere al prof. Selleri, ma ho saputo che è venuto a mancare un anno prima che scoprissi il suo lavoro.
Di una certa apertura mentale mi è parso, leggendolo, il fisico Zeilinger di cui cito alcuni suo passi al punto 7 di questo mio capitolo, vedi link: http://fiatlux.altervista.org/il-modec-in-pillole-per-iniziare-a-comprenderlo.html.

Certe supposte dimensioni che chiamano in causa la Lunghezza di Planck per le supposte "stringhe" nascono da una profonda non comprensione del valore fisico delle Unità di Planck, importante pertanto la lettura di questo mio lavoro intitolato"Svelati i Misteri delle Unità naturali di Planck grazie al Modello Doppio Elicoidale del Fotone", vedi link: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html.

Domanda: Grazie al Modec la soluzione alla Teoria del Tutto è ora più vicina?

La mia risposta: Lei è sempre lì dove sta, ma noi umani contemporanei con l' Errore di Maxwell in seno ce ne eravamo allontanati teoricamente parecchio! Per fortuna c'è la fisica sperimentale che, sebbene anch' essa condizionata, ha continuato diligentemente a cercare e a sperimentare.
A tal pèroprosito suggerisco una lettura del capitolo intitolato "La immensa propagazione dell' errore di Maxwell nel pensiero fisico contemporaneo!", vedi link:  http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html.

Da leggere con attenzione "L’ERRORE DI MAXWELL, IL GRANDE PECCATO ORIGINALE DELLA FISICA MODERNA", vedi link: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html.

Ecco come e perché il Modello Doppio Elicoidale del fotone risolve e spiega il dualismo onda-particella del fotone e quindi della radiazione elettromagnetica; modello persino implicato dalla scoperta del medesimo Errore di Maxwell. Un errore interpretativo fisico-matematico delle equazioni delle onde elettromagnetiche di Maxwell, che in Maxwell non inficia il valore delle sue equazioni, ma fu un errore non visto, tanto semplice quanto fondamentale, sotto gli occhi di tutti, per 150 anni assolutamente mai visto e compreso nella sua enormità da nessuno prima del Modec, avvenne così che quest'errore fu posto a fondamento della Weltanschauung della realtà su cui furono costruite le teorie della fisica successive a quella di Maxwell con catastrofici effetti teorici e immensa propagazione dell'errore non visto e acriticamente assorbito. Vedi link: http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html.

L' alta natura deterministica scoperta con il Modec per il fotone e la compresa struttura di quest'ultimo esplicativa di tutte le sue proprietà e scopertasi, così, come intimamente generante l'onda elettromagnetica ("il semplice che spiega e riunifica intelligibilmente ciò che appariva complesso e distaccato"), rende non necessari i tentativi di ricorso agli studi stocastici della probabilità come agli interessanti sviluppi della logica fuzzy per descrivere e ancor più per tentate di comprendere la luce, per lo meno del suo costituente basilare: il fotone isolato e l'onda elettromagnetica elementare a lui associata!
Vedi link:
http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html.

 

 

 

-) L' ERRORE CHE BLOCCAVA LA STRADA DELLA UNIFICAZIONE

L' unificazione delle teorie, se corrette, che descrivono la Natura è fisiologica poiché la Natura è una sola, unica e pertanto non autocontraddittoria. Il problema che bloccava la strada della unificazione era semplice, "elementare", alla radice, ma per 150 anni non visto, non colto, e quell' errore si è propagato tantissimo ponendo gli sviluppi della Fisica Teorica su un binario sempre più divergente, e pertanto farraginoso, in maniera frustrante per i fisici piu saggi, dalla realtà fisico-matematica intelligibile, e nei fatti sempre semplice, della Natura:

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

Vedi anche: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Ma ora finalmente l'errore è stato scoperto, permettendo la correzione delle teorie e mostrando quel percorso di unificazione che si era pertanto smarrito, inceppato, interrotto. E da lì occorre ripartire ora, tutti, inevitabilmente per recuperare il tempo perduto nella più corretta comprensione di questo nostro Universo!

Matematica, prima ancora che fisica. Per non appesantire in contorni che possono distogliere inizialmente l'attenzione dall'essenza, in estrema sintesi:

http://fiatlux.altervista.org/alterpages/ilgrandepeccatooriginaledellafisicacontemporanea.jpg#gallery

Ci vuole solo un po' di coraggio all'inizio! L'errore par piccolo, ma sta lì chiaro, lapalissiano addirittura, una volta mostrato, e si capisce che in realtà ha avuto effetti intellettuali catastrofici immensi!
Poi si capisce che è tutta solida deduzione matematica corroborata dall'esperienza: l'esistenza stessa del fotone!

Eppur sarebbe stato così semplice!
Il succo dell' errore sta nel fatto che

|+1|+|-1| è diverso da (+1)+(-1)

Una attenta lettura di questo link può pian piano illuminare meglio: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

La struttura fisico-matematica trovata che spiega perfettamente il fotone, semplicemente non avrebbe dovuto esistere! Ma esiste ed è lì visibile a tutti. Grazie a quella mi sono accorto del madornale errore interpretativo fisico-matematico dell'indubbiamente grande Maxwell, nato da suoi preconcetti e conseguente superficialità.
Il problema è che a volte si confonde la grandezza di un fisico con il concetto scientificamente non applicabile all'uomo di infallibilità.

La difficoltà che è probabile si possa avere inizialmente nel cogliere aspetti così semplici, ma fino ad oggi mai osservati con attenzione e passati sott'occhio, e che spiego qui con tanta lucidità, antropologicamente non può meravigliare, è normale nella storia della scienza, basti pensare soltanto alle difficoltà che ebbero coloro che compreso che era la terra a girare intorno al Sole, (più precisamente dovremmo dire la terra gira intorno al centro di massa tra Terra e Sole che, essendo il Sole molto più massivo, è ben più prossimo al centro del Sole e non al centro della Terra), quando cercarono di comunicarlo agli altri, svegliandoli su questa semplicità che era passata inosservata nascosta e sostituita da un concerto apposto per tanto tempo.

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Io chiamo Scienza l'interrogarsi intorno alle cose, ai fenomeni e ai concetti (fisici e matematici), come quelli evidenti di cui sopra, con logica e senza troppi dogmatismi.
Tutto il resto è nobilissima religione!

E' bene poi sottolineare sempre che l' errore di Maxwell non inficia le sue equazioni, è un errore di comprensione piena di ciò che esse prevedono, non solo le onde elettromagnetiche ma anche nozioni sulla loro composizione. http://fiatlux.altervista.org/approfondimento-sui-rapporti-tra-le-equazioni-di-maxwell-e-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Vedi anche: http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html

Se la gente non cerca gli errori che la fisica indubbiamente ha poiché ancora non siamo giunti ad una teoria unificante e vi sono ancora teorie tra loro in contraddizione e in contraddizione nei loro presupposti di base, davvero crede di fare fisica?! Di fare ricerca!? Di fare filosofia!? Fa solo acritica storia della Scienza, quando non anche fanatica religione.

Nota sull' antimateria:
dall' Equazione di Dirac si ricavano "energie negative" attribuite all' antimateria! Ciò avrebbe voluto dire massa negativa, e quindi antigravità, gravità repulsiva, nell' interazione con le più normali masse positive! Un bel problema dalla Eq . di Dirac che popolarmente si liquida non affrontandolo davvero e tagliando corto dicendo che il tutto è confermato dalla scoperta che si fece in quegli anni nel positrone, che è l' antimateria dell'elettrone. Ma il positrone come tutta la antimateria ha massa uguale a quella della corrispettiva materia, quindi positiva non certo negativa. Opposta tra materia e antimateria è invece la carica elettrica.

http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

 

 

 

-) James Clerk Maxwell, (in "A Dynamical Theory of the Electrmagnetic Field", Royal Society Transactions, Vol. CLV. 1865), immaginava che i campi elettromagnetici fossero prodotti da movimenti dell' etere di cui descrisse il comportamento attraverso un parallelismo con le leggi della fluidodinamica. Immaginava che tali campi fossero caratterizzati dallo spostamento e dal flusso dell' etera, ecco perché prese a prestito per le sue descrizioni la matematica dei fluidi. Quando Maxwell ideò la descrizione dell'elettromagnetismo attraverso le sue famose equazioni, di cui ci serviamo tuttora, egli era pienamente convinto l'esistenza dell'etere, nel senso di etere luminifero, immaginato come un substrato che permea lo spazio e per mezzo del quale avviene la propagazione delle onde elettromagnetiche. Non è dunque affatto vero come solitamente si tiene a dire in maniera poco attenta che la teoria di Maxwell è in sé relativistica nel senso Einsteiniano che prevede l'assenza di un' etere nello spazio, o comunque la sua non necessità per spiegare i fenomeni di propagazione elettromagnetica. Nella considerazione di questi problemi è necessario poi tener conto del fatto che spesso si tende a trascurare la diversità concettuale esistente, e questo è grave, tra la velocità della luce misurata sperimentalmente, e la velocità della luce fornita matematicamente dalle equazioni delle onde elettromagnetiche di Maxwell. Quest' ultima dipende da proprietà elettriche e magnetiche di quello che definiamo come spazio vuoto, (ma che vuoto potrebbe non essere se ammettiamo, come par necessario, l' esistenza di un certo etere luminifero comunque coinvolto nei fenomeni elettromagnetici), e risulta essere tale dunque in un sistema di riferimento solidale all'etere. Viceversa la velocità della luce misurata sperimentalmente viene misurata relativamente al sistema di riferimento solidale allo sperimentatore e all'apparato di sperimentazione, che non necessariamente è anche esso solidale all'etere. Il postulato Einsteiniano di costanza della velocità della luce per tutti i sistemi di riferimento inerziali, che dunque abbandonando il concetto di un etere di fondo, quindi, o comunque, la specialità di un sistema di riferimento inerziale ad esso solidale, rispetto a tutti gli altri sistemi di riferimento, porta a trascurare la precisazione qui espressa che invece occorrerebbe fare quando si parla di velocità della luce. Quello che ci dice la teoria elettromagnetica di Maxwell è che la velocità della luce è una costante universale se misurata nel sistema di riferimento solidale all' etere, nulla che si possa intendere nel verso del relativismo!

 

 

 

-) Al fine di evidenziare quanto Einstein non vide assolutamente mai l' esistenza dell' Errore di Maxwell, riportiamo qui quando ebbe modo di affermare: "questo risultato sperimentale - si riferisce alla scoperta dell'esistenza di fotoni - non poteva essere previsto sulla base della teoria ondulatoria [si riferisce alla teoria dell'elettromagnetismo di Maxwell]. Ancora una volta una nuova ipotesi sorge dal conflitto tra teoria in voga ed esperimento" [fonte: A. Einstein, "The expanded Quotable Einstein", Princeton Univetsity Press, Alice Calaprace, USA, 2000; A. Einstein, "bite-size Einstein, Quotation on just about Everything from the Greater mind of Twentieth Century", S. Martin Press, New York, USA, 1996]. Se fosse stato consapevole dell' Errore di Maxwell non avrebbe certamente fatto questa affermazione. La scoperta dell' Errore di Maxwell implica infatti porre le basi per la comprensione della possibile esistenza del fotone e quindi per la sua stessa ricerca sperimentale!

 

 

 

-) Rene Thom matematico francese vincitore della prestigiosa Medaglia Fields, nel 1958 per la matematica, affermò, in riferimento all' andazzo della fisica contemporanea che "i fisici in generale sono delle persone che, da una teoria concettualmente mal messa, deducono dei risultati numerici che arrivano alla settima cifra decimale, e poi verificano questa teoria intellettualmente poco soddisfacente cercando l'accordo alla settima cifra decimale con i dati sperimentali! Si ha così un orribile miscuglio tra la scorrettezza dei concetti di base e una precisione numerica fantastica... i fisici purtroppo pretendono di ricavare un risultato numerico molto rigoroso da teorie che concettualmente non hanno né capo né coda" [fonte: G. Giorello e S. Morini, "Parabole e catastrofi", Il Saggiatore, Milano 1980, p. 27]. -) Dal fisico italiano Ignazio Licata riportiamo questa interessante passo critico sulla fisica moderna, che converge esattamente con quello che è il mio pensiero: "Gli indiscutibili successi della costruzione hanno però attenuato l'interesse critico per i postulati di base e per la loro corrente interpretazione. In realtà le basi della fisica non sono oggi più sicure di quanto non lo fossero agli inizi del secolo, esiste tutta una serie di 'nodi' concettuali del tessuto della fisica attuale ... che impongono un riesame dell'idea di base" [fonte: "Dinamica reticolare dello spazio-tempo". Inediti, Soc. Ed. Andromeda, Bologna, N. 27, 1990].

 

 

 

-) 

NELLA RICERCA DELLA TEORIA UNITARIA gli sforzi e le intuizioni di Einstein, impedito nella ricerca dall’immenso e non visto Errore di Maxwell!

 

Una è la Natura e una deve essere la sua teoria, nel senso almeno che non ci devono essere più teorie, che pretendono di descriverne separatamente ambiti diversi, che siano tra loro poi però in contraddizione o in contraddizione su alcuni loro assunti di base.  

La ricerca della teoria unitaria è pertanto un’esigenza ineludibile per il fisico-filosofo.

Non meraviglia dunque che anche un grande pensatore come Albert Einstein fosse profondamente convinto dell’unità del reale. Einstein scrisse, pertanto, che, in linea di principio, a partire da poche leggi generali, “dovrebbe essere possibile ottenere per pura deduzione la descrizione, cioè la teoria, di ogni processo naturale, incluso quello della vita” (Albert Einstein, “Ideas and Opinions”, Crown Publishers, 1954). E’ dunque una teoria unitaria ideale quella che ha in mente Einstein, o, come la chiama lo studioso di storia della scienza Abraham Pais, una teoria totale, (Abraham Pais, “Sottile è il signore…”, Bollati Boringhieri, 1986).

L’ universo, in tutte le sue manifestazioni, dalle più semplici alle più complesse, è regolato da poche leggi elementari universali ed eterne. E il compito, almeno quello a lungo termine, della scienza è la tensione verso quella che lo studioso di storia della scienza Gerald Holton chiama: “l’unificazione finale di ogni conoscenza esatta” (Gerald Holton, “Le responsabilità della scienza”, Laterza, 1993).

E Einstein è animato, giustamente a mio avviso, non solo dalla convinzione pitagorica e galileana che tali leggi della Natura, matematicizzabili, esprimibili in forme matematiche, esistano, (idea così tanto radicata da tempi antichi nel pensiero occidentale che i greci chiamarono l' Universo anche con il loro termine "Kòsmos", che vuol dire ordine, quale appunto complesso di armonia ed eleganza, da cui il nostro termine Cosmo - il nostro termine Universo viene dal latino "Uni-vèrsus", l' Uno complessivo del tutto esistente), ma anche dalla convinzione che l’ uomo sia dotato delle facoltà intellettive per coglierle e scoprirle. Per Einstein ciò costituiva un mistero: “l' eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità” scrisse. Mi viene da pensare in merito alla celebre frase in latino del filosofo Spinoza: "Ordo et connexio idearum idem est ac ordo et connexio rerum", ossia traducendo "L' ordine e la connessione delle idee è identica a quella che sussiste nella realtà tra le cose" (Spinoza, Ethica, II, pr. VII). Un mistero che resta tale, non c’è dubbio, ma che forse si fonda sulla biologia dell’uomo che è essere che è nell’ universo, parte di esso, e sulla biologia del suo intelletto che evolutivamente deve essere conformato nel verso proprio della scoperta di tali leggi. 

Einstein era convinto della necessità che tale teoria totale fosse rigorosamente causale, (ciò basata sul principio di causa-effetto), e questo giustamente a mio avviso; anche se la teoria del Modec ammette l’interazione a distanza, il principio di causalità in essa vale sempre, non è assolutamente messo in discussione, ma anzi riaffermato con forza!

Nella teoria ideale di Einstein tutte le particelle della fisica e tutti i postulati della fisica quantistica devono emergere come soluzioni particolari delle equazioni generali del campo.

La storia della ricerca di questa teoria totale è però, da parte di Einstein e così per tutta la fisica moderna, una metà inseguita ma notoriamente non raggiunta!  

Einstein riteneva che per giungere ad essa non si doveva procedere tentando una riformulazione della meccanica quantistica; la nuova teoria fondamentale doveva invece essere costruita dal principio: partendo da zero, a suo avviso, (Abraham Pais, “Sottile è il signore…”, Bollati Boringhieri, 1986). Questa teoria fondamentale da costruire ex novo può e deve essere, nella visione di Einstein, una teoria unitaria classica del campo gravitazionale e del campo elettromagnetico, da cui le leggi quantistiche emergano come condizioni imposte dalla teoria stessa.

Il sogno irrealizzato di Einstein oggi comprendiamo ancora di più, non solo come e quanto fosse giusto, ma anche quanto fosse al contempo impossibile per lui raggiungerlo proprio a causa del non visto “errore di Maxwell” di cui Einstein mai si accorse! Quell’ errore la cui scoperta invece oggi ci permette di capire meglio il senso della quantizzazione discretizzante, che si è dovuta necessariamente introdurre nella fisica in fisica moderna, (ad oggi come una sorta di dogma inspiegato ed inspiegabile), non più come nuovo postulato da aggiungere a formulazione di una nuova teoria fisica diversa dalla classica e addirittura, per certe versi, in conflitto con essa, ma come una naturale conseguenza della fisica classica e le sue leggi, alla luce della quantizzazione scoperta per la carica elettrica. Il fotone, la particella la cui scoperta costringe alla rivoluzione della fisica moderna novecentesca, a distanza di circa 100 anni dalla sua scoperta, capiamo solo oggi, con il Modec e la correlata scoperta dell’Errore di Maxwell, essere nulla più che una quasi-particella implicata e strutturata dalle leggi classiche e dalla quantizzazione della carica elettrica, e pertanto la particella di cui la natura si serve per trasmettere l’ energia ed altre grandezze, conseguentemente in forma di “pacchetti”, di “quanti”, che cessano di essere misteriosi poiché creduti da null’altro implicati, e si scopre invece ora essere una conseguenza della ben più basilare, (e già nota prima della scoperta del fotone), quantizzazione della carica elettrica!

Il Modec poi permette anche a sua volta di fare luce sulla annosa questione dell’ “etere luminifero”, che né Maxwell né Einstein potevano ancora ben comprendere a causa del non visto da entrambi “errore di Maxwell”, tanto che Maxwell considerava l’etere un substrato materico presente nel vuoto necessario alla propagazione e alla stessa esistenza della radiazione elettromagnetica ridotta a mera propagante perturbazione ondulatoria di questo etere, ed Einstein invece considerò l’etere inesistenti o comunque non necessario alla comprensione della radiazione elettromagnetica (e pertanto fisicamente da non indagare neppure!); oggi invece con il Modec capiamo meglio il significato e il ruolo dell’etere; capiamo che il vuoto non è del tutto vuoto, ma che esiste in esso un ente con delle proprietà di natura elettrica e magnetica, che possiamo continuare a chiamare “etere” con questo suo suggestivo antico nome che viene dalla più antica fisica greca, e meglio ne comprendiamo il suo ruolo nei confronti della radiazione elettromagnetica. Capiamo così perché sia Maxwell sia Einstein si sbagliavano nei loro giudizi sull’ etere, ma anche come entrambi, seppure esprimendo concetti apparentemente contrastanti, avevano in parte entrambi parziale ragione: con il Modec l’etere appare infatti sì come il substrato che esiste e permea tutto lo spazio vuoto, substrato che ha proprietà elettriche e magnetiche che determinano i valori di costanti fisiche fondamentali della radiazione elettromagnetica come la Velocità della Luce nel vuoto, c, (rispetto al sistema di riferimento solidale all’ etere), e la Costante di Planck, h, (alla cui esistenza e valore partecipa anche l’esistenza e il valore della carica elettrica fondamentale), ma appare anche come substrato inesistente, “non visto” nel senso di non percepito, tale da non opporre resistenza, (per una sua intrinseca inerzia alla polarizzazione elettrica), proprio, (contrariamente alla visione di Maxwell), “agli occhi” della radiazione elettromagnetica, (composta di fotoni, e più in generale possiamo dire, di dipoli elettrici, avendo scoperto ora con il Modec la struttura del fotone isolato e l’ “errore di Maxwell” sull’interpretazione fisico-matematica delle onde elettromagnetiche nel vuoto previste matematicamente dalle Equazioni di Maxwell); radiazione elettromagnetica che, quindi, per le stesse leggi dell’elettromagnetismo e per le proprietà dell’etere non può che avere quella velocità nel sistema di riferimento solidale all’etere, (che è un sistema di riferimento inerziale – il sistema di riferimento inerziale per antonomasia), che le permette di dimostrare pur in presenza dell’etere nel vuoto la validità massima del Principio d'inerzia o di Galileo (il newtoniano Primo principio dela dinamica) che esprime la possibilità per un corpo in un sistema di riferimento inerziale di muoversi di moto rettilineo uniforme indefinitivamente se su di esso non agisce complessivamente alcuna forza esterna: è proprio quanto accade al centro di massa di un fotone, (fotone che idealmente non risente della presenza dell’ etere nel suo propagarsi nel vuoto), e pur in un vuoto occupato di etere è il fotone, la radiazione elettromagnetica la struttura dotata di energia che meno di ogni altra risente di attrito, possiamo quasi dire che idealmente risente di un attrito del tutto nullo. Si pensi pertanto alla possibilità di ricevere sulla terra fotoni che stanno viaggiando da miliardi di anni nell’ universo e che provengono da distanze di miliardi di anni luce, viaggiando con intensità di velocità inalterata.  

Tornando ad Einstein trovo interessante come egli non fosse giustamente affatto sicuro che attraverso i formalismi matematici si possa giungere alla meta agognata della teoria del tutto; che è invece il metodo di percorso seguito ad oggi in maniera dominante nella speculazione teorica in fisica. Così infatti Einstein scrive al matematico tedesco Felix Christian Klein: “Mi sembra proprio che Lei stimi di gran lunga troppo il valore dei punti di vista formali. Questi possono essere preziosi quando una verità che è già stata trovata necessita di una formulazione definitiva, ma falliscono quasi sempre come strumenti euristici” (Albert Einstein, Lettera a F. Klein, 12 dicembre 1917).

La teoria quantistica dei campi fa inorridire Einstein, che la considera una teoria fenomenologica e provvisoria, ma non abbastanza solida nei suoi principi. La critica che muove del resto alla fisica quantistica tutta, motivo per cui afferma la necessità di scoprire una teoria più fondamentale ed estesa da cui i principi della fisica quantistica emergano come conseguenze!

E’ la strada teorica aperta oggi proprio dalla teoria Modec!  

Anche per questo Einstein rigetta gli approcci portati avanti nella fisica moderna, molto incentrati su aspetti formali, volti a conciliare la Meccanica Quantistica con la Relatività Ristretta, in un modo, poi, che egli giudica incompleto e insoddisfacente. Approcci affetti poi ancor di più, ai suoi occhi, dalla gravità di tener fuori la Relatività Generale.

Einstein scrive infatti nel 1922 al matematico fisico e filosofo tedesco Hermann Klaus Hugo Weyl: “Credo che per compiere autentici progressi - sulla teoria unitaria del campo - si debba di nuovo carpire alla natura qualche principio generale” (Albert Einstein, “Lettera a H. Weyl”, 6 giugno 1922). E uno di questi principi generali, che Einstein non riuscì/non poté cogliere, oggi sappiamo consiste nella prioritaria importanza della quantizzazione della carica elettrica da cui discende e dipende quella della radiazione elettromagnetica.

Einstein disse una volta a tavola, tra lo scorato e il profetico: “i fisici mi capiranno solo tra un secolo” (Abraham Pais, “Sottile è il signore…”, Bollati Boringhieri, 1986); e forse la profezia si è avverata se proprio oggi capiamo quali furono i limiti concettuali, legati alla presenza nel pensiero fisico dell’ “errore di Maxwell”, che impedirono ad Einstein di procedere sulla esistente e giusta strada della unificazione teorica; strada che non riuscì a scovare ma che saggiamente e con grande intuito fisico, senso naturalistico, razionalmente sapeva esistere!

Ai suoi occhi di fisico-filosofo impegnato negli ultimi anni della sua vita proprio nella ricerca della unificante teoria del tutto, pertanto, appariva come se la realtà volesse quasi sottrarsi a quella “comprensibilità” e quella “unità logica” con cui egli cercava di afferrarla. Oggi sappiamo che la colpa non era certo della semplice Natura, ma di un altrettanto semplice aspetto concettuale fisico-matematico non colto presente nel procedimento seguito per giungere dalle Equazioni di Maxwell alle Equazione delle Onde Elettromagnetiche di Maxwell.

Einstein non riuscì pertanto nella grande ed agognata impresa di unificare gravità ed elettromagnetismo, né a rifondare come sperava la meccanica dei quanti, e senza questa rifondazione della Meccanica Quantistica non riuscì a riaffermare con forza nel pensiero fisico vigente il principio di rigorosa causalità della natura, che la teoria della Fisica Quantistica, per come si era evoluta in una direzione svincolata dal reale, (sempre a causa dell’ Errore di Maxwell non visto dai fisici), ed oltranzista, quella detta dell’interpretazione di Copenaghen, aveva portato ad abbandonare, con la conseguenza, aborrita giustamente da Einstein, di una microfisica affermata come connotata da una intrinseca natura non deterministica! Era pertanto una teoria parziale della natura quella della Fisica Quantistica, incompleta, o più precisamente uno strumento teorico per descrivere parzialmente la Natura, non una teoria fondamentale, e Einstein lo aveva ben capito!

Einstein però, come un po’ tutti i fisici contemporanei, pur impediti e confusi dalle conseguenze del non visto sino ad oggi Errore di Maxwell, sentivano giustamente, come Einstein ben scrisse nel 1989 al fisico italiano Paolo Budinich, che “una teoria unificata deve pur esistere e che prima o poi qualcuno mostrerà la via per scoprirla” (Paolo Budinich, “Einstein e l’unificazione delle forze: storia di un fallimento”, in “L’opera di Einstein”, a cura di Umberto Curi, Gabriele Corbo Editore, 1989).

Una sorta di Pietra Filosofale, di Santo Graal della Fisica, l’unificazione delle forze fondamentali della natura e la ricerca di una teoria unitaria, in grado di descrivere la realtà sia a livello macroscopico che microscopico, erano e sono in fisica le principali questioni da risolvere, l’ obiettivo primo da raggiungere, ed oggi il Modec mostra chiaramente la strada corretta che si era smarrita a causa del non visto madornale Errore di Maxwell.

In merito alla sua teoria della Relatività Generale, Einstein scrisse a Felix Klein, che, come tale teoria, lo scrivente fisico ebraico ritenesse, giungeva a miglioramento e completamento della teoria di Newton, così a sua volta, Einstein scrive, “…non ho dubbi che verrà il giorno in cui anche quest’ultima descrizione dovrà cedere il passo a un’altra, per ragioni che al momento non sospettiamo neppure. Sono convinto che questo processo di approfondimento della teoria non abbia limiti” (Albert Einstein, Lettera a F. Klein, 4 marzo 1917).

Nel 1949, poi rispondendo all’amico Maurice Solovine, filosofo e matematico rumeno, che gli aveva inviato una affettuosa lettera di auguri per il settantesimo compleanno, Einstein gli scrisse: “Tu immagini che io guardi all’indietro sul lavoro della mia vita con calma soddisfazione. Ma da vicino la cosa appare ben diversa. Non c’è un solo concetto di cui io sia convinto che resisterà stabilmente”.

Einstein non nascondeva la consapevolezza della probabile transitorietà delle sue creazioni. Non possiamo escludere che proprio gli infruttuosi sforzi compiuti per giungere ad una teoria unificante lo avessero reso consapevole, non solo dei problemi basilari della Fisica Quantistica, che, con la scoperta del fotone insieme a Planck, lui aveva contribuito ad inaugurare, e dei cui problemi teorici lui fu sempre ben consapevole, ma anche dei problemi insiti nei fondamenti delle sue stesse teorie relativistiche.

Il suo ultimo articolo del 1955 raggiunse l’editore dopo la notizia del suo decesso. Era una breve prefazione di Einstein a una raccolta di articoli di autori italiani scritti per celebrare il 50° anniversario della relatività. L’articolo terminava affermando che la fisica era ben lontana dal possedere una base concettuale in qualche modo affidabile. Le incongruenze tra le diverse teorie affermatesi in fisica moderna, e le conseguenti problematiche per una loro unificazione, a fronte di una Natura che è unica, gli avevano ben fatto comprendere l’esistenza di profonde problematiche, ma che nonostante tutti gli sforzi non era riuscito a comprendere fino in fondo, e queste problematiche affondavano nel semplicissimo fisico-matematico errore teorico-interpretativo fatto da Maxwell diversi decenni prima; coglierle ormai in età matura da parte di Einstein poi anche, avrebbe comportato ammette il crollo di alcuni postulati che egli aveva affermato con forza, e su cui aveva fondato i suoi castelli teorici, come la non necessità dell’etere e la indipendenza del valore della velocità della luce dal sistemi di riferimento inerziale considerato, non ammettendo l’esistenza tra questi di un sistema di riferimento privilegiato, speciale, quello solidale all’etere!

E tutto questo rappresentò psicologicamente certamente un grande ostacolo nel percorso di una ricerca che avrebbe dovuto comportare una fortissima auto-critica teorica e una critica nei confronti di un ammirato ed indiscusso genio della fisica dei decenni trascorsi, Maxwell, (critica necessaria, pur nella inossidabile grandezza delle conquiste dell’immenso personaggio). Una chiave di lettura psicologica nella storia della fisica, qui dunque molto importante, secondo quel percorso di analisi cui tanti contributi ha dato il grandissimo eccelso psicologo Sigmund Freud, contemporaneo di Einstein, e che con questi ebbe anche delle interessantissime corrispondenze epistolari.  

 

 

 

-) Alla base del Cosmo non c'è la luce ma la bipolarità della carica elettrica fondamentale che costituisce la luce (secondo me)! Il grande errore interpretativo di Maxwell, del significato fisico della matematica sommatoria di carica che compare nelle sue stupende equazione e che posta uguale a zero fa giungere alla importantissima equazione delle onde e.m.! http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html Si comprende da qui che il fotone non è entità indipendente ma frutto dell' esistenza della carica elettrica (carica elettrica elementare, da non confondere subito con elettrone, di cui la carica elettrica fondamentale è una proprietà), secondo il buon criterio del rasoio di Occam "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem"! Il non aver colto l' errore di Maxwell, tra le altre catastrofi teoriche, in 150 anni ha portato ad una moltiplicazione degli enti economicamente svantaggiosa a livello teorico-speculativo della Natura, facendo perdere le importanti semplicità di fondo.

Osserviamo poi come, mentre nell’ approccio del Modec l’ esistenza dei quanti Fotoni, (da cui discendono le quantizzazioni delle MQ), discende semplicemente e immediatamente dalla quantizzazione della Carica elettrica, nella MQ mainstream esiste invece un approccio correlativo opposto che dalle quantizzazioni delle grandezze fisiche nella MQ tenta di derivare e prevedere la quantizzazione della Carica elettrica, in accordo con quanto osservato nella natura, e lo fa in modo molto farraginoso giungendo addirittura a richiedere, nella dimostrazione, l’ esistenza di particelle iper-esotiche nell’ Universo mai osservate-verificate sperimentalmente ad oggi: i teorizzati “monopoli magnetici”! Un monopolo magnetico è un' ipotetica particella prevista da alcuni modelli teorici, costituita da un solo polo magnetico e caratterizzata quindi dal possedere una sorta carica magnetica netta. Paul Dirac, nel 1931, mostrò infatti che l' esistenza di un monopolo magnetico potrebbe spiegare la quantizzazione della Carica elettrica. La quantizzazione della Carica elettrica venne derivata teoricamente da Paul Dirac a partire dalla Meccanica Quantistica in un suo lavoro sull' elettromagnetismo quantistico. Senza i monopoli magnetici, la presenza di cariche elettriche discrete deve essere semplicemente inserita nelle equazioni, ma nel 1931 Dirac osservò che una Carica elettrica discreta discende naturalmente dalla Meccanica Quantistica: se anche un solo monopolo magnetico esiste nell' Universo, allora tutte le cariche elettriche dovrebbero essere quantizzate, cioè multiple intere, positive o negative, di una Carica elettrica fondamentale. Dirac suscitò un grande interesse verso queste particelle esotiche, i monopoli magnetici, dimostrando che l' eventuale loro esistenza sarebbe legabile, nei quadri della Fisica mainstream, ai fenomeni di quantizzazione della Carica elettrica, ma ad oggi ancora una vera particella fisica, per quanto rara, identificabile con il teorico ipotizzato monopolo magnetico fisico non è stata mai riscontrata!

Non è un caso che i greci chiamarono l' Universo Cosmo, con il loro termine "kòsmos" che significa ordine, ornamento, poiché giustamente considerato l' Universo come un complesso di armonia ed eleganza.

 

 

 

-) "Se vuoi diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose." Cartesio.

 

 

 

-) Il principio di Indeterminazione di Heisenberg è anche la conseguenza dell' aver costruito una teoria quantistica che non ha compreso la necessità di indagare la struttura di quello che chiamo il "quanto dei quanti", il fotone, immaginandolo puntiforme a causa dell' Errore interpretativo di Maxwell, che non ha fatto accorgersi che la sommatoria di carica nelle equazioni di Maxwell è matematicamente nulla quando esse son considerate nel vuoto, (per il passaggio che conduce alle equazione delle onde elettromagnetiche ), sia nel caso in cui lo spazio considerato sia privo di cariche, sia nel caso in cui in esso vi siano dipoli di cariche elettriche. Si sarebbe così compreso, già al tempo delle Equazioni di Maxwell, 150 anni fa, la possibile esistenza di fotoni costituenti della radiazione elettromagnetica formati da dipoli di carica (a struttura elettro-dinamica doppio elicoidale). La scoperta del fotone con gli studi di Planck e Einstein del fotone, non avrebbe così meravigliato nessuno ma avrebbe permesso di meglio definire i parametri della struttura del fotone. Tenendo anche conto del valore già scoperto anni prima per la carica elementare, da tali parametri del fotone, dalla cui struttura deriva come conseguenza la relazione E=hv, (oggi invece assunta quasi come una legge di natura a sé, fondamentale, mentre così non è!), si sarebbero già tratti ulteriori dati sperimentali sul vuoto, nei fatti contenuti nella Costante di Planck, h; ma questo si comprende solo se si comprende la struttura del fotone. L'ignoranza su tale struttura ha però comportato la genesi di una teoria quantistica che per poter fare previsioni statisticamente corrette nascondesse la struttura spaziale del fotone in ogni istante considerato entro uno spazio di non ulteriore dettagliata conoscenza, del tipo: "sappiamo che il fotone è lì dentro, e non fuori da esso, e sulla base di ciò facciamo delle previsioni deterministiche incorporando però questa incertezza introdotta per un nostro attuale limite teorico di conoscenza". Sebbene questo pensiero non sia stato un pensiero consciamente presente e ispiratore nei fisici della prima metà del '900, anchilosati dal non visto Errore di Maxwell, le problematiche che il fotone comportava con le sue caratteristiche ondulatorie (che in realtà venivano fisicamente dalla sua struttura, in equilibrio elettro-dinamico, doppio elicoidale, ma loro non potevano comprendere per tale Errore di M.), ugualmente nello sviluppo delle equazioni d'onda di Schroedinger, o di altre equivalenti formulazione della Meccanica Quantistica, portarono alla introduzione (o emersione da tali teorie) del principio di indeterminazione, che ho invece chiamato "principio di ignoranza" sulla struttura del fotone. Un utile strumento matematico per bypassare inizialmente la non conoscenza della struttura del fotone, ma nulla di più! Non assolutamente un principio di "indeterminazione" della Natura con tutte le imbarazzanti conseguenze che appestano il pensiero teorico fisico odierno. http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html Si sarebbe così compreso anche dalla struttura doppio-elicoidale del fotone, che ha in sé sempre come componenti strutturali, della sua struttura dipolare, (mai annichilita davvero in un sol punto), carica "e+" e carica "e-", con la sua energia (massa relativistica) equidistribuita sulle due cariche, materia ed antimateria nel fotone coesistenti a costituirlo (non annichilite in esso!), e solo rilevate, svincolate, liberate nei fenomeni di oggi chiamata, un po' impropriamente a meno di puntualizzazioni, "creazione" di coppia di materia-antimateria. Si capirebbe che la definita antimateria non può avere energia negativa, ma che ha la stessa energia positiva della definita "materia", essendo la somma di quelle due uguali tra loro energie in origine nel fotone l' energia totale del fotone stesso. Inoltre un' energia negativa intesa come sopra implicherebbe una massa negativa che comporterebbe un' attrazione antigravitazionale (cioè una repulsione) sulla stessa da parte della normale massa positiva: un fenomeno questo che non si può certo dire ad oggi sia mai stato sperimentalmente anche lontanamente osservato per l'interazione gravitazionale tra materia ed antimateria!

 

 

 

-) Il tentativo di Einstein di risolvere i problemi posti dalla Fisica Quantistica e dei quali ben si rendeva conto non poteva da lui essere portato a termine perché avrebbe comportato scoprire l' Errore di Maxwell e rendersi così pertanto conto che anche le sue teorie avevano, proprio a causa di quell' errore, delle grosse falle e criticità.

A corredo di questa mia riflessione riporto qui il pensiero del fisico George Galeczki, critico nei confronti di certi sviluppi della fisica moderna, che disse: "Einstein himself told Pauli, decades after 1905, that he till had no idea how light is propagating, although light plays a central role in STR. This was characteristic of him" (traducendo: "Einstein stesso disse al fisico Pauli, decenni dopo il 1905, che ancora egli non aveva alcuna idea di come la luce si propagasse, anche se la luce gioca un ruolo centrale nella sua teoria della relatività speciale (STR). Questo approccio [di sviluppare delle teorie anche senza occuparsi di interi aspetti della natura e degli oggetti indagati] era caratteristico in lui").

 

 

 

-) SUL BOSONE DI HIGGS UN ANEDDOTO

Per uno dei fisici italiani saliti alla ribalta per quella che si è definita, nei primi anni del III millennio, la scoperta sperimentale del Bosone di Higgs (anche noto come "la Particella di Dio"), presso il laboratorio a Ginevra del CERN (European Organization for Nuclear Research), formulai solo queste due domande:

1) se lei ha mai dubbi! Se ha dubbi sul vero significato di quanto hanno osservato sperimentalmente in merito a ciò che hanno identificato come la predetta "particella di Higgs", proprio alla luce del fatto che tanti fisici quando cominciano a parlare di Modello Standard, i cui sviluppi hanno portato a predire tale particella, fanno tante premesse dicendo: "per ora noi crediamo che le cose stiano così, anche se ..., anche se ..., anche se ...", ponendo poi anche le mani avanti aggiungendo "e qualora la nostra attuale teoria si dovesse dimostrare in qualche modo sbagliata, essa sarebbe poi sempre correggibile e diverrebbe parte di una teoria più vasta e più completa";

2) premettendo che in queste ricerche la scoperta del Bosone di Higgs, come eventualmente al contrario la scoperta della sua non esistenza, sarebbero entrambe scientificamente scoperte importanti, chiedo: quanto potrebbe incidere, (prendiamo anche ad esempio gli esperimenti sulle onde gravitazionali di cui tanto si è proclamato nel mese di febbraio 2016), la non scoperta invece di ciò che si cerca sul complesso dei finanziamenti pubblici e degli sponsor privati per tali comunque costose e pur sempre utili ricerche!? Continuerebbero a giungere finanziamenti o verrebbero ridotti/tagliati?!

 

 

-) CONSIDERAZIONI SUL MODELLO STANDARD E SUL CAMPO DI HIGGS ALLA LUCE DEL MODEC

Il "Modello Standard" sarebbe una teoria che concilia insieme, si dice, Meccanica quantistica e Relatività ristretta. In realtà in tale modello con l' introdotto concetto del Campo di Higgs che permeerebbe tutto lo spazio, introdotto ad hoc per cercare di risolvere delle palesi assurdità del modello stesso, (come per esempio il fatto che in esso le particelle non avevano massa), viene ripristinata un concetto dell’ esistenza di un Etere, sebbene chiamato in altro modo, Campo di Higgs appunto che permea tutto lo spazio dell' Universo, (come nell’ essenza di ogni concetto di etere in fisica negli ultimi secoli), ma questo fortemente in contraddizione con la teoria della Relatività ristretta. quest’ ultima infatti, se non nega, possiamo dire si disinteressa del tutto all' esistenza dell' etere, considerandolo un’ entità superflua e non necessaria tanto quanto se fosse pertanto inesistente.
Al di là di queste numerose contraddizioni interne e con le teorie di base che verrebbero utilizzate all' interno del Modello standard, in merito alla teoria del Campo di Higgs dobbiamo evidenziare la presenza di un' idea concettualmente buona convergente con quanto ci spiega la teoria del Modec in merito alla realtà: nella teoria del Campo di Higgs si dice infatti che il fotone non interagirebbe con questo campo, mentre le altre particelle interagendo con questo campo acquisirebbero la loro massa; questa visione all' interno del Modello standard si concilia con l' idea della mancanza di massa per il fotone. Questa massa pari a zero del fotone è la sua massa inerziale che è infatti nulla, come anche nel Modec e in Relatività ristretta, ma ben sappiamo che il fotone ha poi una massa relativistica che è di fatto la sua massa reale, mentre la massa inerziale è un concetto, come anche gli sviluppi permessi dal Modec portano ad ipotizzare, che deriva e comunque tiene conto delle interazioni tra la particella e l' etere presente nel vuoto, in tutto lo spazio. La massa inerziale pari a zero per il fotone ci dice appunto che il fotone non interagisce con l' etere, proprio come nella teoria sviluppata dal Modec secondo cui il fotone è proprio quel sistema particellare che non vede l' etere, che non è frenato dall' etere, a differenza delle particelle subliminali che hanno masse inerziali conseguentemente diverse da zero. Un' idea buona ma all' interno di un quadro teorico, quello del Modello standard, fortemente condizionato dalla enorme propagazione dell' Errore di Maxwell, motivo per cui anche poi il concetto stesso del Campo di Higgs non permette alcuna comprensione vera delle interazioni tra particelle e Campo di Higgs da cui dovrebbe derivare la massa inerziale delle particelle, né del perché il fotone non interagirebbe con questo campo; viceversa il Modec con la scoperta della struttura del fotone e dell' Errore di Maxwell permette livelli di comprensione ben maggiori di questa interazione, o meglio non-interazione, tra fotone ed etere e delle sue conseguenze per l' esistenza e le proprietà del fotone!

 

 

 

-) Alla domanda: "Perché la Fisica Quantistica affascina tanto le masse in questi primi anni del III millennio ancora?"

ecco la mia risposta: Perché non è più del tutto Fisica, (scienza che deve descrivere la Natura, aiutare a comprendere la realtà per quello che è), e ha così sdoganato lo spiritismo in essa con dogmi assurdi che le hanno dato più il sapore di una nuova attraente religione, come il cosiddetto "principio di indeterminazione" nell' interpretazione radicale di Copenaghen, dove l' ignoranza teorica dell' epoca sulla Natura, ignoranza dell' uomo, è stata nascosta cercando di affermare che fosse assurda la Natura stessa, affermando che l' indeterminazione comportata dai limiti della tecnologia e degli strumenti ed enti fisici adottati a fini misuristici fosse un' indeterminazione intrinseca della Natura. Visioni limitate, antiquate ormai, una volta compresi gli errori di fondo della Fisica Moderna, e che affondano nella scorretta lettura del significato delle Equazioni di Maxwell compiuta 150 anni or sono! Vedi anche link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

 

 

 

-) Il limitarsi a considerare il Centro di Massa (CM) del fotone nel MODEC, con le sue proprietà cumulative di CM, già ridarebbe il "fotone" della limitata visione del medesimo in Relatività e Meccanica Quantistica, e già ciò mostra quella coerenza del MODEC con fatti sperimentali (il fotone e le sue proprietà) che ovviamente tutte le teorie di Fisica Moderna han dovuto integrare in esse.

L' "errore di Maxwell", che è errore fisico-concettuale supportato dalla matematica, non comporta alcun errore nelle sue famose equazioni. Per comprender questo errore, magari può aiutare ancor più la schiettezza cui costringe la lingua inglese, rispetto alla retorica baroccheggiante galileiana, che, come peccato veniale, mi son concesso in alcuni miei testi sul medesimo argomento; ecco qui il mio testo in inglese sull'argomento, link: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

Le più classiche Eq. di Maxwell partono dalla legge di Coulomb attraverso la correlata forma datane attraverso il Teorema di Gauss, pensare che poi possano esse prevedere una natura dell' interazione elettrica non a distanza, non di tipo non-locale dunque ma locale, contro l' interazione elettrica coulombiana che è interazione a distanza, (non-locale quindi) su cui costruttivamente le Eq di Maxwell si basano, sarebbe un non-senso!
Un non senso cui ha condotto il qui definito "errore di Maxwell", che non ha fatto capire che, fermo restando che le cariche elettriche in movimento generano come sorgenti onde e.m. che si propagano nello spazio, queste ultime non son tanto perturbazioni di un "etere", ma sistemi dipolari (definibili e identificabili con i fotoni, che decenni dopo si sarebbero scoperti), o comunque multi-dipolari, che viaggiano nell' etere.
E questo è tanto vero che per inglobare nelle Eq. di Maxwell l' idea distorta di un' interazione elettrica che si propaga a velocità finita c, confondendo interazione e radiazione e.m. che son cose fisicamente distinte, si introdussero i "corretti" cosiddetti "potenziali ritardati", che "ritardarono", quello si, la visione corretta della Realtà! Ne trattavo qui link: http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html

In merito alle grandi capacità esplicative del Modec ho poi il piacere di condividere questo link: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html
 

 

 

-) Di cosa si lamentano adesso certi fisici che si dicono scandalizzati per l' uso-abuso del termine "quantistico" in teorie spiritiste!?

È colpa loro se hanno aperto le porte della fisica allo spiritismo cercando di nascondere sotto dogmi pseudo-scientifici che hanno permesso questo, come il principio di indeterminazione nell' interpretazione di Copenaghen della Fisica quantistica, la loro ignoranza nella comprensione della realtà, palesata dai tanti paradossi teorici!

È chiaro che ora temono il dilagare dello spiritismo ad abuso di concetti presi a prestito dalla Fisica quantistica, perché questo fenomeno antropologico ben mostra quanto sia essa stessa, la F. quantistica nell' interpretazione di Copenaghen, ormai nulla più che puro spiritismo lontano da una fisica vera della realtà della Natura!

Per ritrovare la strada smarrita:

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Esattamente come avvenne per la teoria di Copernico alla sua divulgazione, nessun passaggio inizialmente dalla vidimazione di un peer review per la teoria del MODEC, peer review del resto piuttosto impossibile quando una teoria rappresenta la revisione di tutte le precedenti del pensiero corrente, come apunto nel caso del MODEC. In questi casi si può e si deve solo divulgare aspettando il tempo necessario per una graduale maturazione collettiva nella presa di coscienza degli errori in cui si era.

Con il MODEC la MQ non crolla, ma si reinterpreta nei suoi fondamenti, e ci si invia, con il Modec, a comprenderla davvero, epurandola, con la guida del Modec, dallo "spiritismo di Copenaghen", come altro definire la sua affermatasi interpretazione di Copenaghen detta?!

Il Modec implica la MQ poiché implica il fotone come frutto della finalmente piena e corretta lettura critica delle Eq. di Maxwell insieme alle osservazioni sperimentali!

La MQ non più teoria per risolver i limiti della Fisica Classica, ma scovato come quei limiti fossero nell' errore fisico-matematico che ho battezzato "il grande peccato originale della Fisica Moderna", e che ho scoperto guidato dal Modec, la MQ viene ora implicata dalla Fisica classica.

Lo sviluppo della MQ nella cosiddetta Teoria dei campi (da cui il Modello Standard), con il fotone creduto intermediario della interazione elettrica come creduta interazione locale non a distanza, si svela invece un pastrocchio, un disastro dal non aver capito nulla del fotone, cosa impossibile senza il Modec ... ma che sia un pastrocchio questo lo sanno tutti i fisici della materia, ma non possono ammetterlo, basta seguire una qualsiasi lezione o convegno e sentiremo mille frasi premesse del tipo: "noi attualmente pensiamo che le cose stiano così, ma domani chissà, per adesso però non abbiamo di meglio ...". Frasi da accapponare la pelle!

Poi io, punto fondamentale questo, per un mio piacere e istinto alla comprensione ho sviluppato innumerevoli aspetti teorici di approfondimento del Modec nel mio sito qui presentato, nei vari lavori qui e da qui accessibili, ma una volta scoperto l' errore nella superficialità teorica compiuta da Maxwell, già mi sarei potuto fermare comodo lì,

e dire: ora il problema non è più per me nel dover tentare di affermare e dimostrare sperimentalmente la mia teoria del Modec,

ora la MATEMATICA disvelata dice senza possibilità di appello che non puoi escludere più a priori

(vedi scheda riassuntiva: http://fiatlux.altervista.org/alterpages/ilgrandepeccatooriginaledellafisicacontemporanea.jpg)

che il fotone non sia implicato dalla corretta lettura delle Eq. di Maxwell e che abbia natura neutra nel complesso, ma a struttura dipolare elettrica,

ergo per mantenere immacolate le impostazioni teoriche della Fisica moderna deve ora, chi vuol ancora fare teoria e speculazione entro quei quadri teorici, dimostrare che non sia così, che il fotone non abbia struttura dipolare!

Può anche ignorare il problema e fare finta di nulla?! Certo, ma tutti sapremo che ci sta ingannando adesso o sta proseguendo quasi come scommettendo che abbia ancora ragione! Ma la fisica che gira le spalle al grande giudice della LOGICA MATEMATICA non sarebbe più Fisica, non sarebbe più Scienza!

L' errore di Maxwell, se da lui compreso, gli avrebbe permesso di esser ancor più grande di quanto già è stato, se mai possibile esser più grandi, e prevedere, con le sue meravigliose Eq., non solo le radiazioni elettromagnetiche, ma anche la loro natura quantizzata-corpuscolare in fotoni! Risparmiando poi così tanti grattacapi ai fisici venuti dopo di lui e a quelli già suoi contemporanei!

C' è un "errore" nella Fisica Moderna!

Questa del MODEC non è pertanto una nuova teoria alternativa, ma semmai una linea teorica implicata da un errore fisico-matematico compiuto circa 150 anni fa, semplicissimo e disarmante appena si capisce, che ora abbiamo però scoperto:

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

Una falla fisica mostrata dalla semplice Logica MATEMATICA al di là di qualsiasi nuova teoria!

E se la teoria ha una falla è chi ci sta dentro in fede, come su una barca, a dover intervenire dopo che è stato messo a conoscenza; far finta di nulla invece vuol dire accettare che tutti gli altri la vedano affondare quella barca con il suo equipaggio che continua a lavorare sopra come se nulla fosse! Affondare nel mare delle teorie lontane dalla corretta descrizione della realtà!

È un caso più unico che raro questo nella storia della Scienza, forse si, forse no, ma è così! Una rivoluzione che nasce dalla scoperta concreta di una vecchia falla che imbarca inesorabilmente acqua ora che è stata trovata e comunicata all' umano consesso!

Una sommatoria e un valore assoluto, cosa c' è di più semplice e banale?! Eppure pappagallescamente per oltre un secolo e mezzo ad occhi chiusi l’ errore di Maxwell non è strato visto, non è stato compreso:

http://fiatlux.altervista.org/alterpages/ilgrandepeccatooriginaledellafisicacontemporanea.jpg

Non c' è nessun giochetto!

SEGUI:

tu supponi che nel vuoto non ci siano cariche elettriche per ottenere le equazioni delle onde elettromagnetiche dalle Eq. di Maxwell, ma stai usando una matematica che ti dà quel risultato, ma che matematicamente non ti permette di escludere che invece in quel vuoto ci siano dei dipoli fotonici mobili traslanti complessivamente alla velocità della onda e.m. prevista; matematica che è compatibile, non esclude, che la radiazione e.m. sia composta di questi!

La scoperta poi dei fotoni sperimentalmente decenni dopo le Eq. di Maxwell, fotoni neutri come complessivamente neutri i già teorizzabili come implicati dipoli fotonici, era, sarebbe stata già allora se si fosse compresa la svista fisico-matematica maxwelliana, è oggi ancor più che quella svista abbiamo compreso,

la conferma PALESE dell' errore compiuto di fronte all' oracolo della  da Maxwell!

http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html

Nessuno qui dice che c’ è un errore nelle Equazioni di Maxwell, siamo intesi, ma anzi dico che in esse c' è teoricamente di più! C' è previsto il fotone! L' errore non averlo capito!

Si discute in questo lavoro del principio di Indeterminazione di Heisenberg in merito alla sua interpretazione alla Copenaghen (questa imposta dogmaticamente), non della sua formale deducibilità nell’ ambito della MQ, che trova una fondatezza in campo misuristico se si interagisce nell' osservazione di un fenomeno per mezzo di fotoni.
Link: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Io non sono certo sorpreso che si possa essere sorpresi di fronte alla scoperta dell’ Errore di Maxwell !

Non c' è a priori una matematica semplice e una complessa, la matematica è una e alla base è semplice logica. E' certo disarmante, mi rendo conto, per chi non si è reso conto per tanto tempo che immaginare il fotone senza struttura elettrica dipolare, (che pur garantisce la sua sperimentale neutralità complessiva senza alcuna contraddizione con essa dunque), non è aspetto implicato da nulla, ad oggi si può dire persino essere solo un atto acritico e sconsiderato di fede, ma anzi la stessa corretta lettura logico-matematica delle Eq. di Maxwell, come oggi qui compreso e mostrato, avrebbe potuto non solo far capire questo, ma avrebbe permesso persino di predire l' esistenza dei fotoni, e questo con persino maggiore definizione subito dopo la scoperta della quantizzazione della carica elettrica, senza doversi neppure immaginare il fotone come ente nuovo e a sé come sino ad oggi creduto. Tanto che la teoria del Modec, che trova fondamento sulla comprensione di quell' "errore", sulla base della fisica dell' elettromagnetismo più classico, pre-Einstein si potrebbe dire addirittura (tanto più se si considera quanto Einstein fu per la Relatività Ristretta un bravo riorganizzatore di scoperte scientifiche e intuizioni teoriche a lui precedenti, inclusa la famosa formula E=mc^2), del fotone deduce tutte le proprietà, inclusa la relazione E=hv e il suo spin, e spiega con la sua struttura doppio elicoidale, implicata dalla fisica e matematica, come frequenza e lunghezza d' onda del fotone sono connesse al suo moto interno, spiegando il senso del dualismo onda-particella, facendo comprendere la sua origine strutturale, senza dove ricorrere a dogmi del tipo "è così e lo assumo così anche se non sappiamo le sue ragioni di fondo!", risultati questi che ad oggi nessuna teoria permette, come se non fosse interessante capire da dove questi aspetti fisici vengono, si assumono. Punto. "E' così dall' esperienza e così le si integrano nelle teorie fisiche attuali". Ok, ma se poi scopri che non son aspetti scorrelati ma che scaturiscono da principi e leggi più fondamentali, se si vuol capire la realtà sempre, ci si deve a quel punto fare i conti con questa disvelazione, che è una rivoluzione che ti costringe a rivedere in parte o in tutto, o comunque ad aggiustare i quadri teorici in prima sino ad allora ci si muoveva! Link: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Si vuole ignorare tutto questo poiché presentato con toni enfatici baroccheggianti alla Galileo Galei e non nello stile primo novecentesco Einsteinianio? Ok, ignorarlo non è più agire secondo pensiero scientifico, e poi, a quel punto, in una tale a quel punto cecità intellettuale dogmatica e divinizzatoria di fisici del passato, non ci si può lamentare se la fisica di oggi viene così vilipesa nello spiritismo più plebeo.

Stiamo evidenziando un vero e proprio "BUG" nel pensiero fisico teorico compiuto e sfuggito all' attenzione di tutti circa 150 anni fà, piccolo nell' aspetto, enorme nelle conseguenze e nella gravità, che ha condizionato tutto il resto, pertanto sono ora "i postulati della meccanica quantistica moderna, o della QED" che vanno attenzionati alla luce della scoperta di quel BUG fisico-matematico precedente di decenni! Nessuno, infatti, ad oggi aveva mai visto quel "bug" chiarificatore su cui ci si era seduti sopra!

Non stiamo qui dicendo che va buttata via la MQ in blocco (la Teoria quantistica dei Campi ben di più invece), ma che anzi il Modec permette di capire quelli che appaiono oggi come misteri ad esempio, e misteri invece non sono, delle procedure mentali che hanno portato Schrödinger alla formulazione della sua Equazione, e inoltre il Modec permette di discernere nei quesiti di Bell e nel paradosso EPR, (vedi paragrafi dedicativi qui nel mio sito).

Ci si interroga sul rapporto tra il Modec e i postulati della MQ nella visione cui è costretta la MQ di basarsi su postulati. Ed è ovvio che deve essere così per ogni costruzione teorica assiomatica e logico-deduttiva. Quello cui apre la strada il Modec è ridurli, e spiegarli sulla base di principi più semplici e di leggi precedenti, anche al fine di scardinare l' idea contro natura di una Natura che funziona con teorie che tra loro fanno a pugni, come era prima del Modec tra classica e quantistica, solo ad esempio.

Uno di questi postulati nei fatti è l' esistenza del fotone! Bene, con il Modec non è più necessario postularlo, scaturisce, nel rispetto del principio del Rasoio di Occam, da leggi ancor più fondamentali, e preesistenti persino alla sua scoperta: la quantizzazione della carica elettrica!

E ancora la proprietà del fotone E=hv non è più da postulare, da prendere come mero postulato perché così è sperimentalmente, ma scaturisce dal modello del Modec fisico-matematicamente.

Il preciso valore di spin del fotone, il suo orientamento, e la sua possibilità d' essere levogiro o destrogiro, non più postulati ma adesso sono spiegati e implicati dalla struttura del fotone.

La doppia natura di corpuscolo e di onda e.m. del fotone non più qualcosa da postulare, poiché così appare dalla realtà sperimentale, ma una conseguenza della struttura del fotone spiegata implicata e comprensibile fisico-matematicamente.

La generazione di materia ed antimateria da un fotone, nulla più da postulare, ma una conseguenza resa possibile dalla compresenza delle due, materia ed antimateria, "visibile" nella stessa struttura simmetrica del fotone oggi scoperta teoricamente con il Modec (con migliore comprensione ora anche delle due, materia e antimateria, che trovano la loro origine e spiegazione nella struttura del fotone).

La quantizzazione dell' energia e quantità di moto trasportate da un’ onda e.m. non più qualcosa da postulare e di non compreso, ma un fenomeno oggi ben compreso, comprensibile e spiegabile, deducibile, alla luce del Modec e implicato dal fatto che per questo trasporto, (che non centra nulla con il "trasporto" dell' interazione elettrica che si scopre invece essere interazione a distanza non locale come nella fisica pre-maxwelliana, altro che teorie quantistiche dei campi!), la natura si serve di quello che ha di costitutivo e semplicissimo: la carica elettrica quantizzata! Si scopre che è la quantizzazione della carica elettrica che implica la quantizzazione cui si fonda la MQ, quando corretta quest' ultima!

E così via in mille altre comprensioni, ad esempio in merito alla Costante di Struttura Fine di cui si comprende ora il significato fisico, e alla Carica di Planck che si scopre ora essere, come ovvio poiché dipende da h, una proprietà legata al fotone, comprendendo ora finalmente perché è così "misteriosamente" vicina alla Carica Elementare “e”, che nella sua formula, quella della Carica di Planck appunto, non compare: perché le cariche elementari sono nella struttura del fotone, il mistero disvelato dunque dal Modec!

Tutto qui non per piacere di parlare, ma consequenziale, secondo logica e matematica da quanto scoperto!

E ora una domanda: davvero non volete sapere, solo ad esempio, non avete la curiosità di capire quale meccanismo spiega una relazione così affascinate come E=hv del fotone, perché h compare nel modulo dello spin del fotone, e perché il modulo del suo spin ha quel preciso valore h/(2π)?

A tutte queste categoriche domande il Modec risponde!

Ignorare che esista ciò che non sarebbe dovuto esistere, questo modello, secondo il pensiero corrente in fisica, perché è per esso un forte colpo di mannaia ai piedi, non si può più e si deve fare con esso i conti, volenti o nolenti! E poi un minimo di intelligenza, tutto questo esposto è così chiaro, così semplice, così esplicativo, così illuminante, affascinate, rivoluzionario, perché nasce solo dal rispetto alla logica dopo aver trovato quel bug che tanti problemi teorici ha generato, tanti mostri, quelli che si incontrano in ogni serio libro di Fisica Moderna, (e tanti né ho divorati, letti e studiati capendo così l’ importanza e la necessità di scrivere questi miei lavori), oggi quando si parla dei problemi paradossali di conciliazione delle teorie fisiche main-stream oggi vigenti!

Ed ora qui il tutto divulgato alla comunità umana che è la vera onnicomprensiva comunità scientifica!

La questione della stabilità elettromagnetica del fotone a struttura doppio elicoidale è uno dei punti molto interessanti del modello, nel paragrafo dedicatovi all' interno del mio pdf in inglese del 2005-2008, vi accennavo soltanto, non avendo all' epoca ancora intuito la corretta risoluzione della questione.

Date le notevoli capacità esplicative del modello nei confronti delle proprietà del fotone, così come il modello dell' atomo di Bohr per l' atomo di idrogeno, avrei potuto procedere “alla Bohr” postulando la stabilità elettromagnetica del fotone nel mio modello, ma avrei dovuto così aggiungere ad esso questo postulato rendendo non solida la trattazione del modello e la spiegazione del fotone.

Fondamentale attraverso le speculazioni successive fu quando compresi che in quella precisa struttura del fotone che è in equilibrio dinamico, (e che coincide con la configurazione dinamica in cui si annullano le mutue Forze di Lorentz tra le cariche dipolari del fotone!), l' equilibrio elettromagnetico è conseguenza del fatto che nella sua propagazione il fotone emette continuamente sé stesso, tanto che la sua stessa propagazione in equilibrio dinamico coincide con la sua dinamica stabilità elettromagnetica, e anche in questo addirittura si può riconoscere una causa del fatto che il fotone nel suo complesso debba traslare (rototraslando) proprio alla velocità c, fornita dalle Equazione di Maxwell che implicano il fotone stesso come si comprende una volta compreso il "bug" di cui sopra!

Potremmo dire anzi che questa dinamica stabilità elettromagnetica è conseguenza proprio della sua instabilità elettromagnetica in quella sua particolare configurazione nella quale accade che l'instabilità comporta la continua auto-irradiazione complessiva del fotone che coincide con lo spostamento nello spazio del fotone stesso! È anzi proprio in questa sua instabilità elettromagnetica, potremmo dire filosoficamente, l'essenza ontologica del fotone, implicata delle leggi fondamentali e basilari del campo elettrico e del campo magnetico!

Traslazione che avviene a velocità c costante nel sistema di riferimento inerziale fondamentale, quello solidale al vuoto-etere, motivo per cui questa velocità essendo una proprietà intrinseca del fotone, o meglio del sistema fotone-etere, non si compone vettorialmente con quella eventuale della sorgente emettitrice, (sempre il tutto valutato nel sistema di riferimento speciale dell’ etere, quello che è solidale all’ etere nel suo complesso macroscopico)!    

In merito a questo discorso considerazioni e osservazioni le ho raccolte all' interno di questo paragrafo, (con l'aggiunta di qualche speculazione, solo ipotesi quest' ultime, in campo astronomico date alcune interessanti analogie), link: http://fiatlux.altervista.org/nel-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-il-segreto-della-sua-stabilit%C3%A0-elettromagnetica.html

Proprio nel momento in cui mi resi conto di questa potenziale proprietà di dinamica stabilità elettromagnetica del modello doppio elicoidale decisi con maggiore forza di render pubblici, oltre il mio primo PDF, che già avevo divulgato, anche questo intero più vasto sito internet in cui ho raccolto i miei lavori in merito.

 

 

 

-) Gli amici scherzosamente mi dicono, per la mia teoria del Modec sulla struttura del fotone e la correlata scoperta dell' Errore di Maxwell:
"sei stato il primo uomo a vedere davvero la Luce",
nel senso di "vedere nella Luce", preciso io!

 

 

 

-) Troppi danni han fatto alla Fisica, e quindi al pensiero umano orientato alla conoscenza della Natura, i "contattofili" alfieri della località, per non parlare degli "spiritisti" negazionisti del realismo.

La scoperta della struttura doppio elicoidale del fotone (Modec) fa luce finalmente su queste questioni:

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

Sulla questione onde gravitazionali non negazionismo solo, ma anti-incretinismo più che altro!

Vedi link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-della-rilevazione-delle-cosiddette-onde-gravitazionali-per-mezzo-della-luce-di-laser.html

Quanto tempo ancora ci vorrà perché ci si renda conto che la teoria quantistica dei campi è assolutamente e fortemente errata proprio nel punto in cui essa vorrebbe l' interazione elettrica e magnetica essere mediata da fotoni!?

Anche a tal fine formulai il seguente paradosso:

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-del-buco-nero-e-dell-interazione-elettrica-mediata-dai-fotoni-.html

Dove si afferma come scoperta assodata (?) che le forze elettriche, sia attrattive che repulsive, sono mediate sempre da fotoni, io invito ad essere più cauti e a scrivere semmai che "forse tali forze sono mediate da fotoni". Talvolta si osservano confortanti lapsus freudiani dove quelle "forze" vengono scritte per refuso con il termine "forse", mi è capitato di notare, in testi dedicati all’argomento!

Non continuiamo a mortificare ancora le nostre intelligenze ripetendo acriticamente ciò che alcuni fisici ci hanno detto in passato, invocando ad essi la spiegazione dei punti delle loro teorie che oggi possono apparire oscuri e paradossali come se fossero solo provocati dalla nostra non piena conoscenza e come se quei fisici oggi, se non fossero scomparsi, ci potrebbero chiarire.

È il momento di tornare alla radice delle cose e in particolare del fotone per scoprire con la sua struttura gli errori di fondo della fisica moderna, che hanno provocato una sorta di bug nel pensiero fisico-filosofico con errori su errori che si sono generati e accumulati in una sorta di effetto a cascata nel pensiero fisico-filosofico sulla Natura!

Link: http://fiatlux.altervista.org/

“Il fotone non è dotato di carica” non è la forma più fisico-matematicamente corretta per esprimere una delle sue proprietà: la neutralità di carica che lo connota.

Tale neutralità deriva da quanto si constata sperimentalmente, e questo in perfetto accordo con la neutralità di carica della radiazione elettromagnetica come emerge dalle impostazioni che dalle Eq. di Maxwell permettono di giungere alle Eq. delle Onde Elettromagnetiche!

Quelle impostazioni non escludono però che la neutralità scaturisca non da una assenza di carica ma da una distribuzione dinamica di carica a somma sempre nulla!!!

Capire questo implica il salto concettuale rivoluzionario, e implica capire la scoperta di quello che ho chiamato "Errore di Maxwell" o il "Grande peccato originale della Fisica Moderna", e che permette di capire come il Modello doppio elicoidale dipolare del fotone (Modec) sia in perfetto accordo con le stesse Equazioni di Maxwell nella corretta loro lettura che è quella permessa solo dalla comprensione di tale “errore”!

La matematica non è un' opinione:

http://fiatlux.altervista.org/alterpages/ilgrandepeccatooriginaledellafisicacontemporanea.jpg#gallery

Le cariche emittenti fotoni-onde elettromagnetiche innescano la formazione dei fotoni, ma son poi questi fisicamente che generano i campi E e B della correlata onda e.m.; campi dinamici non per fenomeni ondulatori di un perturbato etere luminifero, ma a seguito della dinamica rototraslativa delle cariche del dipolo fotonico (complessivamente nullo), le vere sorgenti dei campi E e B della radiazione e.m. viaggianti fisiologicamente con essa connaturatamente.

I campi E e B della radiazione e.m. sono generati dai dipoli rototraslanti dei fotoni (come descritti dal Modec!).

Questi alcuni dei nuovi orizzonti aperti dalla teoria Modec:

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Nel Modec poi i campi E e B lungo l'asse del fotone, la traiettoria del suo centro di massa, (C.M. che ridà tutte le proprietà del fotone nella sua superficiale visione attuale priva di idea di una sua struttura), campi generati dalle sue cariche dipolari (a somma nulla), son esattamente per proprietà ed andamento quelli di un' onda e.m. piana monocromatica, vedi immagini, testi e formule nelle parti finali dei PDF in inglese qui dentro linkato:

http://fiatlux.altervista.org/il-valore-del-campo-elettrico-del-singolo-fotone-nel-suo-centro-di-massa.html

Il fotone comporta interazione elettrica e magnetica in conseguenza dei campi E e B della radiazione e.m., dei quali, ora scopriamo con il Modec, le linee di forza del campo Elettrico originano e convergono nelle cariche elettriche a somma algebrica nulla del dipolo rototraslante del fotone (come descritto dal Modec!).

Sbagliato pensare invece che il fotone sia il messaggero della normale interazione elettrica, anche ad esempio elettrostatica.

Il Modec fa capire la fallacia di tale visione che è stata addirittura posta alla base della Teoria Quantistica dei Campi, con le conseguenze rovinose che tutti sappiamo e vediamo, come anche solo l' impulso alle tante discussioni in merito in cerca di logicità, tra gli appassionati di fisica, antropologicamente rivelano!

Il Modec risolve le problematiche Bell-EPR nel verso di far capire come la MQ sia una teoria a variabili nascoste, quali ad esempio quelle descrittive nel tempo e nello spazio della struttura tridimensionale del fotone ad oggi appunto ignorata, ("nascosta"), per una descrizione di una Natura che è reale e in cui vige la possibilità dell'interazione non-locale a distanza, quale quella dei campi E e B che avviene senza fotoni messaggeri a velocità finita.

Anzi lo stesso fotone con il suo dipolo elettrico complessivamente neutro è in ogni istante origine dei campi E e B della radiazione elettromagnetica ad esso associata (e da esso al contempo comportata fisicamente scopriamo col Modec), campi che si spostano rigidamente ad essi nello spazio e rigidamente alle cariche dipolari (puntiformi almeno in prima approssimazione) in stretta correlazione con le velocità di tali componenti cariche del fotone!

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

Non si tratta di osservare, ma di spiegare ciò che appunto si osserva. Spiegare perché il fotone trasporta energia, quella, e quella quantità di moto. Perché trasporta campi E e B con certe caratteristiche. Ecc.

Il Modec spiega tutto questo.

Le teorie odierne non lo facevano, si limitavano a postulare queste caratteristiche osservate del fotone, "è così punto", "non lo capiamo ma è così".

La non accettazione di questo approccio teorico, limitato ad assiomatizzare l'osservato, conduce a voler individuare una teoria più fondamentale, più primaria, in questo caso legata alla ricerca della struttura del fotone, da cui tutte quelle proprietà scaturiscano. Questo fa il Modello doppio elicoidale del fotone.

Strano che degli atomi si volle indagare la struttura, del fotone no!

Ma proprio il non porsi queste domande sulla struttura del fotone esplicativa delle sue proprietà ha impantanato la Fisica per decenni e decenni facendole percorrere fallaci teorie disperate e tra loro spesso in contraddizione su aspetti basilari!

 

 

 

-) Il Modec: si tratta di un modello fisico-matematico descrittivo della struttura del fotone in grado di ridare e quindi prevedere tutte le sue caratteristiche a partire dalle più basilari leggi della dinamica, elettricità e magnetismo.

Inoltre si aggiunge a questo la importante scoperta di un bug fisico-matematico nella interpretazione del significato fisico delle Equazioni di Maxwell delle onde elettromagnetiche, che, se si fosse compreso già circa 150 anni fa, quando Maxwell presentò quelle sue equazioni proprio alla Royal Society di Londra, avrebbe permesso di capire come le stesse equazioni di Maxwell permettevano di prevedere l'esistenza del fotone, che poi sarà scoperto decenni dopo agli inizi del '900; un fotone proprio con quelle stesse caratteristiche strutturali previste nel modello fisico-matematico che io ho messo in evidenza.

Le conseguenze di questo approccio permettono e costringono ad una rilettura critica del pensiero teorico della Fisica moderna, (che, condizionata pesantemente da quel sfuggito bug, ha del tutto trascurato la ricerca in merito ad una struttura interna del fotone), indicando la strada corretta per la risoluzione di innumerevoli paradossi cui inevitabilmente oggi son incorse le teorie fisiche a causa di quel non visto bug che ha comportato una notevole propagazione dell'errore.

Difficile che queste scoperte possano essere considerate dagli arroccati nella difesa delle teorie attuali, "specialisti", che vi hanno fondato sopra la loro carriera, su teorie moderne che hanno il grosso difetto di portarsi dentro alla base quel bug, e che psicologicamente difficilmente ora metterebbero in discussione!

Doveroso darne comunicazione ora di queste scoperte a quella stessa Royal Society londinese: http://fiatlux.altervista.org/letters-about-maxwell-s-error-and-the-double-helicoidal-model-of-the-photon.html

 

 

-) Nel modello del fotone doppio elicoidale ho posto in prima approssimazione le due componenti, i due semi fotoni, quello a carica positiva e quello a carica negativa, come puntiformi, ma è chiaro che il secondo passo deve comportare l’approfondimento proprio di quelle due semi-particelle del fotone dalle quali dipende la formazione del positrone e dell' elettrone!

L' elettrone e il positrone, le due particelle basilari, hanno in sé i “semi”, i due elementi fondamentali costitutivi dell'Universo, questi "semi" sono indubbiamente la carica elettrica elementare negativa e la carica elettrica elementare positiva. Quei “semi” nel senso di enti basilari, ed è curioso che la medesima parola, nel senso invece di metà, compaia nell’ indicare, come ho scelto, le due parti simmetriche e di carica opposta del fotone chiamate semi-particelle della particella composta che è  il fotone, ciascuna delle quali ha proprio quei “semi” basilari dell’ Universo, rispettivamente la carica elettrica elementare negativa e la carica elettrica elementare positiva.

Nella formazione di elettrone e positrone gioca un ruolo chiave e da comprendere meglio proprio la polarizzazione del "vuoto", e per indicare ciò che lo occupa mi piace utilizzare il vecchio termine di etere.

Il bello del Modec è che semplifica ancora di più le cose mostrando come il fotone, anch' esso, null' altro sia che costituito dai due “semi” fondamentali.

Mentre positrone ed elettrone si hanno quando le due cariche elettriche polarizzano l' etere, viceversa il fotone si forma quando le due cariche non vedono l' etere, cioè quando esse si muovono in maniera tale, (grazie alle leggi di natura fa capire il Modec), da non permettere all' etere di polarizzarsi, di fare in tempo a farlo! Quindi, sebbene il Modec mostra che l' etere esistere, il fotone è quella condizione dinamica nella quale le cariche elettriche elementari di un dipolo elettrico riescono a non vederlo, a comportarsi quasi come se non esistesse, anche se poi di fatto questa condizione di esistenza del fotone vede sempre l'etere con le sue proprietà essere colui che implica l' esistenza di un tale fotone libero di sfrecciare via come nella sua natura, nella sua essenza più profonda!

In merito alla natura delle interazioni elettrica, magnetica e gravitazionale, al momento, tenendo conto proprio del Modec, esse appaiono come interazioni a distanza istantanee, cioè a velocità infinita, (in prima approssimazione almeno, a meno di non considerare delle velocità sempre finite ma molto molto superiori alla velocità della luce per la loro propagazione), un approccio che non permetterebbe, con la sottesa non-località dell’interazione, di utilizzare un modello fluidodinamico dell' etere per spiegarle, poiché un tale modello implicherebbe sempre una propagazione a velocità non infinita dell' interazione. L' approccio fluidodinamico, che era caro anche a Cartesio per tentare di spiegare la gravità, è stato anche ripreso e sviluppato dallo stesso Maxwell per arrivare alle sue equazioni, ma fu proprio l' insistere su un tale modello oltre misura che, immagino, lo portò a fare quello che ho chiamato l' Errore di Maxwell.

Per lo sviluppo poi di un modello per l' etere polarizzabile elettricamente,

etere che considero esistere ed essere nel suo complesso fisso. (per definizione inevitabile e di buon senso). tanto che un sistema di riferimento ad esso solidale è il sistema di riferimento inerziale fondamentale rispetto al quale la velocità della luce ha il valore di costante che le è attribuito,

e che considero inoltre formato di cariche elettriche positive e negative in ugual numero, pertanto nel complesso l' etere è neutro,

importante è premettere che le sue proprietà sono condensate già all' interno dei valori delle costanti fondamentali e in particolare della Costante di Planck, come il Modec fa ben comprendere.

Il segreto fisico vero del fotone è che realizza in quella sua conformazione e dinamica la configurazione che annulla il valore della mutua Forza di Lorentz fra le due cariche elettriche uguali ed opposte del dipolo strutturante il fotone.

Per la visione poi dell' elettrone e del positrone penso che si dovranno abbandonare quelle visioni cui ha indotto certa Teoria delle Stringhe, che penso si sia ormai dimostrata una bella teoria matematica ma non in grado di dare un approccio utile per capire di più la Natura.

 Lo stesso Einstein diceva "la cosa più incomprensibile del mondo e che sia comprensibile", peccato che non abbiano applicato in fisica sino ad oggi lo stesso concetto al fotone, parte importantissima del nostro mondo, credendolo incomprensibile, ci si sarebbe resi conto che ha una precisa struttura molto elegante ed implicata dalle leggi della natura, come il Modec ben disvela con la forza della matematica!

 

 

 

-) Non c' è alcuna granulosità dello spazio-tempo alla scala di Planck, alcuna sua quantizzazione, (nonostante alcune recenti ipotesi teoriche nell' ambito soprattutto di quel complesso di teorie che si raccolgono sotto il nome di "gravità quantistica"), come si comprende quando si scopre il legame profondo della quantizzazione in natura con la struttura del Fotone, che permette di svelare e capire il significato vero delle Unità di Planck, legate teoricamente e fisicamente al Modello Doppio Elicoidale del Fotone (Modec), che ne descrive la struttura del Fotone. La comprensione del significato delle Unità di Planck come quella del Fotone passa dalla scoperta dell' Errore di Maxwell sul significato fisico profondo della sua meravigliosa equazione delle radiazioni elettromagnetiche: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

 

 

-)  L’ EFFETTO DELBRUCK UNA PROVA DELLA MATERICITA’ DEI FOTONI 

L’ Effetto Delbruck indica il fenomeno di mutuo scattering che i fotoni ad altissima frequenza (raggi gamma duri) fanno proprio come le comuni particelle materiali brachioniche. Ad altissima frequenza i fotoni si scontrano come se fossero particelle materiali, rimbalzando con uno scattering caratteristico dei corpi massivi. In realtà questo fenomeno che tanto meraviglia gli attuali fisici non meraviglia certo chi comprende con il MODEC la natura del fotone. Così agli occhi delle visioni della Fisica Moderna appare come se ad altissime frequenze i fotoni perdessero la proprietà di sovrapposizione che mostrano a frequenze minori. Questo in realtà accade perché a frequenze maggiori i fotoni son più individuali, han sezioni trasversali più piccole, son più indipendenti gli uni dagli altri, e meglio manifestano pertanto la loro natura e le loro proprietà materiche descritte dal MODEC del Fotone, il modello teorico che tratta appunto teoricamente il fotone come se fosse in uno spazio isolato, non influenzato da altri fotoni prossimi, cioè dalle cariche elettriche delle strutture dipolari che caratterizzano la struttura dei fotoni come il MODEC spiega e rivela.

Forse è proprio perché l’Effetto Delbruck pare contrastare con la visione avallata nella Fisica Moderna mainstream del fotone come ente immateriale privo di consistenza massiva, che questo effetto sperimentale molto interessante viene poco divulgato oggi ed è ai più poco noto. La visione del fotone come ente immateriale privo di consistenza massiva, affermata per fare tornare traballanti teorie fisiche odierne, si fonda sul perseguito errore di ritenere la sua massa a riposo, che è nulla, quale sua massa gravitazionale, e questo è assai scorretto poiché la sua massa gravitazione si identifica invece, come ovvio, con la sua massa inerziale, (basti considerare il ben noto “principio di equivalenza di Galileo” che afferma l’uguaglianza della massa gravitazionale e della massa inerziale di un corpo), e tale massa inerziale è la massa relativistica, che è non nulla per il fotone che ha energia non nulla! Non è un caso se Einstein includeva effettivamente i fotoni nel calcolo della materia totale dell’ universo, e data l’ equivalenza E=mc^2 ciò è più che ovvio.

Nota: l’ idea di tentare di rallentare i fotoni, in un sistema di riferimento i cui essi normalmente nel vuoto viaggiano a velocità di modulo c, è priva di senso. Un fotone rallentato nel vuoto sarebbe non più un fotone: come il Modec ben fa capire, è in quella sua dinamica a velocità c che sta l’essenza del fotone, rallentarlo implicherebbe osservare altro, non certo più un fotone!

Con esperimenti che considerano fotoni non nel vuoto ma nella materia si può avere l’idea di essere riusciti a frenare il fotone, a rallentarlo, ma è una falsità, quel rallentamento è frutto di un effetto complessivo sul lungo cammino che, oltre a tener conto dei momenti in cui il fotone transita, traslando a velocità c, nel vuoto tra una particella materiale e l’ altra della composizione atomica della materia (o della composizione particellare se si tratta di un plasma), tiene conto anche dei momenti di intervallo tra assorbimento e riemissione nei quali il fotone che potrerbbe apparire come fermatosi in realtà non esiste più e ancora come fotone.    

 

 

 

-) Il MODEC del Fotone una teoria “nata non so come”!

Fondamentale dunque attivare il proprio cervello e ragionare con la propria testa secondo matematica! I "fisici" non sono e non devono essere una casta, ma la comunità di umani ragionati e operanti secondo Scienza.

Nuove teorie rivoluzionarie come il MODEC del Fotone percorrono un percorso di “peer review” più universale, attraverso la diffusione delle nuove idee tra sempre più persone, tantissime che quotidianamente leggono ovunque in Italia e nel mondo della nuova teoria, la comprendono, la condividono, ci ragionano e coinvolgono altri nel ragionamento. Non può essere altrimenti di fronte alla sua valenza rivoluzionaria.

La Fisica Moderna, (come questo scritto rivela), è cascata amaramente in rovina nel momento in cui ha osato tentare di cambiare la Logica, la LOGICA, pur di dar ragione alla sua distorta visione delle cose, distorta a causa di questo semplicissimo banale e per questo gravissimo suo errore di fondo,

link: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

madornale errore fisico-matematico non visto, ma qui finalmente invece scoperto ed evidenziato all' attenzione di chi ancora usa la consueta logica per vivere e pensare, la LOGICA, che è una, non quella inventata alla bisogna per far tornare le proprie “distorte” interpretazioni!

La saggezza antica, che si era quasi ormai smarrita, avrebbe detto che una distorsione illogica nella visione teorica delle cose nasceva da un errore di fondo che andava individuato; negli ultimi decenni, negli ultimi 150 anni circa, in Fisica Moderna la saccenza era giunta però a livelli tali da non presupporre neppure un errore teorico da cercare per spiegare le distorsioni teoriche cui si era giunti e così correggerle, ma si son assunte quelle "distorsioni" come elementi essi stessi di natura, di una natura dalla logica affermata come mutante a scale dimensionali differenti ... pensar che si sia operato secondo questo filo di pensiero così contorto fa ora più che mai accapponare la pelle!

Ma anche quando si osserva che, prima ancora della guida della logica, deve essere l’ esperimento ad indicar la strada, a sostegno della teoria del MODEC del Fotone si deve evidenziare che l' esperimento a supporto del MODEC c' è, ed è stato già persino sviluppato in passato senza accorgersene, l' ESPERIMENTO CRUCIALE, ed eccolo qui evidenziato e letto nella corretta ed unica maniera possibile una volta esposto il grave "peccato originale della Fisica moderna", link: http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html

Un esperimento che sancisce la nullità di buona parte della visione del mondo in cui con atto di fede tanti, anche operanti nel ramo della ricerca in fisica, hanno creduto sino ad oggi! Per chi legge oggi con spirito di curiosità, secondo logica-matematica e con senso fisico, quell’ esperimento significa, significa tanto, TANTISSIMO! Una verità che chi è arroccato nella visione distorta talvolta non può psicologicamente accettare.

Dibattiti questi in cui occorre essere serenissimi, anche perché "in questioni di scienza, l'autorità di mille non vale l' umile ragionare di un singolo” (Galileo Galilei).

Una studiosa di fisica fideisticamente incentrata sui dettami della Fisica Quantistica più contemporanea ebbe a scrivere in merito al MODEC, rivolgendomi a me in un confronto, "è una tua fantasia, nata non so come"; ecco proprio quell’ interrogativo, “non so come”, indica la strada: come può esser nata infatti una tale teoria con tanta dirompente sconquassante capacità di fare vedere le cose nella loro piena logica e semplicità, (ad oggi celate-distorte, complessate all' inverosimile), se non inspirata dalla Natura stessa scritta secondo leggi matematiche logiche e semplici come tanti filosofi del passato, a partire da Pitagora, avevano intuito esser la realtà connotata?!

 

 

 

-) IL MODEC UNA NUOVA RIVOLUZIONE COPERNICANA NELLA SCIENZA? NO, DI PIU’!

Fermo restando che sia ovviamente concepibile e anche giustificato chiedere ad ogni teoria quali siano i suoi assiomi di fondo, una tale richiesta all' interno di un approccio critico a quanto proposto dal Modec evidenzia innanzitutto una non comprensione immediata, da parte dell’ interlocutore, di quale sia la sua grande portata in termini teorici.

Evidenzia l' idea che alle teorie fisiche attuali con le loro evidenti e ben note falle e incapacità descrittive della realtà, con le imbarazzanti contraddizioni poi tra di loro, si debba rispondere proponendo una ulteriore teoria, ovviamente con assiomi (perché come giusto ogni teoria deve avere un' impostazione di tipo assiomatico deduttivo), in grado con quegli assiomi magari opportunamente allargati di inglobare all'interno le precedenti teorie mainstream, nella piena fede della loro piena validità, (e fondatezza da non mettere assolutamente in discussione!), sebbene in ambiti ristretti.

Un tale atteggiamento evidenzia la non comprensione della natura copernicana della rivoluzione comportata dal Modec. È infatti essa, prima ancora che una nuova teoria o inizio di una nuova teoria fisica, la scoperta di un errore teorico fisico e matematico al contempo nella descrizione della realtà che affligge con tutte le sue conseguenze di propagazione dell' errore in termini teorici le teorie mainstream della Fisica Moderna. E la sua scoperta presuppone ovviamente, e non può essere altrimenti, un approfondito studio e comprensione a monte della Fisica Moderna.

Il Modec innanzitutto rivela un errore profondo nelle teorie mainstream della Fisica Moderna!

La divulgazione della Teoria Copernicana mostrò che le complessità che evidenziava la descrizione dei moti dei corpi celesti derivavano dall’ immaginare, dal postulare la terra, da cui venivano osservati, come fissa; tale nuova teoria permise di comprendere come la complessità elevatissima di quelle descrizioni derivata da una cattiva idea di fondo, ovvero che la Terra fosse ferma quale luogo privilegiato all'interno del cosmo e che al contrario tutti i pianeti si muovessero e la volta celeste ruotasse rigida intorno ad essa.
Copernico propose invece di studiare e descrivere i medesimi moti celesti ponendo in posizione privilegiata il Sole (sistema eliocentrico) rispetto alla Terra (sistema geocentrico).
Da un punto di vista antropocentrico è comprensibile che si sia partiti da una concezione geocentrica del cosmo, dato che dalla terra l’ uomo compiva le sue prime osservazioni astronomiche, ma già nel pensiero greco antico, (con la scuola pitagorica e poi non solo), ci si avviò nel verso della comprensione della maggiore validità descrittiva di una impostazione eliocentrica. Dal II secolo d. C. in poi, con Tolomeo, si affermò però, fino a Copernico, nella cultura occidentale la concezione geocentrica del cosmo.

La rivoluzione eliocentrica copernicana a partire dal XVI sec. d. C., con la diffusione tramite soprattutto la divulgazione dei suoi scritti, delle idee di Copernico, (alla cui formazione culturale e scientifica grandemente contribuirono i suoi anni di studio in Italia), permise di evidenziare la grande e maggiore semplicità della Natura e dei moti dei corpi celesti rispetto a quanto le loro descrizioni, invece, nel sistema geocentrico (il precedente sistema tolemaico) implicavano.
Permettendo anche poi di estrapolare da quella semplicità le leggi di natura di fondo, quale la legge della Gravitazione universale da parte di Newton qualche tempo dopo, così come di meglio comprendere che le stelle non erano punti fissi sul una volta celeste rigida, e che esistono altri sistemi simile quello planetario solare, e dunque altri loro pianeti, come già intuì il copernicano Giordano Bruno nel XVI sec..

Ma rispetto al valore della rivoluzione copernicana occorre osservare come, sulla base della relatività del moto, precisata ed evidenziata dagli sviluppi di Galileo Galilei (vissuto tra XVI e XVII sec.), tanto le descrizioni tolemaiche dal punto di vista matematico, tanto quelle copernicane, del moto dei corpi celesti, erano in realtà equivalenti. Il merito dell' approccio copernicano fu però quello di permettete una evidenziazione di una gerarchia fisica tra i corpi celesti che si scoprì correlata alle loro differenti masse, e che permise poi a Newton l' estrapolazione e la scoperta dell' importantissima semplice legge della Gravitazione universale.

Ora nella storia della Scienza, attraverso questo confronto con la rivoluzione copernicana ,capiamo come la rivoluzione rappresenta dalla teoria del Modec sia persino più dirompente, poiché essa evidenzia un errore che non è lenibile sulla base di un relativismo di prospettiva, come nel caso della descrizione del moto dei corpi celesti assumendo un sistema di riferimento fissato nel centro della Terra (geocentrismo) o nel centro del Sole (eliocentrismo).
L' errore scoperto invece è molto forte e consiste nel fatto che la Fisica Moderna è stata costruita sull' idea, sull'assioma appunto, assioma rivelatosi errato, che la neutralità di carica elettrica evidenziata dal fotone fosse connessa ad una totale assenza di carica (di distribuzione di carica) al suo interno; la scoperta invece di quello che abbiamo definito il "grande peccato originale della Fisica Moderna" legato alla corretta lettura fisico-matematica delle Equazioni di Maxwell e delle derivate leggi di Maxwell della propagazione delle radiazioni elettromagnetiche, scoperta permessa dal Modec, mostra invece come il fotone abbia al suo interno una distribuzione di carica elettrica con cariche distribuite in punti non coincidenti nello spazio e nel tempo (distribuzione pur sempre a somma totale nulla in perfetta coerenza con la neutralità di carica mostrata macroscopicamente empiricamente dal fotone). Si tratta di un errore dunque di concezione fisica profondissimo e la sua scoperta ha permesso anche e permette ora di studiare le gravi conseguenze teoriche della propagazione di quell’ errore che ne son conseguite in questi ultimi circa 150 anni di pensiero teorico nella speculazione in Fisica.

Scoperto quell’ errore si è potuti tornare ad una migliore comprensione della Natura, rivelatasi di nuovo più semplice di quanto creduto, abbisognate cioè di minori e più basilari assiomi.

 

 

 

-) MODEC e Equazione di Schrödinger

Premettiamo, non lo si deve mai dimenticare la capacità del Modec di essere in grado di fornire un modello fisico-matematico di base per la descrizione di tutte le proprietà del fotone che si propaga nel vuoto, aspetto che non fa alcuna altra teoria precedente.
(Vedi in merito http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html e http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html
se questi link e i pdf in essi linkati si considerano e banalizzano a “chiacchiere”, o allora si ha della chiacchiera un' altissima considerazione, o non si hanno capacità di discernimento e di giudizio sul valore delle cose, e sull’ importanza dei fenomeni di natura e della logica-matematica, e ci sarebbe poco da lamentarsi in tal caso, un fatto di natura umano personale anche quello da accettare con saggezza).
Le teorie main-stream della Fisica Moderna prendono per assiomi indipendenti tutte quelle proprietà senza comprenderne invece la strettissima dipendenza tra loro, comprensione che il Modec consente.
Fatta questa premessa, se si comprende la portata rivoluzionaria del Modec, non sempre atto psicologico facile, nonostante la semplicità di fondo del Modec (che rispecchia la semplicità della Natura), a causa di freni psicologici a rendersi conto ed accettare che vi è un errore madornale di fondo nella propria visione sviluppata-inculcata della realtà, con tutte le conseguenze che l’errore comporta, si comprende già in maniera autonoma i rapporti dello stesso Modec con la MQ e suoi sviluppi nel tempo.
Si comprende come ad esempio il Modec non comporti un abbandono a priori dell’ Equazione di Schrödinger, ma anzi indirizzi la ricerca nel verso di una maggiore comprensione della medesima Equazione; non solo del valore di quell’ Equazione in termini di valida descrizione approssimativa della realtà, con la comprensione delle variabili nascoste nella MQ, che si scoprono così esistenti e che son anche quelle che descriverebbero precisamente la struttura del fotone, (e che insieme al concetto stesso di una struttura del fotone, gioco-forza, data la mancata scoperta in passato dell’ esistenza di una tale struttura, nella MQ son state ignorate), ma anche come la non conoscenza della struttura del fotone accanto alla voglia di servirsi comunque di quanto del fotone già noto per fare valutazioni e calcoli predittivi, (vedi il suo uso nel Modello atomico di Bohr), abbia ispirato la creazione dell’ Equazione di Schrödinger.
Una volta compresa la portata rivoluzionaria del mio pensiero, della teoria del Modec, della scoperta del “grande peccato originale della Fisica Moderna”, dei loro già tantissimi contributi, che vanno anche nel verso di una unificazione teorica scientifica e semplificazione, come sempre le grandi vere rivoluzioni in campo scientifico hanno permesso di fare, e non a caso le si considera grandi,
al contempo come per ogni grande passo nel campo del sapere naturalistico-matematico, non di meno è importante si riconosca la mia umiltà di fronte al parallelo storico che vide seguire alle intuizioni pitagoriche, rielaborate ed affermate con forza da Copernico, i contributi poi di altri uomini che si innestarono in quel profondo solco rivoluzionario tracciato, come i non meno grandi di Copernico, G. Bruno, Keplero, G. Galilei, Newton, e a seguire sino a Maxwell e oltre.

 

 

 

-) UN' ASSURDITA' ASSURDA NON AVER CERCATO LA STRUTTURA DEL FOTONE NELLA FISICA MODERNA

Mi chiedo: è giusto scientificamente parlando che la Fisica Moderna non abbia mai voluto indagare cercare e parlare di una struttura del fotone? Prendendo tutte le sue proprietà come assiomi nei fatti, senza mai cercare di derivarle da una sua struttura più fondamentale (come il Modec fa e mostra possibile); accettando il dualismo onda-particella come dogma, per una sorta di fantomatica doppia natura che invece il Modec ben spiega senza dogmi e mostra e fa comprendere con la struttura del fotone. E se al di là di tutto, fosse vero che il Fotone ha una struttura composta di due cariche elettriche a somma totale nulla ma non sovrapposte nel tempo e nello spazio, cosa accadrebbe alla Fisica odierna e ai suoi dogmi? Costruiremmo nuove toppe o procederemmo ad una sua rifondazione, forse entrambe? Ma quante false idee si dovrebbero abbandonare del tutto???

Esatto, la risposta corretta è ahinoi proprio questa: "la Fisica Moderna ha considerato il fotone come puntiforme e come non dotato di una struttura costitutiva"!
Questo scivolone ovviamente ora comprendiamo è stato anche una conseguenza del non visto "grande peccato originale della Fisica Moderna", ma anche la stessa minima intelligenza umana doveva portare ad affermare che una struttura invece nel fotone doveva esistere, questo al fine di spiegare le tante caratteristiche del fotone; il fotone che, se non si è troppo mentalmente inquinati dai dogmi della Fisica Moderna, si comprende dover essere alla base della genesi dei campi elettrici e magnetici della radiazione elettromagnetica cui sempre il fotone è associato e associabile, invece assolutamente questa sua proprietà viene del tutto ignorata anzi negata sulla base della negazione di una distribuzione di carica a somma neutra in esso, sempre conseguenze di quel solito "peccato originale".
Nel fotone poi la comparsa della Costante di Planck tanto nella sua famosa equazione E=hv quanto nel modulo del suo spin h/(2π), doveva portare a cercare la struttura del fotone che spiegasse questo, invece nulla! E anche il fatto stesso della presenza di uno spin del fotone destrogiro o levogiro, non doveva portare già ad immaginare una sua struttura con caratteristiche complessivamente elicoidali e quindi correlabili alla sua frequenza, ovvio che sì, invece assurdamente è stato no! E poi non era naturale cercare quella sua struttura che permetteva di spiegare il perché della relazione lineare E=hv tra la sua energia e la sua frequenza, che è la frequenza stessa della radiazione elettromagnetica a lui associata?
E per capire davvero h, la Costante di Planck, la cui comprensione è alla base di una profonda comprensione di tutta la Meccanica Quantistica che su tale costante è costruita, non era quindi necessario domandarsi il perché essa compare proprio nel fotone in maniera così predominante, partire dall'analisi della struttura del fotone che è il sistema-ente primo, storicamente parlando, nel quale la Costante di Planck viene scoperta?
Tutto questo ha fatto e compreso e spiegato invece il Modec, che ovviamente ha supposto invece per certa l'esistenza di una struttura del fotone e l'ha cercata e l'ha trovata. Questo ha permesso di capire davvero il significato fisico della Costante di Planck che è legata alle proprietà del "vuoto" rivelatosi non vuoto, come già la fisica ottocentesca aveva capito in merito ad esso, e come anche hanno dovuto ammettere gli studi della Fisica Moderna nonostante la negazione di questa verità nella Relatività einsteiniana; e quindi il Modec ha permesso di comprendere davvero il significato vero della Costante di Struttura Fine legata ad h, e ha permesso di capire perché la Carica di Planck, (che è legata nella sua formula alla Costante di Planck e non alla Carica elementare), sia così meravigliosamente vicina in termini di ordine di grandezza alla Carica elementare, la Fisica Moderna su questa vicinanza straordinaria, assurdamente, non si era mai adeguatamente interrogata, se l'avesse fatto con giudizio avrebbe capito che le cariche elementari sono presenti all'interno della struttura del fotone, che il fotone è si complessivamente neutro ma ha una distribuzione di carica a somma nulla, e di fatto anche gli stessi fenomeni di generazione di materia e antimateria cariche a partire da fotoni dovevano illuminare in tal senso! Ma nulla!

Con un evidente paradosso di fisica e logica, che ho formulato, ho mostrato la vuotezza dell' ipotesi assiomatica del fotone come mediatore dell' interazione elettromagnetica, come si ritiene invece erroneamente nella QFT (Quantum Field Theory, la teoria quantistica dei campi),

[vedi link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-del-buco-nero-e-dell-interazione-elettrica-mediata-dai-fotoni-.html],

e, anche su questa questione, il Modec rivela come il fotone non sia assolutamente il mediatore dell' interazione elettromagnetica, ma è invece egli stesso costruito dalle leggi dell' elettromagnetismo.
Tutto questo ha fatto il Modec, e tutto questo è stato rafforzato e corroborato nella sua validità dalla scoperta del "grave peccato originale della Fisica Moderna". Su questi nuovi pilastri si fonda pertanto la mia opera definita non a caso "Critica della Fisica pura",
e se si individua, come in essa è stato evidenziato, un errore compiuto 150 anni fa, circa, nel pensiero teorico in Fisica di questo occorre tener conto quando si cerca di utilizzare le teorie fisiche successive, che sono affette da quell'errore e dai suoi effetti molteplici di propagazione a catena, nella valutazione del Modec stesso!
La "Critica della Fisica pura" segna pertanto lo spartiacque tra la "vecchia Fisica Moderna" in cui coloro che dovevano fare ricerca Fisica sono stati storicamente e antropologicamente imbrigliati (e per diversi di essi ragionamenti, coerenze e prove non servono, son nulla se si osa mettere in discussione le concezioni della Fisica Moderna da loro credute come in una sorta di fede incrollabile e da difendere da ogni attacco, eresia), e il ritorno ad una Fisica di nuovo Naturalistica che riscopre, non solo la tanto osannata eleganza, ma anche, la semplicità e l' unicità della Natura, sconfessando quelle degenerazioni di tipo quasi spiritistico cui i dogmi di una non ben compresa nei suoi errori di fondo Fisica Moderna avevano condotto!
Un' assurdità veramente assurda pertanto l' aver affermato nella Fisica Moderna l'assenza di una struttura nel Fotone!

 

 

 

-) [Nota del 16 giungo 2016] Si riscontrano alcuni studi teorici sviluppati nel mondo in contemporanea e soprattutto con maggior densità negli anni successivi alla divulgazione della mia teoria del Modello doppio elicoidale (che ebbe ampia diffusione tramite internet a partire dal 2008 con il primo blog in inglese che dedicai all'argomento), con in essi da un lato evidenti somiglianze di approccio, con la comparsa comune di riferimenti a moti elicoidali e inevitabilmente di medesime velocità tangenziali lungo tali traiettorie elicoidali (tangenziali dunque ad esse).

Psicologicamente si evidenzia in questa tipologia di speculazioni teoriche un bisogno umano di andare al di là delle assurdità della Fisica quantistica mainstream indagando con leggi di approccio classico le strutture microscopiche della materia.

Probabilmente in questi studi vi sono anche le influenze della recente fallimentare Teoria delle Stringhe, a volte ad esempio in essi si cerchi di spiegare la carica elettrica attraverso proprietà topologiche. Evidenziano però spesso una certa farraginosità con la necessità di troppe ipotesi.

Tutto questo è ancora sempre una conseguenza di una errata concezione della struttura del fotone a causa della mancata conoscenza della scoperta di quello che ho battezzato il "grande peccato originale della Fisica Moderna", che ho personalmente scoperto e divulgato dal 2014.

Per cui qui si arriva in essi, ad esempio, ad utilizzare il fotone, considerandolo come se fosse una particella ente fondamentale, per costruire l' elettrone e addirittura la sua carica elettrica, quando invece l' approccio più corretto si scopre essere il contrario, ovvero le cariche elettriche positive e negative sono già presenti all'interno della struttura del fotone.

Proprio quel problema teorico della Fisica Moderna ha portato a degli approcci, (grossomodo coevi al Modec e che io ho scoperto dopo la sua formulazione indipendente), miranti a indagini di una struttura del fotone come particella puntiforme senza carica, ma nei quali si evidenziava come il fotone dovesse avere una traiettoria elicoidale per poter tener conto e tentare di spiegare le sue molteplici proprietà nel vuoto, ma anche questo a sua volta generava lì parecchi problemi in quanto servivano ipotesi ulteriori per poter spiegare un tale moto senza una evidente forza centrale, che invece il Modello doppio elicoidale con la forza colombiana attrattiva tra le due cariche opposte del dipolo fotonico ben risolve!

Allo stesso modo però, fino alla scoperta del "grande peccato originale della Fisica Moderna", anche lo stesso Modello doppio elicoidale dipolare del fotone, per quanto fortemente esplicativo di tutte le proprietà del fotone nel vuoto, poteva ancora sembrare speculazione teorica, la scoperta invece di quella pecca teorica fortissima nella Fisica Moderna ha confortato invece grandemente nell' approccio e nei risultati del Modec, e ha permesso grandissimi ulteriori risultati teorici nella comprensione dei problemi della Fisica Moderna e del loro superamento nel verso della semplificazione e unificazione.

Notiamo come anche grazie alle speculazioni sulle vorticità ottiche degli ultimi anni e i modelli elicoidali proposti per i fotoni, sempre più si sta diffondendo, proprio in questi anni, un' iconografia rappresentativa tridimensionale elicoidale, (non ancora doppio elicoidale!), dei fotoni, al posto della consueta iconografia a pacchetto bidimensionale sinusoidale,

vedi questa immagine ad esempio:

Three

Immagine dal link: http://vcq.quantum.at/fileadmin/News/quanten364.jpg

tratta da quest' articolo dell’ 11 marzo 2016 al link: http://vcq.quantum.at/research/research-groups/zeilinger-group/news/details/546.html

intitolato

Three "twisted" photons in three dimensions

(traducendo dall' inglese: tre fotoni “elicoidali” in tre dimensioni)

dello Zeilinger Group su sviluppi messi a punto da ricercatori dell’ “Institute of Quantum Optics and Quantum Information (IQOQI)”, della “University of Vienna”, e della “Universitat Autonoma de Barcelona”.

 

Il numero di danni fatti al pensiero (pensiero negato) di schiere di quelli che avrebbero dovuto essere fisici dalle furbate di Feynman (il cui sorriso beffardo in tutti i suoi ritratti la dice lunga a chi ha occhi per intendere), che fissò e affermò dialetticamente le "regole del gioco" pur di aver sempre vinto, è sempre più evidentemente e tragicamente sotto gli occhi di tanti.

"Zitto e calcola", e così senza pensiero nessuno si accorse ancora una volta del grande errore compiuto già decenni prima intorno alla metà dell' Ottocento.

“Se non riesci a spiegare una teoria di fisica con parole semplici vuol dire che non l'hai capita”
"Vi dirò che anche i miei studenti di fisica non capiscono queste cose. E non le capiscono perché non le capisco nemmeno io. Il fatto è che non le capisce nessuno"
Richard Feynman (1918-1988), fisico teorico, premio Nobel

Ogni mercante, osservo, è bravo a far di conto anche con l' abaco, e della natura delle merci vendute il più delle volte si disinteressa, ciò non vuol dire che in merito ai traffici che le coinvolgono le descrizioni fatte con quell' abaco non siano valide e utilissime.

 

 

 

-) Una possibile critica al Modec nel verso della sua falsificazione potrebbe essere che per la sua struttura dipolare i campi magnetici anche molto forti presenti nel cosmo finirebbero per smembrare tutti i fotoni se fatti in quel modo contro invece la grande stabilità che i fotoni  mostrano nell’ attraversamento di spazi siderali immensi e per periodi di tempo sconfinati nel cosmo.

Rispondiamo a questa obiezione con un esempio: considera una particella carica del vento solare che giunge sulla terra, essa spiraleggerà intorno alle linee di forza del campo magnetico terrestre venendone deviata fino solitamente ad impattare sulle molecole dell' atmosfera all' altezza dei poli grossomodo (contribuendo così a generare le magnifiche aurore boreali), dato l' andamento di quelle linee di forza rispetto ai poli magnetici terrestri non molto distanti dai poli magnetici terrestri. A seconda del segno della sua carica elettrica, per la Forza di Lorentz, quel moto spiraleggiante sarà in un senso o nell' altro di avvitamento. Il fotone ha due cariche opposte sul piano trasversale al suo moto traslatorio (nella descrizione datane dal Modec), ecco perché un campo magnetico tenderebbe a farlo deviare in due direzioni opposte tra loro, con il risultato di non perturbarlo significativamente e solitamente.

Inoltre si consideri che ogni atomo, in quanto sistema legato di cariche tenute insieme dalla forza di Coulomb (non elevatissima poiché bilanciata dalla forza centrifuga nel sistema di riferimento centrato sull' elettrone), non è molto dissimile dal fotone nella descrizione Modec. Dunque secondo quella obiezione critica pro-falsificazione del Modec, se ogni campo magnetico astronomico basterebbe per frantumare il fotone nella descrizione Modec, ergo qualsiasi viaggio di umani nello spazio sarebbe teoricamente e praticamente impossibile, così come di ogni agglomerato di materia formato da atomi e non da plasma, e quale che sia la loro temperatura! Ogni materia atomica verrebbe smembrata dai campi magnetici astronomici, e persino il moto di materia in pianeti, comete, asteroidi, come la conosciamo e vediamo invece, sarebbe impossibile nella forma atomica legata con cui pur quella materia si presenta a livello astronomico, come anche sulla Terra interessata anche questa da un suo campo magnetico proprio. Per non parlare del sogno di viaggi umani in astronavi a sempre più alte velocità nello spazio astronomico permeato di campi magnetici anche molto più forti del terrestre, se l’obiezione discussa fosse fisicamente fondata anche tali viaggi di materia in stato atomico e non di plasma sarebbero fortemente ostacolati!

 

 


-) LA RIAFFERMAZIONE DEL NATURALISMO MAGNO-GRECO CONTRO UNA FISICA DEGENERATA NELLO SPIRITISMO DEI MILLE PARADOSSI ACCETTATI COME FATTO DI NATURA E NON COME CONSEGUENZA DI IGNORANZA QUALI SONO

Dei professori ai loro alunni possono raccontare in qualche parte del mondo che “lo spin che il fotone manifesta e mostra sperimentalmente è si un momento angolare ma che pur ciò nonostante non va cercato nulla in esso che fisicamente ruoti, lo spin delle particelle è una proprietà intrinseca ma che non corrisponde a nulla di tutto ciò che sappiamo e crediamo in termini di senso fisico del momento angolare studiato in ambiti macroscopici”, ecco questo approccio didattico così impositivo dell’ assurdo è però inammissibile nei confronti di chi è vissuto, nato, all’ ombra dei Platani. Un’ immagine poetica questa per indicare chi si è formato culturalmente in ambiente magno-greco nel sud Italia, patria adottiva di Pitagora, e terra in cui era autoctono, come in Grecia, il bellissimo Platano della specie mediterranea Platanus orientalis sotto le cui chiome ampie e fresche nelle stagioni calde i filosofi, naturalisti, matematici, storici, geografi e medici greci antichi tenevano le loro lezioni, speculazioni e dissertazioni, tanto che “degno dei Platani” era detto in antichità, in ambito greco-romano, un discorso che oggi diremmo “degno delle cattedre”.       

 

 

 

-) PUÒ ESISTERE IL SINGOLO FOTONE IN NATURA?

Fu posta una volta la seguente domanda: “può esistere il singolo fotone in Natura?”, la mia risposta è si, e se nessuno lo perturba esso è in perfetto equilibrio da sé grazie alle leggi dell' elettromagnetismo più classico, la Forza di Coulomb e la Forza di Lorentz, (quest’ ultima, poi, vede proprio annullarsi il suo valore tra le cariche del dipolo fotonico proprio nella specialissima configurazione interna svelata dal Modello Doppio Elicoidale del Fotone e implicata pertanto dalle leggi di Natura!)

[Vedi link: http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html  e dentro il pdf: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf]

Inoltre è opportuno mettere in evidenza come il Modec spiega fisicamente l' intima relazione esistente tra fotone e campi elettrici e magnetici della radiazione elettromagnetica.

[Vedi in merito anche il link: http://fiatlux.altervista.org/il-valore-del-campo-elettrico-del-singolo-fotone-nel-suo-centro-di-massa.html]

Il fotone con il suo dipolo elettrico è in ogni punto in cui si trova sorgente dell' onda elettromagnetica a lui associata, (sorgente da non confondere con la fonte emettitrice dell' onda elettromagnetica inizialmente; l' emettitore genera i fotoni iniziali, o più in generale possiamo dire la perturbazione rappresentata dall' onda elettromagnetica, ma questa, in quanto costituita da campi elettrici e magnetici che si propagano, ha sempre come sorgenti le cariche elettriche del dipolo fotonico (e più in generale dei dipoli fotonici componenti, che in alcune circostanza quando possono essere considerati come indipendenti i singoli fotoni con buona approssimazione essi sono ben descrivibili singolarmente dal Modello doppio elicoidale, nelle altre circostanze buona è invece la descrizione complessiva d’ insieme e “liscia” che ne danno le equazioni delle onde di Maxwell).

Non meraviglia dunque certo che l' andamento del campo elettrico e magnetico generato dal singolo fotone lungo la traiettoria del suo centro di massa, e ben descritto dal Modec, abbia lo stesso andamento di un' onda elettromagnetica piana, e la stessa convergenza in termini di ordine di grandezza tra i campi elettrici e magnetici del singolo fotone misurati con il Modec e quelli prevedibili per il fotone utilizzando l’ approssimativa descrizione dell' onda elettromagnetica piana monocromatica data dalle equazioni di Maxwell!

Viceversa, nella concezione erronea dell' onda elettromagnetica sviluppata a causa dell' "errore di Maxwell", una volta generate le onde elettromagnetiche da parte di cariche emettitrici, come di fatto avviene, poi però si ritiene che i campi elettrici e magnetici dell' onda elettromagnetica si propaghino per mera autoinduzione (come di fatto appare) senza avere però istante per istante delle sorgenti cariche (che si muovono insieme con l' onda e cui sono strettamente legate le linee di forza dei campi elettrici e magnetici dell'onda elettromagnetica!).

Sulla base di questa seconda concezione sì giunge al seguente paradosso: se consideriamo il dualismo onda-particella e lo applichiamo come ritenuto in meccanica quantistica nella interpretazione di Copenaghen, ovvero secondo l' affermato e definito "principio di complementarità", secondo cui la luce si presenta esclusivamente in un fenomeno o come onda o come particella fotone, allora quando in un fenomeno essa si presenta come onda tale onda si immagina coincidere con l' onda elettromagnetica, e quindi in qualche modo sono così spiegati i campi elettrici e magnetici presenti, perché si può considerare tale "onda di probabilità", ovvero in fisica quantistica la sua funzione d'onda, coincidente con l'onda elettromagnetica alla Maxwell immaginata associata al singolo fotone;

ma viceversa quando in quel medesimo fenomeno la luce si presenta come particella, ovvero come fotoni, allora nulla permette fisicamente di associare, spiegandone l' origine fisica, campi elettrici e magnetici a questi fotoni, in quanto nella Fisica moderna teorica essi sono concepiti, per l'errore di Maxwell sempre, come totalmente privi di carica e non come distribuzioni di carica a somma nulla come il Modec invece consente di immaginarli e di descriverli.

Un altro aspetto della visione limitata e incompresa del fotone nella Fisica moderna, contrapposta alla visione del Modec che riporta fisicità, maggiore senso fisico dove esso era venuto teoricamente meno.

L’ immagine solita dell’ onda e.m. con il vettore del campo Elettrico E e il vettore dell’ induzione magnetica B che spuntano dal nulla mi creava da sempre la certezza dell’ esistenza di cariche presenti nel fotone; era questo per me quasi scontato, e sulla base di quell’idea guida, una mia idea primordiale, approdai nelle mie ricerche teoriche al sorprendente Modello doppio elicoidale che tutto spiegava., e potei lì scrivere “C.V.D. Come Volevasi Dimostrare” !!!

Del resto lo stesso Maxwell se si fosse accorto del suo errore e se avesse tenuto nel giusto conto la Legge di Coulomb, che lui utilizza e include nelle sue equazioni soprattutto nella collegata forma del Teorema di Gauss del flusso, la quale ben fa capire come il campo elettrico sia necessariamente generato ed emergente da cariche elettriche, allorquando le sue equazioni delle onde e.m., ottenute con l’ approssimazione continua, gli diedero la presenza di campi elettrici, e quindi di vettori elettrici nel vuoto, apparentemente non emergenti da alcuna carica, beh già questo sarebbe dovuto bastare per fargli capire che in quei volumetti del vuoto nei quali le sue equazioni davano la presenza di vettori di campi elettrici questi vettori di campi elettrici emergevano necessariamente da almeno dei dipoli elettrici presenti all’ interno di quei volumetti e tali da dare appunto carica complessiva nulla, come lui aveva imposto per ottenere proprio quelle equazioni delle onde elettromagnetiche nel vuoto.

Solo ad una visione superficiale poteva apparire che in quei volumetti non vi fossero del tutto cariche elettriche, e sarebbe stata questa pur sempre una cosa anomala, dato quanto i campi elettrici avevano sempre mostrato sino ad allora: l’ emersione delle loro linee di forza sempre da cariche elettriche origine del campo! Ma tutto questo fu ignorato! E l’ errore interpretativo della fisica sottesa sotto la matematica fu compiuto così fino in fondo! 

Precisazione: quando qui parliamo di “campi elettrici emergenti da cariche elettriche” stiamo in generale indicando la proprietà di connessione delle linee di forza dei campi elettrici rispetto alle cariche elettriche di origine, cioè la loro proprietà di emergere sempre da cariche positive e/o di culminare in cariche negative; una proprietà che qui affermiamo come inviolabile per ogni vettore di campo elettrico, ovvero fondamentale per ogni vettore di campo elettrico non nullo l’ esistenza di una linea di forza cui esso appartiene la quale ha anche delle cariche di origine (e/o di culmine) in ogni momento legate a quella linea di forza, una proprietà questa emersa dagli studi elettrostatici, ma poi, a causa dei suoi errori interpretativi, non affermata, come era invece necessario fare, all’ atto dello studio delle onde e.m. emergenti dalle Eq di Maxwell!    

La cosiddetta “catastrofe ultravioletta”, ovvero la divergenza che si ottiene matematicamente ad alte frequenze usando le Equazioni di Maxwell per il calcolo dello spettro di emissione di Corpo Nero, che non coincide con la realtà sperimentale, che vede invece ad alte frequenze tale spettro tendere a zero, e invece la più buona previsione, usando le Eq. di Maxwell, dell’ andamento di tale spettro alle basse frequenze, è una conseguenza inevitabile dell’ inadeguatezza nelle condizioni di alta frequenza del modello matematico continuo adottato nelle Eq. di Maxwell insieme al ribabdito più volte “Errore” teorico interpretativo compiuto da Maxwell. In quelle condizioni di alta frequenza la granulosità della radiazione e.m. diventa non più trascurabile nella trattazione matematica (anche perché diminuiscono al crescere della frequenza le dimensioni trasversali dei fotoni descritti dal Modec, come se tendessero pertanto sempre più verso la mono-puntiformità al crescere della frequenza, sempre più dunque verso una natura particellare monopuntiforme, rispetto a quella di quasi particelle composte che li connota sempre comunque come il Modec rivela), e quindi diventa meno valida una descrizione continua, quella che le Eq. di Maxwell consentono.  Pertanto questa inadeguatezza non è assolutamente un limite intrinseco della Fisica classica come ad oggi fatto credere! La soluzione era già nella semplicità della Legge di Coulomb e della inscindibilità dell’origine di ogni campo elettrico dalle cariche elettriche, (o potremmo dire della connessione alle cariche elettriche irrinunciabile per ogni linea di forza associabile ad ogni vettore non nullo di campo elettrico), condizione questa intrinseca e implicita si può dire nella Legge di Coulomb stessa!!!

“Ogni campo elettrico deve avere sempre in ogni istante cariche elettriche da cui si dipartono le sue linee di forza!”, o anche, ancor più nel dettaglio, “ogni vettore di campo elettrico non nullo deve appartenere sempre ad una linea di forza avente sempre in ogni istante a sua volta cariche elettriche da cui si diparte e/o verso cui sprofonda”, questa la verità di fondo ignorata nella distorsione interpretativa delle Eq. delle onde e.m. fornite dalle Eq. di Maxwell!     

 

 

 

-) APPROFONDIMENTO (aggiunta del giugno 2016):

EVIDENZE SPERIMENTALI PER L’ ESISTENZA DI UN DIPOLO ELETTRICO ALL’ INTERNO DEL FOTONE

Per la Fisica teorica mainstream, affetta dal pluridecennale Errore di Maxwell, il fotone viene considerato come entità puntiforme neutra, come neutro nel suo complesso esso effettivamente appare sperimentalmente, ma anche lo considera, in coerenza della idea di puntiformità, come privo di distribuzione di carica nello spazio sebbene sempre a somma totale nulla.

Il Modec invece mostra la presenza di una distribuzione di carica a somma nulla a struttura del fotone, nella forma di un dipolo elementare. Dall’ idea mono-puntiforme della Fisica main-stream, il Modec fa passare invece ad una struttura almeno bi-puntiforme per il fotone, con puntiformità almeno in prima approssimazione per le sue due componenti spaziate tra loro, (tra loro a distanza finita non nulla). 

Un esperimento pubblicato nel 1989, acquista ora una certa importanza alla luce del Modec, il suo titolo era: “Searching for the electric dipole moment of the photon”, link: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0168583X89900621.

riportiamo qui il suo breve abstract:

 

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Abstract

A shift of the 67Zn Mössbauer resonance line was observed when a ZnO single crystalline absorber was rotated with respect to the direction of the gamma-quanta. The experimental results could be explained by assuming the existence of an electric dipole moment of the photon. Two other alternative explanations are considered: the difference of the quadrupole splitting between the source and the absorber and the “interference effect”.

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L’ aspetto sconcertante per l’ epoca era che tale esperimento tra le sue più facili spiegazioni ha quella di ipotizzare una struttura dipolare all’ interno del fotone, come nell’ abstract dell’ articolo si riporta, sebbene implicitamente e tra le righe nel momento in cui come spiegazione si scrive in inglese: “the experimental results could be explained by assuming the existence of an electric dipole moment of the photon”. 

Probabilmente anche per le ostilità ad accettare e perseguire un approfondimento in tal senso da parte della Fisica mainstream, che da un tale aspetto ne sarebbe fortemente compromessa alla radice, (facendo vacillare anche la consistenza, il merito e la fondatezza delle motivazioni di diversi importanti premi Nobel assegnati a riguardo, da qui le forti resistenze immaginabili), si propone anche una seconda interpretazione più facilmente “digeribile” senza scossoni dal pensiero mainstream, sempre riportata nell’ abstract come seconda possibile spiegazione di quanto osservato sperimentalmente.         

Quanti esperimenti già realizzati, a partire dalla stessa scoperta dell’esistenza del fotone (che oggi ci appare come una verifica sperimentale di quanto già si poteva prevedere sulla base della corretta lettura delle Eq. di Maxwell), e parziali intuizioni teoriche concordano e sostengono la Teoria del Modec! Meraviglioso!

Del resto se tale Teoria del Modec esiste, se esiste come il Modec svela un modello fisico-matematico così semplice elegante ed esplicativo di tutte le proprietà del fotone fondato sulle leggi e.m. di Natura, se è fondato come è fondato fisico-matematicamente il "grande peccato originale della Fisica Moderna", se in rispetto del principio del rasoio di Occam tale modello semplifica la realtà e per di più unifica ciò che prima sembrava separato, tutto questo successo anche sperimentale non meraviglia certo!

 

 

 

-)  LA " INSTABILE STABILITA’ " DEL MODELLO DOPPIO ELICOIDALE DEL FOTONE

 

Il fotone nel Modec è considerabile
dualmente
come struttura dinamica rototraslatoria in equilibrio dinamico secondo semplici leggi di dinamica e e.m. con traiettoria conseguente doppio elicoidale
o equivalentemente
come struttura instabile e.m. che autoirraggia continuamente se stessa dando la parvenza di una effettiva traiettoria doppio elicoidale poiché con conservazione di direzione e verso di traslazione complessiva per la conservazione della quantità di moto del suo centro di massa e conservando senso di rotazione per la conservazione del suo momento angolare (coincidente con il suo speciale spin)!

Per approfondimenti in merito vedi il paragrafo intitolato "NEL MODELLO DOPPIO-ELICOIDALE DEL FOTONE IL SEGRETO DELLA SUA STABILITÀ ELETTROMAGNETICA", al link: http://fiatlux.altervista.org/nel-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-il-segreto-della-sua-stabilit%C3%A0-elettromagnetica.html.

 

 

 

-) ONDE GRAVITAZIONALI ??

anche volendo supporre l’ esistenza delle ipotizzate teoricamente in Relatività Generale “onde gravitazionali” esse non si possono certo percepire con metodi interferometrici usanti la luce, questo perché esse sarebbero ondulazioni di un tessuto spazio-temporale che si deforma (ondulazioni viaggianti alla velocità della luce è ipotizzato), e la luce fenomeno elettromagnetico fa comunque parte di quello stesso tessuto spazio-temporale che segue e in cui esiste e viaggia!

Vedi per approfondimento il paragrafo intitolato “Il paradosso della rilevazione delle cosiddette "onde gravitazionali" per mezzo della luce di laser”, al link:  http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-della-rilevazione-delle-cosiddette-onde-gravitazionali-per-mezzo-della-luce-di-laser.html.

Di gravitazionale sulla terra e altrove nell' universo si possono invece percepire effetti gravitazionali quello si, e l' idea sostenibile tramite i suggerimenti del Modec è quella newtoniana di propagazione istantanea dell’ interazione gravitazionale a distanza: gli effetti gravitazionali si possono percepire nello stesso istante in punti diversi di osservazione e con diverse intensità al variare della distanza del punto osservativo considerato dalla medesima sorgente.

Vedi per approfondimento il sotto-paragrafo intitolato “Esiste una forza del tipo della forza Lorentz ma gravitazionale?”, al link: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html.

 

 

 

-) Considerazioni psicologiche

Il culto della persona nella veste del grande fisico infallibile nella visione mainstream odierna in molte menti purtroppo ha preso solo il posto della religione facendo del tutto dimenticare che la scienza della Phyisis è innanzitutto studio della Natura, e anche della matematica si può dure che della Natura è parte!

Nota sugli effimeri conflitti tra professioni nell' epoca della dannosità del perseguimento di iperspecializzazioni a scapito delle visioni di insieme importantissime sulla realtà: alcuni tecnici formatisi esclusivamente in Fisica tendono talvolta a screditare la formazione scientifica universitaria data da ingegneria, anche perché psicologicamente vivono la rabbia di vedere spesso degli ingegneri occupare posti superiori di comando nelle gerarchie dei laboratori di ricerca, e non solo, nulla di più erroneo, perché la formazione ingegneristica, con il suo approccio sia profondo che multidisciplinare, aiuta ad aprire la mente, a guardare i problemi da più punti di vista, semplificandoli e suddividendoli in problemi più elementari, più basilari e pertanto più semplici da affrontare e risolvere, fino a comprenderli più pienamente nella loro natura, trovando il bandolo della matassa che lì fa riscoprire semplicissimi quali sono, benché apparissero complessi a prima vista! Come quel bandolo della matassa nella Fisica moderna che il Modec con la scoperta dell' "Errore di Maxwell" ha permesso di scovare! 

Ma anche lo stesso Einstein, con i suoi grandi contributi nella scoperta dei fotoni, e non solo, proveniva da una formazione ingegneristica.  

 

 

 

-) TEORIA FISICA: IL PRIMATO DELLE IDEE AL FIANCO DELL' OSSERVAZIONE
Una teoria scientifica è prima di ogni cosa, prima di ogni sua formulazione, prima ancora di ogni suo abito matematico, fondata su un' idea o su un gruppo di idee! E anche solo quelle idee, già da sole e in sintesi, racchiudono tutta la teoria, che ciascuno da quelle idee medesime secondo logica può sviluppare nella sua identica o comunque simile formulazione matematica e nei correlati sviluppi. L' empirismo non è soltanto fondamentale per verificarne gli sviluppi con l' esperimento (o gli esperimenti) o più in generale con l' osservazione, ma anche spesso per ispirare e vagliare le corrette idee di partenza sulle quali costruire una teoria della realtà!

 

 

 

-) L’ ENERGIA DI PUNTO ZERO IN FISICA QUANTISTICA RILETTA SULLA BASE DEL MODEC

In Fisica Quantistica, e in particolare poi nella Teoria Quantistica dei Campi, si sviluppa il concetto di “energia di punto zero”, o anche chiamata “energia del vuoto”, che si ottiene dalla previsione in essa dell’ esistenza di un livello basale non nullo di energia per ogni frequenza; come anche prevedibile sulla base del Principio di indeterminazione di Heisenberg, per ogni frequenza possibile v, questo livello ha valore energetico: E=(1/2)hv .

Non possiamo qui fare a meno di notare come tale valore coincida esattamente con l’ energia posseduta da ciascuna semi-particella componente del fotone secondo quanto descritto dal Modec.

Allo stesso modo non possiamo comunque non evidenziare come l’ idea oggi affermata in Fisica Quantistica secondo cui l’ “energia di punto zero” vada letta come “energia del vuoto” porti ad una previsione non confermata sperimentalmente.

La lettura del Principio di indeterminazione di Heisenberg nell’ interpretazione di Copenaghen immagina il vuoto permeato da un mare di fluttuazioni quantistiche che creano coppie di particelle e anti-particelle virtuali che si annichilano in un tempo inversamente proporzionale alla propria energia. Tale visione include il concetto nuovo, che potremmo definire blasfemo, della possibile violazione del principio della conservazione dell’ energia, affermato invece come caposaldo nella Fisica Classica. Nella visione della Teoria Quantistica dei Campi la natura potrebbe violare quel suo principio fornendo energia non nulla e finita dal nulla, purché per un periodo di tempo limitato! E dunque anche massa dal nulla data l’ equivalenza massa-energia, contro il principio classico invece che “nulla si crea e nulla si distrugge” nell’ Universo, (principio che viene rispettato solo dalla eventuale creazione dal nulla o distruzione nel nulla di cariche elettriche purché sempre la loro somma algebrica complessiva sia pari a zero).

Fermo restando che ritengo validissima l’ idea di un vuoto permeato di coppie di particelle di materia ed antimateria come modello di partenza per descrizioni di quell’ etere che riempie lo spazio e la cui esistenza, o meglio i cui effetti di esistenza, son evidenziati anche dal Modec, la visione strettamente sviluppata in Fisica Quantistica di un vuoto con fluttuazioni quantistiche casuali crea grossi problemi, innanzitutto il già prima accennato non rispetto del principio di conservazione dell’ energia, ma poi anche questo seguente paradosso che esponiamo qui di seguito.

Il contributo complessivo all' energia del vuoto risulta così in MQ diverso da zero e pari a E=(1/2)hv dove h è la Costante di Planck e v è la frequenza di un generico modo di vibrazione associabile alla lunghezza d' onda materiale (della funzione d’onda) delle particelle virtuali, ma integrando rispetto allo spazio tutti i contributi dati dalle fluttuazioni quantistiche a tutte le energie e lunghezze d' onda si ottiene una quantità di energia enorme per unità di volume, e poiché l' energia è equivalente alla massa, per la relazione E=mc^2 essa produrrebbe, come ben si ammette anche nella Fisica mainstream, senza possibili paraventi, un notevole effetto gravitazionale di cui non vi è assolutamente alcun riscontro sperimentale negli ordini di grandezza enormi che tale energia del vuoto comporterebbe!

Vi è dunque da qualche parte inevitabilmente, sulla base di questo paradosso, un errore teorico annidato nella MQ, o meglio nella sua interpretazione.

Ecco perché trovo invece interessantissima la lettura dei livelli basali di energia per ogni possibile frequenza, che sono alla radice del concetto di energia di punto zero, come una quantificazione dell’ energia posseduta semplicemente da ogni componente del fotone, come sopra evidenziato. Del resto in più occasioni ho correlato l’ esistenza in MQ dello stesso Principio di indeterminazione di Heisenberg  proprio all’ incertezza derivata dall’ aver ignorato la struttura del fotone, e di cui implicitamente si tenne conto, in termini di incertezza, attraverso tale principio inserito a monte nella costruzione della struttura matematica della stessa MQ!

Il principio di conservazione dell’ energia non può essere violato in nessun istante e per nessun intervallo finito di tempo, e questo saggio e pluriverificato principio della Fisica Classica, che certa lettura della MQ vorrebbe invece violabile a tempo e alla bisogna, possiamo così riaffermarlo nella sua pienezza di validità assoluta sempre!

 

 

 

-) Riportiamo qui la posizione critica di eminenti fisici moderni sulla Fisica Quantistica e i suoi approcci e limiti, nonostante si tratti proprio di fisici che hanno contribuito fondamentalmente al suo sviluppo

 

Riportiamo qui il giudizio conclusivo sulla teoria della doppia soluzione del fisico matematico francese Louis De Broglie (1892–1987): "Ritengo oggi che questa interpretazione, nel momento in cui sarà approfondita, ampliata e forse anche cambiata in alcuni punti, ci consentirà di capire meglio la vera natura della coesistenza di onde e particelle, riguardo al quale il formalismo della meccanica quantistica attuale non esprime altro che delle informazioni statistiche esatte, ma secondo me incomplete."

Ed ancora sempre De Broglie: "Fondamentale, quando si considera un fenomeno fisico, mi sembra allora essere il riuscire a descrivere la realtà fisica che esso rappresenta, nell’ambito dello spazio e del tempo e di cercare di capirla. Dopo, ma solamente dopo, si deve ricorrere al formalismo matematico, per puntualizzare la rappresentazione intuita. Secondo me, é un grave sbaglio il volere creare un formalismo matematico, senza prima aver creato un quadro chiaro e completo dei fenomeni da studiare." (Dal link: http://web.tiscali.it/lenadev/debroglie/).

Dal fisico e filosofo statunitense David Bohm (1917–1992) riportiamo questo passo: “Il problema principale è che la Meccanica Quantistica ci dà solo la probabilità del risultato di un esperimento. Né il decadimento di un nucleo atomico o il fatto che decada in un momento e non in un altro, può essere descritto appropriatamente nella teoria. Essa può solo permetterti di predire statisticamente i risultati di vari esperimenti. La fisica è cambiata dalla sua forma originale, quando cercava di spiegare le cose e darne una immagine fisica. Ora la matematica è ritenuta l’essenza. Si pensa che la verità siano le formule. Ora possono trovare un algoritmo col quale sperano di spiegare un’ampia gamma di risultati sperimentali, ma conterrà ancora delle lacune. Sperano di poter infine spiegare tutti i risultati ottenibili, ma è solo una speranza.”
(Dal link: http://www.altrogiornale.org/intervista-a-david-bohm-f-david-peat-e-john-briggs/).

Lo scienziato ed ingegnere statunitense Carver Andress Mead (nato nel 1934) scrive nel suo libro intitolato “Collective Electrodynamics” edito nel 2002: “E’ mia ferma convinzione che gli ultimi sette decenni del XX secolo saranno caratterizzati nella storia come i secoli bui della fisica teorica.”

Il fisico e matematico austriaco Erwin Schrödinger (1887–1961): “Non ritengo più questa [statistica] interpretazione come finalmente soddisfacente, anche se risulta utile nella pratica. A me sembra significare una rinuncia, troppo fondamentale in linea di principio, di ogni tentativo di comprendere il processo individuale.”

(Dal link: http://www.altrogiornale.org/stranezze-quantistiche-sostituite-dalla-fluidodinamica-classica/).

 

 

 

-) "LO SPAZIO È CIÒ CHE NON SI PUÒ MAI CONTRARRE, NE’ DILATARE E PIU’ IN GENERALE DEFORMARE !"


Considerato esistente un osservatore, un punto: lo spazio è il presupposto fondamentale, tanto concettuale quanto concreto, per l' esistenza di ogni distorsione.

Nota: è questa la mia risposta ad un amico che poneva il quesito filosofico: “cos’è lo spazio?”

Apprezzando l’ arguzia della risposta mi fece però notare che i relativisti generali avrebbero avuto da ridire, ma la mia risposta ironica fu questa: “il valore delle loro idee, su una questione così assoluta, è relativo!”.

 

 

 

-) Non esiste alcun processo in cui l' energia si trasforma in materia (massa) sparendo come energia o viceversa!

La famosa corretta equazione

E=mc^2

contiene infatti un uguale, ed in essa non compare il tempo, nel senso che vale in ogni istante.
Anche nella più terribile esplosione nucleare non c' è mai conversione totale di parte della massa in energia, con scomparsa della massa.
La assurda matematicamente infondata lettura di quella eguaglianza come segno di trasformazione possibile nei due versi tra E (energia) e m (massa), è una delle tantissime conseguenze di errore teorico derivato dall' errore in merito alla concezione della Luce. Anche quando si genera Luce, anche nel processo più estremo (più completo) della annichilazione detta di materia e antimateria (che è pur sempre "materia" anche quest' ultima), la Luce non è pura energia che si irradia, ma resta sempre anche istante per istante materia, dotata infatti di massa relativistica secondo l' equivalenza E=mc^2.
Comprendendo la struttura della Luce e comprendendo gli errori teorici che hanno portato a immaginare che essa non avesse una struttura materica, si comprendono i motivi di queste distorsioni interpretative non fondate sulla matematica, che portano addirittura a ignorare il significato vero semplice di una uguaglianza, nel tentativo di dare una parvenza di correttezza a sviluppi teorici che corretti non possono essere in quanto affetti da gravi errori fisico-matematici alla radice.

 

 

 

-) NELLA LOGICA C' È ANCHE LO ZERO, SENZA ALCUN PARADOSSO !
Ragioniamo:

Prendiamo la famosa frase "io sono bugiardo"
e analizziamo se è vera o se è falsa.

Supponiamo che sia vera.
Essa contiene in realtà due frasi, volendo, unite dall' operatore logico "et", (mi piace scomporla in tal senso al fine di ulteriori riflessioni filosofiche).

A: (B: io sono nel senso che io esisto)et(C: inoltre mi qualificò come bugiardo)

Se A è vera devono essere vere entrambi le sotto-frasi (proposizioni) costituenti, B e C.

Quindi B vera implica che ci deve essere un io reale innanzitutto. La frase è consistente, cioè suscettibile di essere out vera aut falsa, perché sulla base della nostra esperienza personale sappiamo che "io esisto" è vera per noi e non falsa in nome del cartesiano limpido "cogito ergo sum".

Sto proponendo di considerare il contenuto di verità di una proposizione come indicabile con un parametro con segno. Il segno più o meno corrisponde al valore di vero o falso, mentre il suo valore assoluto corrisponde a quella che chiamo consistenza della proposizione in termini di suscettibilità ad essere aut vera aut falsa. E tale valore assoluto può essere pari a zero 0 o ad uno 1, come qui di seguito meglio spiegherò.

Inoltre tale io che dice di essere bugiardo ci porta a interrogarci sulla verità di tale frase "mi presento a voi come essere bugiardo" (si premette, e indiscute, la certezza della sua esistenza che si dà qui per assodata), equivalente a C.

Il bugiardo può essere identificato con quell' operatore logico che ad ogni frase vera fa corrispondere la medesima frase ma cui e applicato l' operatore logico di negazione, e ad ogni frase falsa fa corrispondere la stessa frase falsa inalterata.

Ora se C è vera, quell' io è bugiardo, ma C è una frase che esce da lui e quindi è sempre falsa.
Vera allora sarebbe la negazione di C, che corrisponde a quell' io è sincero. Ma allora C non può essere vera, ma come potrebbe un io che è sincero dire una frase falsa, e così via ricorsivamente. Nella tradizione logica una simile frase viene considerata una frase senza senso, il problema logico che la ammanta è pertanto pertanto definito "aporia" termine greco che indicare un passaggio impraticabile, una strada senza uscita, l' incertezza della frase quindi, la sua difficoltà, quindi la sua intrinseca contraddizione.
Ma io ipotizzo che questo sia il caso di una frase che potremmo dire sia vera che falsa, contemporaneamente. Solitamente se una frase è vera (+1), non può essere anche falsa (-1). + e - son i valori di verità e falsità, 1 indica che è una frase consistente, cioè che se è vera non è falsa, e viceversa se è falsa non è vera, poiché +1≠-1.
Nel nostro caso invece della frase C che possiamo indicare come pari a "+a", essa risulta essere uguale anche a "-a";
+a=-a e pertanto ha il suo valore di consistenza "a" che è pari a zero: a=0.
si tratta dunque, definiamo qui, di frase inconsistente, dello zero logico!
Chi ha detto che nella logica non ci può essere lo zero come in algebra!?

L' operatore et opera come l' intersezione tra gli insiemi di verità, e pertanto se C è inconsistente, il che vuol dire che ha valore 0, corrispondente all' insieme vuoto, anche l' intera frase A avrà valore 0, sia che B sia vera (cioè +1), falsa (cioè -1), o inconsistente (cioè 0=+0=-0); C dunque è anch'essa una frase logicamente inconsistente.

Nell'analisi di una frase in termini di verità o falsità essa quindi andrebbe prima parametrizzata nella forma "a",
-) se risulterà per essa +a≠-a, poniamo per essa |a|=1 e la definiamo una frase consistente in termini di verità o falsità;
-) se risulterà per essa +a=-a, poniamo per essa |a|=0 e la definiamo una frase inconsistente in termini di verità o falsità.
Per lo 0 infatti numero unico in tal senso vale questa proprietà +0=-0.
 

 

 

-) COMMENTO ALLA LETTURA DI UNA SPECULAZIONE TEORICA CHE PROPONEVA LA QUANTIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO

Dove diverge il discorso dalla mia visione è nella parte finale dove ci si orienta verso la concezione di uno spazio e un tempo quantizzati, secondo le unità di Planck, mentre io mantengono l'idea più naturale di una loro continuità anche alla luce della mia comprensione del significato fisico profondo delle unità di Planck stesse permessa dal Modello doppio elicoidale del fotone (Modec) e dalla correlata scoperta dell' errore che ho battezzato il "Grande Peccato originale della Fisica Moderna".
 

 

 

-) "Ma dove vai se la STRUTTURA del FOTONE non ce l' hai!"
Un sito ricco di spunti e riflessioni nelle sue diverse pagine sui perché la Fisica moderna nel suo progresso è incappata in un vicolo cieco che sta frenando la vera comprensione della Natura; impasse dal quale si può uscire solo comprendendo la "struttura intima del Fotone"!
http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

Tetraedro regolare, la figura geometrica tridimensionale, insieme alla sfera, per me più affascinante. ESCAPE='HTML'

Tetraedro regolare - animazione 
E' la figura geometrica tridimensionale, insieme alla sfera, per me più affascinante!

 

 

-) COMMENTI AD ALCUNI CONCETTI NEI PARAGRAFI DI UNA SPECULAZIONE FILOSOFICA ONLINE

(anno 2017)

Vi sono, nell' articolo online che qui linko: http://www.mednat.org/new_scienza/infinito.htm delle buone intuizioni filosofiche. Interessante quella degli "io" come punti di vista su una realtà infinita, forse da parte della stessa realtà-unica. Con l' "io" la realtà guarda sé stessa!
 
Se dove si filosofeggia sulle "unioni duali", (link: http://www.mednat.org/yin_yang.htm), al concetto non posso non contribuire con i miei studi sulla struttura del fotone in cui si scopre come esso stesso sia costituito strutturalmente dalle due cariche elettriche elementari positiva e negativa, e quindi, per parallelismo filosofico, possiamo dire, suggestivamente, dai due principi di yin e yang, scoperti presenti e costitutivi (non annichiliti!) entro la luce stessa, (al di là della più consueta dicotomia filosofica tra luce e buio): 
http://fiatlux.altervista.org/suggestioni-antropologiche-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html,

alle riflessioni che nello scritto si riportano sulle speculazioni filosofiche che hanno esplorato i possibili legami tra lo zero e l' infinito non posso che contribuire ricordato un' importante e stimolante similitudine proprio tra lo zero e l' infinito in cui mi sono imbattuto negli studi, avventure del pensiero, che ho condotto al fine di svelare i misteri dei numeri primi che tanto mi affascinavano ed incuriosivano. Son così giunto anche a quella che personalmente ho battezzato "la Matrix universale dei numeri", che permette di avere per ogni numero naturale una sorta di sua completa "radiografia"; questa Matrix, con la maggiore guida al pensiero e più solido ancoraggio che il formalismo matematico consente, mostra come lo schema dello zero sia praticamente proprio quello che dovrebbe avere l' inarrivabile fattoriale di infinito! E se tale fattoriale di infinito è pertanto sfuggente, quasi inesistente se non concettualmente al limite, ciononostante esso si mostra con pienezza proprio in quella "radiografia" che lo 0 ha nella Matrix universale dei numeri!

Dentro questo link, aprendo il PDF a sua volta all'interno linkato, rimando alle pagine 54 e 55 in merito a questi entusiasmanti legami che ho scoperto tra lo zero e l' infinito cui qui ho accennato:link: http://lamatrixdeinumeriprimi.altervista.org/,

link al PDF: http://lamatrixdeinumeriprimi.altervista.org/wp-content/uploads/2016/11/LA-SCALA-DI-DIO-dei-NUMERI-PRIMI-di-Oreste-Caroppo.pdf  

 

 

 

-) In merito allo scienziato-ingegnere serbo Nikola Tesla (1856 –1943)

ESTRATTI DA UN ARTICOLO ONLINE dal titolo "L'influenza della filosofia Vedica nella comprensione della Free Energy da parte di Nikola Tesla", del maggio 2017, interessanti per certe convergenze concettuali con la filosofia che emerge dal MODEC del Fotone

E' un articolo con riferimenti al libro di O'Neal, John, J., Prodigal Genius, intitolato "The Life Of Nikola Tesla", Ives Washington, Inc., 1944.

Link articolo: http://fuoridimatrix.blogspot.it/2017/05/linfluenza-della-filosofia-vedica-nella.html?m=1

I Veda sono una collezione di scritture consistenti in inni, preghiere, miti, racconti storici, dissertazioni scientifiche e sulla natura della realtà di fondamentale importanza per la religione dell' Induismo. Tali scritti risalgono anche al XX sec. a.C. 

Il termine sanscrito vedico "veda" indica il "sapere", la "conoscenza", la "saggezza", e corrisponde all'avestico vaēdha, al greco antico οἷδα (anticamente ϝοἷδα, da leggere "voida"), al latino video. (da https://it.wikipedia.org/wiki/Veda)

Il linguaggio dei Veda è il Sanscrito, la cui origine non è completamente compresa. 

Sull’uso della terminologia e quindi di concetti già nei Veda da parte di Tesla, O'Neal include il seguente estratto, che qui ricopio, tratto pare da un articolo mai pubblicato chiamato “Le grandi conquiste dell’Uomo”:

"....nell’essere completamente sviluppato, l’uomo, si manifesta un desiderio misterioso, imperscrutabile e irresistibile: imitare la natura, creare, far funzionare lui stesso le meraviglie che percepisce...molto tempo fa l’uomo riconobbe che tutta la materia percettibile deriva da una sostanza primaria, senza densità oltre ogni concezione, la quale riempie tutto lo spazio, l’Akasha o etere luminifero, il quale è gestito dal Prana che offre la vita, o forza creativa, che porta all’esistenza, in cicli infiniti, tutte le cose e tutti i fenomeni.
La sostanza primaria, gettata in vortici infinitesimali di velocità prodigiosa, diventa materia grezza; quando la forza si placa, il movimento cessa e la materia scompare, tornando alla sostanza primaria."

Inoltre Tesla non accettò molti dei concetti sulla relatività e la teoria quantistica.

ESTRATTI DA UN ARTICOLO ONLINE dal titolo “116 anni fa scoprirono come avere energia gratis dall’atmosfera, ma il tutto fu occultato!” pubblicato l’11 giugno 2015 sul web al link: http://veritaglobale.altervista.org/116-anni-fa-scoprirono-come-avere-energia-gratis-dallatmosfera-ma-il-tutto-fu-occultato-video/.

“L’etere è portatore di luce e riempie ogni spazio, l’etere agisce come forza creativa che dà la vita. Viaggia in ‘turbini infinitesimi’ (‘micro eliche’) prossime alla velocità della luce, divenendo materia misurabile."

Questo virgolettato sopra riportato copiato dall’articolo linkato viene lì presentato come se fossero le parole di Nikola Tesla, e sono molto interessanti per le suggestioni che oggi possiamo ritrovarvi grazie al MODEC in termini della grande capacità intuitiva di Tesla già alla sua epoca.

Dal testo dello stesso articolo ricopio anche questo passo: “Ma cos’è l’etere di Tesla? Non era né etere ‘solido’ di Maxwell e Hertz, né quello gassoso di Lorentz. L’etere di Tesla consiste in “cariche immerse in un fluido isolante” che riempie ogni spazio. Le sue proprietà variarono a seconda del suo movimento relativo e dalla presenza di massa e di un ambiente elettrico o magnetico: l’etere di Tesla veniva irrigidito variando rapidamente forze elettrostatiche, e viene coinvolto così in effetti gravitazionali. (…) L’etere è normalmente neutrale elettricamente, e penetra ogni materia solida.”

 

 

 

-) INFLUENZE DI FILOSOFIE RELIGIOSE SULLA FISICA MODERNA E VICEVERSA 

Oggi si tende a dire che è straordinaria la convergenza che si è raggiunta tra i traguardi della Fisica moderna e le antiche concezioni filosofico-religiose orientali, e questa coincidenza viene presentata, in chiave quasi New Age, come un ulteriore sostegno ai ritenuti successi della Fisica moderna; pensiamo ad esempio a titoli di bestseller in merito come "Il Tao della Fisica", dove il Tao è un concetto delle dottrine orientali.
Lungi dal voler negare convergenze possibili, e pure auspicabili, tra filosofia, pensiero religioso e sviluppi della Fisica, ma è doveroso però qui osservare come invece potrebbe essere accaduto storicamente l' esatto contrario.

Non dobbiamo dimenticare che all' attuale assetto della Fisica moderna si giunge attraverso un confronto tra due opposte posizioni e l' affermarsi maggioritario, e poi divenuto il mainstream, della cosiddetta Interpretazione di Copenaghen della Fisica quantistica che abbandona la visione di una Natura interamente deterministica.
Importante pertanto ricordare l' ampia diffusione che negli ambienti culturali degli intellettuali europei, e pertanto anche tra i fisici e matematici ebbero nel corso dell' '800 le dottrine orientali, come in ambito filosofico europeo ben rappresenta in tal senso la figura di Arthur Schopenhauer. 
Può dunque esser accaduto esattamente il contrario, ovvero che siano state le dottrine orientali ad aver corroborato e influenzato quegli orientamenti filosofici che poi hanno indirizzato alcuni fisici nel verso di un interpretazione della Fisica quantistica quale quella di Copenaghen di fronte agli enigmi ancora aperti teoricamente ma elevati a sorte di dogmi indiscutibili.
Interpretazione quella di Copenaghen sempre rigettata da un altro fisico quale Einstein, che con la sua scoperta del fotone aveva posto le basi per lo sviluppo della stessa Fisica quantistica. Per questo dissidio di vedute Einstein continuò la sua attività di ricerca negli anni successivi indipendentemente, rispettatissino da tutti, eppur di fatto quasi isolato nei confronti del resto della comunità scientifica orientatasi a sposare acriticamente per la maggior parte l' Interpretazione dogmatica e spiritistica quasi di Copenaghen!

 

 

 

-) ESTRATTO INTERESSANTE dall' articolo " Alienazione della Fisica Moderna" del fisico Franco Selleri

link articolo: http://www.amomusicoterapia.com/2011/11/alienazione-della-fisica-moderna/

Copio/incollo:

A lungo andare le idee di base della fisica del secolo XX° saranno con ogni probabilità radicalmente modificate. Per quanto riguarda i fondamenti della meccanica quantistica questo era anche il parere di Dirac. Dopo una vita spesa a sviluppare il paradigma di Copenhagen egli giunse alla conclusione che: “Ci sono grandi difficoltà …. in connessione con la presente meccanica quantistica. E’ il meglio che si sia riusciti a fare finora. Ma non si deve supporre che sopravviverà indefinitamente nel futuro. E credo che sia molto probabile che un giorno si possa ottenere una meccanica migliorata in cui vi sia un ritorno al determinismo e che perciò giustifichi il punto di vista di Einstein”. (Virgolettato tratto da P.A.M. Dirac, “The Developmente of Quantum Mechanics”, in H. Hora and J.R. Shepansky (eds), DIRECTIONS IN PHYSICS, Wiley, Sydney (1976).)

 

 

 

-) La locuzione latina "Natura non facit saltus", tradotta letteralmente, significa la natura non fa salti, è stata usata dal filosofo Gottfried Leibniz, poiché egli negava l'esistenza degli atomi, cioè di quantità discrete indivisibili. In ogni caso la sua concezione di monade l' abbiam in un certo qual modo accennata e ripresa in questo studio sul MODEC del fotone in relazione alla carica elettrica entità tanto immaginata puntiforme in un punto presente quanto con campo esteso all' infinito e rigidamente solidale ad essa nel suo anche eventuale movimento, filosoficamente una concezione che ci riporta anche a certe speculazioni di Einstein sul campo come unica entità, estesa ma poi anche addensata maggiormente in alcune regioni identificabili con la materia, pur questo paragone con tutte le differenze della visione di Einstein, che elabora una concezione locale delle interazioni, contrariamente a quanto emerge dal MODEC de Fotone.

 

 

 

-) Deterministico = Dio credi ?

In ogni caso, introdurre il caso in fisica è stato tutto frutto di un piccolo errore dalle immense conseguenze come qui mostriamo e discutiamo: 
http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

 

 

 

-) LA FILOSOFIA DI ERACLITO: GLI OPPOSTI COMPLEMENTARI

Il filosofo greco presocratico Eraclito di Efeso (Efeso, 535 a.C. – Efeso, 475 a.C.) elaborò la dottrina dell' unità dei contrari
La legge segreta del mondo risiede nel rapporto di interdipendenza di coppie di concetti opposti che, in quanto tali, lottano fra di loro ma, nello stesso tempo, non possono fare a meno l' uno dell' altro, poiché vivono solo l' uno in virtù dell' altro, ciascuno dei due infatti può essere definito solo per opposizione, e niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto. 
(Come non vedervi la coppia di cariche elettriche elementari (+) e (-)). 
Tra i contrari si crea una sorta di lotta. In questa dualità, questa guerra fra i contrari (pòlemos in greco antico) in superficie, ma armonia in profondità, Eraclito vide quello che lui definiva il logos indiviso, ossia la legge universale della Natura. lI divenire della realtà è fondata su una logica degli opposti, infatti, tesi e antitesi sono una sintesi contraddittoria e permanente nella realtà che solo così può divenire, attraverso i suoi due coessenziali aspetti; e vi vediamo quindi le interessanti idee che riprenderà il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 1770 – Berlino, 1831) secondo cui la storia vede lo scontro dialettico continuo di tesi e antitesi verso il raggiungimento della sintesi.

Accenno qui come quest' idea degli opposti complementari è ricorrente nella filosofia, basti citare qui che la ritroviamo nell' esoterismo tra i cosiddetti "7 Principi Ermetici" in quello che è il cosiddetto "Principio della Polarità", riporto da questo link: Principio della polarità "Tutto è duale; tutto ha poli; ogni cosa ha la sua coppia d'opposti. Il simile e il dissimile sono uguali; gli opposti sono identici di natura, ma differenti di grado. Gli estremi si toccano, tutte le verità non sono che mezze verità, e tutti i paradossi posso essere conciliati".

Un noto personaggio italiano Pier Luigi Ighina (1908-2004), figura mista tra lo sciamano, l' alchimista e il ricercatore tecnico-scientifico indipendente, diceva ad esempio che "per ogni positivo esiste un negativo o altrimenti la materia scompare", (vedi link1 e link2). Un' idea che ha qui il suo interesse adesso alla luce della comprensione della struttura del fotone. 

In queste idee filosofiche, realtà (vedi le cariche elettriche negative e positive della fisica) e archetipo (vedi il simbolo dell' Yin-Yang nell' antropologia) si sposano profondamente insieme.

Un personaggio Ighina fortemente affascinato poi anche dalla figura della spirale e dalla traiettoria dell' elica sulla quale fondava la sua idea di una sorta di movimento dell' energia cosmica tra Terra e Sole, una spirale giungente dal Sole e una uscente dalla Terra a formare insieme una doppia elica; spirali che fortemente connotano l'arte arcaica umana. Idee che a mio avviso fanno emergere archetipi profondi, (ne discuto qui vedi questo link tra i commenti con rimandi ad altri miei link), ma che certamente, se ora consideriamo che i fotoni delle radiazioni elettromagnetiche scambiate tra Terra e Sole, ad esempio la luce, la radiazione elettromagnetica  visibile, che giunge dal Sole sulla Terra e le radiazioni infrarosse che emette la Terra nello spazio, hanno struttura doppio elicoidale come scopriamo con il Modec, non possono comunque non affascinare!

 

 

 

-) "TUTTO E' ELETTRICITA'!"

Si attribuisce all' ingegnere e fisico Nikola Testa (Smiljan in Croazia, 1856 – 1943) la frase "tutto è elettricità", il nostro modello del fotone mostra come anche il fotone fondato sula coppia di cariche elettriche elementari opposte complementari (+) e (-) sia effettivamente anch' esso fondato sull' elettricità. 

 

 

-) Il mio punto di vista in merito alla questione delle Unità di Planck: 

http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Prendetevi pure tutto il tempo necessario per approfondire.
Io, purtroppo o per fortuna, dopo questo studio che mi ha aperto la mente non posso più tornare indietro data la sua troppo alta coerenza e l' alta comprensione e legatura di tanti aspetti e risoluzione di tanti problemi aperti che ha permesso. 
Il resto/vecchio mi appare banale ormai e approssimato, e ne vedo ora tutti gli errori teorici.

Leggete anche gli altri paragrafi per capire meglio: 

http://fiatlux.altervista.org/index.html

Tutto è collegato nella mia ricerca teorica.
Pertanto se dal link sulle Unità di Planck già si coglie l' essenza del discorso bene, altrimenti per i più interessati avviso che al resto si può accedere dal menù.

È giusto il concetto dell' esistenza proprio di un errore nella Fisica da cercare per capire ciò che oggi è confuso.
Questo l' errore cardine nella Fisica odierna che ho trovato nella mia indagine: 

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

 

 

 

-) SUL MODEC DEL FOTONE

La massa che conta anche nell' interazione gravitazionale per il fotone è quella relativistica che per il fotone non è nulla!

Qui anche un altro PDF linkato: 

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Con la scoperta dell'errore che ho chiamato il Grande peccato originale della Fisica moderna o errore di Maxwell, e quindi con il Modello doppio elicoidale del Fotone cambia completamente la comprensione di tutto il concetto della quantizzazione in Meccanica Quantistica, si capisce come la quantizzazione derivi completamente da una semplice quantizzazione di base quella della Carica elettrica, si scopre come è essa che implica la struttura del Fotone, come quindi il Fotone sia una conseguenza della quantizzazione della Carica elettrica e così si comprende dove e come si può trovare quantizzazione di grandezze e che cosa questo significhi, e quali invece errori si compiono quando si crede semplicemente, per estensione di un concetto filosofico non compreso, quantizzabile qualsiasi grandezza a priori, addirittura vediamo negli sviluppi teorici della fisica più moderna persino lo spazio e il tempo creduti quantizzabili a struttura discreta, non è così!

(Per approfondire, link: http://fiatlux.altervista.org/il-concetto-di-quantizzazione-scaturito-dalla-scoperta-del-fotone-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale.html)

Speculazioni che derivano dal non aver capito cosa è un fotone. E mi paion pure anche irrispettose della stessa Relatività Ristretta.
Sono gli effetti disastrosi sulla fisica teorica che vengono anche dalle impostazioni complessive del Modello Standard costruito su un errore.

Il Modello doppio elicoidale del fotone riporta in auge l'idea di un sistema di riferimento fondamentale assoluto che è implicato dall'equazione delle onde elettromagnetiche di Maxwell e invita ad una rivisitazione della Relatività ristretta. A tal punto è interessante la modifica di tale teoria ad opera del fisico teorico il professor Selleri con la sua elaborazione della cosiddetta Relatività debole che conserva i successi della Relatività ristretta ma permette di asserire l'esistenza di uno stato di riferimento assoluto che si concilia teoricamente con quanto emerge dal Modello doppio elicoidale del Fotone.
Del resto anche la stessa elaborazione della Relatività ristretta come poi ancora più della Relatività generale ma anche gli sviluppi della stessa Meccanica quantistica sono inquinati dalla propagazione dell'errore di Maxwell non visto originariamente e sino praticamente ai nostri giorni.
Né discuto qui:
http://fiatlux.altervista.org/la-relatività-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Da più parti, anche in questo recentissimo articolo successivo ai miei studi, come vediamo si converge verso una sola direzione, tutte le strade possono apparire ciascuna confusa ma solo attraverso la scoperta dell'errore di Maxwell e del Modello doppio elicoidale del Fotone si ha quella chiarezza di comprensione di cui dicevo sopra e che non ti permette più, una volta scopertoli di abbandonarli come Weltanschauung della Fisica, chiavi di volta della comprensione della realtà contro i paradossi e le illogicità che quell' errore ha comportato complessivamente nella Fisica moderna.

Da tanti studi si osserva come diversi ricercatori da strade diverse sono giunti a conclusioni parallele a quelle cui porta insieme il solo Modello doppio elicoidale del Fotone.
Questo è ovviamente un fenomeno umano-storico-scientifico che corrobora i risultati in quanto la Natura è una sola, e la convergenza di idee non può che rafforzare la validità delle stesse.
Vediamo però come, pur nell'esporre le varie idee, da parte dei vari ricercatori, si segua sempre un approccio rispettoso non polemico nei confronti del mainstream della Fisica moderna fondata sulle due macro teorie, quella della Fisica quantistica e quella della Fisica relativistica; ciò deriva anche dalla necessità di farsi passare i loro studi sulle riviste scientifiche che altrimenti, se troppo in dissonanza con le teorie di mainstream, rischierebbero di essere ostacolati e non pubblicati e divulgati, questo perché vi è oggi un atteggiamento di mainstream secondo cui il processo della fisica teorica debba portare allo sviluppo di macro teorie, (pensiamo ad esempio a quanto cercato di ottenere con la Teoria delle stringhe con grande insuccesso possiamo dire ormai), che inglobino quasi completamente le teorie precedenti senza metterle in discussione, ma questo è dal punto di vista logico di fatto non fattibile in quanto, per quanto espresso, le tue teorie si fondano su principi differenti e quindi descrivono praticamente due diverse Nature non tra loro conciliabili, e questo praticamente è impossibile perché la Natura è una sola, e "Natura non facit saltus".
Senza quindi osare mettere in discussione i mostri-sacri della fisica passata, sebbene gli stessi abbiano presentato teorie tra loro dai loro principi in contraddizione, un atteggiamento questo non proprio da scienza ma da neo-religione, pertanto con sorta di velata psicologica santificazione dei fisici del passato cui si attribuiscono inconsapevolmente poteri di infallibilità! Contestare invece alcune loro conclusioni non può che giovare quando necessario al processo scientifico, e questo non scalfisce minimamente ugualmente la grandezza dei fisici del passato, tanto quanto ragionar di matematica o di filosofia oggi non può scalfire la grandezza dei matematici e dei filosofi del passato.
L' approccio invece a cui porta il Modello doppio elicoidale del fotone è un approccio di rottura e ricostruzione delle due principali teorie, perché da un lato permette di trovare l' errore di fondo su cui sono state costruite, e questo è quello che ho chiamato l' "errore di Maxwell", dall'altro permette di procedere alla loro revisione anche semplicemente concettuale conservandone i successi e limando le implicazioni da quell'errore, che non era stato visto e che conseguentemente si è propagato, ovviamente comportate.
Così vediamo tanti studi che convergono verso la nuova visione aperta del Modello doppio elicoidale del Fotone, e attraverso quest' ultimo quegli stessi studi possono pertanto essere ancora meglio compresi e migliorati.
Ma il Modello doppio elicoidale del Fotone permette ulteriori successi con possibilità di sintesi importanti, come ad esempio permettere di comprendere da dove deriva la quantizzazione che è alla base della Meccanica quantistica mostrando, con esemplare esaltazione del principio del rasoio di Occam, come tutta essa non sia altro che una conseguenza della basilare quantizzazione della Carica elettrica elementare, che ci riconduce ad una dicotomia di fondo della Natura, quella della coppia di cariche  (+) e (-); tutto questo anche con una importante convergenza con alcuni approcci filosofici anche antichi.
Scopriamo così il significato profondo della Costante di Planck e come essa di fatto non sia una costante a sé casuale tra le altre costanti della fisica, e su tale costante, la costante di Planck, poggia tutta la Meccanica quantistica.
Ora scopriamo invece come la costante di Planck è strettamente implicata da un lato dalla Carica elettrica elementare, dall' altro dalle caratteristiche del vuoto quantistico, o etere in termini più generali e antichi, che lo si voglia chiamare.
Il Modello doppio elicoidale del Fotone permette così, con la scoperta dell'errore di Maxwell, di comprendere fisicamente non solo tutte le proprietà del fotone con un modello cinematico-dinamico-elettromagnetico, ma anche perché la Carica elettrica elementare e la Carica di Planck (che ci riporta al discorso delle unità di Planck), che non dipende nella sua espressione dalla Carica elettrica elementare, siano in realtà così prossime tra loro dal punto di vista dimensionale, ciò perché la scoperta dell'errore di Maxwell ha permesso di capire la presenza della carica elementare (+) e (-) all'interno della struttura costitutiva dello stesso fotone, e si comprende come la loro differenza, tra Carica elementare e Carica di Planck, tiene conto e quantifica proprietà del vuoto quantistico, che possiamo dire anche conseguentemente contenute nella correlata Costante di struttura fine.
Il Modello doppio elicoidale del Fotone ci porta pertanto ad una riaffermazione dell'esistenza di un sistema di riferimento assoluto legato all' etere, che ci conduce verso la rilettura anche della Relatività ristretta di Einstein, (la teoria della Relatività ristretta o speciale dichiarava completamente equivalenti tutti i sistemi di riferimento inerziali ed escludeva l’esistenza di un sistema di riferimento privilegiato nel quale un etere potesse essere mediamente immobile), nel verso della Relatività debole di Selleri, (che permette di affermare l' esistenza di un sistema di riferimento privilegiato in accordo con quanto negli sviluppi della Fisica classica implicava l' equazione delle onde elettromagnetiche di Maxwell), e con ancora più forza alla contestazione della Relatività generale di Einstein di cui si comincia a non vedersi il bisogno, nonché i suoi profondi paradossi logici.
Non solo, il Modello doppio elicoidale del Fotone riaffermando la non-località delle interazioni fondamentali elettromagnetiche, e per estensione filosofica di quelle gravitazionali, in coerenza con la visione e con quanto anche dimostrato da Newton per la gravità, rivela la fallacia della Relatività generale anche nel punto in cui essa afferma invece la località nell' interazione gravitazionale. Del resto, l'esistenza dei buchi neri e la curvatura dei raggi di luce per effetto gravitazionale non hanno esclusivo bisogno della Relatività generale in quanto prevedibili già dalla stessa Fisica classica con la Legge di gravitazione universale di Newton nel momento in cui si riconosce come massa del fotone, come deve giustamente essere, la sua massa relativistica che non è nulla (fornita dall'equazione E = mc^2 dell' italiano Olinto De Pretto o di Einstein che la si voglia chiamare).
L'errore di Maxwell permette di capire come non vi era nulla di errato nella Fisica classica ma come da essa si poteva invece giungere in continuità ad una descrizione della Natura anche del microcosmo, ma la non vista di quell'errore portò a non comprendere sulla base della Fisica classica, come invece era possibile, la scoperta del fotone, che da lì diede adito allo sviluppo delle teorie della Fisica moderna presentate come conflittuali con la Fisica classica giudicando quest'ultima come se fosse filosoficamente inadeguata, quando invece era il contrario. Due teorie della Fisica moderna, quella quantistica e quella relativistica, che tanto devono allo stesso personaggio Einstein, e che pur sono tra loro in contraddizione in diversi aspetti fondanti.
Così quelle che possiamo affermare come le dogmatiche imposizioni della cosiddetta interpretazione di Copenaghen della Fisica quantistica, e conseguentemente della Natura, non sono state altro che un arrogante procedere da parte di fisici dell'epoca alla trasformazione della loro ignoranza nei confronti della comprensione della Natura, che anche quell'errore non visto di Maxwell comportava, in una sorta di indeterminazione, illogicità, casualità e persino irrealtà della Natura, cosa questa che paradossalmente permetteva di trasformare in tal modo la loro ignoranza de facto in "sapienza". I danni di tali dogmi assorbiti acriticamente dai fisici successivi hanno portato persino a non porre quella semplice importantissima domanda che io invece mi sono posto quasi come atto di ribellione in nome della libertà di pensiero: "quale è la struttura del fotone?", e ancor di più, la ribellione è stata anche solo pensare che il Fotone potesse avere una struttura di fondo esplicativa fisico-matematicamente di tutte le sue proprietà! Giungendo così al modello doppio pedale del fotone (Modec).
Si scopre così come il fotone non può essere una particella virtuale che trasporta il campo elettromagnetico poiché in realtà è esso stesso strutturato tramite il campo elettrico e magnetico interagente nel suo dipolo, tra le sue due cariche elementari, (+) e (-), strutturanti, e interagenti in maniera non-locale a distanza contrariamente a quanto invece posto a fondamento teorico negli sviluppi più moderni della Fisica quantistica nel verso del Modello standard che ingloba senza accorgersene quell'errore di Maxwell e alcune sue conseguenze.
Quando oggi i fisici parlano del Modello standard, i più onesti intellettualmente e presenti a sé stessi dal punto di vista logico, che ben si rendono conto della sua grande farraginosa sintomatica di una scorrettezza teorico-fisica, dicono: "lo sappiamo che è così, ma per ora ce lo teniamo perché non abbiamo nulla di meglio!". La scoperta dell'errore di Maxwell, prendere consapevolezza di esso, è l'unico modo per poter procedere ulteriormente nel campo di una fisica teorica interessata davvero a descrivere e comprendere la realtà, la Natura!

E che il fotone non possa essere una particella virtuale mediatrice del campo elettromagnetico lo si può già capire da questo paradosso: 

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-del-buco-nero-e-dell-interazione-elettrica-mediata-dai-fotoni-.html

Vedi anche:

http://fiatlux.altervista.org/il-red-shift-gravitazionale-riletto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

http://fiatlux.altervista.org/la-costante-di-struttura-fine-e-la-costante-di-planck-esprimono-propriet%C3%A0-legate-al-vuoto-la-scoperta-tramite-il-modec.html

http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

 

 

 

-) LA QUANTIZZAZIONE DELL' AZIONE

Tutta la Fisica Quantistica discende dalla quantizzazione dell'azione, la regola fondamentale da cui discende tutta la Meccanica Quantistica è questa: J (azione)=nh . La costante di Planck, anche detta quanto d'azione e indicata con h {\displaystyle h}, è una costante fisica che rappresenta l'azione minima possibile, o elementare. 
O "h tagliato" o costante di Planck ridotta o costante di Dirac, che può essere detta "quanto del momento angolare". La costante di Planck ha le dimensioni di un'energia per un tempo e nel sistema di unità di misura delle unità atomiche compone l'unità di misura del momento angolare. 
Link: https://www.youtube.com/watch?v=ky-55xzuTeQ&feature=share

 

 

 

-) LA TEORIA DELLE STRINGHE ALLA LUCE DEL MODEC

Nell' Elettrodinamica quantistica la regione di interazione di un elettrone con il fotone è considerata puntiforme, questo aspetto ha creato dei problemi nei tentativi di unificazione tra Teoria quantistica elettrodinamica di Feynman e Relatività generale di Einstein, nel verso della ricerca per un unificazione tra elettromagnetismo e gravità; problema che si è tentato di risolvere attraverso il passaggio dalla concezione puntiforme delle particelle elementari, fotoni inclusi, nel Modello Standard legato all' elettrodinamica quantistica, a regioni di interazione estese con la Teoria delle stringhe; strutture le stringhe che introducono una estensione spaziale non nulla delle particelle con cui vengono identificate, (si cerca teoricamente almeno di fare questo), e che ora capiamo, con il Modec, come queste stringhe sono state un modo teorico cui la Fisica teorica è stata costretta dalla lacuna cognitiva comportata a monte dall' incapacità storica di prevedere la invece ben prevedibile struttura del fotone.
Link: https://www.youtube.com/watch?v=pWpkHw8oPx4&feature=share

 

 

 

-) In realtà la simmetria tra cariche positive e cariche negative non è forse già essa stessa una dimostrazione dell'esistenza di una simmetria tra materia e antimateria?

Invece le diverse masse delle varie particelle vanno ricercate nelle interazioni con l' etere forse della carica!

E l'etere non servirebbe forse anche a coloro che nella teoria del Big Bang propongono l'ipotesi dell'inflazione che corrisponderebbe ad una variazione di stato del vuoto e quale è questo mezzo del vuoto se non l' etere che dovrebbe subire cambiamenti di stato nella sua evoluzione cosmologica?

L'idea già riscontrabile negli appunti di Majorana poi meglio formalizzata da Feynman con i suoi diagrammi di interazione tra elettroni mediante scambio di fotoni, riprende in realtà quello che deve essere il concetto base, compreso grazie la Teoria del Modec oggi, per poter comprendere ogni quantizzazione della Meccanica Quantistica e gli stessi fondamenti della Meccanica Quantistica sulla base del fotone, non servire invece per quella che è stata definita la Seconda Quantizzazione e che fa l'errore, (in assenza della scoperta dell' Errore di Maxwell), di concepire l'interazione elettrica e magnetica come meramente frutto dello scambio di fotoni, quindi con carattere di località, non vedendo invece la non-località che caratterizza il campo elettrico e il campo magnetico!

 

 

 

-) Teoria delle rivoluzioni scientifiche o del cambiamento di paradigma

Bisogna non aver capito molto della scienza se si crede il credo scientifico odierno come verità assoluta che non potrà essere ribaltata in futuro, fondamentale in tal senso la lezione dell' epistemologo storico e filosofo statunitense Thomas Samuel Kuhn (Cincinnati, 18 luglio 1922 – Cambridge, 17 giugno 1996) con la sua teoria delle rivoluzioni scientifiche o del cambiamento di paradigma dette.
Rivoluzione che attende di nuovo anche il mondo della Fisica, come già solo mostra in seme l' inconciliabilità dei presupposti di fondo delle due massime teorie che oggi vengono usate per descrivere aspetti diversi del nostro cosmo, la Teoria Relativistica e la Meccanica Quantistica che descrivono praticamente due nature differenti e non conciliabili, e questo è impossibile perché la Natura è una sola! 
Siamo dunque in fisica di fronte alla necessità di un cambiamento di paradigma per una rivoluzione scientifica secondo quanto nella filosofia di Thomas Kuhn.

Link: https://youtu.be/orwKfX7nQ3M

 

 

 

-) Hertz in merito alle equazioni delle onde elettromagnetiche

Presentiamo una interessante citazione di Heinrich Rudolf Hertz (Amburgo, 22 febbraio 1857 – Bonn, 1º gennaio 1894) fisico tedesco che per primo dimostrò sperimentalmente l' esistenza delle onde elettromagnetiche (oltre alla luce visibile) previste teoricamente da James Clerk Maxwell con un apparato di sua costruzione, il dipolo hertziano, in grado di emettere onde radio:

"Non si può sfuggire alla sensazione che queste formule matematiche abbiano un' esistenza indipendente e un' intelligenza propria, che siano più sagge di noi, più sagge anche rispetto ai loro scopritori, che si ottenga di più di quanto originariamente messo in esse" (traduzione in italiano).

Hertz dice che a volte le equazioni possono essere più sagge dei loro stessi scopritori, ed è ancor più interessante nel nostro lavoro questa sua dichiarazione se si tiene conto che fu lui che dimostrò l'esistenza delle onde elettromagnetiche previste dalle equazioni di Maxwell.

 

 

 

-) In elettrodinamica quantistica già si definisce:

§) "carica vestita" il valore di una carica elettrica misurata a distanza, e che risente degli effetti della polarizzazione del vuoto;

§) "carica nuda" il valore vero della carica elettrica che si misurerebbe nella sua adiacenza senza risentire degli effetti della polarizzazione del vuoto.

 

 

 

-) Freeman John Dyson (Crowthorne, 15 dicembre 1923) un fisico e matematico britannico naturalizzato statunitense, legato allo sviluppo teoria della elettrodinamica quantistica (QED), fa notare come si tratti semplicemente di una teoria accrocco e sciatta che pure sta reggendo da parecchio tempo, cosa che lo meraviglia perché per lui doveva essere solo una teoria provvisoria:

"Il punto principale - ha detto Dyson in una comunicazione privata nel dicembre 2006- è che tutti noi che abbiamo messo su la QED, tra cui soprattutto Feynman, l' abbiamo considerata un accrocco con una struttura provvisoria che avrebbe dovuto o crollare o essere sostituita da qualcosa più permanente entro pochi anni. Quindi trovo incredibile che è durata da cinquant' anni e concorda ancora con esperimenti per dodici cifre significative. Sembra che la natura ci sta dicendo qualcosa. Forse ci sta dicendo che lei ama la sciatteria." (traduzione in italiano).

 

 

 

-) La Fisica classica era, come deve essere qualsiasi fisica, quel costrutto teorico dove si cercava di capire la realtà con continuità e onnicomprensibilità razionale; la Fisica moderna fu la teoria che è stata creata quando non si è riusciti a integrare subito le nuove osservazioni nei quadri teorici precedenti, il problema fu che non si andò a rivedere quei quadri teorici classici cercando errori in essi che erano sfuggiti e che avrebbero permesso in quei medesimi quadri teorici, corretti da tali supponibili errori fisico-matematici da scovare, di comprendere anche il nuovo osservato, ma si rigettò invece la vecchia Fisica classica in blocco, e se ne costruì una nuova dove per i nuovi fenomeni osservati o aspetti prima sfuggiti di fenomeni ben noti, come il fotone nella radiazione elettromagnetica, si ricorse all' aggiunta di nuovi assiomi, che mi permetto ora di chiamare "dogmi" perché furono affermati de facto come non ulteriormente indagabili e appunto non ulteriormente riconducibili alla fisica classica, mentre ciò era fattibile, ritengo, anche con buona adesione al buon criterio del rasoio di Occam. 
Si sarebbe così compreso, solo ad esempio, che il fotone è implicato dalle leggi dell' elettromagnetismo classico una volta scoperta la quantizzazione della carica elettrica, come è pertanto proprio quest' ultima che implica le altre quantizzazioni di cui poi si è occupata la Meccanica Quantistica; si sarebbe divenuti alla descrizione della struttura del fotone che tanto altro avrebbe fatto capire e guidato nella comprensione; si sarebbe meglio affrontata la comprensione delle onde elettromagnetiche prevedendone una granulosità non conflittuale ma intrinsecamente collegata alla estensione nello spazio dei campi elettrici e magnetici, e meglio capita la natura del "vuoto", che avrebbe meglio guidato quelle che poi sono state le speculazioni della Relatività Generale. 
L' approccio adottato invece nella Fisica Moderna, che annebbiava la comprensione della maggiore semplicità della realtà, (semplicità anche in relazione al rasoio di Occam, oltre che in fede al credo filosofico naturalistico nella semplicità della Natura), portò poi persino alla biforcazione della teoria fisica in due teorie dagli assiomi tra loro non tutti conciliabili, la Meccanica Quantistica e la Relatività Generale, con un effetto interessante di propagazione dell' errore nel tempo fino agli sviluppi odierni di diverse teorie nessuna davvero pertanto pienamente valida. 
La "continuità" nella discontinuità con la Fisica classica fu relegata nella Fisica Moderna al riemergere della classica solo quando il peso dei nuovi assiomi-dogmi poteva essere trascurato! Ma "Natura non facit saltus" e si poteva percorrere ritengo una strada di maggiore continua "continuità" scovando quegli errori, l' unica strada che è in grado di risolvere la profonda crisi cognitiva della realtà nella fisica contemporanea! 
(Guida a questo mio pensiero le mie precedente speculazioni in merito: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html)

 

 

 

-) "Per trovare una soluzione bisogna ALMENO capire il problema" (Vincenzo Zamboni, fisico italiano contemporaneo).

 

 

 

-) Riflessioni alla luce del Teorema di Earnshaw

Di un certo interesse, anche in riferimento alla natura dinamica delle cariche costituenti il fotone nel MODEC, può essere il Teorema di Earnshaw che afferma che una collezione di cariche puntiformi non può essere mantenuta in una configurazione di equilibrio stabile dalla sola interazione elettrostatica delle cariche. Questo risultato fu dimostrato per la prima volta dal matematico inglese Samuel Earnshaw nel 1842. Esso faceva in origine riferimento a campi elettrostatici. Il teorema si applica alle forze classiche caratterizzate dalla legge del "quadrato dell'inverso della distanza" (elettrica e gravitazionale). 

 

 

 

-) (Anno 2017) Comincio a notare, in riflessioni sulla Fisica moderna, l' emersione di menti critiche, e son poche oggi in Italia, veramente poche, che passato il propagandato sogno raggiunto di una Fisica che ha spiegato tutto il cosmo, si accorgono che non è così e che la evoluzione della umana fisica moderna di fronte a problemi di comprensione di aspetti fondamentali della Natura invece di concentrarsi su quelli per sviscerarli come possibile con logica, riflessione e osservazione acuta, lì ha enucleati in e sotto vari imposti dogmi coprenti ed è andata avanti nella costruzione di un costrutto complessivo che lega tutto insieme, appunto una "religione" dogmatica imposta e affermata come incriticabile in quanto presentata come vetta dell' intelligenza degli uomini che l' han elevata negli ultimi decenni, assunti e neo divinità in terra, pena l' accusa violenta dal sistema di beneficiari o sol fanatici di tutto ciò di pazzia o incompetenza o demenza, se non si riesce a bollar la eventuale critica come filosofia, disciplina quest' ultima non a caso oggi temuta da quel sistema che sta assumendo i connotati di una teologia politica di regime e potere e sempre minor comprensione e voglia di comprensione della realtà come in origine e nell' essenza ontologica di ogni Fisica!

La meta-fisica, nel senso di riflettere sulla fisica (prefisso dal significato qui come in "meta-linguaggio"), non di fisica di un trascendente, è filosofia!

E la fisica stessa nel suo complesso e contorno è filosofia, tale atteggiamento invece di posizione quasi ostile nei confronti della filosofia, madre di tutto ciò che è scienza con spirito di meraviglia verso il reale, non è altro che il condizionamento contro la filosofia cui l' evoluzione-degenerazione umana in turris eburnea accademica, ma staccatasi da una comprensione della realtà, che ha trasformato in mera ideologia la fisica contemporanea, porta, in quanto la filosofia è proprio colei che minaccia la disvelazione delle forzature e punti deboli del castello che oggi diciamo Fisica contemporanea di mainstream e che il politically correct vorrebbe come vetta solida, con eventuali problemi che solo "in futuro" potranno essere risolti con sistemi teorici più onnicomprensivi, mai con una critica dei suoi contraddittori fondamenti che già oggi si potrebbe cominciare a fare, stan lì sotto gli occhi di tutti le contraddizioni, basti pensare solo ad esempio ai contraddittori tra loro fondamenti di Fisica quantistica e Fisica relativistica due cavalli di battaglia insieme aggiogati alla stessa biga della Fisica moderna, invece si rimanda il suo perfezionamento ad un futuro che non diventa mai presenta ma anzi già persino pianificato, basti vedere i business-plan dei grandi esperimenti internazionali da qui al 2060, e oltre, già programmati con tutte le voci di budget necessari, eventualmente da incrementare mai da abbassare, viva certo gli esperimenti, ma così, programmando l' evoluzione in quadri teorici fissi pertanto e quelli odierni, una evoluzione vera entro un sistema così blindato dal sistema diventa impossibile!

 

 

 

-) RIFLESSIONI: neutralità dell'atomo, neutralità del fotone

(gennaio 2018)

L'atomo è solitamente neutro, eppur ci può dare elettroni che han carica elementare negativa e ci può mostrare nel suo nucleo cariche elettriche elementari positive,

e si accetta senza problemi che anche quando l’ atomo appare neutro a distanza in esso vi siano cariche positive e cariche negative di ugual numero ma non annichilite tra loro, cioè tali da costituire una distribuzione di carica nello spazio dalla quale dipendono innumerevoli proprietà chimiche dell' atomo stesso e quindi dell' elemento che rappresenta.

Anche il fotone appare solitamente neutro, ma in alcuni fenomeni, come nel caso dei fenomeni detti di “generazione di materia ed antimateria”, in realtà dal fotone derivano cariche elettriche elementari positive e negative portate rispettivamente da un elettrone e da un positrone, eppure nessuno osava, né osa oggi, nell’ ossequio al mainstream della Fisica attuale, immaginare una distribuzione di carica elettrica a somma nulla, con cariche non invece del tutto annichilite all' interno della struttura del fotone quando esso esiste e si sta propagando nel vuoto a velocità c, la velocità della luce nel vuoto; peggio, ancora nessuno osava immaginare una struttura stessa del fotone; il fotone era ritenuto neutro intrinsecamente, cioè senza distribuzione di carica discreta a somma algebrica pur nulla, e nessuno ha mai osato davvero attaccare questa idea prima delle teorie del Modello Elettrico Dipolare Doppio Elicoidale del fotone.

Teorie queste comunque considerate e considerabili ad oggi eretiche solo perché il dogma della perfetta neutralità di carica del fotone è fondato sul non scoperto Errore di Maxwell, errore che oggi invece ho lucidamente scoperto, ed è un errore matematico e fisico insieme,

e cosa ci può essere di più solido e di più fondamentale di tutto ciò, perché oggi si debba procedere all' accettazione di questa rivoluzione nella Fisica, che legittima il MODEC (Modello Doppio Elicoidale del Fotone) e guida nel verso della correzione della Fisica Moderna!?

Inoltre, proprio la scoperta del fotone, oggi capiamo, è stata, (all’ indomani della scoperta della carica elementare dell’ elettrone), il risultato dell’ esperimento cruciale che quell’ Errore di Maxwell poneva già allora se si fosse colto, e che implicava che se il fotone fosse esistito non avrebbe potuto che avere caratteristiche strutturali dipolari nella sua complessiva neutralità. Risultato che già permetteva di comprendere l’ esistenza dell’ antimateria. In mancanza della scoperta allora dell’ Errore di Maxwell, l’ osservata neutralità del fotone non fece invece che rafforzare l’ impedimento psicologico a cogliere l’ errore!

A tal fine, per questi concetti, si aggiunga la lettura di questo articolo in questo medesimo mio sito internet,

link:  http://fiatlux.altervista.org/perché-la-scoperta-del-fotone-già-dimostrava-la-validità-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html

Ha il vantaggio psicologico di poter subito comprendere bene l’ errore adesso da questi miei articoli chi si è posto come me una domanda che quell’ errore ha impedito a tutti, tranne che a “pochi eretici” ribelli, amanti più della logica che della norma imposta, la domanda è  “quale è la struttura del fotone?”, con la fiducia nel cuore che debba esserci una tale strutture esplicativa, benché la Fisica moderna si sia nascosta i suoi errori nel dogma, non sempre esplicitato, della puntiformità del fotone, che non permetteva alcuna meccanica esplicazione delle sue varie pur evidenti e note empiricamente e teoricamente proprietà fisiche!

Invito per questo a leggere anche gli altri articoli su questo sito internet in quanto vi raccolgo anche tutta una serie di esperimenti che sono stati fatti negli anni in merito al fotone e che, in quanto risultati inspiegabili con la teoria di mainstream, anche imbarazzanti per questa, sono anche poco noti, ma si tratta di esperimenti che tutti vengono spiegati o son in coerenza con la fisica che emerge dal Modec (e dalla correlata scoperta dell’ Errore di Maxwell), e che di conseguenza supportano ulteriormente la nuova Fisica implicata dal Modec.

Raccolta di concetti vari sul Modello Doppio Elicoidale del Fotone

link: http://fiatlux.altervista.org/raccolta-di-concetti-vari-sul-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Il MODEC in pillole per iniziare a comprenderlo

link: http://fiatlux.altervista.org/il-modec-in-pillole-per-iniziare-a-comprenderlo.html

Le convergenze nel verso del MODEC del Fotone

link: http://fiatlux.altervista.org/le-convergenze-nel-verso-del-modec-del-fotone.html

 

 

 

-) LA NUOVA GRANDE RIVOLUZIONE NEL VERSO DI UNA MAGGIORE RIUNIFICAZIONE IN FISICA

Corsi e ricorsi nella storia della Scienza

(gennaio 2018)

Quando era creduta la Terra al centro dell' Universo e non si conosceva la Legge della Gravitazione di Newton si notavano comunque delle regolarità nel Cosmo e gli uomini tentarono di spiegarle o comunque meglio descriverle ricorrendo ovviamente alla matematica e utilizzando delle regolarità e delle perfezioni simmetriche che in essa già si conoscevano, come per esempio la figura della sfera e i solidi platonici, con scarsi però risultati descrittivi.
Quando si pose invece il Sole al centro e si immaginarono gli altri pianeti, Terra inclusa, ruotanti intorno ad esso, la descrizione risultò migliore, più semplice rispetto alla descrizione dei moti dei pianeti ponendo al centro la Terra; si trattava però di una questione soprattutto relativa descrizione del moto, ma fu la scoperta della Legge della Gravitazione di Newton quell' elemento che permise invece di spiegare e descrivere con alta precisione la meccanica celeste, senza più quei costrutti matematici poco utili che erano stati sviluppati precedentemente nella lacuna di una piena comprensione delle leggi fisiche di fondo.

Oggi stiamo assistendo ad un qualcosa di altrettanto rivoluzionario con la scoperta dell' Errore di Maxwell: poiché esso non era stato notato, dalle Equazioni di Maxwell si interpretarono come prive di corpuscoli costituenti e ovunque neutre le onde-radiazioni elettromagnetiche; quando poi si scoprirono invece in essa dei corpuscoli, ovvero i fotoni, resi necessari per capire alcune fenomeni fisici (come la radiazione di corpo nero o l' effetto fotoelettrico), si ipotizzarono questi intimamente neutri per conciliarli con la neutralità prevista e osservata per le onde elettromagnetiche ma con la conseguenza di una rottura comunque con la Fisica Classica giunta alle Equazioni di Maxwell, poiché si credeva che queste non fossero compatibili con l' esistenza quei corpuscoli fotonici.

Scoperto l' Errore di Maxwell oggi invece scopriamo che quelle equazioni delle radiazioni elettromagnetiche (onde elettromagnetiche) erano perfettamente in grado di prevedere l'esistenza di corpuscoli di tipo fotonico, ma in più indicandoci da un lato la loro complessiva neutralità ma anche dall' altro la presenza in essi a livello strutturale di una distribuzione di carica di tipo almeno dipolare, praticamente il fotone doppio elicoidale descritto dalla teoria del Modec, in accordo con la complessiva neutralità dell' onda elettromagnetica macroscopicamente parlando!

L' errore, in breve, fu l' aver interpretato il significato di una sommatoria algebrica nulla di cariche come se fosse una sommatoria aritmetica (dei loro valori assoluti), disattenzione interpretativa, quindi, tanto matematica quanto fisica dalle straordinariamente enormi conseguenze!

Questo è una macigno fisico e matematico che cade sulla fisica teorica degli ultimi, all' incirca, 150 anni!

 

Ora non si può più far finta di nulla in Fisica e andare avanti come se nulla fosse!

 

Nei circa 150 anni seguiti dalla scoperta delle Equazioni di Maxwell ad oggi, proprio il non aver compreso le caratteristiche fisiche basilari della radiazione elettromagnetica a causa del non visto errore,

ha portato la fisica teorica, di fronte alle regolarità mostrate dalla natura sperimentalmente con il prosieguo delle ricerche, a cercare di avvalersi di nuovo di regolarità e simmetria studiate dalla matematica per tentare di creare validi modelli che ben descrivessero la realtà empirica.

Ne sono derivati dei costrutti matematici da tale approccio che, come nel caso della fisica tolemaica pre-copernicana per descrivere la meccanica celeste, qualche risultato lo possono pur dare ma con il limite di non riuscire a descrivere veramente come è fatta la realtà e con una conseguente nebulosità e farraginosità teorica e matematica degli strumenti e modelli sviluppati, persino con tendenze ad una impostazione dogmatica.

La scoperta dell' Errore di Maxwell, insieme al Modello Doppio Elicoidale del fotone, rappresenta pertanto quella chiarificatrice modifica del punto di vista sulla realtà e la scoperta di quelle leggi e principi nuovi che ridimostrano la semplicità smarrita della Natura da cui ripartire!

 

 

 

-) INSEGNAMENTO DELLA FISICA E LE ILLOGICITA' COMPLESSIVE DELLA FISICA TEORICA CONTEMPORANEA


Vi è sovente da parte degli insegnanti in Italia il lamento per il fatto che nelle scuole dell' ordine non si riesca a ben insegnare la fisica moderna, a differenza invece della fisica classica.
Anziché cogliere questo fenomeno didattico per una critica al sistema scolastico oggi ben sappiamo, grazie alla scoperta dell' Errore di Maxwell, che la critica va invertita: la scuola di base, la buona didattica non hanno potuto ben metabolizzare la fisica teorica moderna in quanto è essa stessa affetta da drammi logico-fisici pesanti, è illogica, e questo la rende di fatto non insegnabile secondo logica fisico-matematica nonstante i tanti possibili sforzi degli insegnanti, ma al più la si può trattare come si insegna la storia della filosofia, ovvero elencandone e danno cenni alle sue varie recenti teorie, le quali affermate invece come vere e non come di fatto sono, cioè parti e ipotesi di un processo dinamico intellettuale in progress, creano nelle intelligenze iperlogiche degli scolari più dubbi e domande che soddisfazioni in essi di legittime loro curiosità naturalistiche.

Nessuna difficoltà di insegnamento del tipo sopra espresso si avrebbe invece nella divulgazione della teoria fisica della Natura che ha permesso ad ora di sviluppare il Modec!

 

 

 

-)  L’ ipotesi di variazione delle “costanti” della fisica nell' universo con la distanza e/o nel tempo è una delle grandi domande per ora senza risposta certa ... e in assenza di elementi ad oggi per immaginare loro variazioni, resto operativamente per ora al principio ermetico "come in alto così in basso" applicato alla costanti della fisica, in attesa di falsificazione. 

 

 

 Elicoide retto la superficie minima con contorno l' elica, come evidenziato dalle superfici di sapone ESCAPE='HTML'

Elicoide retto - la superficie minima con contorno l' elica, come evidenziato dalle superfici di sapone.

Un' immagine legata sempre all' elica, che qui riporto anche in omaggio ad un grande matematico salentino, Ennio de Giorgi (nato a Lecce, 1928 - 1996), che diede importanti contributi alla teoria matematica delle superfici minime. 

 

 

-) RIFLESSIONI SUL MODEC (E SULL' ERRORE DI MAXWELL), I SUOI FONDAMENTI E I SUOI SUCCESSI

(gennaio 2018)

La scoperta dell'  Errore di Maxwell ci spinge a riportare indietro le lancette dell' orologio della fisica necessariamente a 150 anni fa circa, per poter da lì ripartire su fondamenta fisica più solide.

Quando dico che, dopo la scoperta delle equazioni delle onde elettromagnetiche di Maxwell, la successiva scoperta, avvenuta per altre vie, dell' esistenza del fotone, rappresenta per noi oggi una prova della validità del Modec, intendo dire che,  

poiché noi oggi conosciamo quell' errore, quell’ esistenza del fotone è per noi una prova della fondatezza dell’ importanza di quell’ errore, che oggi compreso permette di capire come l’ esistenza del fotone non sia un aspetto in rottura con la fisica classica giunta fino a Maxwell, ma una predizione invece di tale Fisica classica, che però la presenza del non visto errore, nel quadro teorico interpretativo che se ne formulò, impedì di cogliere, con conseguenze catastrofiche sul pensiero teorico da lì in poi sviluppato.

Anche per questo nello sviluppo della teoria del modello doppio elicoidale del fotone è importante non utilizzare, per quanto possibile, sviluppi della fisica teorica successivi se palesemente contaminati dal non visto errore.

Poiché l' errore di Maxwell ha avuto conseguenze sulla concezione del vuoto, portando ad esempio Einstein a negare qualunque esistenza di un etere nel vuoto, (benché oggi sappiamo che anche la stessa concezione dell' etere luminifero sviluppata da Maxwell era essa stessa affetta dal non visto errore), è opportuno prendere con cautela le teorie  della fisica relativistica; il Modec ci fa invece vedere come sia da considerare l’ ipotesi dell’ esistenza nel vuoto di un etere neutro complessivamente ma elettricamente polarizzabile, una visione per certi versi convergente con quella che, evidenze sperimentali anche, suggerirono come necessaria anche agli sviluppi teorici della Elettrodinamica Quantistica (QED),  sebbene la teoria fisica che suggeriscono il Modec con la scoperta anche dell' errore di Maxwell si allontana da alcuni assunti basilari della QED, come per esempio l' idea che il campo elettrico e magnetico siano mediati dai fotoni, poiché invece scopriamo che i campi elettrici e magnetici sono alla base della stessa struttura del fotone, per una concezione nuova che ritorna a quella classica pre-maxwelliana, quindi, delle interazioni elettriche e magnetiche come interazioni non-locali a distanza, e non più interazioni locali come invece nella concezione della QED.

Se si fossero accorti subito dell' errore di Maxwell si sarebbe compreso come le stesse equazioni delle onde elettromagnetiche, correttamente lette, non implicavano un’ interazione locale ma semplicemente l' esistenza nella radiazione elettromagnetica di una struttura granulare, di tipo fotonico appunto, ma con fotoni come nel Modec compresi e in parte descritti semplicisticamente nel caso di fotone isolato; granuli che sono sorgenti essi stessi dei campi elettrici e magnetici delle onde e.m. attraverso le cariche elettriche costituenti della loro struttura e che accompagnano nella sua esistenza e propagazione l' onda-radiazione elettromagnetica che è con essi la medesima entità.

Si veda anche il paradosso sul buco nero e sull' interazione elettrica mediata da fotoni che ho formulato,

trovabile in questo link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-del-buco-nero-e-dell-interazione-elettrica-mediata-dai-fotoni-.html

Una natura del campo elettrico non-locale, (una sua natura di interazione a distanza), che oggi trova anche fondamenti sperimentali in quanto sviluppato nei laboratori di Frascati a Roma e come ho riportato nei miei scritti in link,

vedi il link: https://arxiv.org/abs/1211.2913

Nei vari percorsi sperimentali che il Modec suggerisce, vi è per esempio quello di approfondire come varia l’ intensità del campo elettrico di una carica elementare percepito a distanza da essa in una posizione fissa, quando essa viene accelerata, (o anche tra due cariche quando vengono accelerate entrambe ugualmente), nel vuoto verso velocità prossime a quelle della luce, in quanto l' aumento di tale velocità potrebbe già far risentire dell’ inerzia alla polarizzazione del vuoto, che è un concetto importante anche all'interno del Modec, dove si ritiene che essa faccia sentire i suoi maggiori effetti in coincidenza delle velocità luminali e/o superluminali.

“c” è il modulo della velocità della luce nel vuoto, è alla velocità con la quale trasla complessivamente il fotone nel vuoto, anche nel caso del Modec, ma ciascuna sotto-particella del fotone nel Modec ha velocità superluminale pari a “c” moltiplicato per la radice quadrata di 2.

Auspico, dalla maggiore diffusione di queste nostre discussioni e dalla crescente curiosità intorno a questi nuovi quadri teorici della fisica, un crescente interesse da parte dei fisici sperimentali proprio nel verso della dimostrazione-falsificazione ulteriore di queste nuove visioni teoriche, immaginando e realizzando esperimenti in tal senso, come anche dei fisici teorici per approfondire le conseguenze di quanto qui già sviluppato.

Tornando al discorso dell' importanza di non utilizzare all'interno del Modec risultati della fisica teorica che furono evidentemente compromessi inconsapevolmente dall' errore di Maxwell non visto, voglio qui considerare l' uso che all' interno della teoria del Modec viene fatto della famosa equivalenza di Einstein E=mc^2 e mostrare come in realtà essa per i fotoni vale e si possa ottenere indipendentemente dalle teorie relativistiche di Einstein; non a caso, forse, questa equazione fu proposta già nel 1903-1904, quindi poco prima che da Einstein, dallo studioso italiano Olinto de Pretto, come ho accennato all' interno del mio sito web “Fiat Lux”;

Olinto parla, in merito a questa formula, di “particelle di etere” supposte da lui viaggianti proprio ad una velocità pari a quelle della luce nel vuoto; un concetto quello di “particelle di etere” che non può che farci in qualche modo pensare proprio ai nostri fotoni come emergono dal Modec che implica l’ esistenza di un vuoto non del tutto vuoto.

Ma al di là di questo accenno a Olinto de Pretto, osserviamo come la teoria elettromagnetica che deriva dalle equazioni di Maxwell permette di attribuire all’ onda elettromagnetica il trasporto nel vuoto di quantità di moto nella sua direzione di propagazione di modulo p pari a p=E/c, dove E è l’ energia che essa trasporta.

Il non visto errore di Maxwell portava a non comprendere come tale e.m. radiazione fosse fatta di corpuscoli, pertanto nessuno, o quasi, immaginò, fino alla scoperta dei fotoni, che l' onda e.m. trasportasse anche massa, quella di quei corpuscoli massivi suoi costituenti .

Se, invece, l’ onda-radiazione elettromagnetica la si considera fatta di corpuscoli, ("quanti" o "fotoni" detti), in riferimento ad una radiazione composta da uno solo di essi, avremmo una quantità di moto p pari a p=mv=mc con "c" la velocità della luce nel vuoto, per cui dall’ uguaglianza E/c=mc, avremmo già E=mc^2 !

Tale uguaglianza E=mc^2 è valida anche nel caso del Modec dove i due componenti sotto-particellari del fotone son dotati non solo di moto traslatorio a velocità in modulo “c”, ma anche di componenti rotative, ma tali tra loro per cui il contributo alla quantità di moto complessiva, legato al moto rotatorio, si elide vettorialmente.

Questa massa reale concreta del fotone coincide dunque con quella che diventa la massa relativistica per il fotone in Einstein, e la fisica moderna ha avuto persino difficoltà a comprendere quale massa considerare come quella da trattare come reale per il fotone:
è tale massa, che è non nulla nel fotone, (e che coincide in Einstein con la massa relativistica), la massa fisicamente significativa per il fotone, che è anche la sua massa gravitazionale, e grazie alla quale fenomeni come la curvatura dei raggi luminosi vicino a stelle, effetti di lente gravitazione, l' esistenza dei buchi neri, il red shift gravitazionale, ecc. non hanno bisogno di una teoria dello spazio-tempo incurvato dalle masse secondo le concezioni della Relatività Generale per essere predetti e compresi, come nel mio sito internet scrivo e mostro!

Questa massa m=E/(c^2) del fotone è ovviamente anche la massa inerziale del fotone, (tale essa è, infatti, massa inerziale, anche nella sua derivazione a partire dalla quantità di moto della radiazione elettromagnetica, come sopra mostrato), ripartita equamente tra le sue sotto-particelle previste nel Modec, per la dinamica che connota la meccanica della struttura del fotone nella teoria del Modec.

E per l' equivalenza tra massa inerziale e gravitazionale bene si vede come utilizzando essa come massa gravitazionale si spiegano, come detto, numerosi fenomeni astronomici senza la necessità di arrivare "a piegare lo spazio", come nelle speculazioni cui fu indotto Einstein invece, sempre anche dal non notato Errore di Maxwell.

E ricordo che l' equivalenza tra massa inerziale e massa gravitazionale, che anche Einstein usa per la costruzione della sua teoria della Relatività Generale, non è una conquista einsteiniana ma una constatazione di equivalenza già ben nota alla fisica classica.

Si guardi nel PDF qui in link: 

http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

le parti in cui tratto della dinamica del fotone nel modello doppio elicoidale, ma anche quelle nelle quali si ricava, con confronto con la Relatività Ristretta, una massa a riposo nulla per il fotone, pur nella struttura del Modec, in accordo quindi con il valore nullo della massa a riposo nella Relatività Ristretta per le particelle luminali quali il fotone (pag. 22).

 

L’ annullamento della forza di Lorentz nella struttura del fotone nel Modec

Importante anche, nella trattazione del Modec, osservare come vi prendo in considerazione, come necessario, oltre all' interazione rappresentata dalla forza di Coulomb di tipo elettrico, anche l'interazione magnetica rappresentata dalla forza di Lorentz, la quale, ottengo (pagg. 30-33), si annulla proprio nella configurazione strutturale caratterizzante il modello doppio elicoidale in equilibrio dinamico emergente da tale teoria per il fotone, con tutti gli straordinari successi di descrizione del fotone e di comprensione della fisica che esso comporta.

 

La coppia materia-antimateria e la quantizzazione legata ai quanti comprese grazie al Modec 

Nel fotone un suo fondamento esistenziale è la coppia di cariche elettriche elementari complementari, (+e , -e); esse appaiono come quelle entità fisiche quantizzate basilari, perché la carica elettrica è quantizzata come si scoprì prima della scoperta del fotone. Grazie al Modec ora capiamo che la quantizzazione della carica elettrica spiega e fa comprendere meglio ogni altra quantizzazione, a partire dall' esistenza stessa del fotone, che non è più un ente a sé stante, ma una derivazione della quantizzazione ed esistenza della carica elettrica!

Questo un' altro dei grandi successi del Modec nel verso della unificazione e semplificazione in fisica, ciò che prima appariva separato ora si riscopre unito, è sempre avvenuto così nei grandi passi delle Scienze!

Vedi anche il link: http://fiatlux.altervista.org/il-concetto-di-quantizzazione-scaturito-dalla-scoperta-del-fotone-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale.html

Nota: L'idea di una quantità fondamentale di carica elettrica fu introdotta dal filosofo Richard Laming nel 1838 per spiegare le proprietà chimiche dell'atomo, ma fu nella seconda metà dell’ ottocento, con la scoperta dell’ elettrone anche, che meglio si definì il concetto di "unità di carica fondamentale", e ben si misurò tale carica elementare dall’ elettrone portata.

Non solo, la simmetria della carica tra la coppia di cariche elettriche complementari, (-e , +e), appare anche tramite il Modec, (ben più e meglio che dall' equazione di Dirac), come il fondamento dell' esistenza di materia e anti-materia, per una equipartizione tra loro della massa-energia al fine di generare la struttura dinamicamente stabile del fotone.

Voglio focalizzare ancora l' attenzione sulle due semi-particelle del fotone, e far notare come esse rappresentino la base, o ne son la conseguenza, per l' esistenze nell' universo di materia e antimateria.

Nella teoria di Dirac, i risultati matematici della sua equazione, non inizialmente compresi fisicamente, son stati utilizzati per spiegare la successiva scoperta sperimentale dell' antiparticella dell' elettrone: il positrone. Ma con l' equazione di Dirac si possono in tal modo attribuire a materia ed antimateria masse sì uguali in valore assoluto, ma di segno opposto, cosa che non è immediato trattare e comprendere fisicamente, dato che quella massa negativa potrebbe far pensare all' esistenza di anti-gravità che sperimentalmente non si è ad oggi mai osservata; viceversa il Modec vi attribuisce a materia ed antimateria stessa massa-energia positiva e carica elementare uguale in valore assoluto ma opposta nel segno, il tutto ben più coerente con quanto mostrano materia e antimateria una volta osservati sperimentalmente nella forma dell’ elettrone e del positrone!

Di fronte alla bellezza della teoria del Modec vengono in mente comunque le parole del fisico inglese Paul Adrien Maurice Dirac (1902 – 1984) che assegnò al concetto di "bellezza matematica" un ruolo preminente tra gli aspetti fondamentali della Natura, fino a sostenere che:

"una teoria che includa la bellezza matematica ha più probabilità di essere giusta e corretta rispetto ad una teoria sgradevole, pur confermata dai dati sperimentali"  

(virgolettato tratto da "P.A.M.Dirac e la bellezza della fisica", di R.Corby Hovis e Helge Kragh, pubbl. su "Le Scienze (Scientific American), num.299, luglio 1993, pag.76-82, traduzione).

Vedi anche il link: http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

Per le caratteristiche dei generabili elettroni e positroni a partire dai fotoni di sufficiente energia gioca di certo un ruolo da approfondire la polarizzazione del vuoto... ciò per sviluppi futuri!

 

Sulla Carica di Planck e la Costante di Struttura Fine comprese grazie al Modec

Inoltre le Unità naturali di Planck e le loro relazioni matematiche sono state scoperte "giocando" con le costanti fondamentali della fisica, ma il Modec invece ha permesso di ottenerle e di ottenere la relazione matematica esistente tra loro partendo dalla fisica della disvelata struttura del fotone, e nel quale modello fisico-matematico doppio elicoidale del fotone si aggiunge la considerazione della interazione gravitazionale tra le due semi-particelle costituenti del fotone, considerando appunto come massa gravitazionale per esse la loro massa inerziale, (masse legata all’ energia totale del fotone attraverso la relazione che esprime la quantità di moto della radiazione elettromagnetica);

vedi il PDF al link:

http://fiatlux.altervista.org/Le_Unita__naturali_di_Planck_comprese_attraverso_il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

e a questo link la sua presentazione: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unità-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

In merito sempre alle Unità naturali di Planck, uno dei tanti grandi meriti del Modec è quello di permettere di risolvere e comprendere uno dei più grandi enigmi della fisica moderna, cioè la straordinaria vicinanza in termini quantitativi tra il valore della Carica elettrica elementare e il valore della Carica di Planck che è data, quest’ ultima, a partire da costanti fondamentali della fisica diverse dalla Carica elementare stessa.

La relazione tra questi due valori di carica la comprendiamo bene oggi comprendendo proprio la struttura elettrica dipolare super-luminale doppio elicoidale del fotone, e l' importanza che in essa assume l' inerzia alla polarizzazione del vuoto-etere.

Tutto ciò è alla base del significato fisico, che oggi comprendiamo finalmente meglio grazie al Modec, della Costante di Struttura Fine, il cui significato fisico vero è collegato,

(vedi anche le formule matematiche a pag. 8 e 11 nel PDF sopra linkato, in cui essa viene espressa mediante la Carica elementare e la Carica di Planck moltiplicata per la radice quadrata di 2),

agli effetti del vuoto-etere di differente schermatura sulla medesima carica di fondo a seconda che esso abbia la possibilità di polarizzarsi elettricamente, o meno, (o solo parzialmente), in relazione ad una sua inerzia alla polarizzazione! E' questo che il Modec sembra suggerirci sulla relazione esistente tra vuoto-etere e fotone.

In realtà oggi possiamo dire che questo mistero di una vicinanza quantitativa tra la Carica elementare e la Carica di Planck poteva già portare i fisici a indagare nel verso di una struttura elettronica a distribuzione spaziale di carica, eventualmente discreta, pur se complessivamente con sommatoria algebrica nulla, per il fotone, ma se non hanno osato tanto, o se, pur avendo osato, non sono riusciti poi ad imporre questo modello, è semplicemente perché anche loro non avevano ancora scoperto l' Errore di Maxwell, il grande busillis della fisica moderna!

 

Perché la velocità del fotone non si compone vettorialmente con quella della sua sorgente? 

La Teoria del Modec offre la possibilità finalmente anche di comprendere meglio fisicamente il perché se una particella si muove ad alta velocità, rispetto ad un nostro sistema di riferimento inerziale, quasi prossima alla velocità della luce, ed emette un fotone, questo lo vedremo propagarsi sempre con velocità c, la velocità della luce nel vuoto, come se fosse emesso da una particella ferma, senza quindi che risenta di alcuna composizione di somma vettoriale con la velocità della particella che emette il fotone, come invece accade per la velocità del proiettile sparato da una pistola ferma o da una pistola posta su un’ auto in corsa.

Questo avviene perché il fenomeno di generazione di un fotone e la sua intimamente correlata propagazione non dipendono solo dall' eventuale sorgente ma sono strettamente legate al vuoto-etere che vincola il fotone, per esistere, a potersi propagare solo e soltanto a quella velocità c di traslazione rispetto ad esso, e qui stiamo immaginando che il nostro sistema di riferimento inerziale sia solidale a tale etere.

(Si noti che la superluminalità del Modec in ogni caso riguarda la velocità totale dei suoi singoli componenti, ma nel complesso la doppia struttura elicoidale del fotone nel suo centro di massa si traduce in una linea retta in c, la velocità della luce nel vuoto, come deve essere!).

Un po' come se, rispetto a noi, grida una persona da ferma o da un treno in corsa, la velocità del suono-voce nel mezzo aria sarà sempre per noi la stessa!

O come se da un auto in corsa, con una torcia, una campo di grano viene incendiato, la propagazione del fuoco in esso non dipenderà dalla velocità dell’auto ma da caratteristiche legate al campo, (o anche esterne come il vento) comunque indipendenti dall’ automobile.

Possibile per il fotone un parallelismo con i fenomeni a gradino connessi all’inerzia alla polarizzazione nei materiali dielettrici, relativamente alla loro risposta a segnali elettrici ad alte frequenze.

Per ulteriori approfondimenti:

L’ETERE di MAXWELL?! E la POLARIZZAZIONE del VUOTO alla luce del Modello Doppio Elicoidale del Fotone

link: http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html?cb=1517864947178

Per approfondimenti sul discorso sistema di riferimento inerziale solidale all’ etere:

link: http://fiatlux.altervista.org/la-relatività-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

"La Fisica teorica moderna ha perso la Fisica"

Con la scoperta dell' Errore di Maxwell si scopre che

"la Fisica teorica moderna nei suoi sviluppi ha finito per perdere la fisica"

E’ epistemologicamente assai scorretto servirsi di idee successive all' Errore di Maxwell e affette da esso per tentare di criticare il Modello doppio elicoidale del Fotone che invece è costruito tenendone conto o comunque in maniera tale da avere permesso di scoprirlo quell' errore.

Ora anche il Modec passa in secondo pianto nelle sue peculiarità,

ora è chi vuol fare apologia della fisica moderna che deve confrontarsi con i suoi fondamenti in cui oggi si è trovata una falla grande quanto quasi le sue fondamentale stesse, un bug matematico e fisico insieme nel cuore della fisica!

Qui in PDF il sommario sull' Errore di Maxwell

link: http://fiatlux.altervista.org/Il_Grande_Peccato_Originale_della_Fisica_Contemporanea-schema_sommario.pdf

Qui tradotto in inglese

link: http://fiatlux.altervista.org/THE_GREAT_ORIGINAL_SIN_OF_MODERN_PHYSICS-scheme_summary.pdf

Guarda in un file jpeg sempre la traduzione in inglese del mio riassunto sull' Errore di Maxwell

link: http://fiatlux.altervista.org/alterpages/thegreatoriginalsinofmodernphysics.jpg

Questi tue file si possono anche aprire all'interno di questo altro link

link: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html?cb=1517727042188

Il mio modello del fotone, e la teoria generale sviluppata attorno ad esso, in questa prima fase del suo sviluppo non ha richiesto una ridefinizione dei concetti di base della fisica classica;

ha invece mostrato epistemologicamente che è la fisica moderna che ha bisogno di ridefinizione e correzione, laddove non ha notato, con suo danno, il cosiddetto Errore di Maxwell.

Nella mia teoria, poi, Forza di Coulomb (Campo elettrico), Forza di Lorentz (Campo magnetico), Carica elettrica elementare, e proprietà del vuoto, tutte insieme mostrano come si generi il Fotone; fotone la cui esistenza è il fondamento vero di ogni quantizzazione che la fisica moderna ha tentato di studiare, ora lo capiamo ancor meglio, ma anche ora capiamo che il fotone riconduce la sua essenza a sua volta alla quantizzazione della carica elettrica soltanto come principio primo più basilare!

Il Modec mostra come la struttura perfetta della doppia elica con angolo di elica di 45° del fotone trova fondamento nelle forze di Coulomb e Lorentz, una struttura non indagata e pure lì sotto gli occhi quasi di tutti, ma non cercata, né studiata e né trovata perché in violazione di principi relativistici sulla velocità limite fissata in c … ma la Relatvità è stata costruita sull’ Errore di Maxwell non visto ora sappiamo, come tutta la fisica moderna!

Poiché poi la Forza di Coulomb e la Forza di Lorentz han fondamento nella cariche elettrica, il Modec ad oggi non teorizza alcun monopolo magnetico, ed esso non si meraviglia che i l monopolo magnetico, teorizzato da certi sviluppi appunto della fisica moderna affetta dal non visto Errore di Maxwell, non sia stato mai osservato in natura!

Voglio evidenziare come esistono alcuni tentativi della fisica teorica, sempre ispirati da un tentativo di unificazione in fisica, che hanno cercato di ricondurre anche la forza di gravità, la natura delle masse, ecc. a forze elettriche; senza qui entrare nel merito di esse e giudicare i risultati di quegli approcci, è importante fare una distinzione, dal punto di vista di quella che possiamo definire la storia euristica, per quanto ha caratterizzato al Teoria del Modec: in quest' ultima teoria non è stato un primato dato inizialmente al campo elettrico che ha inspirato gli sviluppi, ma si è partiti da una domanda più generale e meno pregiudizievole di partenza, cioè "quale è la struttura del fotone che spiega tutte le sue proprie?".

Ed è stata la risposta a questo quesito che ha mostrato il valore primario della quantizzazione della carica elettrica, nonché guidato verso la scoperta dell' Errore di Maxwell e alla necessità pertanto di una revisione degli ultimi 150 anni di fisica teorica! Ed è questo un risultato di per sé "esplosivo", prima dell' uso di qualsiasi linguaggio per esprimerlo!

 

LA NUOVA GRANDE RIVOLUZIONE NEL VERSO DI UNA MAGGIORE RIUNIFICAZIONE  IN FISICA

Corsi e ricorsi nella storia della Scienza

Quando era creduta la Terra al centro dell' Universo e non si conosceva la Legge della Gravitazione di Newton si notavano comunque delle regolarità nel Cosmo e gli uomini tentarono di spiegarle o comunque meglio descriverle ricorrendo ovviamente alla matematica e utilizzando delle regolarità e delle perfezioni simmetriche che in essa già si conoscevano, come per esempio la figura della sfera e i solidi platonici, con scarsi però risultati descrittivi.
Quando si pose invece il Sole al centro e si immaginarono gli altri pianeti, Terra inclusa, ruotanti intorno ad esso, la descrizione risultò migliore, più semplice rispetto alla descrizione dei moti dei pianeti ponendo al centro la Terra; si trattava però di una questione soprattutto relativa descrizione del moto, ma fu la scoperta della Legge della Gravitazione di Newton quell' elemento che permise invece di spiegare e descrivere con alta precisione la meccanica celeste, senza più quei costrutti matematici poco utili che erano stati sviluppati precedentemente nella lacuna di una piena comprensione delle leggi fisiche di fondo.

Oggi stiamo assistendo ad un qualcosa di altrettanto rivoluzionario con la scoperta dell' Errore di Maxwell: poiché esso non era stato notato, dalle Equazioni di Maxwell si interpretarono come prive di corpuscoli costituenti e ovunque neutre le onde-radiazioni elettromagnetiche; quando poi si scoprirono invece in essa dei corpuscoli, ovvero i fotoni, resi necessari per capire alcune fenomeni fisici (come la radiazione di corpo nero o l' effetto fotoelettrico), si ipotizzarono questi intimamente neutri per conciliarli con la neutralità prevista e osservata per le onde elettromagnetiche ma con la conseguenza di una rottura comunque con la Fisica Classica giunta alle Equazioni di Maxwell, poiché si credeva che queste non fossero compatibili con l' esistenza quei corpuscoli fotonici.

Scoperto l' Errore di Maxwell oggi invece scopriamo che quelle equazioni delle radiazioni elettromagnetiche (onde elettromagnetiche) erano perfettamente in grado di prevedere l'esistenza di corpuscoli di tipo fotonico, ma in più indicandoci da un lato la loro complessiva neutralità ma anche dall' altro la presenza in essi a livello strutturale di una distribuzione di carica di tipo almeno dipolare, praticamente il fotone doppio elicoidale descritto dalla teoria del Modec, in accordo con la complessiva neutralità dell' onda elettromagnetica macroscopicamente parlando!

L' errore, in breve, fu l' aver interpretato il significato di una sommatoria algebrica nulla di cariche come se fosse una sommatoria aritmetica (dei loro valori assoluti), disattenzione interpretativa, quindi, tanto matematica quanto fisica dalle straordinariamente enormi conseguenze!

Questo è una macigno fisico e matematico che cade sulla fisica teorica degli ultimi, all' incirca, 150 anni!

Ora non si può più far finta di nulla e andare avanti come se nulla fosse!

Nei circa 150 anni seguiti dalla scoperta delle Equazioni di Maxwell ad oggi, proprio il non aver compreso le caratteristiche fisiche basilari della radiazione elettromagnetica a causa del non visto errore, ha portato la fisica teorica, di fronte alle regolarità mostrate dalla natura sperimentalmente con il prosieguo delle ricerche, a cercare di avvalersi di nuovo di regolarità e simmetria studiate dalla matematica per tentare di creare validi modelli che ben descrivessero la realtà empirica.

Ne sono derivati dei costrutti matematici da tale approccio che, come nel caso della fisica tolemaica pre-copernicana per descrivere la meccanica celeste, qualche risultato lo possono pur dare ma con il limite di non riuscire a descrivere veramente come è fatta la realtà e con una conseguente nebulosità e farraginosità teorica e matematica degli strumenti e modelli sviluppati, persino con tendenze ad una impostazione dogmatica.

La scoperta dell' Errore di Maxwell, insieme al Modello Doppio Elicoidale del fotone, rappresenta pertanto quella chiarificatrice modifica del punto di vista sulla realtà e la scoperta di quelle leggi e principi nuovi che ridimostrano la semplicità smarrita della Natura da cui ripartire!

 

Il Modec, l' attesa rivoluzione in Fisica!

E’ la prima volta, o quasi, che qualcosa di simile accade nella storia della Scienza,

un paragone si può forse fare con quello che successe nella setta-scuola pitagorica, che inizialmente fondò la sua filosofia della natura sui numeri interi, ma entrò in crisi quando suoi stessi discepoli scoprirono l’ esistenza dei numeri irrazionali che la loro filosofia non aveva concepito e addirittura rifiutava. Si narra che la scoperta dei numeri irrazionali causò grosse tensioni tra i pitagorici e addirittura tanti di essi cercarono di fermarne la divulgazione.

Ora è idem. Chi davvero accetterà subito la scoperta dell’ esistenza di un errore che affetta la Fisica Moderna da circa 150 anni?!

Poiché per questo un peer review non è immediato da ottenere, il mio articolo, il mio libro al mondo, "urbi et orbi" divulgato, è ora questo presente sito web:

LA CRITICA DELLA FISICA PURA – “Fiat Lux”

link: http://fiatlux.altervista.org/index.html  

che sta circolando tra gli assetati di verità come circolò il “De Revolutionibus orbium coelestium” di Copernico.

Anche l' astronomo Niccolò Copernico (1473 – 1543)  divulgò prima un’ opera più breve con la sua teoria e le sue scoperte, il “Commentariolus” chiamato, così come, prima del mio sito web qui presente, divulgai i miei primi lavori in questo mio blog, che molti hanno incontrato in internet:

“Caroppo’s photon model”

link: http://caroppophotonmodel.blogspot.it  

Tempi diversi, mezzi diversi di comuncazione e divulgazione, ma sempre lo stesso bisogno di rendere partecipi i curiosi delle proprie scoperte entusiasmanti e discordanti con il mainstream del tempo.

In questo mio sito web intitolato “Fiat Lux” raccolgo tanti esperimenti che vanno tutti nel verso della conferma del Modec, ad esempio tanti di essi li trovate indicati qui dentro

link: http://fiatlux.altervista.org/le-convergenze-nel-verso-del-modec-del-fotone.html  

Ma la potenza della scoperta dell’ Errore di Maxwell è così grande che, come qui tratto e mostro, è stata la stessa scoperta del fotone che rappresenta il risultato dell' esperimento cruciale che mostra che esso debba avere una struttura con distribuzione di carica discreta a somma nulla, come appunto nel Modec:

Perché la scoperta del Fotone già dimostrava la validità del suo MODEC scoperto oggi?!

link: http://fiatlux.altervista.org/perché-la-scoperta-del-fotone-già-dimostrava-la-validità-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html  

Un grosso timore si aggira oggi nei dipartimenti di fisica del mondo e nei grandi laboratori internazionali: "c’ è un errore di fondo in tutta la fisica moderna!"

Noi che abbiamo riconosciuto la grande eleganza e la potenza esplicativa del modello elettronico doppio elicoidale del fotone, ora dobbiamo divulgare questo: la scoperta dell’ Errore di Maxwell; dopo un certo astio psicologico possibile, non sarà possibile che avere un’ apertura piena verso il Modec per la complessiva correzione della fisica e per ripartire uscendo dal pantano in cui la fisica teorica è oggi!

Del resto anche l’ interpretazione di Copenaghen della fisica quantistica ha imposto una visione dogmatica volta ad impedire ulteriori indagini nei fondamenti della fisica; ma oggi che le sue difese son state aggirante trovando una falla fisica e matematica nei suoi fondamenti, le roccaforti costruire non possono reggere!

Così si potrà tornare a fare tutti insieme una fisica nuovamente fisica, nuovamente filosofica, di nuovo aperta alla natura, non alla difesa di teorie claudicanti dette "eleganti", ma di fatto neppure tali!

E domande importanti e stimolanti, come quelle sulla natura della carica elettrica, torneranno ad avere cittadinanza in fisica così che si proceda oltre nella ricerca, nella speculazione, nella scoperta, con discorsi di nuovo “degni dei Platani” avrebbero detto i greci, dato che i grandi filosofi naturalisti eran soliti sovente tener le loro lezioni sotto le fresche chiome del grandi Platani orientali (specie Platanus orientalis)!

E come dopo Copernico, anche ora tanti altri naturalisti possono contribuire a costruire la nuova fisica della Natura di questo nuovo millennio!

Ora lavoriamo per diffondere la conoscenza dell’ errore nella fisica moderna ai fisici contemporanei e a tutti, così che insieme tutti umanità poi si possa ripartire su fondamenta rese di nuovo più solide, riconoscendo quei principi imposti dogmaticamente senza troppo fondamento fisico negli sviluppi della fisica teorica affetti dall’ errore in questo ultimi 150 anni circa!

Cogliere perfettamente il significato profondo dell' Errore di Maxwell vuol dire capire che tale scoperta, sfuggita a tante menti per circa 150 anni dà il fondamento per la dualità dipolare della struttura del fotone del Modec!

"Ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale" diceva il filosofo idealista tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770 – 1831), una razionalità che la fisica moderna aveva smarrito nella sua descrizione della realtà.

 

La Teoria del Modec in antropologia e biologia

Per coloro che hanno molteplici interessi e alta sensibilità culturale multidisciplinare, segnalo questi due approfondimenti dove, dopo quanto affrontato su piedi solidi matematici e fisici in altri capitoli, mi avventuro nel campo delle suggestioni antropologiche simboliche ispirate dal MODEC e anche nel verso di ipotizzare possibili future ricerche nel campo della biologia tenendo conto del MODEC del fotone!

SUGGESTIONI ANTROPOLOGICHE DEL MODELLO DOPPIO ELICOIDALE DEL FOTONE

link: http://fiatlux.altervista.org/suggestioni-antropologiche-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html?cb=1517027089677

Il Modello Doppio Elicoidale del Fotone e la Biologia (DNA)

link: http://fiatlux.altervista.org/il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-e-la-biologia-dna-.html

 

 

 

-) EPISTEMOLOGIA: DALLA VERIFICA SPERIMENTALE DEL MODEC ALLA FALSIFICAZIONE DELLA FISICA MODERNA

(febbraio 2018)


Affrontiamo di nuovo il tema della verifica sperimentale del Modello doppio elicoidale del fotone (Modec).

Partiamo dal un primo modello di fotone mono-elicoidale che ha proposto lo studioso Richard Gautier del Santa Rosa Junior College, Chemistry and Physics, in Santa Rosa, California, United States,

come anche troviamo qui su Academa.edu

in questo tuo Power Point del 2013,

link: https://www.academia.edu/26020477/A_Transluminal_Energy_Quantum_Model_of_the_Cosmic_Quantum_--_Powerpoint  

o in questo tuo articolo in PDF del 2006 cui rimandano bibliografie di suoi articoli presentati su Academa.edu

link: http://www.superluminalquantum.org/dallaspaper  

Si trattava di un fotone concepito come puntiforme e neutro, ma viaggiante con moto elicoidale con elica di angolo 45°, (dal punto di vista cinematico per un fotone di pari lunghezza d'onda, ha le stesse caratteristiche di una sola delle due eliche della doppia elica del Modec).

Ora ciò comporta una intrinseca super-luminalità per il moto di questo ipotizzato fotone. Questo aspetto rappresenta la principale difficoltà di conciliazione con la Fisica Moderna

In esso si insegue il buon bisogno di rendere anche una proprietà legata alla cinematica del fotone la lunghezza d' onda che si attribuisce al fotone, ma che la Fisica Moderna non sa realmente legare dall' onda elettromagnetica al fotone suo costituente, il costituente della radiazione e.m.

Inoltre si tratta di un primo modello che insegue il buon bisogno di legare lo spin del fotone al moto nello spazio tridimensionale del fotone stesso, cosa questa che la Fisica Moderna non consente di fare.

Si tratta però di un modello che è dinamicamente inammissibile anche nella Fisica Classica.

Da lì, egli passava ad immaginare l' elettrone come una sorta di fotone ma non più neutro ma carico elettricamente nel suo punto costitutivo.

Con l' evoluzione invece verso un modello doppio elicoidale quale quello in questo PDF qui del 2017 pubblicato su Academia.edu, abbandonando il precedente modello mono-elicoidale neutro proposto,

link: https://www.academia.edu/s/16109ceabf/entangled-double-helix-superluminal-composite-photon-model-defined-by-fine-structure-constant  

Richard converge invece, de facto, per il fotone verso il Modello Doppio Elicoidale Superluminale Elettrico Dipolare del fotone nella mia Teoria del Modec che ho formulato nel 2005.

[Nota: per il mio personale processo euristico di sviluppo del Modello doppio elicoidale del fotone ricordo che invece un mio assunto guida forte di base nei primi anni del nuovo millennio è stata la collocazione di cariche (+e) e (–e) puntiformi nell’ onda elettromagnetica viaggianti con essa e che essa dovevano generare, e questo già un assunto eretico con la fisica di mainstream, (all’ epoca non avevo ancora scoperto l’ Errore di Maxwell che invece ho scoperto nel 2014), e da lì nella conciliazione con le proprità del fotone son approdato al Modec come presentato nel mio PDF in inglese del 2005.]

Con tale modello doppio elicoidale vengono meno i problemi di dinamica, e la cinematica del fotone trova supporto nell' equilibrio dinamico che la sola Fisica Classica giunta fino a Maxwell (con l' aggiunta della scoperta della Carica elettrica elementare) consente.

Le capacità esplicative delle proprietà del fotone e del campo elettromagnetico (e.m.) diventano enormi con il Modec risolvendo anche l' altrimenti impenetrabile dogma del dualismo onda-particella del fotone, il legame tra fotone e campi elettrici e magnetici dell' onda elettromagnetica, l' origine fisica della relazione E=hv, lo spin, la fisicità cinematica della lunghezza d’onda del fotone, ecc. ecc.

Ora l' elettrone non è più concepibile come un fotone speciale carico negativamente, come concepito in quei lavori di Richard Gautier, ma semmai come originato, eventualmente a partire da una parte sola delle due parti costitutive di una fotone, (quella caricata negativamente), e questo ancor più in accordo con la possibile comparsa di antimateria-materia, la produzione di coppia elettrone-positrone, proprio da un fotone come osservato sperimentalmente. Altra grande capacità comprensiva teorica offerta ora dalla Modec Theory!

Nel confronto con la Fisica Moderna, invece, nonostante questa crescente capacità esplicativa della realtà sperimentale e teorica del singolo fotone indipendente, ma anche della radiazione e.m. più in generale, i problemi che sorgono nel tentativo di una conciliazione del Modello doppio elicoidale con la Fisica Moderna aumentano ancor più!

Non solo a causa della intrinseca superluminalità delle due componenti del fotone nel Modec, ma anche perché in esso si viola il dogma della intrinseca neutralità elettrica del fotone, il dogma della mono-puntiformità del fotone, si viola l' idea della Elettrodinamica Quantistica del campo elettrico come mediato da fotoni, si viola l' Einsteiniana idea di un cosmo ad interazioni solo locali e quindi non a distanza, e si viola l' idea della necessità di un totale ripudio di qualsiasi etere nel vuoto sempre affermata da Einstein, ecc., come gli approfondimenti del Modec, che ho sviluppato nelle sue conseguenze dal 2005 ad oggi, mostrano, vedi

link: http://caroppophotonmodel.blogspot.it   

link: http://fiatlux.altervista.org

Dopo aver scoperto il Modello doppio elicoidale del fotone con la sua eleganza e la sua estrema capacità esplicativa, lo scopritore viene affascinato dal suo perfetto ingranaggio che spiega così tanti aspetti che prima erano oscuri e dalla sua precisione che viene dalla sola fisica e matematica ma convergente con tante suggestioni filosofiche, magiche e artistiche di geometria sacra sviluppate nella storia dell' umanità.

Ora essendo io passato da questo percorso, so che all' inizio si è presi dal tentativo di cercare come fare accettare il Modec dalla comunità scientifica, studiando come conciliarlo con la Fisica Moderna senza troppo urtare quest' ultima.

Ma posso dire sulla base della mia ricerca negli anni che essa è impresa vana,

finché non si scopre, come con la guida del Modec mi è stato possibile fare nel 2014, l' Errore di Maxwell, errore fisico e matematico insieme!

Ma posso dire sulla base della mia ricerca negli anni che essa è impresa vana,

finché non si scopre, come con la guida del Modec io ho potuto fare nel 2014, l' Errore di Maxwell, che è un errore fisico e matematico insieme!

A quel punto tutto cambia, anche dal punto di vista della psicologia del ricercatore di fisica, il naturalista, a quel punto ognuno può capire che tale inconciliabilità è perché è la Fisica Moderna a conclamarsi affetta da errore!

Proprio per chi comprende il Modello doppio elicoidale elettrico dipolare del fotone, poi è più facile che colga subito il senso profondo dell' Errore di Maxwell, e non mi meraviglia che capisca rapidamente quanto ho scritto per spiegare tale Errore di Maxwell

link: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

link: http://fiatlux.altervista.org/THE_GREAT_ORIGINAL_SIN_OF_MODERN_PHYSICS-scheme_summary.pdf

Ho anche elencato già diversi esperimenti, alcuni che erano senza spiegazione, che oggi trovano spiegazione con il Modec o lo confermano o convergono verso di esso e la fisica della realtà che da esso è implicata.

Ma, mentre cercavo nel verso della fisica sperimentale e immaginavo ulteriori più specifici esperimenti per la verifica del Modec, e nel verso invece sempre della fisica teorica ho scoperto l’ Errore di Maxwell,

che cosa è dunque accaduto?

E' accaduto che nel cercare di confermare il Modec si arriva, in una sorta di serendipity, a falsificare la Fisica Moderna!

Trovato tale errore nelle sue fondamenta, errore fisico e matematico che risale a 150 anni fa circa, è chi ora vuol mantenere intatto il castello di questa, della Fisica Moderna che deve fornire le prove che essa non abbia un errore di fondo; ma come si può mai dimostrare che non sia così alla luce della natura di matematica elementarissima di tale errore, eppur non visto per tanto tempo e da nessuno veramente tanto da capire ed affermarne con forza la sua scoperta come necessario? Forse anche sfuggito proprio perché elementare.

Ma la Natura, come ben diceva Newton, è semplice, ma la Fisica Moderna, anche nella sua non comprensione della realtà a causa di quell’ errore, ha filosoficamente affermato invece il concetto di una complessità e non piena intellegibilità della Natura, attribuendo alla Natura quelli che erano invece, scopriamo oggi, errori teorici umani!

Il Modec ora indica la strada per la correzione della Fisica Moderna, con una nuova prima impensabile unificazione, (ad esempio citiamo qui solo, la riconduzione, secondo il criterio del Rasoio di Occam, del fotone alla quantizzazione della carica elettrica, e tanto altro), e la comprensione migliore della realtà nel verso di futuri approfondimenti!

Ora con il Modec non si deve chiedere permesso alla Fisica Moderna, ma le si deve dire spostati e correggiti!

E noi ora dovremmo diffondere ovunque quanto abbiamo capito: c'è un immenso semplicissimo e non visto sin ad oggi bug matematico e fisico nelle fondamenta della Fisica Moderna! Se ne deve prendere atto senza se e senza ma, tergiversare oltre non serve ed è controproducente per un vero progresso delle Scienze!

 

Il Modello Standard è stato formulato molto dopo le Equazioni di Maxwell e si porta dentro pertanto l' Errore di Maxwell, di cui non si è accorto, e tante conseguenze teoriche della sua propagazione!

Impossibile usarlo per giudicare un errore che si porta in seno e su cui è stato eretto; un errore che è alla sue fondamenta dunque!

 

GRAZIE AL MODEC ORA SAPPIAMO CHE CI SONO E QUALI SONO LE VERE VARIABILI NASCOSTE DELLA FISICA QUANTISTICA

esse sono legate alla descrizione dell'evoluzione nello spazio e nel tempo della struttura del fotone, che la Fisica Quantistica nasconde sotto l'incertezza del Principio di indeterminazione Heisenber che oggi è meglio compreso così nel suo significato.

Link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

 

PER APPROFONDIMENTO

Il Teorema di Bell, l’ Entanglement Quantistico e il Principio di Indeterminazione di Heisenberg alla luce della Teoria del Modec  

In merito al Teorema di Bell il MODEC ci permette di dire che nella Natura:

•) vige il realismo, cioè il principio di realtà, eloquentemente sintetizzato nella affermazione “la Luna è lì anche se non la guardo!”, in ciò concordando con la visione di Einstein. Non vediamo infatti alcunché dal punto di vista teorico che ci porti teoricamente a mettere in dubbio tale aspetto;

•) si deve prendere atto e accettare l’ esistenza di interazioni che avvengono a distanza, discordando in tal senso dalla visione di Einstein e dalla visone della QED  (l’ Elettro-Dinamica Quantistica), e dunque si deve abbandonare il principio di località, (in accordo anche con quanto, secondo alcune odierne sue letture, suggerirebbe l’entanglement), cosa questa che, ci mostra il MODEC, non nega certo il fatto che il fotone viaggi traslando complessivamente a velocità finita pari a c come appunto si riscontra sperimentalmente e ci viene anche dalle previsioni per la radiazione elettromagnetica che fanno le Equazioni di Maxwell;

•) esistono variabili nascoste nella MQ, (che si rivela quindi una teoria incompleta), si pensi già solo al fatto che, essendo mancata la conoscenza oggi fornita dal MODEC, la Meccanica Quantistica (MQ), come ad oggi sviluppata, ignora, non include e non conosce la struttura spaziale tridimensionale, o ancor meglio dire spazio-temporale, del fotone, del suo stesso quanto di fondazione dunque che è proprio il fotone; nella MQ il fotone è considerato come monopuntiforme ma ciò porta a perdere tanta descrizione prrecisa della natura, perdendo la sua tridimensionalità che ben descrive in ogni istante il Modec per un fotone indipendente isolato; tutto ciò ci porta ad una descrizione che quindi nella MQ non può che essere approssimata e dove si nasconde quella che è la precisa conoscenza spaziale oraria del fotone sotto l’ indeterminazione che nella MQ è quantificata dal cosiddeto principio di indeterminazone di Heisenberg.

L’ interpretazione di Copenaghen della Fisica Quantistica sbagliò a considerare tale indeterminazione quantificata dal principio di indeterminazione di Heisneberg come un’ indeterminazione intrinseca della Natura, abbandonando l’ idea perciò del determinismo in Fisica; tale indeterminanzione è solo frutto, capiamo oggi grazie al Modec, di questa conoscenza approssimativa del fotone nella MQ; ciò comunque permise una teoria descrittiva e predittiva più snella e maggiormente gestibile nella MQ, ma ovviamente da interpretare correttamente oggi nei suoi risultati, come oggi con la guida del Modec è possibile iniziare a fare.

Leggi qui ulteriori approfondimenti anche sull’ Entanglement riletto alla luce del MODEC:

“The EPR Paradox and Bell's Theorem in the light of the MODEC Theory (Electric Dipole Double Helicoidal Super-luminal Model of the Photon) for a new understanding of Nature”

link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

Altro, ad esempio sul principio di indeterminazionai di Heisenberg riletto alla luce del Modec, riscoprendo così la fondatezza del determinismo in Natura, lo puoi leggere qui:

“The immense propagation of the so-called "Maxwell’s error" in contemporary physical thought!”

link: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Questa la Weltanschauung della Natura fisica che emerge dal "Modello a doppio elica del fotone" e dalla scoperta dell' "Errore di Maxwell" il grande peccato originale della teoria della Fisica moderna!

 

[Nota: La Teoria del Modec ci dice che, come scrissi:

"Alla base del Cosmo non c'è la luce ma la bipolarità della carica elettrica fondamentale che costituisce la luce (secondo me)!"

Estratto dal link: http://fiatlux.altervista.org/raccolta-di-concetti-vari-sul-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html]

 

"Eppur è tutto nell' Errore di Maxwell!"

"Tutto" nel senso di tantissima comprensione della Natura. Ho parafrasato la famosa frase attribuita a Galileo Galilei, che disse "Eppure si muove" contro chi voleva, che Galileo affermasse il pensiero di mainstream ufficiale, che sosteneva che la Terra fosse fissa al centro del cosmo.

L' Errore di Maxwell, come in tanti miei scritti ho approfondito, permette di capire tanto di ciò che era nebuloso prima in merito ai rapporti tra onde elettromagnetiche e fotoni, come permette di ammirare la consistenza del Modello Doppio Elicoidale del Fotone con al nuova fisica che deve tener conto delle correzioni apportate a seguito della scoperta dell' Errore di Maxwell.

 

La stabilità elettromagnetica del Modello doppio elicoidale del Fotone

Già abbiamo mostrato come il Modello Doppio Elicoidale del Fotone è dinamicamente stabile, vedi

link: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

aggiungiamo un’ approfondimento qui sulla sua stabilità anche elettromagnetica 

“In the Double-elicoidal model of the photon (MODEC) the secret of its electromagnetic stability also now better understood with the discover of the Maxwell’s error”

link: http://fiatlux.altervista.org/nel-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-il-segreto-della-sua-stabilità-elettromagnetica.html

 

[E’ questo un estratto dai miei interventi online nella tertulia in inglese cui mi ha chiesto di partecipare lo studioso statunitense il Professor Richard Gautier, un circolo di curiosi naturalisti dei segreti della natura;

link: https://www.academia.edu/s/16109ceabf/entangled-double-helix-superluminal-composite-photon-model-defined-by-fine-structure-constan (discussione intorno ad un PDF di Richard del 3 novembre 2017)

Richard Gautier mi ha contattato via mail il 31 ottobre 2017 per invitarmi, dopo aver trovato e citato in suo articolo sul fotone e la Costante di Struttura Fine del 2017, il mio studio del 2005 sul Modec,  che ha trovato online nel mio blog  http://caroppophotonmodel.blogspot.it].

 

 

 

-) Ancora in merito al Principio di Huygens-Fresnel e al Modec del fotone

(Ulteriori considerazioni dai miei scritti in questo sito e qui raggruppate, e in aggiunta a quella che già avete letto sopra nel mio punto in merito alla conciliazione tra dimensioni minime delle fessure su uno schermo per la validità del Principio di Huygens-Fresnel e le dimensioni trasversali non puntiformi del fotone nel Modec).

 

Da un punto di vista teorico possiamo dire come la legge oraria della struttura doppio elicoidale del fotone nella teoria del Modec, e quindi dei campi elettrici e magnetici trasportati e generati nel tempo e nello spazio dalle due cariche elettriche del fotone,  corrisponde ad una sorta di limite dell’ equazione di Maxwell delle onde elettromagnetiche, nel caso di un solo fotone; sono cioè quelle del Modec le equazioni della radiazione elettromagnetica associata al singolo fotone.

Per capire però meglio la relazione esistente tra le equazioni di Maxwell delle onde elettromagnetiche e la descrizione del fotone data nel Modec, può essere utile effettuare un parallelismo con le leggi fisico - matematiche che, nella Scienza delle costruzioni, esprimono, in maniera tensoriale, in campo elastico, la relazione esistente tra tensioni e deformazioni, o anche nel caso di una semplice molla la legge di Hooke che esprime la relazione di linearità tra sforzo e allungamento.

Abbiamo in questo caso delle leggi che descrivono dei comportamenti macroscopici dei corpi elastici, ma che, ottenute empiricamente da osservazioni, non permettono immediatamente di comprendere le cause più profonde a cui quelle leggi sono legate. La scienza non può limitarsi alla descrizione matematica di quanto fisicamente osservato a livello macroscopico, ma vuole spingersi sempre più in profondità nella comprensione, trovare cause sempre più prime, sempre più fondamentali, e sempre più, in questo caso, essa vuole scendere nel microscopico per trovare quali strutture più elementari, in questo caso atomico-molecolari, sono presenti, quali proprietà e quali fenomeni, che poi danno, come risultante statistica del comportamento di innumerevoli componenti microscopiche, le proprietà, i comportamenti dei corpi osservati a livello macroscopico.

La legge di Hooke di una molla non permette di scendere nel microscopio nella comprensione, ma lo sviluppo di modelli atomici e molecolari ha permesso di comprendere la sua origine sulla base delle forze di legame tra le componenti atomico-molecolari microscopiche dei corpi nell' approssimazione dei piccoli spostamenti, che comportano in prima approssimazione, (sviluppo in serie di Taylor), proprio forze variabili linearmente con gli spostamenti degli atomi tra loro.

Le leggi-equazioni di Maxwell sono state ottenute attraverso un'approssimazione nel verso del continuo così come le leggi della Scienza delle costruzioni che legano tensioni e deformazioni; pertanto così come nelle leggi della Scienza delle costruzioni si perde quella che è la discontinuità atomica di base nel microscopico, così nel caso delle equazioni di Maxwell si perde la discontinuità che è legata ai fotoni e alle componenti dei fotoni scoperte grazie al Modec.

Ciò che di grave è avvenuto con le equazioni di Maxwell nella storia della scienza è che ci si è dimenticati quasi di come esse siano state costruite su un modello di approssimazione continuo, un aspetto questo che più ha reso difficile rendersi conto di quello che abbiamo definito l’Errore di Maxwell, la cui scoperta avrebbe portato invece a comprendere come una struttura fotonica, che praticamente è la struttura microscopica dell' onda (radiazione) elettromagnetica, (con le caratteristiche indicate dal Modec per il fotone singolo isolato), era da attendersi senza alcuna meraviglia e senza che la sua scoperta implicasse alcuna discontinuità teorica forte, alcuna rivoluzione scientifica, come invece hanno creduto di dover fare i fisici dalla scoperta del fotone in poi, con tutte le conseguenze anche di non piena e corretta comprensione del campo elettromagnetico di cui sovente abbiamo parlato parlando della propagazione dell'Errore di Maxwell.

C'è un grave atteggiamento di freno alla ricerca scientifica volta a comprendere la natura, che si è affermato nella fisica moderna quando, di fronte ad una equazione che ben descrive l’ osservato e l’ osservabile, i fisici finiscono per considerare l’ equazione la spiegazione totale, anche se essi non ne comprendono le ragioni della sua validità, rinunciando a indagare cosa essa cela, quali meccanismi più basilari; ma forse fu questo un atteggimanto di fuga, di comodo, di fronte all'impossibilità di capire davvero la natura, anche in presenza di buone equazioni, a causa del non visto Errore di Maxwell. 

Vedi anche: “Approfondimento sui rapporti tra le Equazioni di Maxwell e il Modello Doppio Elicoidale del Fotone”

link: http://fiatlux.altervista.org/approfondimento-sui-rapporti-tra-le-equazioni-di-maxwell-e-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

Veniamo al Principio di Huygens-Fresnel che è così formulato:

Ogni elemento dΣ di un fronte d'onda Σ si può considerare formalmente come una sorgente secondaria di onde sferiche in fase con la primaria e di ampiezza proporzionale a quella dell'onda primaria e all'area dΣ. La perturbazione prodotta in un punto dello spazio si può sempre ottenere come sovrapposizione di tutte le onde sferiche secondarie che raggiungono quel punto.” (dal link: https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Huygens-Fresnel)

Con il Principio di Huygens-Fresnel siamo nel campo dell'ottica ondulatoria (la originaria teoria ondulatoria della luce), alla quale diede poi in seguito maggiori basi fisiche lo sviluppo della Teoria delle onde elettromagnetiche di Maxwell con le quali si comprese come la luce è anch’essa una radiazione elettromagnetica.

Altra teoria formulata per luce era quella corpuscolare di Newton che meglio si correlava a quell'altro antico ramo descrittivo dell'ottica noto come ottica geometrica (che studiava i fenomeni ottici assumendo che la luce si propaghi mediante raggi rettilinei); teoria corpuscolare trovò dei fondamenti fisici forti nella scoperta del fotone.

Era chiaro che in parte entrambe le teorie erano valide, ma anche entrambe avevamo delle difficoltà nel descrivere pienamente il fenomeno luminoso.

E questo dualismo comportamentale della luce era rimasto forte anche nell'ambito della fisica moderna tanto che in essa si era affermato il dogma del dualismo onda-particella per la luce, senza che però vi fosse alcuna teoria risolutiva per la comprensione piena di questa sua doppia natura, due nature della luce considerate addirittura quasi antitetiche tra loro; comprensione che invece giunge elegantemente grazie al Modec del fotone, che rappresenta il trionfo del sincretismo, come ovviamente deve essere quando persone diverse vedono aspetti diversi dello stesso fenomeno che vanno conciliati scoprendo quella struttura di fondo, quel poliedro unico, potremmo dire, che ha tutte quelle diverse facce insieme, che diversi osservatori avevano osservato.

Il Principio di Huygens-Fresnel, così come le onde elettromagnetiche di Maxwell per la loro modellizzazione nel continuo, sono legate ad una descrizione della luce che ignora la sua natura corpuscolare, che potremmo dire microscopica. Quando si passa ad applicare fisicamente quel principio si nota che esso vale con buona approssimazione se le fessure sullo schermo sono sufficientemente estese rispetto alla lunghezza d'onda dell'onda incidente, questo si concilia molto bene, (non crea, per lo meno potremmo dire, inconciliabilità anche laddove fosse desumibile da sole considerazioni di ottica ondulatoria), con la descrizione del fotone data dal Modec che, a differenza della fisica moderna affetta dell'Errore di Maxwell, non considerare il fotone come puntiforme, ma attribuisce ad esso anche una sezione trasversale non puntiforme ma dell'ordine di grandezza della sua stessa lunghezza d'onda, che è la lunghezza d’onda della radiazione elettromagnetica ad esso associata e associabile.

Anche il fatto che l'onda emergente da una fessura su uno schermo secondo il Principio di Huygens-Fresnel conserva la stessa lunghezza d'onda dell'onda incidente è conciliabile con l'attraversamento della fessura da parte del fotone che quindi conserverà la stessa lunghezza d'onda iniziale anche dopo l’ attraversamento.

Osserviamo ancora come, se la fessura risulta essere molto grande, (molto molto più grande della lunghezza d’ onda), i fronti d'onda dell'onda luminosa emergente saranno grossomodo piani così come piani i fronti dell'onda incidente, eccetto sui bordi per degli effetti di bordo.

Quando invece il foro, immaginiamolo circolare, sullo schermo si restringe, gli effetti di bordo risultano prevalenti e questo fa sì che la fessura appaia come generatrice di un fronte d'onda sferico. Tutto questo, descritto matematicamente dal Principio di Huygens-Fresnel, ci fa però capire l'importanza fisica proprio degli effetti di bordo anche per comprendere lo stesso principio dal punto di vista fisico, e adesso, per spiegare gli effetti di bordo attraverso il Modec, possiamo ipotizzare che siano dovuti alle interazioni di scattering, urti ma anche e soprattutto interazione di tipo elettrico tra le componenti di cariche elettriche del fotone, così come descritto dal Modec, e che cessa di essere considerato elettricamente neutro come nella fisica moderna, e le cariche elettriche del materiale costituente lo schermo con i suoi nuclei atomici carichi positivamente e i loro rivestimenti di nuvole elettroniche cariche negativamente.

Se matematicamente il Principio di Huygens-Fresnel, fissato un fronte d'onda, anche in assenza di schermo, consente di prevedere tutti i successivi fronti d’ onda considerando le varie piccole porzioni del fronte fissato come generatrici di onde sferiche con le caratteristiche previste dal Principio, ciò si deve al fatto che gli effetti di bordo così simulati per ogni porzione generatrice, come se fosse un forellino su uno schermo, vengono elisi nell’ integrazione come dunque se non vi fossero effetti di bordo, come appunto non ci sono in questo caso ideale senza schermo!

Qui io ho raccolto anche numerose altre riflessioni riguardo ai fenomeni di diffrazione della luce riletti tenendo in considerazione il Modec.

link: http://fiatlux.altervista.org/il-modec-e-l-esperimento-di-young.html

Il Modec, rispetto al modello puntiforme e intrinsecamente neutro del fotone che connota la Fisica Moderna, aggiunge la possibilità di una modellizzazione degli effetti di bordo, che son fondamentali nei fenomeni di diffrazione e che riguardano l’interazione tra onda elettromagnetica e bordi degli oggetti di schermo o delle loro fenditure e fori, tenendo conto ora, grazie al Modec, della natura elettronica della struttura dei fotoni e che quindi maggiormanete risentono delle cariche elettriche delle componenti atomiche degli oggetti che fan da schermo e che son nei loro bordi, con conseguenti inflessioni della direzione dei fotoni quando essi passano in loro prossimità tenendo conto che le forze elettriche tra cariche elettriche crescono di intensità al diminuire della distanza.

Il Modec e la correlata scoperta dell’ Errore di Maxwell implicano una rivoluzione in Fisica, che implica l’ abbandono di diversi paradigmi e dogmi della Fisica Moderna; ma in realtà, mentre quella che è stata la rivoluzione della Fisica Moderna si è posta in atteggiameto di rottura con il passato, un po’ come certe avanguardie nell’arte contemporanea nel primo novecento, oggi sappiamo che quella forte rottura, che fu ritenuta necessaria, necessaria non era ed è stata deleteria per la comprensione della Natura, come evidente nei disastri della Fisica Moderna nel ristagno del mainstream odierno, per cui, “de facto”, la rivoluzione che la scoperta dell’ Errore di Maxwell ha, epistemologicamente, il valore di una contro-rivoluzione, di una grande restaurazione possiamo dire! Un restauro riconciliante e nel verso della riunificazione che consente la scoperta di quell' errore di fondo, il grande peccato originale della Fisica Moderna: l’Errore di Maxwell come battezzato, senza per questo sminuire la grandezza del grande fisico, ma per ben inquadrare la questione senza ambiguità.

Chi coglie la potenza del Modello doppio elicoidale del fotone, e subito la profondità semantica dell’errore di Maxwell, è chi cerca concretezza in fisica, la concretezza della natura, concretezza del tutto smarrita nella Fisica Moderna nel verso di una sorta di deleterio spiritismo fatto dilagare in essa, ma anche questo conseguenza di quell’ errore di fondo non visto per circa 150 anni!

Un atteggiamento spiritistico può magari anche essere di guida, come una bella suggestione, nel percorso euristico di ricerca iniziale, di valutazione di tutte le varie possibilità come nel metodo scientifico galileiano si suggerisce di fare; suggestioni come nella ricerca alchemica; ma il fisico naturalista deve poi arrivare, come risultato del suo percorso, alla concretezza della Natura, non limitarsi neppure alle sole equazioni che bene sembrano descrivere qualcosa!

Come la concretezza maggiore che dà la scoperta del modello doppio elicoidale del fotone, contro dogmi come la interpretazione detta di Copenaghen del Principio di Indeterminazione di Heisemberg, che arriva a dire indeterminata la natura stessa, e non solo l’osservazione empirica affetta da errore!

Solo chi è animato dalla ricerca di questa concretezza potrà contribuire davvero alla crescita della fisica e all’ applicazione di quanto qui esposto dopo la scoperta. Come dopo la scoperta o riscoperta copernicana dell’ eliocentrismo, grandi nomi, come Galileo e Newton, si aggiunsero traendone le conseguenze fisiche e matematiche immense di una scoperta semplicissima semplificante la descrizione della meccanica celeste come il principio eliocentrico, al posto di quello geocentrico, e da lì l’ espansione ulteriore della visione umana che vide Giordano Bruno ben capire l’ esistenza di tanti altri mondi, e di tanti altri simili sistemi solari oltre al nostro nell’ Universo! La potenza della semplicità, e giustamente, ritengo, di questa semplicità della Natura era un forte assertore Isaac Newton! 

 

 

 

-) ORA TORNARE INDIETRO E’ IMPOSSIBILE!

[Riporto traducendolo in italiano il mio commento in inglese del 4 aprile 2018 nella discussione cui mi ha invitato a partecipare Richard Gautier a questo link: https://www.academia.edu/s/0b8807556f/entangled-double-helix-superluminal-photon-model-defined-by-fine-structure-constant-has-inertial-mass-mec-2?source=link (discussione intorno ad un PDF di Richard del 12 febbraio 2018)]

Quando qualcuno scopre o capisce davvero il Modello doppio elicoidale del fotone (MODEC) insieme al correlato Errore di Maxwell, il grande peccato originale della fisica moderna, tutto cambia per lui, si vede il cosmo con una logica nuova e soprattutto ben più piena, senza "rospi da ingoiare interi", dogmi da accettare acriticamente, e da quel momento tornare indietro è impossibile, non lo si vuole proprio, non lo si pensa neppure lontanamente di rimmergersi nella nebulosa incomprensione, o semi-comprensione della realtà, si capisce che sarebbe da stupidi indietreggiare a quel punto, umanamente impossibile!

Come chi percorrendo una buia foresta da tempo in cui ha smarrito la strada o della quale non sa se esista un fine, arriva invece alla pienezza della luce al suo margine su un altura, ma pur al bordo di un precipizio; a quel punto dietro ha le ombre da cui è uscito, davanti spazi aperti visibili ma con ancora un dirupo da superare; ma ora si vede, si respira a pieni polmoni, si sa che c’è quel dirupo, si comprende dove si può arrivare!

La nuova fisica è aperta, il nuovo mondo scoperto, il dirupo ha di sicuro una strada comoda per discendere, ma va cercata da tutti, insiemi, con il gusto della condivisione della nuova soddisfacente rivelante scoperta!

Come Cristoforo Colombo che scopri che esistevano le Americhe quando nessun europeo vivente lo sapeva, ma furono poi tanti europei a contribuire a scoprirne tutti i loro tanti peculiari aspetti e non solo lo stesso Colombo primo scopritore.

La vera domanda, domanda retorica per questi che per primi vedono la “luce”, diventa, ma come potrebbe essere possibile un fotone indipendente senza la sua struttura descritta dal Modello elettronico dipolare doppio elicoidale?!

Vedi per approfondire questi due link dal mio sito internet http://fiatlux.altervista.org/ :

Letters about Maxwell’s Error and the Double Helicoidal Model of the Photon

Link: http://fiatlux.altervista.org/letters-about-maxwell-s-error-and-the-double-helicoidal-model-of-the-photon.html

 

ABSTRACT: MAXWELL’S ERROR, THE GREAT ORIGINAL SIN OF MODERN PHYSICS. With a new Unification the model that explains PHOTON!

Link: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

 

 

 

-) Riporto qui di seguito alcuni miei interventi dalla discussione svoltasi nell' aprile 2018, (e cui sono stato invitato a partecipare da Richard Gautier per esporre e sostenere le mie teorie cui è dedicato questo mio sito internet intitolato "Fiat Lux"), al link: https://www.academia.edu/s/bfab93df62/the-photon-a-traveller-in-disguise-and-the-electron-the-coincidence-of-being intorno ad un PDF del 12 marzo 2018 del teorico Guido Kinet, amico di Richard. 

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ABOUT MAXWELL’S ERROR, THE GREAT ORIGINAL SIN OF MODERN PHYSICS, AND THE DOUBLE HELICOIDAL MODEL OF THE PHOTON - MODEC

Ringrazio Guido Kinet per l’accoglienza e Richard Gautier per l’invito a scrivere in questa discussione.

In merito agli utili contributi, che posso dare alla discusione, io rimando a questo link:

http://fiatlux.altervista.org/letters-about-maxwell-s-error-and-the-double-helicoidal-model-of-the-photon.html

dove prevalentemente ho scritto in inglese.

Dopo la traduzione in italiano della “lettera” iniziale, ho riportato, per facilitare l’ avvicinamento anche ai non italiani, al MODEC, il mio Modello Doppio Elicodale del Fotone e le sue immense conseguenze tra cui anche la scoperta e comprensione, che mi ha consentito, del cosiddetto Errore di Maxwell, tutti i miei commenti che, su Academia.edu, ho condiviso, con medesimo fine divulgativo, sulle discussioni aperte da Richard per gli amici statunitensi, e di ogni parte tutto il mondo.

Testi ricchi di spunti che rimandano, con vari link, ad altri testi in italiano o inglese che permettono approfondimenti ulteriori. Per i testi italiani facilmente essi possono essere tradotti con gli strumenti di Google.

Invito anche alla visione dell’ indice in carattere rosso qui

link: http://fiatlux.altervista.org/

per indicazioni delle macrotematiche trattate, anche se poi i vari paragrafi vanno ben oltre i soli argomenti nei loro titoli, per cui opportuno sempre leggerli!

Tantissime Grazie a Voi!

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La Scienza nasce in Grecia, in Italia, in Inghilterra, in America e ovunque nel mondo dove c'è un Homo sapiens che riflette sulla Natura.

Parlo qui in inglese per una ragione di praticità, e perché in tal modo posso essere compreso da più persone, e il passo precedente è solo un piccolo estratto dai miei scritti offerto qui rapidamente all' attenzione di chi se lo vuol tradurre con gli strumenti di traduzione di Google. Non certo per mancare di rispetto a qualcuno

Ma intollerabile è sentir affermare, come ha fatto una persona che voleva attaccare la mia teoria e perciò strumentalmente il mio frequente uso della mia lingiua, l’italiano:

"L'inglese è il linguaggio della Scienza!"

Una persona più accorta e meno affetta da pregiudizi avrebbe scritto

"La matematica è il linguaggio della scienza" semmai proprio!

Non me ne potete fare una colpa, né attacando me potete sperare di non fare conoscere l' immenso errore della Fisica moderna, che affligge essa e tutte le speculazioni teoriche recenti che con esso crollano e si rivelano profondamente fallaci poiché non si sono accorte di tale semplice e grandissimo errore.

E nessuna barriera linguistica è tanto alta per impedire che un tale errore matematico e fisico, una volta scoperto e divulgato come sto facendo, possa diffondersi con i suoi rivoluzionari effetti fisiologici inevitabili!

Spero che chi vuol sapere davvero quello che scrivo e penso legga direttamente ciò che io ho scritto! Grazie

Non gradisco le distorsioni del mio pensiero come quelle assurde che leggo nel commento sopra!

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SULL' ERRORE DEL SEMPRE IMMENSO GRANDE FISICO MAXWELL

(Un grande saluto iniziale all’ intelligente Wes Johnson)

Qui al link (o copia tutta questa stringa nella barra degli indirizzi): http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

io parlo dei campi elettrici e magnetici di un' onda elettromagnetica.

Tutti sappiamo che un' onda elettromagnetica osservata qui e ora ha avuto un' origine in qualche tempo precedente e posizione dello spazio lontana, e le sue origini possono essere delle sorgenti individuabili in delle cariche elettriche accelerate!

Vedi questa immagine, che mostra l' andamento dei campi elettrici e magnetici di un' onda elettromagnetica piana monocromatica polarizzata lungo un piano, qui al link: http://www.angelofarina.it/Dispense01/binelli130865/binelli130865_file/image010.jpg

dove:

“Campo elettrico” in inglese “Electric field”

“Campo magnetico” in inglese “Magnetic field”

Ma una volta originata da una perturbazione un' onda elettromagnetica essa poi viaggia svincolata dalle sorgenti, con caratteristiche che ben sappiamo (pensa al caso dell' onda elettromagntica di un singolo fotone) si conservano nel tempo senza decadimenti o smorzamenti in uno spazio vuoto.

Quindi in questo scritto interno ancor più sintetico al

link: http://fiatlux.altervista.org/alterpages/thegreatoriginalsinofmodernphysics.jpg 

io non mi riferisco a quelle sorgenti "ab origine" (spero che il Latino, la lingua dei Romani, non scandalizzi nessuno), ma sto fissando l' attenzione sui campi elettrici qui e ora dell' onda elettromagnetica, e noi diciamo che qui e ora quei campi magnetici ed elettrici non hanno origine qui ed ora in cariche elettriche presenti qui ed ora, secondo la teoria odierna del campo elettromagneico e del fotone, (teorie affetta dall' “errore di Maxwell” di cui discorro nel mio studio).

Viceversa la scoperta di quell' errore fa luce sul fatto che, al di là dell' origine, anche qui ed ora quei vettori dei campi elettrici e magnetici son sempre rigidamente correlati a cariche elettriche viaggianti fisiologicamente costitutivamente intrinsecamente con l' onda elettromagnetica, e son, nel caso di fotone isolato indipendente, quelle del dipolo del fotone, descritto secondo il Modello Doppio Elicoidale del Fotone (Modec) di cui pure discorro nei miei link sottoposti alla vostra curosità! Ciò consente anche una più ricca descrizione tridimensionale di quei campi nel caso del singolo fotone, che le equazioni di Maxwell non consentono per le loro approssimazioni di base, utili per delle più ampie descrizioni ma di cui meglio si comprendono potenzialità e limiti una volta compreso tale piccolo e grandissimo al contempo errore.

Tutta questo precisazione sarebbe stata superflua se si fosse letto con curiosità vera ciò che ho scritto, ma non curiosità evidentemente ha ispirato una prima velocissima lettura in qualcuno che ha tentato di distorcere il mio pensiero così sgradevolmente!

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E MILLE PAROLE NON CAMBIANO QUELLO CHE È UN ERRORE MATEMATICO E FISICO SEMPLICISSIMO E DALLE IMMENSE CONSEGUENZE

Riassumo in breve qui lasciandolo alla metabolizzazione proficua o indigestione di chi legge.

Nelle equazioni di Maxwell scrivendole nel vuoto e ponendo pertanto in esse Q=0 esse danno la possibilità di ottenere soluzioni di onde elettromagnetiche che vi si propagano in esso!

Da qui l'idea dell'onda elettromagnetica, e poi del fotone, che non trasportano con sé cariche elettriche, l'idea del fotone elettricamente neutro mono-puntiforme, dogma portante della Fisica moderna.

Ma non ci si accorse che impostare Q=0 vuol dire porre nulla una somma algebrica (e non aritmetica) di cariche, tale è il valore di quel Q, sommatoria del valore algebrico di ciascuna delle eventuali cariche elettriche presenti in un volumetto nelle equazioni di Maxwell,

pertanto Q=0

•) sia se davvero non ci sono proprio cariche elettriche,

ma anche è idem uguale a zero

•) se ci sono dei dipoli (e quindi cariche elettriche), la cui somma algebrica è pur sempre nulla, (nel volumetto infinitesimo considerato)!

Se si fosse capita questa svista interpretativa, si sarebbe capito bene che il fotone scoperto nei decenni successivi dimostrava proprio che le onde e.m. hanno una struttura costitutiva granulare elettrica, e forse già anche che la (elettrica) Forza di Coulomb e la (magnetica) Forza di Lorentz insieme descrivono una struttura doppia elicoidale per il singolo fotone nel vuoto, e che le equazioni di Maxwell son solo una potente approssimazione in un modello continuo delle radiazioni elettromagnetiche, (che hanno fisicamente invece una struttura costitutiva corpuscolare), e da lì le innumerevoli conseguenze che ho ricostruito qui e non solo, link: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Questa è matematica e fisica

no un' opinione, né credo religioso!

Una precisazione ulteriore:

onde elettromagnetiche che ora son da considerarsi con campi elettrici e magnetici sempre in ogni istante correlati a cariche elettriche viaggianti con l'onda e.m. (radiazione e.m.), che son parti intrinseche di essa, come ben visibile nel caso più semplice del fotone descritto dal Modello Doppio Elicoidale (Modec), fotone che è la radiazione elettromagnetica più elementare.

Nel fotone (grazie al Modello Doppio Elicoidale - Modec) vediamo ora come campi elettrici e magnetici si muovono in blocco in tutto lo spazio rigidamente a queste loro costitutive sorgenti cariche del dipolo elettrico del fotone che rototraslano.

Al contempo è immaginabile, volendo, una descrizione del fotone del modello doppio elicoidale non solo come sistema stabile dinamicamente che propaga, come descritto nel Modec, soddisfacendo e spiegando così mirabilmente insieme ed eloquentemente tantissime proprietà del fotone prima non spiegabili, né correlabili, ma anche come sistema che continuamente irradia completamente sé stesso con un' evoluzione spazio temporale, per le leggi di conservazione, che coincide con la prima descrizione, senza quindi problemi di instabilità elettromagnetica quindi, o volendo possiamo dire tale per cui "la sua instabilità elettromagnetica coincide nel fotone con la sua stabilità elettro-magneto-dinamica"!

Tutto questo è nel mio sito web (link: http://fiatlux.altervista.org/index.html) meglio sviluppato, con la corretta lettura che ora ne emerge delle radiazioni e.m., in rapporto anche più naturale e ovvio con le caratteristiche sperimentali delle leggi della Forza di Coulomb e della Forza di Lorentz, che a ben vedere son comunque le leggi base per la costruzione del modello continuo e pertanto approssimato delle radiazioni e.m., ("continuo" perché non tiene in considerazione la loro struttura granulare elettrica che ora conosciamo), che vien dato dalle straordinarie bellissime Equazioni di Maxwell; equazioni che dalla scoperta del definito “Errore di Maxwell” in realtà ne escono magnificate ancor di più nelle loro potenzialità dal valore di guida per penetrare i segreti della Natura, potenzialità che non furono comprese sino ad oggi a causa di quell' errore che portò a mal interpretarle innaturalmente e con assurde forzature fisiche e quindi poi matematiche negli sviluppi successivi, (gli effetti della propagazione di quell’ errore sfuggito per 150 anni all’ attenzione di tuttissimi)!

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Quello che è davvero materia ed antimateria, che l' osservazione sperimentale ci mostra con l' esistenza di elettroni e positroni, non ce lo dice, come creduto, l' Equazione di Dirac che parla di un antimateria dall’ energia e quindi dalla massa negative con una conseguente ipotesi di una antigravità (da massa negativa) che sperimentalmente non vediamo, ma è il Modec che per la prima volta ci fa capire che materia ed antimateria son legate e derivano da ciò che costituisce la struttura del fotone, dalle sue due semiparticelle che hanno cariche uguali e di segno opposto e stesse masse positive e quindi stessa energia E=mc^2 (formula di Olinto de Pretto o di Einstein), senza alcuna previsione di antigravità dunque, in accordo quanto sin ad oggi osservato in tema di interazione gravitazionale nell’ universo e in accordo con la generazione di materia ed antimateria dai fotoni, che però adesso capiamo non è pura generazione ma rivelazione di quanto nel fotone è presente, durante la sua esistenza, e non letteralmente annichiliti come creduto sin ora.

E poi E=mc^2 è un’ uguaglianza non una reazione reversibile di conversione da destra a sinistra o viceversa. Questo per capire anche che non avviene nessuna piena annichilazione di materia-antimateria in energia (fotoni) o creazione della coppia materia-antimateria da pura energia (fotoni), perché il fotone non è pura energia come mostrano le sue tante proprietà, come anche la sua frequenza e lughezza d’ onda che il Modec ci mostra ora come discendano dalla sua struttura doppio elicoidale in equilibrio elettro-magneto-dinamico. Tutto ciò in perfetto accordo con quanto il Modec ci fa capire su materia ed antimateria e sul fotone.

Leggete anche qui per approfondimenti: http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

Il fotone sembra sovente non risentire dei campi elettrici perché, pur avendo una distribuzione discreta di carica, un dipolo elettrico, la sua carica totale (somma algebrica delle sue cariche costitutive) è nulla ed inoltre poiché tale dipolo roto-trasla!

Ma gli effetti di scattering di bordo che poi son fondamentali per la diffrazione della luce, cioè la deviazione dei raggi di luce al bordo di oggetti o fori di schermi si spiegano ora anche (almeno in parte) come effetto dell' interazione della cariche elettriche costitutive del fotone con le cariche eletriche dei vicini atomi che costituiscono i materiali degli oggetti lambiti, come degli schermi.   

Per approfondimenti: http://fiatlux.altervista.org/il-modec-e-l-esperimento-di-young.html

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Assurdo che ci sia gente che vuole criticare una nuova teoria senza sapere nulla e senza leggere nulla o molto poco e molto male!

Quindi ora devo precisarlo

Modec non è un modello di due fotoni a doppia elica o di un paio di antifotoni fotonici!

Modec è un modello del singolo fotone composto da una coppia di due semi-particelle che possono essere identificate con una coppia di particelle materia-antimateria, (o, se si desidera, una coppia di protomatter-protoantimatter quando sono collegate nella struttura del fotone, quando esiste il fotone, e che in casi particolari, quando il fotone non esiste più, come una coppia di electon-positron, una coppia di materia-antimateria più conosciuta)!

Al di sopra di una soglia di energia, la fisica teorica dominante dice che "la materia può essere creata dal fotone, produrre una coppia, produrre una coppia elettrone-positrone", ma ora sappiamo che non è necessaria una creazione pura ma che tutto ciò può essere considerato come lo stato di libertà di due particelle già esistenti nel fotone.

Il fotone spesso sembra non essere influenzato dai campi elettrici perché, nonostante abbia una distribuzione discreta della carica, un dipolo elettrico, la sua carica totale (somma algebrica delle sue cariche costitutive) è nullo e ulteriore perché questo dipolo si traduce!

"La Fisica a due fotoni, chiamata anche Fisica gamma-gamma, è un ramo della fisica delle particelle che vuole descrivere le interazioni tra due fotoni. Normalmente, fasci di luce passano l'uno attraverso l'altro senza perturbarsi, ma se l'intensità dei raggi è sufficientemente elevata, all'interno di un materiale ottico, i raggi possono influenzarsi a vicenda; anche nel puro vuoto, dove esiste qualche leggero scattering della luce con la luce.

Lo scattering tra fotoni limita lo spettro dei raggi gamma osservati ad un'energia dei fotoni inferiore a 80 TeV, vale a dire una lunghezza d'onda superiore a ~ 1,5 × 10^(-20) m.

L'altro fotone è uno dei tanti fotoni dello sfondo cosmico a microonde." (Dal link internet: https://en.wikipedia.org/wiki/Two-photon_physics)

In Modern Physic non è possibile trovare semplicemente le ragioni dell'interazione tra due fotoni poiché in esso il fotone non solo è considerato una particella neutra ma anche senza alcuna distribuzione discreta di cariche, ma con la Teoria di Modec sappiamo ora che il singolo fotone ha cariche elettriche nella sua struttura (con somma zero algebrica - con una totale neutralità di carica quindi, come osservato sperimentalmente per il fotone), e quindi le cariche elettriche di due fotoni, ora sappiamo, possono interagire tra di loro anche a distanza, quindi due fotoni possono interagire tra di loro anche a distanza, e quindi perturbarsi a vicenda!

Ma non solo, con questo risultato che conserva neutralità per il fotone ma che dà una struttura o carica non nulla, abbiamo una ragione fisica, prima impossibile, per capire meglio la dispersione del fotone con particelle cariche, e poi con le loro campi magnetici, (diffusione di Delbrück, diffusione di Rayleigh, diffusione di Thomson, diffusione di Compton, proprietà ottiche nell'interazione con la materia - materia che è costituita da molte particelle cariche-, interazione del fotone con atomi - in cui vi sono particelle cariche- , ecc.), e anche gli effetti della dispersione a bordo che sono quindi fondamentali per la diffrazione della luce, ovvero la deviazione dei raggi di luce sul bordo degli oggetti o dei fori di schermo può ora essere spiegata (almeno in parte ) come effetto dell'interazione delle cariche elettriche costitutive del fotone con le cariche elettriche di atomi vicini, che costituiscono i materiali degli oggetti lappati, come gli schermi per osservare e diffrazione.

Per ulteriori informazioni: http://fiatlux.altervista.org/il-modec-e-l-experiment-di-young.html

The Photon Double-Helicoidal Model: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

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RIVOLUZIONE E UNIFICAZIONE grazie alla scoperta dell 'Errore di Maxwell

Posso capire che uno possa avere dei blocchi mentali ad accettare teorie diverse dalla teoria che ha sposato per una vita, ma nel caso in questione, prima ancora di presentare una nuova teoria, si sta parlando dell'individuazione di un enorme errore matematico e fisico proprio alle radici della Fisica Moderna e che è stato compiuto 150 anni fa.

Pertanto, la fisica teorica che da lì si costruisce tenendo conto di quell'errore, l’ Errore di Maxwell, e che è la fisica aperta dal Modec (il Modello doppio elicoidale del fotone) non può essere giudicata sulla base di teorie fisiche che sono state sviluppate in questi 150 anni senza tener conto di quell’ errore e che pertanto, in un modo o nell'altro, ne son esse stesse affette da quell’ errore che per 150 anni nessuno ha scorto!  

Il Modec pertanto con il suo Modello doppio elicoidale del fotone e la correlata scoperta dell' Errore di Maxwell, nel rappresentare una rivoluzione in fisica, si configura come una rivoluzione che smaschera false rivoluzioni, quelle che furono credute necessarie in fisica proprio in quanto non si comprese e non si vide l'esistenza di quell'errore.

Il tentativo di valutare il fotone nel suo Modello doppio elicoidale con il Principio di indeterminazione di Heisenberg della Fisica Quantistica deve servire proficuamente non per giudicare sul Modec ma proprio per rendersi conto di come i successi della  Meccanica Quantistica, nella formulazione iniziale datane da Schrodinger ed Heisenberg, si devono al fatto che in quell’ indeterminazione essa ha fortuitamente racchiuso proprio ciò che non si conosceva del fotone, cioè la sua struttura tridimensionale descritta oggi dal Modec e all' epoca a causa sempre di quell' errore neppure ipotizzata com esistente per spiegare le proprietà del fotone. E ciò ha consentito di realizzare una teoria potente nella descrizione della natura, la Meccanica Quantistica, anche se con l'approssimazione di non conoscere esattamente tutto del fotone.

Pertanto l'interpretazione di Copenaghen che diversi fisici hanno voluto dare della Fisica Quantistica e del suo Principio di indeterminazione di Heisenberg, (che ha avuto il vero valore qui espresso), è errata: il Principio di indeterminazione di Heisenberg non esprime una indeterminazione propria della natura, come sostenuto dall' interpretazione di Copenaghen, ma semplicemente, come ora possiamo capire, una indeterminata conoscenza all'epoca della struttura del fotone.

E così con il Modec ricostruiamo tutte quelle cattive idee errate di concezione della natura che hanno inquinato la Fisica moderna a causa appunto della propagazione di quell'errore che nessuno ha visto per 150 anni circa.

Il Modec benché rivoluzionario in realtà ricuce lo iato creatosi tra la Fisica moderna e la Fisica classica proprio a causa di quel non visto errore, e ci fa vedere con grande potere di teoria riunificante come lo stesso fotone e quindi la quantizzazione che deve studiare la Fisica quantistica derivino da una sola e semplice quantizzazione della natura cioè quella della quantizzazione della carica elettrica scoperta prima che si scoprisse il fotone; oltre a spiegare tantissime proprietà del fotone con un unico semplice modello ricorrendo a leggi note della Fisica classica quali la forza di Coulomb e la forza di Lorentz. Ecco perché il Modec, più ancora che una teoria rivoluzionaria che distrugge, è una teoria rivoluzionaria di riunificazione che semplifica la conoscenza e comprensione della Natura facendo vedere come sono uniti aspetti precedentemente concepiti disuniti; e teoria con valore rivoluzionario distruttivo nel senso che indica la strada su come correggerle e indica cosa abbandonare delle recenti teorie della Fisica moderna.

Per approfondire  “La immensa propagazione dell' errore di Maxwell nel pensiero fisico contemporaneo!”, link: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

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ORA CON IL MODEC POSSIAMO RISOLVERE IL PARADOSSO EPR STRETTAMENTE CORRELATO AL TEOREMA DI BELL

Sembra l' arte della travisazione quella di certi maldestri tentativi di "critica del rigetto", a priori, del Modello doppio elicoidale del fotone!

Il Modec risponde a domande neppure lontanamente indagate e spiegabili dalla Fisica Moderna, eppur importantissime, della Natura, e che farsi nella Fisica Moderna sarebbe stato imparazzante, e per cui celate sotto vari dogmi, anche di indeterminazione, fino all'affermazione assurda e di comodo della indeterminazione non come aspetto della teoria stessa o della pratica misuristica, ma addirittura come aspetto intrinseco della Natura!

Domande come ad esempio

•) da dove origina la Costante di Planck h,

•) perché è h quanto d' azione,

•) da cosa è implicata la quantizzazione in fisica (e si scopre dalla quantizzazione della carica elettrica),

•) perché il fotone ha quello spin con quelle caratteristiche,

•) perché una frequenza e lunghezza d' onda associate ad esso e a cosa corrispondono esse fisicamente per il fotone,

•) perché ha associata una radiazione elettromagnetica di campi elettrici e magnetici,

•) come essi variano nella spazio e tempo e come mai richiamano proprio quelli e con simili valori di un' onda elettomagnetica descritta dalle equazioni di Maxwell,

•) da dove trae origine la relazione E=hv per il fotone,

•) cosa racchiude il dualismo onda-particella per il fotone, da cosa discende strutturalmente,

•) come mai la carica di Planck è così vicina per grandezza alla carica elettrica elementare,

•) quale è il significato fisico della Costante di Struttura Fine,

•) come mai il fotone viene deviato da una massa stellare nel suo percorso,

•) cosa sono davvero materia ed antimateria e perché son legate al fotone come sperimentalmente si mostra,

•) che ruolo il vuoto ha nelle propietà del fotone,

•) ecc. ecc.

Tutto questo proprio spiegato anche

•) riaffermando la grandezza di Newton,

(osservando anche come quella del fotone legata alla sua energia totale con la formula di Olinto de Pretto/Einstein E=mc^2,  è massa inerziale e gravitazionale insieme, non massa nulla pertanto),

•) rimarcando la grandezza di Maxwell, mostrando, scoprendo il suo errore (l' Errore di Maxwell), come le sue grandiose eccellenti equazioni potevano dirci ancor di più sulla Natura di quanto lo stesso Maxwell credesse, persino prevedere l' esistenza del fotone e con le caratteristiche del Modello doppio elicoidale dipolare,

•) riaffermando il primato della concezione di uno spazio piano non curvo o curvabile, per cui piatto e in cui vale la geometra euclidea e con essa pertanto il Teorema di Pitagora,

•) ecc. ecc.

Molto e tanto altro compreso grazie al Modec e spiegato nel mio sito internet.

Ora con il Modec noi possiamo risolvere il Paradosso EPR strettamente correlato al Teorema di Bell,

link: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

Così indicando la strada per la correzione di 150 anni di fisica teorica.

E tutto sulla base di principi semplici, semplicissimi, semplificanti, e di leggi già ritrovabili nella fisica di cui si servì Maxwell, senza bisogno degli errati artifizi teorici e poi matematici implicati in tanta parte della Fisica Moderna a causa del non visto errore di Maxwell per ben 150 anni!

E nel Modec, dove persino la riunificazione arriva a ricondurre l’esistenza del fotone, e quindi con lui di tutta la quantizzazione, alla quantizzazione della sola carica elettrica elementare, ampiamente viene soddisfatto il famoso Criterio del rasoio di Occam che dice che “Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”!

 

 


-) Riporto qui di seguito alcuni miei interventi, del periodo aprile-giugno 2018, dalle discussioni aperte su Academia.edu e dove sono stato invitato da Richard Gautier

link: https://www.academia.edu/s/16109ceabf/entangled-double-helix-superluminal-composite-photon-model-defined-by-fine-structure-constant

link: https://www.academia.edu/s/0b8807556f/entangled-double-helix-superluminal-photon-model-defined-by-fine-structure-constant-has-inertial-mass-mec-2?source=lin

link: https://www.academia.edu/s/bfab93df62/the-photon-a-traveller-in-disguise-and-the-electron-the-coincidence-of-being

Qui di seguito ricopio dei miei commenti dalle discussioni in questi link sopra.

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Importante che tu legga questo mio articolo in inglese:

http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Vedrai che, assodata la sperimentale neutralità del fotone, ma esprimendo tale neutralità di carica del fotone come somma algebrica delle due cariche uguali e opposte di un dipolo di cariche elementari,

(e questo mostro altrove che non rappresenta alcuna contraddizione una volta scoperto l'Errore di Maxwell di cui abbiamo già qui trattato),

senza altre ipotesi aggiuntiva ma solo con la legge della Forza di Coulomb e di quella di Lorentz ed altre formule deducibili dalle teorie classiche elettromagnetica e dinamica si ottiene una struttura, quella doppia elicoidale in equilibrio dinamico per il fotone, che ti spiega tutte le proprietà del fotone isolato, quale che sia la sua energia (e quindi sua posizione nello spettro elettromagnetico);

ottieni così tuttissimo, anche la relazione E=hv emerge come conseguenza da tale struttura (un risultato che non riuscirono a darvi Planck e Einstein che si limitarono a scoprire che tale equazione vale per il quanto fotone, ma non perché, da dove deriva fisicamente e cosa spiega tale equazione), trovi anche allo stesso modo proprio il suo spin con tutte le sue caratteristiche sperimentali, cosa è nel fotone fisicamente la lunghezza d' onda e frequenza in termini di legge oraria della sua struttura, ottieni i campi elettrici e magnetici dell' onda elettromagnetica correlata e generata intrinsecamente dalle cariche elettriche rototraslanti del fotone, capisci meglio la relazione tra fotone e materia-antimateria e tantissimo altro!

E ancora quanto altrove qui già accennato in termini di rivoluzione e della tanto attesa unificazione e chiarificazione nella Fisica Moderna per la chiara comprensione della Natura!

Di fronte a tutto ciò non si può ignorare il Modec! Parlare ignorandolo vuol dire divagare e perder altro tempo lontano dalla realtà semplice e matematica della Natura!

Io ho trattato del fotone in particolare, lasciando ad altri fisici poi l' approfondimento sulle altre "particelle" subluminali.

In inglese:

http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

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IMPORTANTE

Riguardo a quale energia-massa hanno le due semi-particelle che compongono il dipolo elettrico rototraslante e costitutivo strutturalmente del fotone nel MODEC (teoria del Modello doppio elicoidale del fotone)

questo quesito è molto semplice

si tratta della stessa massa-energia del medesimo fotone complessivo E=hv=mc^2 esattamente divisa in due parti uguali tra le due semiparticelle perfettamente simmetriche tra loro ma elettricamente formate da cariche opposte complementari (+e) e (-e).

Si dimostra che il centro di massa del fotone, in tale struttura, ha tutte le proprietà, nessuna esclusa, del fotone nella attuale visione semplicistica della Fisica Moderna, inclusa persino la massa a riposo nulla prevista dalla Relatività Speciale per il fotone. Persino!

Vedi pagina 22 nel PDF: 

http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Ma ora aspetti e loro grandezze e caratteristiche quali lo spin, la frequenza, la lunghezza d’ onda, la sezione trasversale del fotone osservata fisicamente, i campi elettrici e magnetici di quella che doveva essere l’onda elettromagnetica a lui associata e che ora capiamo essere coincidente con la sua struttura, da essa scaturita fisicamente, ad essa intrinsecamente rigidamente connaturata, ecc. trovano fondamento fisico, comprensione, e scaturiscono dalla struttura teoricamente scoperta.

La velocità del traslazione del sistema, del fotone, che nel vuoto è c (velocità della luce nel vuoto), è implicata, si comprende ora, dalle caratteristiche del vuoto-etere: è quella velocità alla quale l’inerzia alla polazizzazione del vuoto (cui si collegano la Costante di Planck e la correlata Costante di Struttura Fine ora capiamo con la teoria del Modec),
per le cariche elettriche del dipolo elettrico rototraslante del fotone, è tale per cui il vuoto non si polarizza, (come normalmente invece esso è polarizzato per particelle cariche subluminali schermandole), e ciò fa sì che le due cariche elementari del fotone, (che si possono rivelare a partire da un fotone opportuno nei fenomeni che si chiamavano di “generazione di coppie di materia-antimateria”), interagiscano tra loro senza tale schermatura del vuoto-etere e quindi come se avessero valori superiori alla Carica Elettrica Elementare (e) e proprio chiamanti in ballo la Carica di Planck Qp (moltiplicata per la radice quadra di 2); la Carica di Planck ha modulo infatti leggermente superiore a quello della Carica Elementare, ma pur sempre di simili ordini di grandezza. Ciò quindi spiega persino un altro mistero che era sino ad oggi non compreso: il perché della vicinanza della entità della Carica di Planck, che non ha in sé nella sua espressione matematica la Carica Elementare, e dela Carica Elementare, un altro mistero della fisica disvelato tra i tantissimi altri disvelati dal Modec sulla base delle sue semplicissime elementari scoperte e ipotesi semplificanti di fondo!

Riguardo alla concezione del vuoto-etere che emerge dal Modec, io trovo molto importante la convergenza intellettuale con il punto di vista in merito all’etere del Professor Franco Selleri (1936 – 2013), cui accenno ampiamente qui in questo mio articolo linkato: purtroppo ho scoperto i suoi studi solo poco dopo che il Professor era scomparso:

http://fiatlux.altervista.org/la-relatività-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Data la chiarezza intellettiva e risolvitiva che consente il Modec è quindi il sacro Graal cercato disperatamente dalla Fisica Moderna per poter risolvere tutti i suoi immensi problemi concettuali di fondo e procedere avanti, oggi che l’errore alle sue fondamenta (quello che ho battezzato anche "il grande peccato originale della Fisica Moderna") è stato scovato e risolto!

Un errore che impediva agli studiosi della luce di vedere la luce per quello che è!

“Con il Modec per la prima volta vediamo la Luce davvero!”

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UNIFICAZIONE IN FISICA PER MEZZO DEL MODEC

Spero che abbiate compreso tutti come grazie al Modello Doppio Elicoidale del fotone e della correlata scoperta dell'Errore di Maxwell, nella teoria del Modec si comprende come soltanto una grandezza in fisica sia veramente fondamentalmente intrinsecamente quantizzata, da un punto di vista fisico di fondo,

ed essa è la carica elettrica nella sua carica unitaria elementare (positiva e negativa),

e si comprende che tutte le altre grandezze che in maniera corretta dalla Fisica quantistica sono state descritte come quantizzabili in opportuni fenomeni fisici, discendono dalla quantizzazione fondamentale che è quella della carica elettrica e non da un principio di quantizzazione delle grandezze fisiche a priori assoluto;

la stessa Costante di Planck h su cui si fonda la Meccanica Quantistica ora comprendiamo grazie al Modec che essa esprime proprietà del vuoto in correlazione al fotone, come anche comprendiamo ora grazie al Modec che lo stesso fotone non è un ente che si deve aggiungere in più per la conoscenza del mondo come ente a priori, assoluto, indipendente da altro, ma scopriamo che esso è la conseguenze della quantizzazione della carica elettrica sulla base di proprietà di fondo del vuoto e di leggi fisiche elementari della dinamica ed elettromagnetismo.

Si comprende, così, come l'idea che nella Natura sia in vigore un principio assoluto di quantizzazione di ogni grandezza fisica è allo stesso tempo un errore frutto della non comprensione dei fondamenti della quantizzazione stessa studiata dalla Meccanica quantistica; da tale errore i fisici hanno proceduto inavvertitamente in fisica teorica verso i recenti nonsensi di ritenere persino da quantizzare lo spazio e il tempo, dopo averli già pesantemente “distorti” nella Relatività Generale, sempre distorsioni teoriche sviluppatesi come conseguenza dell' errore di non comprensione della Natura, a causa dell' Errore di Maxwell.

Un errore che nella sua diffusione tanto ha distorto e impedito un piena conoscenza teorica della sempre semplice Natura.
 

Riepilogando

E’ la carica elettrica elementare sulla base delle leggi fisiche basilari della dinamica e del campo elettrico e magnetico che nella sua interazione con il vuoto più o meno polarizzabile spiega la Costante di Planck h ed il fotone. Le interazioni tra particelle che coinvolgono fotoni, in conseguenza di tutto ciò e delle leggi di conservazione della natura, possono manifestare fenomeni di quantizzazione.

Ma errato ritenere che il fotone sia il mediatore del campo elettrico coulombiano, come in certi sviluppi della più recente Fisica Quantistica, ma si scopre che il campo elettrico coulombiano è più basilare del fotone, e determina la struttura del fotone!

Link: http://fiatlux.altervista.org/il-concetto-di-quantizzazione-scaturito-dalla-scoperta-del-fotone-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale.html

Link: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

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Leggi questo mio articolo:

http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Le due semi-particele del fotone sono reali come reale è il fotone come reale deve essere ogni cosa studiata dalla Fisica.

Se hai letto tutto quello che scrivo e i miei link, non riesco a capire cosa non riesci a comprendere, motivo per cui credo più che vi siano dei blocchi psicologici nei confronti della semplicità esplicativa del Modec e della sua potenza rivoluzionaria sconquassante che demolisce le fondamenta di 150 anni di Fisica teorica! 

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Perché dico “blocchi psicologici”?

Non certo per offesa o mancanza di rispetto.

Ma perché delle due semi-particelle nel Modec si dà già una ampissima caratterizzazione,

si dà per ogni fotone di esse massa, energia totale, e carica elettrica, e si dice che nella teoria del Modec in questo suo primo sviluppo non si scende nell' effettuare ulteriori ipotesi su di esse ma in prima approssimazione le si assume come punti materiali, come puntiformi, come in tante teorie della fisica si decide di trattare tante particelle almeno in prima approssimazione.

E' evidente che tu voglia sentir usare nomenclature e categorie classificatorie sviluppate per le particelle nel corso di questi circa 150 anni di sviluppo della fisicia teorica affetta dall' Errore di Maxwell; procedere in tal modo però, devi capire, sarebbe metodologicamente sbagliato per non incorrere nel riverbero di errori nati dall' Errore di Maxwell nella teoria, il Modec, che lo scopre e risolve quell' errore!

Fatta questa premessa, posso comunque accontentarti, osservando che il fotone resterebbe nel suo complesso, anche nella descrizione che ne dà il Modec, un bosone poiché anche nel Modec il fotone ha ovviamente il medesimo spin osservato sperimentalmente e quindi spin intero e pari a 1.Fatta questa premessa posso comunque accontentarti osservando che il fotone resterebbe nel suo complesso anche nella descrizione che ne dà il Modec un bosone poiché anche nel Modec il fotone ha ovviamente il medesimo spin osservato sperimentalmente e quindi spin intero e pari a 1.

Fotone che anche nel Modec ha massa a riposo nulla si dimostra, come per le particelle luminali deve essere (e luminale è nel suo complesso il suo centro di massa nel Modec).

Per le due semiparticelle del fotone è dunque naturale matematicamente e fisicamente che debbano essere invece equiparate ai fermioni (particelle di spin semi-intero), dato che ciascuna di esse partecipa con spin 1/2 alla costruzione del fotone complessivo di spin 1.

Tali semi-particelle non hanno tutte la stessa massa, come può essere per la massa a riposo di tutti gli elettroni o tutti i positroni, ma massa dipendente da quella del fotone (pari a metà di quella del fotone), variabile da fotone a fotone a seconda della sua Energia E=mc^2 (formula di Olinto de Pretto o di Einstein, ricavabile come è noto anche dal solo elettromagnetismo senza neppure bisogno della Relatività Ristretta di Einstein).

Tali semi-particelle parebbero, dal fenomeno detto di creazione della coppia di materia-antimateria, elettrone-positrone, da un fotone di Energia superiore a

E=(2me)c^2 dove me è la massa a riposo dell’ elettrone uguale a quella della sua anti-particella, il positrone,

essere assimilabili:

la semi-particella di carica negativa ad un proto-elettrone;

la semi-particella di carica positiva ad un proto-positrone.

Un’ idea che sembra emergere dal Modec è che quando il fotone di energia sufficiente subisce un “urto” (ad esempio con un nucleo atomico) nel quale viene rallentato, al rallentarsi cessa la non polarizzazione del vuoto per le sue originarie cariche elettriche, il vuoto si polarizza elettricamente attorno alle cariche delle due semiparticelle, viene perso l’equilibrio dinamico che connota il fotone nella sua struttura isolata doppio elicoidale descritta dal Modec, e la massa a riposo non nulla delle due particelle che appaiono come ora particelle subluminali, l’ elettrone e il positrone, sembra come correlabile all’ energia coinvolta nella polarizzazione del vuoto, e anche per questo tale massa è uguale per ogni elettrone e per ogni positrone.

Mentre per il fotone, per le sue speciali velocità, il vuoto-etere appare come trasparente, non elettricamente polarizzato, ed esso si propaga senza attrito ben mostrandoci ad un livello elevatissimo la validità del Primo Principio della Dinamica (detto anche Principio d'Inerzia o Principio di Galileo); è il vuoto che a quelle speciali velocità del fotone non si polarizza elettricamente, dunque le velocità per il fotone sono implicate dal vuoto stesso per apparire al fotone trasparente e non ostacolarlo con attriti significativi nella sua esistenza e propagazione apparendogli al fotone come elettricamente neutro;

non altrettanto accade per l’ elettrone e il positrone che sono tali proprio a velocità subluminali; son caratterizzati dal vuoto etere polarizzato attorno ad essi che determina sia la loro massa a riposo sia l’ intensità della loro carica elettrica percepita da lontano.

Se teniamo conto della definizione di quasiparticella in fisica “una entità di tipo particellare che è possibile identificare in sistemi fisici contenenti particelle interagenti. La quasiparticella può essere pensata come l'insieme della particella singola e della circostante nuvola (da cui anche il termine sinonimo di particella vestita) costituita da altre particelle, spinte via o trascinate dalla particella nel suo moto attraverso il sistema. Quindi l'intera entità può essere considerata come una particella effettiva libera (non interagente).” Possiamo magari utilizzarla anche per l’ elettrone e il positrone come parrebbe emergere dalla teoria del Modec.

E il fotone? Se vogliamo usare ancora il termine particella dobbiamo dire che è una particella composta.

Ora mi chiederai altro ancora?

Giusto, ma il punto non è a quante domande da qui in poi non risponderò lasciando che questi spunti incuriosicano altri fisici naturalisti a rispondere e ricercare,

il vero punto che non si può ignorare è a quante domande ha già risposto il Modec cui la fisica teorica affetta dall’ Errore di Maxwell non aveva risposto minimamente!  

Non ho approfondito la cosiddetta teoria del "microvita" di Richard Gauthier e del Professor Sarkar!

Le referenze per le mie teorie non possono che essere in me!

Per approfondire: http://fiatlux.altervista.org/le-convergenze-nel-verso-del-modec-del-fotone.html

A proposito di biologia e Teoria del Modec qui alcune considerazioni: http://fiatlux.altervista.org/il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-e-la-biologia-dna-.html

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FERMA LA TUA MENTE NELLE SPECULAZIONI ENTRO LA FISICA MODERNA, c'è un enorme immenso semplicissimo errore di matematica e fisica sfuggito rovinosamente alle fondamenta della Fisica moderna:

0=0+0

ma i fisici non ci accorsero che quella somma algebrica dava zero anche con

0 =1-1

Leggi qui di più per approfondire: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

Immagine: http://fiatlux.altervista.org/alterpages/thegreatoriginalsinofmodernphysics.jpg

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RIGUARDO A QUESTO ASPETTO

cosa la Teoria del Modec (Double Helicoidal Model of the Photon e la scoperta dell' Errore di Maxwell) ci dice sulla Fisica Quantistica ma anche sui suoi sviluppi

-) http://fiatlux.altervista.org/la-rinobilitazione-fisico-matematica-della-non-localita-e-il-paradosso-parmenideo-nel-principio-di-realta-.html

-) http://fiatlux.altervista.org/il-concetto-di-quantizzazione-scaturito-dalla-scoperta-del-fotone-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale.html

-) http://fiatlux.altervista.org/considerazioni-filosofiche-ed-epistemologiche-alla-base-delle-speculazioni-intorno-al-modello-doppio-elicoidale-del-foto.html

-) http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Puoi leggere tutti i miei articoli qui dal menù http://fiatlux.altervista.org/

Leggi tutto!

Grazie tante!

Puoi leggere anche questi miei articoli:

-) http://fiatlux.altervista.org/la-relatività-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

-) http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-della-rilevazione-delle-cosiddette-onde-gravitazionali-per-mezzo-della-luce-di-laser.html

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IL MODEC SPIEGA ANCHE UN FENOMENO ASTROFISICO ENORME E DIFFUSO NELL’ UNIVERSO EPPUR ANCORA TEORICAMENTE MISTERIOSO COME QUELLO DEI GETTI POLARI/RELATIVISTICI?

Studiando la stabilità dinamico-elettromagnetica del Modello Doppio Elicoidale del Fotone (nella mia Teoria del MODEC detta, vedi PDF), giunsi a delle previsioni che mi richiamarono subito alla mente un’ analogia con il fenomeno astronomico impressionante per dimensioni spaziali e intensità energetica, e pur non ancora spiegato ad oggi dalla Fisica Moderna, una lacuna intellettuale di cui poco si parla ma che non viene nascosta nel mainstream della divulgazione scientifica,

quello dei Getti Astrofisici Polari/Relativistici emessi ad esempio da un nucleo galattico attivo, e non solo. 

Un’ analogia così forte che mi portò ad ipotizzare che essi possano trovare spiegazione proprio grazie al ricorso alla teoria del Modec!

Ne accenno brevemente qui rimandando anche ad altri miei articoli per approfondimento:

http://fiatlux.altervista.org/i-cosiddetti-getti-relativistici-emessi-in-corrispondenza-di-nuclei-galattici-attivi-spiegati-dalla-teoria-del-modello-d.html

PDF: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

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Se uno studioso arriva al modello dipolare doppio elicoidale del fotone, egli giunge al valore cui son giunto io per "Q", il valore assoluto di ciascuna delle cariche del dipolo nel fotone nel modello doppio elicoidale, e non può essere altrimenti!

Vedi pag. 44 nel mio testo al link: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf  

Io poi, da quel punto teorico di arrivo, continuo lo sviluppo teorico ulteriormente in conciliazione con ciò che dal fotone emerge nella cosiddetta e sperimentalmente osservata "creazione di materia ed antimateria", dove la carica in valore assoluto delle particelle elettrone-positrone, che da un fotone opportuno si formano/appaiono, (con scomparsa del fotone, distruzione del fotone possiamo dire), è "e" la Carica Elettrica Elementare Fondamentale.  

Inoltre nel mio sviluppo teorico, che da quel punto parte, si può comprendere lo stretto legame che esiste tra fotone e polarizzazione del vuoto, e come il fotone abbia e debba avere, non può che avere proprio quelle dinamiche che, per l' inerzia alla polarizzazione dell' vuoto (etere), fanno sì che il vuoto appaia davvero trasparente al fotone; non a caso dinamiche previste dalle Equazioni di Maxwell, meglio rilette poi oggi anche grazie alla scoperta dell' Errore di Maxwell.

Vedi i miei testi ai link: See my texts at the links:

http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

http://fiatlux.altervista.org/la-costante-di-struttura-fine-e-la-costante-di-planck-esprimono-proprietà-legate-al-vuoto-la-scoperta-tramite-il-modec.html

Così il rapporto tra "Q" ed "e" si correla alla Costante di Planck h e alla Costante di Struttura Fine di cui ora capiamo il significato in termini del concetto di polarizzazione/non polarizzazione del vuoto-etere!

Non solo, in questo modo capiamo anche il perché del mistero della Carica di Planck, che contiene nella sua espressione matematica la Costante di Planck, ma non la Carica Elettrica Elementare, ed è comunque assai prossima proprio al valore della Carica Elementare in termini di suo ordine di grandezza, (vedi: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unità-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html).

Ed è questo nuovo approccio teorico, che persegue la linea guida sempre della conciliazione con gli aspetti sperimentali, offre anche la possibilità di una riconsiderazione del concetto di etere, che da Einstein era stato abbandonato. Non lo si sarebbe abbandonato se si fosse scoperto in tempo l' Errore di Maxwell.

Concetto di etere da riprendere ora, ma da rileggere finalmente nella chiave corretta con i nuovi spunti che oggi ci vengono e che sfuggirono anche a Maxwell a causa del menzionato Errore, anche chiamato da me "il Grande Peccato Originale della Fisica Moderna"!

E così a seguire nel verso dei tanti sviluppi consentiti dal Modec anche nel verso della critica della Relatività (qui in una interessante convergenza con le critiche sviluppate dal professore Franco Selleri, vedi il mio articolo a questo link: http://fiatlux.altervista.org/la-relatività-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html), oltre che della Elettrodinamica Quantistica di cui cade il concetto che sia il Campo elettrico e il Campo magnetico siano mediati da fotoni come loro particelle virtuali a favore della ripresa del concetto dell' interazione elettrica e magnetica a distanza istantaneamente filosoficamente in accordo con certe speculazione sull' entanglement ma anche e soprattutto con le sperimentazioni fatte in Italia negli ultimi anni nei famosi laboratori di fisica di Frascati-Roma (http://arxiv.org/abs/1211.2913); ciò rivalutando concezioni possiamo dire newtoniane sulle interazioni a distanza, che Einstein aveva rigettato, ma Albert Einstein, ricordiamolo, non seppe e non sia accorse dell' Errore di Maxwell che inficiò pertanto la sua piena comprensione della realtà!

Comprendere in tal modo il significato di h, la Costante di Planck, evidenzia anche il grande potere di unificazione nella fisica della Teoria del Modec, in quanto si scopre che il fotone è implicato da una grandezza quantizzata più fondamentale che è la Carica Elettrica Fondamentale, e conseguentemente, dato che sull' esistenza del fotone e sulla Costante di Planck si fonda tutta la Meccanica Quantistica sviluppata da Schrödinger e Heisenberg, si comprende come essa, e ogni quantizzazione valida da essa studiata, sono una conseguenza diretta di una sola quantizzazione naturale fondamentale che è quello della carica elettrica, senza dunque bisogno di alcun principio di quantizzazione ulteriore per la fondazione della Meccanica Quantistica come invece sin ai nostri giorni si è creduto, prima della scoperta del Modec, e in particolare della scoperta dell’ Errore di Maxwell.

Non è che le grandezze della fisica vanno quantizzate dunque a priori perché così è fatta la Natura, granulare e non continua, dogma di quantizzazione e basta! No! Invece la verità è che semplicemente le grandezze fisiche restano matematicamente continue senza problemi di nessun tipo, fisici e filosofici, ma in quei processi nei quali sono coinvolti i fotoni, poiché i fotoni sono implicati dalla quantizzazione della carica elettrica, o forse meglio dire, dalla granularità della carica elettrica, conseguentemente si osservano conseguenti quantizzazioni di altre grandezze, in correlazioni ai fotoni e agli scambi di quantitativi di grandezze fisiche che coinvolgono fotoni, nei processi studiati teoricamente e osservati sperimentalmente.

L’ unica grandezza che davvero esiste quantizzata, fisicamente parlando, è la carica elettrica, l’unica che sembrerebbe intrinsecamente granulare davvero; ma poiché par vigere nell’ Universo la neutralità complessiva di carica elettrica, una perfetta simmetria tra cariche positive e cariche negative, essa invita a maggiori approfondimenti filosofici e fisici. Grande è il fascino che connota la carica elettrica per queste sue peculiarità.

A ipotizzare un fotone con struttura dipolare doppia elicoidale giungendo pertanto subito a quel valore di Q sono arrivati indipendentemente e in parallelo anche altri fisici, (vedi: http://fiatlux.altervista.org/le-convergenze-nel-verso-del-modec-del-fotone.html), ma il grande valore aggiunto del Modec è in tutto il complesso di passi teorici ulteriori mossi da quel comune punto e compiuti nel verso di quanto qui ho esposto, con l’aggiunta della superba scoperta dell’ Errore di Maxwell, quello che ho chiamato “il Grande Peccato Originale della Fisica Moderna” che ho scoperto nel 2014!

Un altro aspetto da sottolineare è il seguente: quando si scopre il modello doppio elicoidale del fotone le sue capacità esplicative di tutti gli aspetti teorici e sperimentali del fotone sono tali che rinunciare a tale modello diventa impossibile, ma tale modello è, per innumerevoli aspetti, inconciliabile con quelli che sono gli sviluppi della fisica moderna, pertanto se ci si ferma teoricamente al valore di Q ottenuto e non si procede oltre nel verso teorico che propongo, e che include anche la scoperta dell' Errore di Maxwell che sconfessa quasi l' intero quadro teorico della Fisica Moderna, allora si entra in una grande e inrisolvibile contraddizione, da un lato il modello doppio elicoidale del fotone che non si vuole abbandonare, dall'altro il doversi piegare a una Fisica Moderna che dichiara inappellabilmente impossibile ed inaccettabile quel modello. Ecco anche perché è necessario procedere teoricamente nel verso della teoria del Modec, sopra, in alcuni suoi capisaldi, da me esposta, e che mostra che non c’è alcun dilemma, ma che è la Fisica Moderna ad essere affetta da errore, dall’ Errore di Maxwell e dalla sua diffusione e propagazione in essa, e inoltre il Modec indica anche come correggerla.

Qualcosa non è chiaro?

Qui non si sta discutendo del modello, è assodato che esso prevede un dipolo rototraslante, fissato il fotone, con distanza costante tra le sue due cariche, che ruotano su un piano intorno al loro comune centro geometrico, e con il piano che trasla in direzione ortogonale ad esso, da qui le loro traiettorie a doppia elica. Ciascuna carica ha valore assoluto “Q”, e le due cariche son di segno opposto sicché nel complesso il fotone rimane neutro come deve essere per un buon modello del fotone in accordo con gli aspetti sperimentali e anche teorici sul fotone.

Qui la discussione verte su come si deve considerare quel valore “Q” che è Q>e dove “e” è il valore assoluto della Carica Elettrica Elementare; si riflette se va considerato come un valore speciale che connota i fotoni punto e basta, o se, come propongo io, esso è un valore maggiorato, intensificato possiamo dire, rispetto a quello della Carica Elettrica Elementare “e”, perché nel fotone accade ciò, io ipotizzo:

la carica vera è sempre “e” possiamo dire, per le due componenti del fotone in valore assoluto, dato anche che dal fotone in opportune condizioni, (non solo da un fotone di una sola precisa energia, ma da tutti quelli con energia uguale o superiore a E=2(me)c^2, dove “me” indica la massa a riposo del positrone o dell' elettrone che sono tra loro uguali, si può ottenere la coppia elettrone-positrone che sempre han cariche opposte in segno e identiche in valore assoluto uguale ad “e”),

ma se si ha quell' intensificazione di “e” in “Q” nel fotone ciò si deve al fatto che il fotone è e ha proprio quella struttura dinamica prevista dalle leggi fisiche in cui il vuoto-etere, (vuoto che normalmente si polarizza elettricamente in presenza di una carica elettrica e attorno ad essa, se essa ha velocità rispetto ad esso inferiore alla velocità della luce nel vuoto, schermando così elettricamente in parte la carica elettrica, e questo è un fenomeno noto e accettato anche nella Fisica Moderna), cessa di polarizzarsi in tal modo per le cariche che raggiungono velocità luminali (addirittura superluminali) come nel fotone, in conseguenza della sua inerzia alla polizzazione per le cariche con le velocità previste nel fotone!

Ecco perché il fotone è così speciale, è quella struttura dinamica nella quale un dipolo elettrico può esistere senza essere schermato dal vuoto-etere, quella struttura per la quale il vuoto-etere appare elettricamente trasparente, io l'ho definito tale aspetto del vuoto per il fotone: “super-vuoto”.

Inoltre senza questa serie di sviluppi teorici del modello doppio elicoidale del fotone non arriveremmo a capire il significato fisico di h, la Costante di Planck, e della Costante di Struttura Fine che sono legate proprio alle proprietà del vuoto di polarizzarsi elettricamente o meno intorno ad una carica elettrica a seconda della sua velocità rispetto ad esso.

Senza questi sviluppi non si capirebbe il significato fisico della Costante di Planck, detta anche Quanto d’ Azione, e su cui si fonda tutta la Meccanica Quantistica.

E’ la carica elettrica, che esiste quantizzata, che nella sua interazione/non-interazione con il vuoto-etere, (interazione quatificata tramite h), determina l'esistenza dei fotoni, le cui proprietà coinvolgono pertanto la Costante di Planck, h; ed è il coinvolgimento dei fotoni nei processi nei sistemi fisici, (tramite i quali fotoni possono avvenire scambi di energia e di altre grandezze; grandezze fisiche che devono nel complesso conservarsi per i principi di conservazione), che fa sì che altre grandezze appaiono quantizzate, ma è quella una quantizzazione indiretta che discende, è dipendente, da quella primaria della carica elettrica dunque!

Del resto è la quantizzazione tramite h, (e dunque de facto tramite fotoni possiamo dire), che permise a Planck la risoluzione teorica del problema dello Spettro del Corpo Nero, ad Einstein la risoluzione del fenomeno dell’ Effetto Fotoelettrico, e, possiamo ora intuire, (invitando gli altri fisici ad ulteriori approfondimenti in tale verso speculativio), anche la risoluzione da parte di Bohr del problema dell’Atomo di Idrogeno (H) di cui quantizzò il momento angolare dell’elettrone, legato nell’atomo, proprio secondo multipli interi di (h/2π) che è proprio il momento angolare del fotone, e ipotizzando che gli elettroni per passare da un conseguente livello energetico ad un altro nell’ atomo assorbano o emettano fotoni di energia pari al salto energetico correlato tra quei livelli.

Dalla quantizzazione della carica elettrica, come la teoria del Modec ci fa capire, discende l’esistenza del fotone, legato alla Costante di Planck, (h, anche detta Quanto d’ Azione),

e con la teoria del Modec si svela il mistero del perché la Carica di Plank, Qp, che dipende da h, è così prossima ad “e”, essendo quel “Q”, di cui sopra, proprio pari a Q=(square root of 2)Qp, (vedi: http://fiatlux.altervista.org/Le_Unita__naturali_di_Planck_comprese_attraverso_il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf),

e  si capisce perché la grandezza fisica chiamata azione è quantizzata come nh con n intero, ed è come noto tale quantizzazione il fondamento di tutta la Meccanica Quantistica; ma ora questo non è un dogma, o un principio da aggiungere in più, come nella Fisica Moderna, ma una conseguenza della naturale quatitazione della carica elettrica.

Ciò tutto in accordo e ispirato insieme dal Criterio del Rasoio di Occam: «A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire» (Guglielmo di Occam)

«Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem» («Non moltiplicare gli elementi più del necessario.»)

Spero di esser stato chiaro!

 

CONSIDERAZIONI ULTERIORI

La legge della Forza di Coulomb e quella della Forza di Lorentz danno, e avrebbero dato ai fisici già al tempo di Maxwell o poco dopo con la scoperta della carica elettrica elementare, la struttura doppio elicoidale del fotone; questa confrontata con i dati sperimentali del fotone permette di ricavare proprietà del vuoto-etere quantificate nella Costante di Planck.  Se tutto questo non avvenne all' epoca è sempre a causa del non visto errore di Maxwell e delle sue conseguenze.

Il fotone ha nella fisica un ruolo importantissimo, la luce è di grande importanza per la vita, e grande è l'importanza data alla luce dalle religioni umane nella storia umana.

Nel fotone troviamo tanto la costante fisica fondamentale della Velocità della Luce nel Vuoto, c, tanto la Costante di Planck (h, Quanto d'Azione anche detta);

perseguendo speculazioni intorno alla velocità della luce fu sviluppata nella Fisica Moderna la teoria della Relatività e perseguendo invece speculazioni intorno alla Costante di Planck fu sviluppata nella Fisica Moderna la Meccanica Quantistica; entrambi teorie con qualcosa di buono, ma tra loro inconciliabili, e inconciliabili, di fatto, nel loro complesso con la Natura, tutto questo perché la fisica teorica segui percorsi sbagliati in quanto, affetta dall' Errore di Maxwell, essa non comprese e non cercò la struttura del fotone e pertanto non comprendendo neanche profondamente il senso delle costanti fisiche che in esso comparivano.

Si arrivò così paradossalmente a negare ciò che da subito era invece matematicamente evidente ai fisici, cioè che la velocità della luce emergente dalle equazioni di Maxwell era la velocità della luce rispetto al vuoto-etere, e che essa evidenziava perciò l’esistenza nel cosmo di una sorta di sistema di riferimento inerziale assoluto, speciale tra tutti i sistemi di riferimento inerziali possibili.

Non si comprese pienamente che quella velocità c corrisponde alla velocità alla quale il vuoto-etere si comporta per la carica elettrica in movimento come una sorta di filtro passa-banda; il vuoto-etere, di fronte ad una carica elettrica con le velocità che caratterizzano la struttura del fotone, a causa di una intrinseca inerzia alla polarizzazione di tale etere, non si polarizza elettricamente e diviene pertanto nei confronti di tale carica elettrica come "trasparente" forse del tutto; questo non si comprese né si indagò perché a causa dell' Errore di Maxwell non si capì che era presente un dipolo elettrico e quindi cariche elettriche in movimento a costituzione del fotone.

Del resto già si parlava di costante dielettrica del vuoto, inclusa tra le costanti fondamentali della fisica, comprendendo come il vuoto avesse, ha, caratteristiche dielettriche; ma si commise l'errore di interpretare l’ etere, presente in tutto lo spazio anche “vuoto”, come una sorta di mezzo elastico, l’ “etere luminifero” come lo chiamava già Young ai primi dell’ '800 e come continuò a immaginarlo Maxwell, che vibrando elasticamente si riteneva consentiva la propagazione del campo elettromagnetico; ma non era esattamente così che stavano le cose. Il Modec ci porta a riprendere il concetto di etere che fu abbandonato come concetto fisico da Einstein, e a leggerlo in maniera nuova e più prossima, per certi aspetti, con la visione sviluppatane nella Fisica Quantistica per il vuoto, dove esso è assimilato ad una sorta di dielettrico polarizzabile con distribuzioni in esso di coppie di cariche, per cui comunque nel complesso neutro.

Il fenomeno del passaggio dalla polarizzazione del vuoto alla sua non polarizzazione a causa di una sua inerzia a polarizzarsi rispetto alla velocità di una carica elettrica lo immagino come un fenomeno quasi a gradino, come avviene in corrispondenza della frequenza di taglio di un filtro in frequenza; ed interessanti analogie sottopongo qui all' attenzione link: http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

tra l' espressione fisico-matematica della velocità della luce nel vuoto, (legata a due altre costanti fisiche fondamentali, la costante dielettrica del vuoto e alla permeabilità magnetica del vuoto), ottenuta tramite le Equazioni di Maxwell, e l’espressione fisico-matematica della frequenza di taglio di un circuito RLC.

Poi non si dimentichi che il fenomeno della polarizzazione del vuoto, che si comporta come una sorta di dielettrico, è ben nota nella Fisica Moderna, nel Modec in più ne indaghiamo la sua inerzia alla polarizzazione elettrica; questo fenomeno della inerzia alla polarizzazione è ben noto per i materiali dielettrici in termini di un loro comportamento come filtro o meno per i segnali elettrici oscillanti. In linea generale superato un certo valore di soglia, dipendente dal materiale, per la rapidità di oscillazione del segnale, il materiale vede attenuarsi fino a precipitare le sue proprietà di isolante nei confronti del segnale; e ciò è grossomodo ciò che immaginiamo avvenga al vuoto per il fotone, per il quale l' elettromagnetismo, ri-compreso grazie al Modec, ci dice che ogni carica elettrica del suo dipolo costituente ha velocità in modulo pari a radice di 2 per c, maggiore di c dunque, con la struttura del fotone che, nel complesso, trasla a velocità c, la velocità del suo centro di massa.

Tale cinematica del fotone da tener presente per approfondire quale sia più precisamente la velocità, luminale (c) o superluminale (radice quadrata di 2 per c), a cui il vuoto cessa di polarizzarsi. Tutta una fenomenologia qui in ipotesi proposta-intuita, ma tutta da approfondire teoricamente e sperimentalmente, e alla quale ricondurre, probabilmente anche, la comprensione della massa delle particelle subluminali, tenendo conto dell’interazione tra cariche elettriche delle particelle o comunque presenti dentro di esse, e polarizzazione del vuoto attorno ad esse, un' idea questa che va in parallelo con l’idea fisico-filosofica di Higgs ma qui in una chiave prioritariamente di energia elettrica.

A causa dell' Errore di Maxwell si arrivò anche paradossalmente a negare che il campo elettrico studiato tramite la legge della Forza Coulomb e il campo magnetico legato alla Forze di Lorentz fossero espressione di interazioni a distanza, come invece di fatto sono.

Il fascino dei vortici è stato tanto grande sempre in fisica che nel 1867 Sir William Thomson (1824 – 1907), detto anche Lord Kelvin, propose il modello atomico che chiamò “vortex atom” basato sugli ultimi sviluppi in fluidodinamica, un modello degli atomi immaginati come vortici di etere che poi abbandonò dopo gli importanti studi da lui stesso compiuto sugli elettroni, “corpuscoli” come li definiva, costituenti dei cosiddetti raggi catodici.

Riguardo al fotone nel modello doppio elicoidale possiamo suggestivamente considerarlo come un vortice particolare nel quale, anziché cadere all'interno, spiraleggiando le une verso le altre fino a collidere, le sue due semi-particelle traslano perpendicolarmente al loro piano di rotazione.

Ora meglio capiamo il senso profondo della buona Meccanica Quantistica grazie al Modec, che meglio ci fa capire come i fotoni possono essere considerati quali una sorta di moneta di scambio all' interno del mondo fisico, quando essi sono coinvolti per gli scambi energetici, e così come per le monete vi è una moneta più piccola non ulteriormente divisibile, per esempio il centesimo nel caso del sistema monetario dell'Euro, così per l’esistenza del fotone, che ha sempre azione h, (momento angolare intrinseco, spin, uguale in modulo a h/(2π)), ne deriva che l’azione dei sistemi fisici appare quantizzata con quanto d’azione h.

Tutto questo è coerente e spiega tante cose.

In merito alla questione del significato fisico della carica elettrica “Q” che compare nel modello dipolare doppio elicoidale del fotone, e della sua relazione con la Carica Elettrica Elementare “e”, faremmo vedere qui di seguito perché l'interpretazione che propongo nella Teoria del Modec è quella in realtà più naturale e più semplice, e che implica anche minori ipotesi, in accordo con il criterio detto del Rasoio di Occam.

Se si considerasse, a differenza di quanto ipotizzo nella Teoria del Modec, Q, che è il valore assoluto di ciascuna delle due cariche di segno opposto del dipolo nella struttura del fotone, come il valore fisico intrinseco di tali cariche e non un valore da leggersi con riflessioni sulla polarizzazione o meno del vuoto, verrebbero innanzitutto meno tutti i vantaggi di cui ho parlato sopra in termini di sviluppo di una teoria rivoluzionaria, ma anche e soprattutto, dal grande potere unificante nella fisica; fisica, che in tal modo viene ora corretta dai suoi ormai pluridecennali problemi di consistenza interna; una nuova fisica più attinente alla realtà naturale, che non è più autocontraddittoria, e che in tal modo rende lo stesso modello doppio elicoidale del fotone consistente e quindi supportabile dall’intero quadro della fisica. Che la Fisica Moderna sia problematica e non consistente, cioè autocontraddittoria, lo sanno bene tutti, dato che le sue due odierne principali teorie di mainstream, la Fisica Relativistica e la Fisica Quantistica si fondano su principi tra loro contraddittori. Basti pensare che la prima è una teoria deterministica, la seconda indeterministica (o semi-indeterministica possiamo dire)!

Proprio prendendo in considerazione il criterio del Rasoio di Occam, osserviamo come procedere in tal senso per l’interpretazione di Q porterebbe a ulteriori complicazioni perché “Q” è più grande di “e”, ma da Q/e notiamo come Q non corrisponde ad un numero intero di cariche elementari “e”, e quindi questo comporterebbe un problema in termini di rispetto del Principio Fisico di Quantizzazione della Carica Elettrica, che è un principio mai ad oggi violato sperimentalmente, che quindi si dovrebbe in tal caso ipotizzare violato dalla struttura del fotone; invece nel mio approccio proposto nella Teoria del Modec tale principio non viene violato, ma anzi viene mostrato come esso è a fondamento di tutta la quantizzazione studiata dalla Meccanica Quantistica nei suoi sviluppi corretti, e come esso sia alla base della stessa esistenza del fotone!

“Q” ricordiamo poi è lo stesso per tutti i fotoni nel modello doppio elicoidale.

Inoltre, anche lasciando per un attimo da parte questo cruciale aspetto della contraddizione quantitativa con l’importante Principio di Quantizzazione della Cariche Elettrica, supponiamo di volerlo immaginare soddisfatto e che quindi ogni carica "Q" sia formata da un certo numero naturale superiore ad 1 di cariche elementari “e”, ne conseguirebbe che in ogni fotone un numero di cariche dello stesso segno dovrebbero essere agglutinate insieme, comunque dovrebbero essere tenute molto vicine tra loro per generare la carica Q complessiva, e questo per i due estremi del dipolo del fotone, e dunque tanto per la carica +Q quanto per la carica –Q. Ma diverse cariche +e dello stesso segno per generare +Q, (come diverse cariche –e dello stesso segno negativo per generale –Q), tendono a rispingersi tra loro, poiché cariche dello stesso segno si respingono, servirebbero allora ipotesi ulteriori per spiegare il fenomeno, nuove forze e nuove dinamiche per le cariche elementari componenti della cariche +Q e -Q componenti del fotone, e questo implicherebbe ulteriori energie di tipo elettrico, e forse non solo elettriche nelle ulteriori ipotesi necessarie per delle forze esotiche che facciano stare vicine cariche dello stesso segno che invece tendono, per loro natura, a respingersi; questo complicherebbe parecchio i bilanci energetici all'interno del modello del fotone, di cui si dovrebbe tenere conto, se si volesse considerare "Q" come un valore intrinsecamente effettivo reale di carica elettrica, ma in tal caso mantenendo rispettato il Principio di Quantizzazione della Carica elettrica.

C'è un potenziale rivoluzionario nella teoria del Modec che sarebbe un peccato ora trascurare e non cogliere non lasciandosi guidare dall’ interpretazione più semplice di esso che non viola il Principio di Quantizzazione della Carica Elettrica, ma che, coerentemente anche con la formula che dà “c” nelle equazioni di Maxwell, ipotizza un comportamento a quasi con una funzione a step per la polarizzazione elettrica dello spazio vuoto-etere attorno a cariche elettriche, per cariche che si muovono a velocità minore della velocità della luce nel vuoto (il vuoto si polarizza), e per cariche che si muovono a velocità quali quelle luminali/superluminali nel modello a doppia elica del fotone (il vuoto non si polarizza per la sua inerzia alla polarizzazione - un' inerzia quantificata allo stesso tempo possiamo dire dalla formula che dà la velocità della luce nel vuoto nelle equazioni di Maxwell delle onde elettromagnetiche, come si comprende confrontando tale formula di c con la formula della frequenza di taglio di un filtro a circuito RLC)!

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Volendo considerare un vortice anche il moto a struttura-traiettoria a doppia-elica del fotone nel Modec

(link: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

vi son in esso leggi fisiche e matematiche che lo rendono possibile come dimostrato.

Considerando i vortici più propriamente detti essi implicano un mezzo in cui essi possano avvenire, un fluido, un superfluido, ecc.

Idem per i vortici ad anello di Helmholtz.

Quando Lord Kelvin propose il modello del "vortex atom", tali suoi piccoli vortici si ipotizzavano comunque avvenire, secondo la sua teoria, in un mezzo, in quel caso un etere immaginato con opportune caratteristiche ed esistente in ciò che si definisce "vuoto".

Ora, nel caso del toroide dell' elettrone nel modello di elettrone di Richard Gautier, il punto materiale carico dell' elettrone deve essere, immagino, trascinato in un qualche flusso vorticoso di un etere da definire, altrimenti non vedo cosa potrebbe spiegare la sua traiettoria su una superficia toroidale.

Sono questi gli stessi motivi per cui non era sostenibile il primo modello di fotone di Richard, che corrispondeva a metà del mio modello doppio elicoidale del fotone; egli vedeva il fotone come un punto materiale privo di carica viaggiante su un percorso elicoidale senza che nessuna forza potesse spiegare tale moto curvilineo diverso da quello rettilineo uniforme che non ha bisogno di forze per avvenire (come spiega il Primo Principio della Dinamica).

Ne discuto qui

link: http://fiatlux.altervista.org/le-convergenze-nel-verso-del-modec-del-fotone.html

del motivo per cui Richard ha fatto poi bene a migliorare quel suo modello iniziale di fotone facendolo poi coincidere con il mio che non presenta per il fotone questo problema dinamico sostanziale del suo primo modello.

Ora credo che ripassare, dalla solidità del Modec del fotone doppio elicoidale senza cogliere tutti i suggerimenti teorici cui conduce (e che nella Teoria del Modec sviluppo ed espongo), alla complicazione dell' aggiunta di un modello di elettrone che riporta in auge gli stessi primi problemi teorici del modello di fotone originario dello stesso Richard, e che a questo punto richiede di definire un' etere sempre e comunque, ma con caratteristiche diverse da quelle che per l' etere ritengo faccia invece intuire il Modec, non mi pare la strada più utile ora al progresso mondiale della Fisica, che invece credo debba sviluppare al grado massimo tutte le intuizioni cui il Modec conduce per la sua notevole carica esplicativa e semplificativa, e soprattutto credo che la Fisica debba capitalizzare le indicazioni cui conduce la scoperta dell' importantissimo Errore di Maxwell al quale il Modec mi ha permesso di giungere

vedi link: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

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CHE COSA E' LA CARICA ELETTRICA?

PERCHÉ ESISTONO CARICHE ELETTRICHE POSITIVE E NEGATIVE DI UGUALE MODULO E SEGNO OPPOSTO?

PERCHÉ PARE ESISTANO NELL' UNIVERSO UNO STESSO NUMERO DI CARICHE NEGATIVE E POSITIVE SICCHÉ LA CARICA COMPLESSIVA DELL' UNIVERSO SIA NULLA?

PERCHÉ LA CARICA ELETTRICA ESISTE IN NATURA DISCRETA SECONDO LA CARICA ELETTRICA FONDAMENTALE ELEMENTARE?

QUALI SONO I SUOI LEGAMI CON LA MASSA?

LA CARICA ELETTRICA FONDAMENTALE ELEMENTARE LADDOVE ESISTE ESISTE IN MANIERA PUNTIFORME?

E RIGUARDO LA LORO STABILITÀ NEL TEMPO, PERCHÉ?

Dopo le magnifiche scoperte che consente il Modec, (il Modello dipolare elettrico doppio elicoidale del fotone con la scoperta dell' Errore di Maxwell), è naturale volere passare ad approfondire l' elettrone e la sua antiparticella il positrone, (l' orestone come propose di chiamarlo l’astrofisico inglese Herbert Dingle, dati i legami fisici di questa particella con l’elettrone, sulla base della suggestione proveniente dal mito greco, dove Elettra e Oreste erano i figli del re acheo Agamennone capo degli eserciti argivi nella Guerra di Troia), ma prima di passare a cercare di penetrare i misteri dell'elettrone, affinchè la ricerca e speculazione sia più proficua, importante può essere ragionare sugli interrogativi filosofici che pongo!

Un modello dell'elettrone dovrà darci non solo il suo spin, ma anche il suo momento magnetico intrinseco e la sua massa a riposo.

Nel Modec lo spin del fotone, che è un bosone, è somma degli spin delle sue due semiparticelle fermioniche dotate di energia e massa nonché di carica elettrica, proprio rispettivamente la carica elettrica dell'eletrone e del positrone.

Dal Modec del fotone naturale è il passaggio verso l'elettrone e il positrone.

Per la loro massa a riposo il Modec suggerisce di approfondire l' energia legata alla polarizzazione del vuoto-etere attorno alle cariche dell' elettrone e del positrone, quindi rimanda ad un approfondimento della natura, struttura, composizione e proprietà del vuoto.

Ma, per proseguire oltre, interessante ritengo sia dedicarsi, da parte di tutti noi, a interrogarsi sui quesiti qui posti.

 

Indicazioni

Il mio sito internet sulla Teoria del Modec: http://fiatlux.altervista.org/

-) il mio PDF in inglese, circa un mio studio dell’ anno 2005, "The Photon Double-Helicoidal Model": http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

-) in merito al fondamentale "Maxwell's Error": ABSTRACT: MAXWELL’S ERROR, THE GREAT ORIGINAL SIN OF MODERN PHYSICS. With a new Unification the model explains PHOTON!
 

su Academia.edu:

https://www.academia.edu/37081572/_The_Photon_Double_Helicoidal_Model_by_studies_and_researches_of_Oreste_Caroppo

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MATERIA ED ANTIMATERIA HAN MASSA DELLO STESSO SEGNO, POSITIVO! Quindi non c'è tra loro anti-gravità, ma gravità!

http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

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A pag. 21 di questo mio lavoro in PDF, io identificavo, a partire dal mio Modello Doppio Elicoidale del Fotone, delle particelle teoriche che chiamavo "fottoni" aventi massa dall' ordine di grandezza proprio della Massa di Planck in su, che dicevo componenti di una possibile esotica materia "oscura".

Interessante nel sistema fotone/fottone analizzato (vedi pag. 22), la particelle in cui minima è R, (la distanza interna nella sua struttura dinamicamente doppio elicoidale), ed essa corrisponde ad una energia della particella (composta) pari all' Energia di Planck moltiplicata per il prodotto di 2 per la radice quadrata di 2.

Tale R minima è pari poi alla Lunghezza di Planck per la radice quadrata di 2.

Ricordo che l' Energia di Planck è pari alla Massa di Planck per il quadrato della costante della velocità della luce nel vuoto.

Tale particella ad R minimo risulta avere uno Spin pari a 2, il doppio dello spin del normale fotone.

http://fiatlux.altervista.org/alterpages/ilsistemafotoneelasuameravigliosafunzioneincuicompaionotutteleunitdiplanck..jpg#gallery

http://fiatlux.altervista.org/Le_Unita__naturali_di_Planck_comprese_attraverso_il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

PDF in http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unità-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Come voi sapete già questo è il mio primo PDF in tema

http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf 

ma sopra il link al mio secondo PDF che leggerete!

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Una SINTESI sull’importante ed iper-esplicativa scoperta dell’Errore di Maxwell

In merito al mio testo in questo mio articolo al link: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

Dunque se fosse stata vera l’ipotesi A, ciò avrebbe comportato onde elettromagnetiche costituite da niente con vettori elettrici e magnetici in un dato punto ed istante presenti senza alcuna loro carica sorgente, ma da concepire per cui come perturbazioni elettro-magnetiche che si stanno propagando a partire semplicemente da cariche sorgenti poste in luoghi e tempi lontani autrici della perturbazione che si è poi propagata nel tempo e nello spazio;

da qui, per analogia con la meccanica dei corpi elastici, il concetto di un mezzo che occupa il vuoto, che si perturba, l’etere luminifero, e che così conduce la perturbazione elettromagnetica;

da qui l’idea discutibile matematicamente di una natura dei campi elettrici e magnetici locale, contrariamente alla natura non-locale di essi, messi dentro le Equazioni di Maxwell con quelle ipotesi originarie di non-località, ipotesi non dichiarate esplicitamente e che non permettono comunque che le equazioni stesse diano risultati che ribaltano tali loro ipotesi costruttive di fondo, e la contraddizione non è nelle Equazioni di Maxwell e nelle loro previsioni, equazioni che inglobano con il Teorema di Gauss un campo elettrico concepito come descritto dalla Legge di Coulomb non-locale, cioè ad interazione a distanza istantanea, ma la contraddizione è nell’interpretazione fisica data dalle onde e.m., un’interpretazione affetta dall’Errore di Maxwell.

Tutto questo poiché corretta è invece delle due la ipotesi B, che dice le radiazioni e.m. esser composta di corpuscoli carichi in forma minima di dipoli;

per cui aggiungendo la scoperta della quantizzazione in forma corpuscolare particellare della carica elettrica nell’elettrone, con la carica elettrica elementare concepita in prima approssimazione come puntiforme, ciò avrebbe guidato a prevedere dalle Equazioni di Maxwell la natura di architettura microscopica con particelle cariche della definita onda e.m. con struttura minima più semplice composta di un dipolo rototraslante nel complesso dunque neutro, praticamente ciò che fu individuato anni dopo nella radiazione elettromagnetica, ovvero il cosiddetto fotone.

Il fotone sperimentalmente appariva neutro elettricamente, questo almeno fu ritenuto in accordo con le previsioni delle Equazioni di Maxwell che affette dall’ipotesi A furono credute prevedere una radiazione elettromagnetica totalmente priva di cariche elettriche.

Il fotone fu pertanto concepito come mono-puntiforme. Ciò impediva la scoperta della sua struttura esplicativa di tutte le sue proprietà. L’oggi scoperto Modello Doppio Elicoidale del fotone.

Se invece si fosse compreso l’Errore di Maxwell con l’ipotesi B, si sarebbe compreso che la neutralità del fotone è sì in accordo con le Equazioni di Maxwell, ma è neutralità complessiva e non intrinseca, cioè si sarebbe capito che il fotone consta di un dipolo elettrico la cui somma algebrica dà la sua totale neutralità di carica.

Poiché a causa dell’Errore di Maxwell si riteneva la radiazione e.m. priva di carica, il fotone fu concepito invece come mono-puntiforme, mentre era sì neutro elettricamente, ma almeno bipuntiforme, costituito da un dipolo rototraslante con traiettoria complessiva a doppia elica.

Senza la comprensione di tutto, quel fotone rappresentò per i teorici comunque l’inconcepibile per la sua esistenza, indipendentemente dalle sue caratteristiche; un'esistenza in contraddizione con le previsioni che essi credevano le Equazioni di Maxwell facessero.

Non avendo visto l’Errore di Maxwell, non avendo visto l’ ipotesi B, non riuscirono a conciliare il fotone con la Fisica classica giunta fino a Maxwell, da qui l’idea che la Fisica classica fosse sbagliata in parte e l’idea della necessità di fondare un nuovo accrocchio fondato su visioni comunque corrotte della realtà da quel non visto errore, una Fisica moderna che spiegasse il nuovo osservato e secondo loro non previsto e non prevedibile dalla Fisica classica, che invece de facto lo prevedeva e come, solo non ci se ne accorse per l’Errore di Maxwell! Con tanta propagazione dell’errore nella Fisica moderna, come ad esempio la creduta non-località dell’interazione elettrica e magnetica tanto che si tentò di correggere le Equazioni di Maxwell con dei potenziali ritardati.

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-) UNA DOMANDA-CURIOSITÀ SUL DISCORSO "RILEVAZIONE DELLE ONDE GRAVITAZIONALE"

da me posta a commento in Instagram su un post, del canale di divulgazione sulla fisica ufficiale chiamato “Random Physics” (https://www.instagram.com/randomphysics/), del 5 ottobre 2018 alle ore 11:34PM CEST.

PREMETTENDO GRANDI COMPLIMENTI per tutte le tue trattazioni mai banali e sempre ricche tanto di aspetti matematici quanto di esempi illustrativi più semplificanti, e non lo dico per convenevoli educati ma perché ne sono veramente convinto,

vorrei chiederti approfondimenti su un punto dilemma che trovo non ben chiaro relativamente all'uso tecnico-sperimentale degli interferometri per il tentativo di rilevazione delle onde gravitazionali.

La per me irrisolta questione cruciale misuristica è questa: come è possibile utilizzare la luce che viaggia nello spazio-tempo per rilevare una contrazione/dilatazione dello stesso spazio-tempo?!

Come dire usare un metro che è nello spazio-tempo per misurare una contrazione/dilatazione dello spazio-tempo che inevitabilmente deformerebbe anche il metro stesso.

L'unico modo per giustificare il tutto, mi pare, sarebbe ammettere che la luce viaggi comunque in un sistema di riferimento sottostante assoluto e che pertanto non subendone effetti equideformanti dalla deformazione dello spazio-tempo, incurvato-deformato dagli effetti gravitazionali delle masse e dalle onde gravitazionali incluse, in tal modo essa si può usare per misurare la contrazione-dilatazione dello spazio-tempo in cui riteniamo di esserne noi tutti; ma questo concetto, che dovrebbe essere sottointeso teoricamente all'uso della luce negli interferometri, per misurare le dilatazioni-contrazioni dello spazio-tempo sotto effetto delle onde gravitazionali, non vorrebbe dire negare la stessa relatività generale, nel senso che questo concetto non sarebbe in contraddizione con la stessa relatività generale la quale rifiuta l'esistenza di un sistema di riferimento assoluto (e rifiuta il concetto di un etere nel vuoto che a questo sistema di riferimento assoluto sarebbe mediamente solidale)?!

Pongo questa domanda in tutti i convegni di celebrazione della detta "dimostrazione" sperimentale dell'esistenza delle onde gravitazionali ai relatori più illustri e le risposte che ricevo fanno cadere le braccia.

"È così" punto e basta, "È così perché ci hanno ragionato e dibattuto grandi fisici e hanno deciso che è possibile utilizzare la luce a tal fine", l'ultimo addirittura mi ha risposto "In ogni caso ora le vediamo le onde gravitazionali con questo metodo, e vi hanno persino assegnato un premio Nobel alla loro scoperta sperimentale quindi non ci sono dubbi il metodo è corretto, non si pone più alcun dubbio!".

L'ultima risposta mi è sembrata alquanto disdicevole perché anche ciò che si è osservato e la sua interpretazione hanno rilevanza se si ha una affidabile certezza teorica della validità del metodo usato.

Poiché sei l'unico fisico finora da me incontrato, anche grazie ad internet, che mi sembra non accontentarsi di spiegazioni banali e non comprese fino in fondo in prima persona, mi sono permesso di rivolgere anche a te questo dilemma personale.

Tantissimi ringraziamenti a Voi (https://www.instagram.com/randomphysics/)per tutto il tuo straordinario ammirevole impegno di alta divulgazione e per la tua disponibilità!

Ma se la luce viaggia nello spazio-tempo che si deforma per gravità, come si deforma in quello spazio-tempo il metro che ad esso appartiene, come posso utilizzare il metro, o la luce che sia, per misurare in quello stesso spazio-tempo che è avvenuto il passaggio di un'onda gravitazionale che ha comportato una sua dilatazione-contrazione, senza che esista un sistema di riferimento assoluto esterno e senza che la luce viaggi inalterata invece rispetto ad esso e rispetto ad esso si misuri la contrazione-dilatazione dello spazio-tempo di partenza considerato increspabile?

La questione che ho posto resta comunque non sciolta.

In ogni caso se vuoi cominciare "a vedere la luce" davvero, non ritengo vi sia altra strada che questa: http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html   

Dal menù puoi accedere ai vari paragrafi e da questi ai PDF: http://fiatlux.altervista.org/index.html   

Leggi quando hai tempo, sono tanti paragrafi.

Io capisco in merito due cose con certezza:

- stiamo osservando da un po' di anni una periodica non accavallata spettacolarizzazione mediatica dei risultati di grandi progetti di ricerca scientifica finanziati con costi esorbitanti, e l'aspetto pubblicitario per questo sistema finanziario e di correlato business è ben comprensibile. Sono poi i progetti nei quali vengono fatti partecipare tantissimi ricercatori da ogni parte del mondo, se non tutti, per cui aspettarsi delle critiche profonde e costruttive diventa quasi impossibile. Il dubbio non è più ammesso;

- un melenso tentativo di corroborare la fisica teorica attuale nonostante essa non sia corroborabile a priori dato il suo grande tabù ovvero la non conciliazione nei fondamenti delle due principali teorie che oggi vengono portate avanti in fisica, ovvero la fisica quantistica e la fisica relativistica.

In questo caso come in quello relativo alle onde gravitazionali vediamo l'esaltazione della fisica relativistica quando in realtà il buco nero non è una previsione della fisica relativistica ma può essere benissimo predetto nel momento in cui si attribuisce una massa alla luce e si utilizza l'equazione di Newton della gravità. E l'attribuzione di una massa alla luce è una conseguenza della stessa teoria elettromagnetica di Maxwell che attribuisce alla luce una velocità finita, una quantità di moto e un'energia, per venendo così da essa all'equivalenza di massa energia E=mc^2 qui anche giunsero Olinto de Pretto in Italia ed Einstein. (Salvo poi nella fisica moderna persino negare che la luce abbia massa giocando sulla differenza tra massa relativistica massa a riposo de fotone).

Stesso dicasi per gli effetti di lente gravitazionale, anche questi teoricamente sono previsti dalla semplice teoria gravitazionale di Newton cui si aggiunge l'idea di un fotone dotato di massa. Viceversa oggi si nega che il fotone abbia una massa per giustificare tale deviazione come frutto della deformazione dello spazio-tempo causata dalla gravità secondo la relatività generale.

Progetti di ricerca nel caso delle onde gravitazionali nei quasi addirittura c'è la possibilità di inviare segnali fake che giungono ai vari ricercatori coinvolti come scusa per testare in questo modo le loro capacità di analisi dei segnali.

Il tutto poi con interferometri che non si può escludere siano sensibili anche alle onde elettromagnetiche, e un punto dilemma che trovo non ben chiaro relativamente all'uso tecnico-sperimentale degli interferometri per il tentativo di rilevazione delle onde gravitazionali.

La per me irrisolta questione cruciale misuristica è questa: come è possibile utilizzare la luce che viaggia nello spazio-tempo per rilevare una contrazione/dilatazione dello stesso spazio-tempo?!

Come dire usare un metro che è nello spazio-tempo per misurare una contrazione/dilatazione dello spazio-tempo che inevitabilmente deformerebbe anche il metro stesso.

L'unico modo per giustificare il tutto, mi pare, sarebbe ammettere che la luce viaggi comunque in un sistema di riferimento sottostante assoluto e che pertanto non subendone effetti equideformanti dalla deformazione dello spazio-tempo, incurvato-deformato dagli effetti gravitazionali delle masse e dalle onde gravitazionali incluse, in tal modo essa si può usare per misurare la contrazione-dilatazione dello spazio-tempo in cui riteniamo di esserne noi tutti; ma questo concetto, che dovrebbe essere sottointeso teoricamente all'uso della luce negli interferometri, per misurare le dilatazioni-contrazioni dello spazio-tempo sotto effetto delle onde gravitazionali, non vorrebbe dire negare la stessa relatività generale, nel senso che questo concetto non sarebbe in contraddizione con la stessa relatività generale la quale rifiuta l'esistenza di un sistema di riferimento assoluto (e rifiuta il concetto di un etere nel vuoto che a questo sistema di riferimento assoluto sarebbe mediamente solidale)?!

Pongo questa domanda in tutti i convegni di celebrazione della detta "dimostrazione" sperimentale dell'esistenza delle onde gravitazionali ai relatori più illustri e le risposte che ricevo fanno cadere le braccia.

"È così" punto e basta, "È così perché ci hanno ragionato e dibattuto grandi fisici e hanno deciso che è possibile utilizzare la luce a tal fine", l'ultimo addirittura mi ha risposto "In ogni caso ora le vediamo le onde gravitazionali con questo metodo, e vi hanno persino assegnato un premio Nobel alla loro scoperta sperimentale quindi non ci sono dubbi il metodo è corretto, non si pone più alcun dubbio!".

L'ultima risposta mi è sembrata alquanto disdicevole perché anche ciò che si è osservato e la sua interpretazione hanno rilevanza se si ha una affidabile certezza teorica della validità del metodo usato.

E anche quando ti dicono che il GPS viene corretto tenendo conto della relatività generale qualche dubbio bisogna porselo se si tiene conto che il redshift gravitazionale è spiegabile anche solo tenendo conto del fatto che il fotone ha una massa-energia ed è soggetto pertanto all'interazione con il campo gravitazionale terrestre newtoniano, senza bisogno di dover affermare una curvatura relativistica dello spazio-tempo causata dalla gravità.

P.s.: grandissimi certamente interessanti e tecnologicamente importanti e utili progetti di ricerca internazionale ma tutti filoguidati già nelle conclusioni che devono raggiungere o rafforzare.

Non vi è un tentativo oggi davvero di superare le due teorie nel verso di una nuova e che sia onnicomprensiva e che vorrebbe dire rinunciare ad alcuni dei fondamenti tra loro persino logicamente contraddittori delle due teorie citate, o forse di entrambe, i quali fondamenti mi pare facciano tanto comodo al mainstream politically correct per la descrizione filosofica, sebbene claudicante, che permettono della realtà.

La fisica quantistica afferma una realtà dominata alla base dal caso e non deterministica che permette maggiore spazio all'idea del libero arbitrio dell'uomo.

La fisica relativistica che (sebbene in contraddizione con l'idea della casualità di fondo, in quanto teoria deterministica) dà supporto all'idea di un relativismo imperante nella realtà in quanto rinnega l'esistenza di un sistema di riferimento assoluto con la conseguente possibilità di supportare così una filosofia io-centrica.

Mi chiedo se per combattere la visione cristiana dominante in occidente faccia comodo presentare come sempre più corroborata a taluni, nella stessa civiltà occidentale e da qui a livello globale, una teoria fisica complessiva che tagli le gambe alla teologia cristiana facendo leva sul primato dato oggi dalle masse alla scienza-tecnica.

Sarebbe un peccato se per interessi strategici filosofici di questo tipo si stesse frenando la ricerca scientifica teorica pura indirizzata alla semplice conoscenza vera e disinteressata della Natura!

Anche qui in questo articolo ammettono "In fisica esiste un grande tabù: la relatività generale e la meccanica quantistica sono incompatibili":

https://www.huffingtonpost.it/2019/04/10/state-guardando-per-la-prima-volta-un-buco-nero_a_23709351/?ncid=other_facebook_eucluwzme5k&utm_campaign=share_facebook&fbclid=IwAR0dxPyFNyf0SdBAysfaOyL0CLDMAnKGkFzxWpsZwPrz3mCps4xsIybL2sQ  

E l'unico modo per risolvere il problema nascosto oggi sotto quel tabù è tornare ai fondamenti e scovare l'errore di fondo da cui ripartire: capire la struttura doppio elicoidale del fotone e quello che ho battezzato Errore di Maxwell o il grande peccato originale della fisica moderna http://fiatlux.altervista.org/index.html  

Dal menù potere accedere ai vari paragrafi e quindi PDF.

La Natura è una e, nel principio galileiano-pitagorica che essa sia logica e descrivibile matematicamente, non può essere descritta da due teorie dai fondamenti tra loro contrastanti, e se addirittura entrambe le teorie in certi casi diversi appaiono valide allora vuol dire che entrambe hanno alcuni loro fondamenti sbagliati!

Vedi per approfondimento in questo sito web: http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-della-rilevazione-delle-cosiddette-onde-gravitazionali-per-mezzo-della-luce-di-laser.html

 

 

 

-) Nei tormenti della fisica moderna e della cosmologia contemporanea non dimentichiamo che con il tentativo di ripresa negli ultimi anni della cosiddetta "costante cosmologica" di Einstein, o più in generale con il neo-concetto di "energia oscura", proposti per spiegare delle osservazioni sperimentali interpretate come segni di una possibile accelerazione dell'espansione dell'Universo, si attribuisce nuovamente un valore energetico al vuoto che viene quindi de facto non più considerato come veramente vuoto come voleva Einstein con il rifiuto di ogni concetto di etere.

NOTA: alcuni dei miei testi in questo sito sono anche tratti da mie risposte date in discussioni di fisica e di riflessione sulle mie teorie e ipotesi svoltesi via mail, o in chat, o su facebook in vari gruppi, o su altri siti con spazi e forum di discussione. 

 

 

 

-) Alcune osservazioni sull’Errore di Maxwell

Se consideriamo il valore totale della carica elettrica nelle sue equazioni, considerandole applicate nel vuoto, egli pose quel valore di carica uguale a zero, e ottenne così l’equazione delle onde elettromagnetiche.

Il significato fisico è dunque questo: nei volumetti di spazio, presi in considerazione nei vari istanti nel calcolo infinitesimale per quelle equazioni, è considerata la carica totale presente in essi uguale a zero e questo abbiamo detto corrisponde o alla assenza totale di carica o corrisponde alla presenza di dipoli di carica, cioè formati da due cariche uguali in valore ma di segno opposto, pertanto a somma algebrica totale sempre nulla.

Ora la Fisica Quantistica, anche nei suoi più recenti sviluppi, considera la possibile presenza nel vuoto di cariche distinte, ma a somma complessiva nulla, pertanto presenza di dipoli e in particolare formazione di coppie elettrone-positrone. Tutto ciò per certi aspetti può convergere, può corrisponde a quelle che sono le caratteristiche dei materiali dielettrici, in un certo qual modo, e poiché del vuoto nelle Equazione di Maxwell compare anche la Costante Dielettrica del Vuoto, possiamo dire che anche questo aspetto, ipotizzato decenni dopo Maxwell, di proprietà del vuoto di esprimere/avere coppie di carica, o soprattutto come si evidenzia nel Modec di avere proprietà dielettriche in tutta la sua estensione, è comunque incluso all'interno della Costante Dielettrica del Vuoto e delle altre costanti che esprimono le proprietà del vuoto sempre nelle Equazioni di Maxwell come la Costante di Permeabilità Magnetica.

Queste osservazioni per mettere in risalto ancora di più il significato fisico dell’Errore di Maxwell in termini di previsione e comprensione delle Equazione di Maxwell stesse.

Quel valore posto uguale a 0 della carica totale all'interno delle Equazioni di Maxwell si riferisce pertanto alle cariche sorgenti del campo elettrico e magnetico studiato da quelle equazioni, e considerando come volumetti nel calcolo infinitesimale i volumetti nei quali viene applicato il Teorema di Gauss.

Ecco perché l’Errore di Maxwell se compreso avrebbe potuto permettere di capire proprio la presenza di una coppia di cariche sorgenti dipolari per il fotone.

Le equazioni delle onde di Maxwell, abbiamo compreso, danno una descrizione continua (spalmata, dunque media nello spazio e nel tempo) di una realtà che è invece granulare nelle sue sorgenti.

Le equazioni di un'onda elettromagnetica piana o sferica riguardano pertanto campi elettrici e magnetici su estesi volumi, su estese superfici, in tal modo con valori medi si bypassa, (la grandezza della matematica di quelle equazioni!), la mancanza di una descrizione microscopica della granulosità di carica (mediamente neutra) della radiazione elettromagnetica.  

Quando consideriamo un fotone come ci viene descritto dal Modec, fissato il tempo, nella zona in cui si trova si troveranno anche le sue cariche sorgenti, quelle del dipolo elettrico che lo costituisce, a distanza dalle quali in ogni punto dello spazio avremo un valore del campo elettrico ovviamente attenuato quanto più ci si allontana da tali sue cariche, e con valori maggiori del suo campo elettrico e del suo campo magnetico nella zona in cui si trovano le cariche del dipolo della sua struttura.

Quando didatticamente si rappresenta la radiazione elettromagnetica lungo una retta, indicando in essa i valori in ogni suo punto del campo elettrico e del campo magnetico con un corrispettivo vettore, si tratta in realtà di una estrapolazione dall’onda elettromagnetica piana. Sarebbe infatti impossibile avere un campo elettrico che ha valore solo nei punti di una retta e poi valore nullo fuori da essa, (per di più valore in un punto senza ipotizzare lì la presenza di sue cariche sorgenti costituenti dell’onda elettromagnetica)! Già queste anomalie avrebbero dovuto condurre a riflessioni, le riflessioni da cui io partivo per cercare la struttura del fotone!

 

 

 

-) Non mi risulta che la teoria del caos dica che il futuro sia teoricamente imprevedibile, imprevedibile per essenza della realtà stessa, che sia tale lo afferma invece l'interpretazione di Copenaghen della Fisica Quantistica, che è e rimane una interpretazione, una teoria. Bisognerebbe riflette se si dà per assodato che tutto ciò che è reale è anche razionale, e dunque oggetto di possibile teorizzazione, se ciò possa essere compatibile o meno con una realtà non deterministica, casuale, o se ciò conduca verso una qualche profonda contraddizione.

 

 

 

-) L'idea nella moda semi-religiosa occidentale contemporanea che va sotto il nome di "New age" che abusa del concetto di "frequenza" utilizzato in chiave spirituale, e nella quale taluni suoi adepti dicono di aver tratto ispirazione per esso dall'induismo, in realtà in Occidente oggi rappresenta soprattutto la conseguenza nella sottocultura New age dei dogmi della Fisica teorica moderna di mainstream, che sotto quei dogmi ha celato i suoi grossi problemi fisici e matematici. E abbiamo così che di essa, che consta di due teorie inconciliabili per gli inconciliabili loro fondamenti di base, la Relatività e la Fisica Quantistica, entrambe in parte valide, e per cui entrambe nel complesso sbagliate essendo la Natura una sola che non può essere descritta da due teorie che fanno a pugni nei loro fondamenti, si prende da un lato l'idea di un relativismo assoluto (sembrerebbe un ossimoro), comodo a certe odierne tendenze che vogliono rigettare i vecchi valori, dall'altro l'idea della possibilità di un libero arbitrio in una realtà non deterministica (non deterministica secondo la cosiddetta interpretazione di Copenaghen della Fisica Quantistica, forse a sua volta non scevra da influssi religiosi orientali o meno) e di una realtà dove le frequenze siano all'origine della materia e dell'energia e non invece loro caratteristiche! (Da un mio commento del 2019).

 

 

 

-) LA SEZIONE TRASVERSALE DEI FOTONI

Domanda: "Il MODEC dice che il diametro della sezione trasversale attribuito al fotone è proporzionale alla sua lunghezza d'onda, quindi dice che i fotoni delle onde radio sono proporzionali a tali lunghezze d'onda?"

Risposta: "Sì, se puoi esaminare un singolo fotone in uno spazio sufficiente in cui è solo!"

Riflettiamo: in un forno a microonde domestico, ad esempio, lo sportello d’apertura, se notate, è di vetro ed esso contiene una maglia metallica bucherellata con buchi di pochi millimetri di apertura. È fatto così per permetterci di vedere all’interno e allo stesso tempo per schermare in gran parte le microonde così da assicurare l'incolumità dell'osservatore all’esterno!

All’interno del forno le microonde hanno tipicamente una lunghezza d’onda di alcuni centimetri e i buchi di pochi millimetri non permettono alle microonde di sfuggire, se non in piccolissima parte!

In altre parole per le microonde è quasi come se ci fosse una parete metallica quasi omogenea perfettamente riflettente.

Invece la luce, che ha lunghezze d'onda dell'ordine di alcuni decimi di micron, quindi assai più piccole dei fori della griglia metallica, esce all'esterno passando da essi (e dal vetro che è per la luce assai trasparente) permettendoci di osservare l'interno illuminato del forno a microonde.

Lo sportello con la griglia metallica si frappone grossomodo trasversalmente alle radiazioni elettromagnetiche luminose e a microonde rispetto alle quali stiamo considerando il suo effetto non schermante o meno, così mostrando come il fotone abbia una sezione trasversale alla sua direzione di propagazione che la teoria del MODEC ben spiega e ci dice proprio essere delle stesse dimensioni della sua stessa lunghezza d'onda; lunghezza d'onda che è anche una proprietà cinematica che connota longitudinalmente la traiettoria del fotone, (è infatti il passo della sua traiettoria elicoidale ci dice il MODEC), e lunghezza d’onda che corrisponde proprio alle caratteristiche longitudinali della radiazione elettromagnetica ottenuta dalle equazioni di Maxwell, solo che ora con la scoperta della struttura dipolare del fotone sappiamo perfettamente come i campi elettrici e magnetici della radiazione elettromagnetica di Maxwell si correlano e sono connaturati al fotone stesso in cui trovano le loro cariche elettriche sorgente nella loro propagazione nello spazio e nel tempo pur assai lontano dai luoghi in cui le onde elettromagnetiche sono state generate!

Per la Fisica Moderna il fotone è invece semplicemente mono-puntiforme, quindi non avresti delle sue proprietà fisiche strutturali per spiegare come mai passano da quei buchi i fotoni della luce e invece non possano allo stesso modo quelli delle microonde, dovendo essere entrambi mono-puntiformi per la Fisica Moderna. Ma sperimentalmente ben si osserva che avendo uno schermo metallico forato, con fori di diametro minore della lunghezza d'onda delle microonde e maggiore di quella della luce, la luce incidente sui fori grossomodo ben passa, mentre le microonde no!

Il Modec invece, per questo fenomeno, ti dà la spiegazione fisica coerente che altre teorie non ti danno con altrettanta lucidità!

Vedi questa foto della maglia metallica forata sullo sportello in un forno a microonde domestico, foto al link: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/files/2014/05/mwtest01.jpg

 

 

 

-) Qualcuno ha risposto, alla mia domanda "Quale è la struttura del fotone?", che il fotone sarebbe una stringa opportunamente vibrante. Ma se così fosse staresti introducendo in fisica un altro ente da definire, una stringa, e invece il MODEC non si serve di nulla in più per spiegare il fotone, ma si serve di forze, come quella di Lorentz e quella di Coulomb, delle leggi della dinamica classica e di enti come le cariche elettriche elementari negative e positive in prima approssimazione assunte puntiformi, persino, come mostro, senza che ciò comporti contraddizione con la matematica delle equazioni di Maxwell, per cui il fotone stesso, che è stato sino ad oggi un ente in più aggiunto nel costrutto della Fisica Moderna, non ha neppure bisogno più di essere aggiunto come qualcosa a sé, come un nuovo ente imprevisto ed inatteso indipendente da tutto il resto, ma emerge da una teoria più basilare, quella del MODEC, e non avversa ai fondamenti della Fisica ottocentesca, tutto in accordo con il principio del rasoio di Occam che dice di non aggiungere mai più enti di quanto strettamente necessario!

Inoltre anche a volersi forzare, ignorando tutto questo, a ipotizzare il fotone come una "esotica" stringa vibrante, ciò non ti spiegherebbe tutte le proprietà del fotone, come le spiega e le fa ottenere fisico-matematicamente invece il Modello Doppio Elicoidale del fotone!

 

 

 

-) (Così commentavo un post facebook sul tema del collasso della funzione d'onda)

Concordo con quanto hai scritto in termini di tua interpretazione del significato del collasso della funzione d'onda nell'atto della misura.

Il problema invece è quella che è stata l'interpretazione di mainstream, l'interpretazione di Copenaghen di tale collasso che a mio avviso ha portato al collasso filosofico della fisica moderna aprendo le porte al dilagare in essa di quello che chiamo spiritismo new age.

Ben più deterministico il caso della farfalla di Lorenz, dove l'indeterminazione viene relegata comunque alle nostre capacità di misura e non affermata come una proprietà intrinseca della natura come invece nell'interpretazione della meccanica quantistica detta di Copenaghen!

Appunto le aberrazioni ideologiche tutte derivate dalla propagazione di un piccolo e non visto errore per 150 anni!

http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Ma non può essere invece che quel paradosso (il cosiddetto paradosso del gatto di Schrödinger) mostrando proprio l'estendibilità di un concetto teorico dal microscopico al macroscopico e così facendoti notare come a livello macroscopico il paradosso sia forte ed evidente, porti a capire che altrettanto bisogna considerarlo paradossale se creduto vero a livello microscopico?!

Non possono spiegarti molto su cosa sia la antimateria, solo infatti la struttura del fotone permette di capire davvero che cos'è e quale è l'origine della antimateria:

http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

 

 

 

-) Ovvio poiché E=mc^2 il fotone esercita attrazione gravitazionale verso altre masse con la sua massa relativistica che non è nulla m=E/(c^2)=hv/(c^2)

https://www.newscientist.com/article/2180942-laser-beams-have-gravity-and-can-warp-the-fabric-of-the-universe/?utm_medium=SOC&utm_source=Facebook#Echobox=1538058660

 

 

 

-) Se ci fosse un errore matematico sfuggito nei fondamenti di tutta la Fisica moderna?

Leggi i miei commenti: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

 

 

 

-) Questo è logico e c'era da aspettarsele critiche al modello superluminale del fotone.
Per questo motivo è fondamentale passare dall'impostazione che ho dato alla Teoria MODEC attraverso l'Errore di Maxwell che ci permette di demolire tutti i principali errori della Fisica moderna mostrando come la perfezione descrittiva del Modello Doppio Elicoidale del Fotone non sia casuale stranezza matematica, ma frutto della semplicità della Natura stessa!

Per dimostrare che il modello Modello Doppio Elicoidale del Fotone è corretto, è necessario dimostrare che la Fisica moderna è sbagliato nelle sue fondamenta e questo si mostra con l'Errore Maxwell!

 

 

 

-) Prima della scoperta dell’Errore di Maxwel si poteva pensare che il Modec dovesse esser modificato per adattarsi alla Fisica moderna, o al più esser del tutto rigettato, dopo la scoperta dell’Errore di Maxwell, o anche detto il grande peccato originale della Fisica moderna, è la Fisica moderna che deve essere modificata ed adattata al Modec!

 

 

 

-) Ripoto qui interamente i miei commenti ad un post facebook dell’ 8 gennaio 2018 al link, (correlato è anche questo post facebook dell’11 gennaio 2018 al link).

La riunificazione parte da qui, perché è da qui che è scaturito circa 150 anni fa l'errore nella Fisica moderna, (non fermarsi al titolo del paragrafo, ma leggerne il contenuto): http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

Se avrai tempo leggi con calma, e salta tra i vari paragrafi e pdf linkati nel sito medesimo, http://fiatlux.altervista.org/index.html, da cui i paragrafi sopra, sui vari correlati argomenti. Grazie! Di questo tuo post condivido tutta la critica alle distorsioni e incongruenze della fisica di mainstream e dogmatica di oggi che da errore in errore sta partorendo oggi altri "oscuri" mostri su cui come ben tu altrove hai scritto si prevedono innumerevoli finanziamenti di cieca "ricerca" ... Ma si deve risalire invece la catena degli errori, e si può fare facilmente questo processo doveroso se si trova il primo unico errore che li ha generati tutti in cascata e grappolo! Ed è esso quello che ho battezzato "l'Errore di Maxwell"; trovato quello, e compreso nella sua semplicità e potenza, quello che è errore matematico e fisico, con la forza della matematica, alla fisica di mainstream non si deve più chiedere permesso, come oggi quali siano le teorie alternative proposte, ma le si può di diritto e le si deve dire: SPOSTATI!

Ma se non sapessi tutto ciò che hai scritto non mi sarei mai messo a cercare il busillis dei problemi della Fisica moderna! Se dunque vuoi capire ciò di cui parlo, inizia da una lettura dal primo paragrafo, http://fiatlux.altervista.org/index.html, e poi procedi attraverso gli altri dal menù e aprendo anche i link ai pdf incontrati, e leggi senza la paura che qualcosa delle cose imparate e che anche con utilità tecnica hai usato sovente possa non essere fondata. Altrimenti non potrai neppure capire di cosa parlo. Ok tutta l'apologia sopra, che è il bagaglio di nozioni che condividiamo, altro del resto ad oggi non c' è, ma per capire almeno dove voglio arrivare, leggi dall' inizio e con calma. Se io ad esempio qui voglio sviscerare il dualismo onda-particella, capirlo modellisticamente, come potrei mai servirmene invece di quello (preso così come è oggi dogma e basta, non compreso nella sua vera fisica, e accolto come "principio") per descrivere il mio modello? Sarebbe una tautologica ricorsività! E così per tanto altro! Se arrivo a capire un errore, che però non hai colto ancora in questa prima lettura, errore di circa 150 anni fa, da lì devo seguire il propagarsi di quell' errore tra le cose buone recuperabili e quelle sbagliate del pensiero fisico-filosofico fino ad oggi, affetto da una propagazione proprio di quell' errore non visto; mentre tu già vorresti che io applicassi strumenti sviluppati dopo e affetti magari da conseguente errore per descrivere il mio modello, infettandolo così da quegli errori, appunto ricorsivamente e senza nulla davvero poter capire di nuovo e utile! Altrimenti non si ricerca nulla, e ci sia accontenta del pastrocchio odierno, che arriva, per dirne una, al labirinto cieco della teoria delle Stringhe! Saluti!

La parte discorsiva serve ad evidenziare tutte le conseguenze di quanto espresso con formalismo matematico qui e in altri documenti allegati al sito:

http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Come ad esempio anche qui: 

http://fiatlux.altervista.org/Le_Unita__naturali_di_Planck_comprese_attraverso_il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Però non mi mettere in bocca cosa che non dico e che non ho scritto, se avessi letto almeno qualche rigo dei link che ti ho messo, e non sembra proprio a meno che io non scrivo in arabo e non mi sembra, avresti visto che l' errore di Maxwell di cui parlo consiste nel non aver capito la grande potenza delle equazioni di Maxwell che avrebbero permesso di prevedere persino, già a partire dalla corretta lettura matematica e fisica di esse, l' esistenza dei fotoni, (e anche con la struttura chiarificatrice che qui presento!) senza lasciar spazio poi con la loro scoperta avvenuta dopo all' apertura di rovinose rivoluzioni in fisica che hanno portato all' oggi!

Tu scrivi lunghe difese d' ufficio. E va bene, cosa contestare, la storia della fisica è quella. Chi leggerà invece quello che ho scritto, sperando davvero che io non abbia scritto in arabo, forse invece capirà quale è il punto del mio discorrere e cosa è matematicamente e fisicamente l'"Errore di Maxwell"! Se avessi voluto dire che non funzionano o son sbagliate le equazioni di Maxwell forse avrei scritto invece "Errore delle Equazioni di Maxwell", invece ho scritto "Errore di Maxwell". Sempre per chi leggerà quanto io ho scritto capirà il perché dell' infondatezza di un' interazione elettromagnetica mediata da fotoni, perché capirà meglio cosa è il fotone, la sua struttura e tramite questa quale è la sua relazione vera con l' onda e.m. Intanto un paradosso che ho formulato già per mostrare quanto quell' idea su cui si regge la Elettrodinamica Quantistica è infondata, il fotone non è la particella mediatrice dell' interazione elettrica e magnetica, ma son queste due interazioni insieme alla carica elementare che implicano l' esistenza del fotone, con caratteristiche cui contribuisce anche il vuoto/etere.

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-del-buco-nero-e-dell-interazione-elettrica-mediata-dai-fotoni-.html

E si scopre come tutta la quantizzazione non è altro che una conseguenza fisica diretta della quantizzazione della carica elettrica elementare, senza bisogno di inventarsi la quantizzazione delle grandezze in Meccanica Quantistica come fossero principi nuovi in disaccordo con il trend concettuale di studio seguito dalla Fisica Classica! Trend che ha portato alle idee insostenibili di una quantizzazione dello spazio e del tempo, persino, secondo le Unità naturali di Planck, conseguenza del fatto che prima del Modec non le si capivano davvero tali unità naturali nel loro valore fisico!

Non da 60 anni. Da circa 150 anni! Il che non vuol dire che tante intuizioni e procedure non si potranno conservare, ma almeno si capirà di più di cosa si sta parlando e cosa cela il livello di approssimazione seguito, e magari oggi nascosto sotto un dogma, come il dualismo onda-particella ad esempio. http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Ormai non mi aspetto tu capisca, se ti parlo del Modec, la mia teoria, ti do il link del mio sito, e tu vai a cercarti il "Modec" altrove che non trovi perché appunto è la mia teoria.

Non ti piace leggere un testo che parla di 150 anni di errori e che non può avere nessuna revisioni tra pari, perché "ontologicamente" non ci possono essere pari a chi parla di 150 anni di errori, e quei pari dovrebbero riconoscere di aver appreso 150 anni di errori cosa psicologicamente assai ardua.

Spero ti abbia rassicurato sapere che le equazioni di Maxwell funzionano e qui nessuno ne mette in dubbio la potenza predittiva, ma se ne afferma che son più potenti di quanto anche tu e gli altri ritengono, tali dunque non da generare una rottura poi con la MQ all' atto della scoperta del fotone come nuovo ente, ma tali da prevederlo il fotone, una volta aggiunta la scoperta della carica elementare, e non come ente in più ma come parto diretto della fisica precedente!

Una volta sempre compreso l'Errore di Maxwell!

Inoltre se si ritiene tutto ok nella fisica moderna, eppur essa è palesemente oggi composta di teorie tra loro contraddittorie,

non vedo perché incuriosirsi alle teorie che tentano, ovviamente fuori del mainstream, di risolvere il busillis della Fisica, e procedere alla riunificazione che non può essere indolore; dove va bene delle teorie precedenti resterebbero come casi particolari validi in condizioni ristrette per descrizioni approssimate.

Né meraviglia, anzi alla luce di quanto qui esposto, che dalle Equazioni di Maxwell si ottengano soluzioni nella loro approssimazione continua che ci ricordano quanto in termini discreti e più fini ci rivela il Modec per il fotone!

Qui in questo articolo al link:

http://fiatlux.altervista.org/le-convergenze-nel-verso-del-modec-del-fotone.html?cb=1515583087224

troviamo la ricostruzione dello storico delle teorie nel verso di un modello doppio elicoidale del fotone nel mondo e i contributi innovativi apportati dalle mie indipendenti speculazioni e ancor più dalla scoperta fondamentale dell' Errore di Maxwell che fornisce la base fisico-matematica solida per l' affermazione della teoria del Modec, e più in generale diciamo di teorie del fotone doppio elicoidale elettricamente dipolare (necessariamente tutte convergenti). E inoltre le citazioni ricevute a livello internazionale dai miei studi in vari paesi in questi anni, anche in articoli successivi pubblicati su Academia.edu da accademici statunitensi. Teoria al momento oggetto di dibattiti e discussioni anche negli USA dove son stati aperti su Academia.edu, da fisici statunitensi dei gruppi di discussione proprio sul modello doppio elicoidale del fotone. Certo mi sarebbe piaciuto di più se se ne fosse dibattuto anche in Italia senza attendere le conferme e le attenzioni di studiosi esteri, ma sapendo che "nemo profeta in patria" non a caso ho scritto il mio primo pdf sul modello direttamente in inglese, quella che è oggi la lingua universale, e reso disponibile via internet alla consultazione Urbi et Orbi gratuita, come per tutti i miei siti.

E' che a volte può essere omericamente importante presentarsi come "Nessuno", perché le idee siano pesate per quello che valgono davvero, senza bisogno di persuadere ad esse, ma tali da affascinare solo per la loro seducente capacità esplicativa! Battuta aforistica a parte, ringrazio tantissimo per i consigli di cui farò ampio tesoro! Tantissime Grazie! Sei veramente una brava persona dall'apprezzabile altruismo!

 

 

 

-) Mentre il mondo della fisica dorme nelle ombre di un mainstream dogmatico, noi sappiamo che la realtà è più bella e più razionale di quella che, (nella non conoscenza presentata come conoscenza), loro hanno dipinto come se fosse la realtà!

 

 

 

-) Aggiungendo nel microcosmo la inclusione della forza di gravità newtoniana, le Unità di Planck vengono ottenute, e capite anche nel loro significato fisico vero e profondo così davvero, si comprende come le teorie, carine certo filosoficamente, del multiverso non servono per risolvere i problemi della Fisica Moderna, come è necessario invece capire a tal fine la struttura del fotone che è data dal Modello Doppio Elicoidale (Teoria del MODEC) http://fiatlux.altervista.org/Le_Unita__naturali_di_Planck_comprese_attraverso_il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

 

 

 

-) Se delle leggi di conservazione della fisica discendono dalla ben ipotizzata omogeneità e isotropia dello spazio come si può parlare di omogeneità ed isotropia di questo se viene concepito come deformabile nella Relatività?

E che sorte da ciò per quelle leggi di conservazione?

 

 

 

-) (Estrapolo da una mia mail del 3 luglio 2019 nella discussione con mailing list intitolata “Nature of Light and Particles - General Discussion” aperta da Richard Gauthier)

Testo tradotto in italiano:

Osservo che sui mezzi di informazione tornano a parlare in merito alle vorticità nei fasci di luce.

Ad esempio in questi articoli

- del 1 luglio 2019 dal titolo "Self-Torque: Physicists Discover New Property of Light" al link: http://www.sci-news.com/physics/self-torque-light-07340.html  

“An international team of physicists has theoretically predicted and experimentally generated light beams with a new property that they call the self-torque of light. The discovery, reported in the journal Science, could help us understand physics in binary black holes as well as how to control dynamics in molecules and nanostructures.”

- del 28 giugno 2019 dal titolo "New property of light discovered" al link: https://phys.org/news/2019-06-property.html?fbclid=IwAR3KgtnRx9cGpio0jsj0NHEhfEYmAlWZfrSekThPuTK6sjBpOo8aOIxeV9Y  

“A team of researchers affiliated with several institutions in Spain and the U.S. has announced that they have discovered a new property of light—self-torque. In their paper published in the journal Science, the group describes how they happened to spot the new property and possible uses for it. Scientists have long known about such properties of light as wavelength. More recently, researchers have found that light can also be twisted, a property called angular momentum. Beams with highly structured angular momentum are said to have orbital angular momentum (OAM), and are called vortex beams. They appear as a helix surrounding a common center, and when they strike a flat surface, they appear as doughnut-shaped. In this new effort, the researchers were working with OAM beams when they found the light behaving in a way that had never been seen before.”

Questo argomento delle vorticità elettromagnetiche in realtà fu oggetto di diversi articoli nel 2016, infatti allora io esaminai e discussi quanto stava emergendo sperimentalmente (e in quegli articoli i fisici autori tentavano di interpretare il tutto teoricamente sulla base della fisica di mainstream), alla luce invece della nuova complessiva teoria del MODEC fondata sul Modello Doppio Elicoidale del fotone e sulla correlata scoperta dell'Errore di Maxwell.

Ecco i due contributi in merito che pubblicai allora, potete tradurli con Google translate o altri tool online gratuiti di traduzione come http://free-website-translation.com/?it tool gratuito per traduzioni di pagine web

- "Una natura fermionica "da elettrone" dei Fotoni "in ridotte dimensioni"?!", link: http://fiatlux.altervista.org/una-natura-fermionica-da-elettrone-dei-fotoni-in-ridotte-dimensioni-.html  

- "Analisi critica dei Fotoni nelle Vorticità elettromagnetiche", link: http://fiatlux.altervista.org/analisi-critica-dei-fotoni-nelle-vorticit%C3%A0-elettromagnetiche.html  

Interessante anche quest'altro articolo scientifico

del 19 febbraio 2019 dal titolo "Scientists Discover Exotic Spiraling Electrons" al link: http://www.sci-news.com/physics/chiral-surface-excitons-06921.html?fbclid=IwAR37czBWrjNMGhq_uuElv4ENpdGTjlkWt1xiu7CIwnOANYRHwPZqBKU3TtM  

“Rutgers University’s Professor Girsh Blumberg and colleagues have discovered an exotic form of electrons that spin like planets. Named chiral surface excitons, it consists of particles and anti-particles bound together and swirling around each other on the surface of solids. The two types of chiral surface excitons are generated by right- and left-handed light (photons). The excitons consist of an electron orbiting a ‘hole’ in the same orientation as the light. The electron and hole are annihilated in less than a trillionth of a second, emitting light (photons) that could be harnessed for lighting, solar cells, lasers and electronic displays. Chiral refers to entities, like your right and left hands, that match but are asymmetrical and can’t be superimposed on their mirror image. Excitons form when intense light shines on solids, kicking negatively charged electrons out of their spots and leaving behind positively charged ‘holes’. The electrons and holes resemble rapidly spinning tops. The electrons eventually spiral towards the holes, annihilating each other in less than a trillionth of a second while emitting a kind of light called photoluminescence. This finding has applications for devices such as solar cells, lasers and TV and other displays. Kung, Professor Blumberg and co-authors discovered chiral excitons on the surface of bismuth selenide (Bi2Se3), which could be mass-produced and used in coatings and other materials in electronics at room temperature. Bismuth selenide is a fascinating compound that belongs to a family of quantum materials called ‘topological insulators’. They have several channels on the surface that are highly efficient in conducting electricity. The dynamics of chiral excitons are not yet clear and the physicists want to use ultra-fast imaging to further study them. The team’s results will be published in the Proceedings of the National Academy of Sciences. Hsiang-Hsi Kung et al. Observation of Chiral Surface Excitons in a Topological Insulator Bi2Se3. APS March Meeting 2019, abstract # P01.00003”

Si tratta di un articolo in merito a osservazioni sperimentali di eccitoni formati da un elettrone e una lacuna sulla superficie di alcuni solidi oggetto di studio; sono generati da fotoni, e, a seconda che la luce incidente sia polarizzata destrorsa o sinistrorsa gli elettroni di questi eccitoni spiraleggiano sulla superficie in senso coerente con la luce eccitante che li genera; quindi negli istanti successivi rispiraleggiando si riavvicinano alla lacuna e ri-emettono dei fotoni.

Come vediamo innumerevoli studi ormai possono trovare spiegazione scientifica coerente e complessiva, anche assai semplice e chiarificante, solo con la teoria del MODEC, ma ammettere ciò implicherebbe dover mettere in discussione quasi tutte le principali  fondamenta della Fisica moderna teorica, per cui vediamo in tutti questi articoli che i loro autori cercano forzatamente di ricondurre tutto quanto, (sebbene poi essi dichiarano trattarsi tra le righe di proprietà esotiche nuove impreviste!), ai quadri teorici di mainstream per non mettere in discussione l'impianto fondamentale del mainstream e i suoi dogmi.

"La Natura è una sola, e solo una la sua teoria corretta!"

Grandi Saluti

Oreste Caroppo

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Testo originale in inglese, la lingua dei miei interlocutori nella corrispondenza mail:

by Oreste Caroppo

to: Nature of Light and Particles - General Discussion, Richard Gauthier

3 lug alle ore 18:29

Dearest Richard,

I see that on the media they return to talk about vorticity in light beams. For example in these articles

- 1 July 2019, entitled "Self-Torque: Physicists Discover New Property of Light" at the link: http://www.sci-news.com/physics/self-torque-light-07340.html   

“An international team of physicists has theoretically predicted and experimentally generated light beams with a new property that they call the self-torque of light. The discovery, reported in the journal Science, could help us understand physics in binary black holes as well as how to control dynamics in molecules and nanostructures.”

- 28 June 2019, entitled "New property of light discovered" at the link: https://phys.org/news/2019-06-property.html?fbclid=IwAR3KgtnRx9cGpio0jsj0NHEhfEYmAlWZfrSekThPuTK6sjBpOo8aOIxeV9Y   

“A team of researchers affiliated with several institutions in Spain and the U.S. has announced that they have discovered a new property of light—self-torque. In their paper published in the journal Science, the group describes how they happened to spot the new property and possible uses for it. Scientists have long known about such properties of light as wavelength. More recently, researchers have found that light can also be twisted, a property called angular momentum. Beams with highly structured angular momentum are said to have orbital angular momentum (OAM), and are called vortex beams. They appear as a helix surrounding a common center, and when they strike a flat surface, they appear as doughnut-shaped. In this new effort, the researchers were working with OAM beams when they found the light behaving in a way that had never been seen before.”

This topic of electromagnetic vorticity was actually the subject of several articles in 2016, in fact I then examined and discussed what was emerging experimentally, ( and in those articles the authors attempted to interpret everything theoretically on the basis of maninstream physics), in light instead of the new overall theory of MODEC based on the Double-Helical Model of the photon and on the related discovery of Maxwell's Error.

Here are the two contributions that I published then, you can translate them with Google translate or other online translation tools like http://free-website-translation.com/?it    

- "Critical analysis of photons in electromagnetic vorticity", link: http://fiatlux.altervista.org/analisi-critica-dei-fotoni-nelle-vorticit%C3%A0-elettromagnetiche.html   

- "A fermionic nature "as an electron" of the Photons "in small size" ?!", link: http://fiatlux.altervista.org/una-natura-fermionica-da-elettrone-dei-fotoni-in-ridotte-dimensioni-.html   

This other scientific article is also interesting

19 February 2019, entitled "Scientists Discover Exotic Spiraling Electrons" at the link: https://www.sci.news/physics/chiral-surface-excitons-06921.html?fbclid=IwAR37czBWrjNMGhq_uuElv4ENpdGTjlkWt1xiu7CIwnOANYRHwPZqBKU3TtM

“Rutgers University’s Professor Girsh Blumberg and colleagues have discovered an exotic form of electrons that spin like planets. Named chiral surface excitons, it consists of particles and anti-particles bound together and swirling around each other on the surface of solids. The two types of chiral surface excitons are generated by right- and left-handed light (photons). The excitons consist of an electron orbiting a ‘hole’ in the same orientation as the light. The electron and hole are annihilated in less than a trillionth of a second, emitting light (photons) that could be harnessed for lighting, solar cells, lasers and electronic displays. Chiral refers to entities, like your right and left hands, that match but are asymmetrical and can’t be superimposed on their mirror image. Excitons form when intense light shines on solids, kicking negatively charged electrons out of their spots and leaving behind positively charged ‘holes’. The electrons and holes resemble rapidly spinning tops. The electrons eventually spiral towards the holes, annihilating each other in less than a trillionth of a second while emitting a kind of light called photoluminescence. This finding has applications for devices such as solar cells, lasers and TV and other displays. Kung, Professor Blumberg and co-authors discovered chiral excitons on the surface of bismuth selenide (Bi2Se3), which could be mass-produced and used in coatings and other materials in electronics at room temperature. Bismuth selenide is a fascinating compound that belongs to a family of quantum materials called ‘topological insulators’. They have several channels on the surface that are highly efficient in conducting electricity. The dynamics of chiral excitons are not yet clear and the physicists want to use ultra-fast imaging to further study them. The team’s results will be published in the Proceedings of the National Academy of Sciences. Hsiang-Hsi Kung et al. Observation of Chiral Surface Excitons in a Topological Insulator Bi2Se3. APS March Meeting 2019, abstract # P01.00003”

It is an article about experimental observations of excitons formed by an electron and a hole on the surface of some solids being studied; they are generated by photons, and, depending on whether the incident light is right-handed or left-handed polarized, the electrons of these excitons spiral onto the surface in a sense consistent with the exciting light that generates them; then in the following moments re-spiraling they move closer to the hole and re-emit photons.

As we see countless studies can now find a coherent and comprehensive scientific explanation, even very simple and clarifying, only with the MODEC theory, but to admit this would imply having to question almost all the main foundations of modern theoretical physics, so we see in all these articles that their authors forcefully try to trace everything back, (although they later claim to be among the lines of unexpected new exotic properties!), to mainstream theoretical frameworks not to question the fundamental system of the mainstream and its dogmas.

"Nature is one, and only one is its correct theory!"

 

 

 

-) Da una discussione con Richard Gautier e altri amici comuni estraggo i miei interventi che qui riporto:

 

In italiano

Nel mio modello elettrico dipolare doppio elicoidale del fotone (teoria del Modec), le traiettorie dei punti materiali carichi introdotti (in prima approssimazione immaginati puntiformi) son implicate fisico-matematicamente da forze elettriche coulombiane.

(http://fiatlux.altervista.org/)

Nel tuo modello di elettrone, Richard Gautier, il punto materiale di carica elettrica si muove su una superficie toroidale?

Se così quale forza fa sì che ciò avvenga?

 

In inglese

In my electric dipolar double helicoidal model of the photon (Modec theory), the trajectories of the introduced material points charged (in first approximation imagined punctiform) are physically and mathematically involved by Coulomb electric forces. (http://fiatlux.altervista.org/) In your electron model the material point of electrical charge moves on a toroidal surface, is it right? If so what force causes this to happen?

 

 

 

-) La mia risposta a Wes Johnson:

 

In italiano

Grazie Wes per il tag a questo articolo “Physicist suggests speed of light might be slower than thought” del 26 giugno del 2014 https://m.phys.org/news/2014-06-physicist-slower-thought.html#jCp

Da quell' articolo sul possibile rallentamento delle luce nel vuoto sempre si evince come la fisica odierna, i fisici sentano che qualcosa non va ma nel quadro teorico, ma non han ancora capito cosa non va in realtà. Fino ad esser disposti ad uscire con articoli come quello pur senza forti verifiche sperimentali, ma quasi per denunciare che qualcosa non va!

Macinano concetti che sentono intuitivamente sono coinvolti per la migliore comprensione della luce, come la polarizzazione del vuoto e costanti fisiche come la Costante di Struttura Fine e non capiscono come e in che modi e meccanismi essi centrino davvero.

E invece con il MODEC (il Modello Doppio Elicodale del fotone e la scoperta dell' Errore di Maxwell poi in esso) tutto diventa così chiaro e la strada di unificazione della fisica di sua correzione appere da lì limpida ma anche obbligata!

Grandi Saluti

 

In inglese

Wes, thanks for the tag to this article “Physicist suggests speed of light might be slower than thought” June 26, 2014 https://m.phys.org/news/2014-06-physicist-slower-thought.html#jCp

From that article on the possible slowing down of light in vacuum it is always clear as today's physics, physicists feel that something is wrong in the theoretical framework, but they have not yet understood what is relly wrong. Until being willing to go out with articles like that without strong experimental tests, but almost to denounce that something is wrong!

They grind concepts that they felt intuitively that must to be involved in the better understanding of light, such as the polarization of vacuum and physical constants such as the Fine Structure Constant and they do not understand how and in what ways and mechanisms these concepts really center.

And instead with the MODEC (the Double Helicoidal Model of the photon and the discovery of the Error of Maxwell then thanks to it) everything becomes so clear and the way of unification of the Physics of its correction appear from there clear but also obliged!

Great Greetings

 

 

 

-)

In italiano

Ritrovo in alcuni lavori speculativi la stessa spinta propulsiva che anni fa mi ha mosso verso la risoluzione dei medesimi problemi aperti della Fisica moderna e che erano celati sotto dogmi, come il dualismo onda-particella.

Fondamentale era uscire però anche dal dogma del fotone monopuntiforme e immaginare una sua struttura tridimensionale dalla quale emergessero le caratteristiche ondulatorie come effetto della sua dinamica nello spazio e nel tempo.

Spezzando così al contempo sia l'idea particellare del fotone come particella puntiforme neutra, sia l'idea del fotone come onda da dover pertanto immaginare come qualcosa di materico senza capire come attribuirli materia, (sono quei medesimi errori concettuali che hanno depistato verso i vicoli ciechi della teoria delle stringhe) siamo approdati alla spiegazione fisica più naturale di tale dualismo.

 

In inglese

I find in same speculative work the same propulsive thrust that years ago moved me towards the resolution of the same open problems of Modern Physics and which were concealed under dogmas, like the wave-particle dualism.

However, it was fundamental to come out from the dogma of the monopuntiform photon and to imagine an its three-dimensional structure from which the wave characteristics emerged as the effect of its dynamics in space and time.

Breaking at the same time both the particle idea of the photon as a neutral point particle, and the idea of the photon as a wave to have to imagine as something material without understanding how to attribute to it matter, (these are the same conceptual errors that have depibeen to the dead ends of string theory), we have come to the most natural physical explanation of such dualism.

See also the other paragraphs of my website, hoping you can easily translate the Italian parts into Italian,

at link: http://fiatlux.altervista.org/

 

 

 

-) Da una discussione su Facebook riporto qui i miei interventi:

Mi chiede Chris Fuchser:

in inglese

“How does this explain light’s wave-like spreading characteristics? And how does it explain microwave radiation’s inability to go through the holes in a microwave oven grate?”

traducendo in italiano:

“In che modo questo spiega le caratteristiche di diffusione dell'onda di luce? E come spiega l'incapacità delle radiazioni a microonde di passare attraverso i buchi in una grata al forno a microonde?”

La mia risposta:

in inglese

Right question "And how does it explain microwave radiation’s inability to go through the holes in a microwave oven grate?" because this model allows us to answer you by discovering that the photon occupies space transversely to its propagation direction and this space, read in the PDF on p. 24 , http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf is just proportional to its wavelength!

 

 

 

-) Ciò che è sicuro è che l'antimateria ha massa positiva!

Infatti la corretta antimateria non è prevista dall'Equazione di Dirac come si è voluto credere, ma dalla teoria del fotone doppio elicoidale che vi prevede anche per l'antimateria massa positiva e non negativa come dal tentativo di usare i risultati di Dirac, con nascosto imbarazzo dato che essi prevedono tanta massa negativa e quindi antigravità non a caso mai osservata ad oggi in natura!

http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html  

THE VERY IMPORTANT DISCOVERY OF "MAXWELL’S ERROR"

or even called

"THE GREAT ORIGINAL SIN OF MODERN PHYSICS"

http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html  

 

 

 

-)  Mi piace la ricerca del matematico italiano ottocentesco Eugenio Beltrami (1835 – 1900), che a mio avviso cercava di affermare la priorità, il primato della geometria euclidea, riconducendo a rappresentazioni nello spazio euclideo le cosiddette geometrie non euclidee che erano state sviluppate nell'ottocento.

Link per approfondire: https://www.matematicamente.it/cultura/storia-della-matematica/la-pseudosfera-di-beltrami/?fbclid=IwAR1zLIQ1jka9DhkerKgCwnmdCCKF2RwUPBbdItCCGcbodq8evkSERDXcSog  

Allo stesso modo il matematico tedesco Gauss (1777 – 1855) caratterizza in maniera intrinseca le superfici curve, ma pur sempre esse sono immerse nello spazio euclideo e in questo possono ugualmente essere descritte e caratterizzate.

Spazio euclideo che sempre si potrà dunque rintracciare anche nei tentativi della fisica relativistica di descrivere lo spazio dell’universo come curvo seguendo l’ispirazione favorita dall’enfasi posta dalle geometrie non euclidee, ma con l’assurdo di negare l’esistenza di uno spazio euclideo di fondo e dunque uno spazio e un tempo assoluti come in Newton, e un etere di fondo come suggerivano le equazioni di Maxwell!

Il Modec invece mostra invece la fallacia della rinuncia ad uno spazio assoluto euclideo non deformato di fondo solidale ad un etere.

 

 

 

-) Il paradosso del buco nero che ho formulato è grosso,

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=3697519126629&set=a.1888805429917&type=3&theater¬if_t=feedback_reaction_generic¬if_id=1562433812305886

e poiché non trovo nulla di sbagliato nella teoria del buco nero che alla fine si fonda sulle teorie di gravitazione, e che addirittura già può essere spiegato dalla sola legge di gravitazione di Newton (senza neppure necessità della Relatività Generale), il problema che esso evidenzia sta per me nell'idea del campo elettromagnetico mediato fa fotoni (alla base delle contemporanee teorie elettrodinamiche dette della Seconda Quantizzazione). Secondo le mie speculazioni invece il fotone è strutturato tramite le interazioni elettriche e magnetiche tra cariche di un dipolo (ergo nel complesso comunque neutro), non è dunque lui a veicolare il campo elettrico e magnetico! Il fotone così non si aggiunge all'elettrone e al positrone che son particelle cariche, come ente in più nella natura ma è implicato nella sua esistenza dalla esistenza e dalla quantizzazione della carica elettrica nonché dalle leggi della dinamica e del campo elettrico e magnetico. Così ogni quantizzazione che si lega all'esistenza del fotone, si riconduce ad una sola quantizzazione di base assodata e bene nota, quella della carica elettrica. In tal modo i fenomeni di quantizzazione di cui si occupa la Meccanica Quantistica non appaiono come qualcosa di straordinario nella Natura, secondo l'idea odierna che ogni grandezza debba essere nel suo piccolo quantizzata, discretizzata solo perché così sarebbe nell'essenza della loro natura e della natura della realtà, un'idea questa odierna che è a fondamento della fisica di mainstream fino alle teorie di oggi che, non comprendendo la quantizzazione, da dove nasca per certe grandezze in certi fenomeni, arrivano a credere che la soluzione teorica sia immaginare persino lo spazio e il tempo quantizzati sperando sia questa la strada per risolvere i paradossi della fisica odierna! Invece il problema è più a monte, a mio avviso, e va risolto affrontando la questione proprio della struttura del fotone. Viaggia in questo sito: http://fiatlux.altervista.org/index.html

 

 

 

-) There is a great philosophical reason to image a structure for the photon!

There is a great physical and mathematical error in the theory of modern physics that you say "accepted", and with this error now discovered you must begin to reflect ...

http://fiatlux.altervista.org/alterpages/thegreatoriginalsinofmodernphysics.jpg

 

 

 

-)

In inglese:

To arrive to a Theory of Everything, First it is necessary to understand MAXWELL'S ERROR: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html  

and the structure of the Photon that is closely linked to the understanding of this fundamental error that has plagued all Modern Physics for about 150 years: http://fiatlux.altervista.org/-the-photon-double-helicoidal-model-the-key-to-solving-the-problems-of-modern-physics.html  

 

In italiano:

Prima di arrivare ad una Teoria del Tutto, innanzitutto è necessario capire L' ERRORE DI MAXWELL: http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

e la struttura del Fotone che è strettamente legata alla comprensione di questo fondamentale errore che affligge tutta la Fisica Moderna da circa 150 anni: http://fiatlux.altervista.org/-the-photon-double-helicoidal-model-the-key-to-solving-the-problems-of-modern-physics.html

 

-) LA TEORIA DELLE STRINGHE ?? Introduce filamenti invece di punti. Ma di cosa son fatti tali filamenti? Ovviamente di punti! Ergo rispondono alla domanda sulla natura ultima puntiforme della realtà o si perdono nella costruzione di mondi virtuali e fantasiosi?

 

-)  Ma se la massa-energia prevista da Dirac è negativa per l'antimateria e poi di fatto tra materia e antimateria si osserva attrazione gravitazionale non repulsiva, come mi pare di aver letto sia stato verificato sperimentalmente, dove è l'errore?! Perché da qualche parte un errore, almeno di interpretazione di risultati teorici o della teoria stessa, ci deve essere in tal caso di non corrispondenza con i risultati empiricamente riscontrabili! Questo problema non si presenta con l'idea di antimateria che invece mi faceva vedere la mia teoria del fotone doppio-elicoidale: http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

La conciliazione tra Fisica Quantistica e Relatività non sarà mai possibile se non si torna all'origine, 150 anni or sono, e si scopre il grande peccato originale della Fisica moderna da cui ripartire criticamente: http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

Chiede una persona: “E se l'Universo non fosse fisico?”

La mia risposta: “In un caso è nell'altro dobbiamo indagarlo, e cosa meravigliosamente belle l'Universo è intelligibile: http://fiatlux.altervista.org/la-rinobilitazione-fisico-matematica-della-non-localita-e-il-paradosso-parmenideo-nel-principio-di-realta-.html

Idee embrionali: http://fiatlux.altervista.org/i-cosiddetti-getti-relativistici-emessi-in-corrispondenza-di-nuclei-galattici-attivi-spiegati-dalla-teoria-del-modello-d.html

 

 

 

-) Tutto d'accordissimo sull’importanza di una teoria per essere valida di fare calcoli con valori ottenuti corrispondenti a quanto poi si osserva, ma anche la teoria tolemaica faceva misure piuttosto buone, solo che erano ottenute da modelli più complessi e farraginosi di quelli che furono poi consentiti dal punto di vista eliocentrico copernicano.

Vi è pertanto anche nel vero progresso scientifico un aspetto legato alla semplificazione della lettura della realtà, nel principio newtoniano che "la Natura è semplice", nel principio correlabile anche del rasoio di Occam, ed è in questa semplicità che può anche ritrovarsi quel concetto di bellezza/eleganza delle leggi fisiche.

Ecco anche perché ritengo che in un futuro lontano o chissà meno lontano tanti successi gridati del Modello Standard (come anche della Reatività Generale) saranno visti con occhi assai meno "entusiasti"! Vedo con tantissimo sforzo tentare i suoi fautori di attribuire al Modello Standard come anche alla Relatività Generale concetti di eleganza e bellezza che non riesco proprio in essi a cogliere!

Basti poi dire che Modello Standard r Relatività Generale, benché e equi osannati dal mainstream sono due costrutti teorici che fanno anche a pugni tra loro, ma questo non si deve dire, o qualcuno si ricorda che la Natura è una sola e non può essere descritta da due teorie fortemente contraddittorie tra loro di loro fondamenti!

Praticamente descrivono due nature diverse!

Segno di uno splittamento teorico nella visione della realtà che a mio avviso affonda le sue radici in un problema nato 150 anni fa circa!

Tale problema è un errore non nelle equazioni di Maxwell ma nella corretta lettura del loro significato teorico profondo:

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

Assolutamente per il fotone m=E/c^2=hν/c^2! E ricordo che tale loro massa discende dalla quantità di moto che Maxwell derivò già teoricamente essere trasportata dalla radiazione elettromagnetica con velocità di traslazione c nel vuoto, con una relazione tra energia trasportata (E) dalla radiazione elettromagnetica e sua quantità di moto (p), p=E/c. Scoperta pertanto l'esistenza del quanto di quella radiazione e.m., il singolo fotone di energia E=hν, ne discende che la sua p=hν/c, ma poiché p=mv=mc nel caso del fotone, ne consegue che m=E/c^2=hν/c^2, quindi che E=mc^2 per il fotone, un risultato quest'ultimo cui già pervenne lo studioso italiano Olinto de Pretto, non so se per questa stessa via, senza bisogno di una Teoria della Relatività!

 

 

 

-) Alcuni miei roboanti testi di presentazione della mia teoria del MODEC in alcuni gruppi facebook sulla fisica

 

In italiano:

SAI CHE C'E' UN ERRORE MADORNALE NELLA FISICA MODERNA COMPIUTO 150 ANNI FA E ANCORA NON PRESO IN CONSIDERAZIONE?

Cadranno tanti premi Nobel quando lo si dovrà riconoscere!

Ma finché tutti non prenderanno atto di esso, la fisica teorica di mainstream proseguirà sui suoi folli binari morti di oggi alimentati da enormi finanziamenti, la fisica teorica dopo quell'errore ha perso la realtà!

E' per questo che la fisica teorica de facto è una scienza morta da diversi decenni, che che se ne dica o si voglia fare credere con tanta pubblicità, e in essa nessuna riunificazione è possibile se tutti non prendono atto dell'errore e fintantoché tutta la fisica moderna non viene rivista e corretta tenendo conto di quel vecchio errore che son riuscito a scovare!

Se mi conosci sai già quale è questo errore!

Questo sia il gruppo facebook che deve rimanere famoso nella storia per averlo capito prima di altri e per averlo imposto all'attenzione di tutti coloro che non lo vogliono vedere!

Già il suo nome “Cosmology Revolution” dice che questo è il gruppo con la giusta sensibilità e predisposizione!

Le Equazioni di Maxwell sono matematicamente compatibili con l'idea che la radiazione elettromagnetica sia costituita da dipoli di carica elettrica viaggianti con essa e alle cui cariche si devono i campi elettrici e magnetici che caratterizzano quelle che chiamiamo "onde elettromagnetiche" e che sono date dalla approssimazione continua realizzata dalle Equazioni di Maxwell.

Questa implicazione matematica dal valore fisico teorico contenuta nelle Equazioni di Maxwell non fu notata.

Si credette pertanto, a causa di questo errore-svista, che la radiazione elettromagnetica prevista dalle Equazioni di Maxwell doveva essere non caratterizzata dalla presenza di cariche elettriche.

Da questa apparentemente semplice svista discendono tutte le teorie della Fisica moderna che non è un caso si siano dirette su strade tra loro contraddittorie con l'impossibilità di descrivere correttamente la realtà e sempre più affette da idee teoriche errate come conseguenza della propagazione ed ingigantimento dell'errore iniziale in esse.

Scoprendo quest'errore si ha la possibilità con la teoria del fotone dipolare doppio-elicoidale di comprendere i fondamenti degli errori della fisica relativistica e dalla fisica quantistica, e in particolare in merito a quest'ultima quelli scaturiti dalla cosiddetta "seconda quantizzazione".

Si capisce così ancora meglio tutta la inconsistenza di costrutti teorici quali quelli della teoria delle stringhe o della gravità quantistica.

Devi capire l'errore! È molto semplice, ma è GRANDE!

 

In inglese (solo la prima parte):

DO YOU KNOW THAT THERE IS A MADORNAL ERROR IN MODERN PHYSICS MADE 150 YEARS AGO AND STILL NOT TAKEN INTO CONSIDERATION?

Many Nobel prizes will fall when it is recognized!

But as long as everyone does not acknowledge of it, mainstream theoretical physics continues on its crazy dead track today fed by enormous funding, the theoretical physics after that mistake has lost reality!

This is why de facto theoretical physics is a science that has been dead for several decades, whether one says or wants to make it believe with so much publicity, and in it no reunification is possible if everyone does not acknowledge the error and as long as all modern physics will not be reviewed and accurately corrected taking into account that old mistake I managed to find!

If you know me, you already know what this mistake is!

This is the facebook group that must remain famous in history for having understood it before others and for having imposed it on the attention of all those who do not want to see it!

Already its name "Cosmology Revolution" says that this is the group with the right sensitivity and predisposition!

 Is there anyone who understood the issue? The mistake here about?

You must understand the error!I t is very simple, but is BIG!

 

 

 

-) E si comprende così perché i fotoni sperimentano proprio nella loro esistenza un "moto perpetuo" senza teoricamente nel supervuoto alcun attrito, questo per lo meno in prima approssimazione,

vedi per approfondimento testi al link: http://fiatlux.altervista.org/la-costante-di-struttura-fine-e-la-costante-di-planck-esprimono-proprietà-legate-al-vuoto-la-scoperta-tramite-il-modec.html

 

 

 

-) La mia è una visione della natura più naturale

che rifiuta dogmatismi e spiritismo da libero arbitrio come quelli propri dell'interpretazione di Copenaghen nella fisica quantistica.

 

 

 

-) GRAZIE ALLA TEORIA DEL MODEC CAPIAMO FINALMENTE L'ORIGINE E IL SIGNIFICATO FISICO DELLA VELOCITÀ DELLA LUCE NEL VUOTO-ETERE!

"In particolare dobbiamo osservare lo stretto parallelismo, troppo forte e non ignorabile, tra la velocità c data dalle Equazioni di Maxwell, come inverso della radice del prodotto della costante dielettrica del vuoto per la permeabilità magnetica sempre del vuoto, misurate in laboratorio con cariche a bassa velocità, e la frequenza di taglio di un filtro passa-banda RLC usato in elettrotecnica.

La pulsazione di taglio, è data, per un tale filtro, dall’inverso dalla radice quadrata del prodotto dell’induttanza L dell’induttore, per la capacità C del condensatore; un prodotto pari al prodotto di una superficie, per una permeabilità magnetica assoluta, quella del materiale magnetizzabile all’interno dell’induttore, per una costante dielettrica assoluta, quella del materiale isolante interno al condensatore.

La superficie portata fuori dal segno di radice a spostata a primo membro dove moltiplica una pulsazione, cioè dimensionalmente una frequenza, da dimensionalmente una velocità, che coinciderebbe per quanto espresso con quella della luce se per materiale dielettrico e materiale magnetizzabile si considera il vuoto: la velocità della luce nel mezzo “vuoto”!

Il vuoto sembrava agire come un dielettrico, come lo stesso Maxwell già si accorse, tanto che egli stesso disse che poteva essere “polarizzato elettricamente”.

Come dunque se il vuoto divenisse trasparente alla propagazione della luce solo a quella velocità c; o più in generale diciamo solo in condizioni cinematiche (dei suoi quanti di carica secondo il MODEC) legati alla velocità c!"

http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html  

Apri il menù e segui i paragrafi nell'ordine!

 

 

 

-) Poi quando si capirà che la Fisica quantistica nell'interpretazione di Copenaghen (e mi riferisco solo a questa interpretazione!) che è quella oggi più accolta dal mainstream è infondata che farete voi “spiritisti”, a quale altra branca siete disposti o pronti ad appoggiarvi per dare parvenza di fisicità alle visioni spiritistiche oggi tanto dilagate nella Fisica moderna proprio a causa dei dogmi teorici di Copenaghen tanto acriticamente poi assorbiti altrove, anche dai fisici italiani, gran pecca che si trascina da decenni!

Siamo poi così sicuri che non è stata una visione religioso-filosofica già a monte a ispirare l'interpretazione di Copenaghen? Ed è stato pertanto fisiologico poi per le religioni spiritistiche anche newage trovare appoggi teorici oggi in questa Fisica modena così diretta a monte. https://academic.oup.com/isr/article-abstract/21/1/146/5001654?redirectedFrom=fulltext

Mi dichiaro anch'io assai voglioso di trovare nelle religioni umane intuizioni poi confermate dalla Fisica, e ne sono affascinato da simboli religiosi come il simbolo di Yin e Yang traducibile appunto con il motto latino "Contraria sunt Complementa", ma se è invece avvenuto il contrario, ovvero che un preconcetto religioso ha invece subconsciamente diretto nel verso di una scelta verso un dogma imposto nella fisica su un baratro di ancora non conoscenza di certi aspetti, come appunto avvenuto con i dogmi dell'interpretazione di Copenaghen (lettura del principio di indeterminazione di Heisenberg non come mero limite tecnico misuristico umano ma come anche limite intrinseco della natura, ma anche in parte la lettura aut-aut trasformata in principio dell'evidente dualismo onda-particella), ciò lo troverei assai sgradevole! Questo lo stemma ad esempio di Niels Bohr con Heisenberg principale formulatore dell'interpretazione di Copenaghen in oggetto: https://it.wikipedia.org/wiki/Niels_Bohr#/media/File:Coat_of_Arms_of_Niels_Bohr.svg

Con questo voglio dire che l'aspetto che ha sdoganato di più oggi nella fisica lo "spiritismo" è stata l'interpretazione di Copenaghen, e lo stesso mondo della fisica non può lagnarsene se non torna indietro e richiude la porta che ha aperto tornando a riflettere sulla natura con autocritica, su quegli aspetti reali che furono coperti con momentanei dogmi, che momentanei non sono stati, ma costituiscono oggi atti di fede per tanti che si indicano come fisici. Se non ci credete provate a contraddire o mettere in dubbio l'interpretazione di Copenaghen del principio di indeterminazione di Heisenberg e vedrete le reazioni da puro fanatismo religioso che provocherete in persone che si dichiarano fisici!

 

-) Parafrasando titoli delle famose opere del filosofo Immanuel Kant, altro accessibile dal menù: “La critica della Fisica pura”  http://fiatlux.altervista.org/

 

 

 

-) Le mie non sono solo teorie

Poiché grazie ad esse mi sono reso conto di un errore madornale in tutto l'impianto della fisica moderna.

E di fronte a un tale errore capisci perfettamente che anche se tutto il mondo congiura contro, tu stai dalla parte della matematica.

Stai solo questo è vero. Ma stai con i grandi del passato!

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html  

Anche se chiaramente non danno spazio alle mie idee!

Come potrebbero farlo dovendo affermare la costruzione di 150 anni di fisica claudicante su dogmi infondati?

Però se questo semplice errore cominciamo a capirlo tutti e a divulgarlo, chiaramente l' "oggetto di fragile porcellana" che è questo costrutto della fisica moderna comincia a sgretolarsi necessariamente!

Il punto è quanti davvero riescono a cogliere questo errore così semplice una volta spiegato, senza essere obnubilati dai dogmi ma prestando attenzione solo alla razionalità della matematica e del mondo reale?

 

 

 

-) LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI DELLA FISICA TEORICA LUNGHI PIÙ DI UN SECOLO PASSAVANO DAL CORAGGIO E DALL'IDEA DI

"SPEZZARE IL FOTONE IN DUE"

IN DUE PARTI SIMMETRICHE E DI CARICHE OPPOSTE COMPLEMENTARI!

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html  

Dalla scoperta di questo modello assolutamente esplicativo dei misteri del fotone, mi è stato possibile scoprire questo errore peccato originale della fisica moderna:

Le due teorie, la relatività generale e la meccanica quantistica, in parte sono entrambe valide e sono entrambe in parte sbagliate nei loro fondamenti.

Entrambe rappresentano uno splittamento del pensiero fisico teorico dovuto ad un solo piccolissimo errore compiuto circa 150 anni fa nella interpretazione del significato fisico delle equazioni di Maxwell.

Un errore oggi scoperto.

Si può portare avanti all'infinito questa solita tiritera delle due teorie iper valide ma contraddittorie e da riconciliare senza metterle in discussione,

ma la Fisica, con la f maiuscola, avanzerà soltanto quando si prenderà piena coscienza di questo errore e si ripartirà da esso.

PUNTO E A CAPO!

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html  

E da lì interessantissimo ripercorrere le conseguenze e la propagazione di quell'errore nel pensiero fisico teorico contemporaneo:

http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html  

Per cui su tutto il farfugliare oggi anche sui computer quantistici fondati sul principio di Indeterminazione di Heisenberg mi dico:

scettico! Quando si capirà che il principio di Indeterminazione di Heisenberg interpretato secondo l'interpretazione di Copenhagen della Meccanica Quantistica è sbagliato, un dogma infondato, tanti odierni articoli saranno pattume di interesse storiografico ed epistemologico nella storia della scienza!

In questo caso del MODEC si tratta di una questione che cerco di semplificare.

Tutta la fisica moderna è costruita sul concetto della neutralità del fotone che deriva dalle osservazioni sperimentali sul fotone e che non contraddice tale neutralità le equazioni di Maxwell.

Viceversa con l'ipotesi che io faccio di un fotone sempre neutro ma costituito da due cariche una positiva e una negativa non coincidenti nello stesso punto, la matematica più semplice mi permette di ottenere matematicamente tutte le proprietà osservate sperimentalmente dal fotone utilizzando la fisica di base senza necessità di rigettarla come invece è stata costretta a fare certa fisica moderna che ha creduto invece quella neutralità del fotone derivare non dalla somma di una carica positiva e una carica negativa che fa 0, ma da una totale assenza di cariche.

Si scopre così che le equazioni di Maxwell già permettevano di ipotizzare proprio l'esistenza di un fotone proprio costituito da due cariche positiva e negativa a somma sempre nulla.

Viceversa senza accorgersi di tale possibilità predittiva da parte di quelle equazioni, proprio perché non si era osservato l'errore di cui parlo, la scoperta poi successivamente del fotone fu percepita come una contraddizione rispetto alla fisica precedente, che necessitava di una rivoluzione che invece ha portato anziché ad una maggiore unificazione in fisica, come sempre quando si compie una buona rivoluzione scientifica, allo splittamento invece della fisica moderna in due teorie contraddittorie come oggi.

Vedendo questo errore la scoperta sperimentale del fotone non sarebbe stata più una sorpresa, né lo si sarebbe scorrettamente immaginato come oggi avvenuto come del tutto privo di carica nella sua struttura intrinseca.

http://fiatlux.altervista.org/perch%C3%A9-la-scoperta-del-fotone-gi%C3%A0-dimostrava-la-validit%C3%A0-del-suo-modec-scoperto-oggi-.html  

In questo modo si ottiene, nel rispetto del principio del rasoio di Occam e del principio secondo cui la natura è semplice formulato da Newton,

che il fotone non appare più come un ente che si deve ipotizzare in aggiunta ad altri, ma esso stesso scaturisce, è implicato, da una proprietà di base più fondamentale che è la scoperta quantizzazione della carica elettrica elementare.

Pertanto non solo in questo modo si possono chiarire i problemi della fisica quantistica e della fisica relativistica, (comprendendo anche meglio la natura di ciò che chiamiamo vuoto, nonché la natura delle interazioni elettriche e magnetiche che ben vengono comprese proprio dalla scoperta struttura del fotone), indicando la strada per la risoluzione delle incongruenze delle due principali teorie fisiche,

ma tutto il concetto di quantizzazione di certe grandezze su cui si fonda la fisica quantistica si scopre che non è frutto di una natura quantizzata di tutte le grandezze come oggi si crede, come si crede ad un dogma di fede da applicare ed estendere senza troppa chiarezza, ma semplicemente si scopre che tale quantizzazione di certe grandezze in certi fenomeni è una conseguenza nelle interazioni tra particelle di quella quantizzazione fondamentale di base che fa esistere il fotone e che è la semplicissima quantizzazione della carica elettrica.

http://fiatlux.altervista.org/il-concetto-di-quantizzazione-scaturito-dalla-scoperta-del-fotone-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale.html  

Dettagli matematici sul Modello doppio elicoidale del fotone (vedi PDF):

http://vixra.org/abs/1810.0469  

Dettagli matematici sul definito Errore di Maxwell o anche "il peccato originale della Fisica moderna":

https://www.academia.edu/37357138/_MAXWELL_S_ERROR_-_THE_GREAT_ORIGINAL_SIN_OF_MODERN_PHYSICS_a_schematic_summary_by_Oreste_Caroppo  

 

 

 

-) Riguardo al noto personaggio Ighina di cui mi chiedete e su quali sono le sue intuizioni interessanti dal mio punto di vista in convergenza con il MODEC trovate qui con la ricerca parole "Ighina", gli ho dedicato un piccolo paragrafo con dei rimandi ad ulteriori link, di cui anche una discussione facebook già avuta con amici dove avevo espresso delle idee sul lavoro di Ighina:

http://fiatlux.altervista.org/raccolta-di-concetti-vari-sul-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

 

 

-) In certe presentazioni didattiche della relatività ristretta sentiamo presentare con meraviglia il fatto, che si osserva anche sperimentalmente, della non somma vettoriale della velocità del fotone con quella della sorgente che lo genera, ma tutto ciò non ha nulla di straordinario tanto da implicare chissà quali rivoluzioni scientifiche. Dopo quanto già era stato previsto dalle Equazioni di Maxwell si sapeva che l'onda elettromagnetica propaga nell'etere, e rispetto quindi ad un etere di fondo, e altrettanto deve essere per i suoi fotoni componenti. Con il Modec poi tutto questo lo si comprende ancora più chiaramente dal punto di vista fisico!

 

 

 

-) Cominciare a tener conto della struttura del fotone con posizione precisa in spazio e tempo delle sue parti microscopiche è la chiave di partenza a mio avviso per scoprire le "variabili nascoste" di cui giustamente parlava Einstein. Oggi avendo ignorato la struttura del fotone esso è stato racchiuso entro un pacchetto di ignoto che ne ha semplificato tanti calcoli ma che ha portato ai non-sense della teoria della Fisica moderna e ai suoi odierni dogmi! http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

E perché la struttura del fotone è stata ignorata e addirittura neppure cercata? http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

https://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

 

 

 

-) Estraggo da una mia risposta mail ad un curioso sulla teoria del Modello del fotone che mi ha scritto:

Il Modello del Fotone fa rispondere a tutte queste domande, basta approfondirlo lasciandosi guidare da esso.

Il lavoro di approfondimento lo trovi leggendo tutti i paragrafi del mio sito internet dedicato e i miei due PDF cui esso poi anche rimanda, (uno sugli aspetti matematici del Modello in inglese, l'altro in italiano sulle unità di Planck finalmente comprese nel loro significato vero tramite il Modello doppio-elicoidale dipolare del fotone):  

LA CRITICA DELLA FISICA PURA - UNA RIVOLUZIONE NELLA COMPRENSIONE DELLA NATURA NEL VERSO DELLA UNIFICAZIONE http://fiatlux.altervista.org/

Fammi sapere se riesci a ben muoverti dal menù tra i vari paragrafi.

Per la questione del perché c, essa è implicata dal vuoto-etere ma non nelle idee di Maxwell sull'etere luminifero come mezzo meccanico ma nel senso che per le caratteristiche di questo vuoto-etere è quella la velocità, dettata dalla caratteristiche elettro-magnetiche di tale vuoto-etere, a cui il vuoto-etere non è più in grado di reagire ai componenti del fotone, che sono un dipolo elettrico, e di schermare le cariche del dipolo rototraslante del fotone; non è più dunque in grado di creare effetti di "attrito" sul fotone, che in presenza di tale "attrito" altrimenti non potrebbe essere fotone, perché il fotone esiste solo nelle sue caratteristiche dinamiche ed elettriche e magnetiche precise della sua struttura data dal Modello doppio-elicoidale scoperto. E' quella che chiamo "inerzia alla polarizzazione del vuoto" che si scopre dalla caratteristiche elettriche della struttura del fotone e con cui si comprende il significato fisico della costante di Planck, (e quindi della costante di struttura fine del vuoto), che altrimenti continuerebbe ad apparire come una costante "esotica", come fino ad oggi nel mainstream della fisica teorica. 

Allo stesso modo si scopre che il fotone non va aggiunto alla fisica come qualcosa di inatteso e nuovo, un nuovo ente in più indipendente dal resto, ma emerge come implicazione di una quantizzazione più fondamentale, la quantizzazione della carica elettrica a cui si ricondurrà pertanto ogni corretta quantizzazione della meccanica quantistica. Questo è qualcosa di molto grande in termini di unificazione e semplificazione! 

Non solo, si scoprirà così che tale Modello non è in conflitto con le Equazioni di Maxwell, anzi il contrario, esso è il teorico frutto di quelle equazioni se esse potessero venir scritte per un solo fotone. Ma esse non possono essere scritte per un solo fotone perché nascono già da una approssimazione che permette di gestirne assai di più di fotoni, nel senso che nascono dall'ipotesi del continuo con cui venne trattata una realtà che è in realtà discontinua come la scoperta dell'elettrone e quindi della carica elettrica elementare poi permise di capire.

Come le equazioni per capirci con sui si studia classicamente la scienza delle costruzioni, vanno benissimo ma si fondono sulla approssimazione del continuo con cui si studia una realtà, i corpi solidi, che son in realtà formati da miriadi di atomi, e si riuscì a svilupparle tali equazioni con tale approssimazione continua prima di scoprire la natura atomica della materia, ergo discreta, e studiata poi dalla fisica dello stato solido a livello microscopico.

Ecco, il Modello del fotone è questo, la fisica degli aspetti granulari del definito "campo delle onde elettromagnetiche", un modello che però permette con la sua limpidezza ed inattesa scoperta di chiarire e correggere numerosi aspetti teorici della fisica degli ultimi circa 150 anni.

Così anche tutta la questione della massa del fotone può essere bene compresa proprio grazie a tale Modello!

Ecc. ecc. ecc.

Potrei indicarti anche qualche paragrafo, ma lascio che sia tu, magari sulla base dei loro titoli dal menù, a scegliere come muoverti nella lettura! 

Sempre apprezzabile la dedizione di chi non si accontenta delle pappine pronte quando morde in esse le stridenti pietruzze della contraddizione, e non piega il capo davanti ai dogmi imposti che coprono la non-conoscenza e vietano di indagarla, ma li sfonda con petto in fuori per proseguire oltre nella scoperta della Natura-verità!

2 gennaio 2020

 

 

 

-) Amici mi hanno chiesto cosa penso delle teorie esposte nel sito internet di Stephen Wolfram, ad esempio su questo articolo dal titolo “Finalmente potremmo avere un percorso verso la teoria fondamentale della fisica...ed è bellissimo” del 14 aprile 2020.

https://writings.stephenwoglfram.com/2020/04/finally-we-may-have-a-path-to-the-fundamental-theory-of-physics-and-its-beautiful/?fbclid=IwAR13vNipGWcLu8_FGjJSkhAmFBEd2-sLVJeQsdvex8hZIm5WDchkgZc2APU  

Posso dire che si tratta di un approccio non diverso in fin dei conti da quello che è stato anche alla base della teoria delle stringhe, cioè un approccio caratterizzato dalla ricerca di una idea di fondo nuova originale, che permetta lo sviluppo di una nuova teoria dalla quale le grandi teorie di maggiore successo del ventesimo secolo, la relatività e la quantistica, emergano come sue conseguenze, quindi senza mettere in discussione davvero le radici teoriche di queste due teorie tanto “ufficiali”. Una teoria del tutto quindi politically correct per così dire. Ciò a differenza dell’approccio del MODEC che invece trova errori di fondo che poi hanno prodotto come conseguenza le due teorie. Una teoria del tutto non può avere come conseguenze due teorie che descrivono la realtà secondo principi di fondo contraddittori tra loro, come nel caso di relatività e della quantistica. Ma poiché le due teorie pur aspetti differenti della realtà li descrivano bene, ciò vuol dire che entrambe hanno errori di fondo, e nessuna di esse è migliore dell’altra, ma tutte hanno bisogno di una rifondazione e di un restauro una volta scovati gli errori di fondo, magari comuni per entrambe, come di fatto scopre il MODEC: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html  

 

 

 

-) La comprensione della struttura del fotone permette di correggere tutta la visione odierna della fisica teorica scoprendo il grande errore compiuto nell'interpretazione del significato fisico delle Equazioni di Maxwell delle onde elettromagnetiche. Errore chiave di volta di tutta la modernità della teoria fisica e ideologia filosofica occidentale. Si potrà continuare per secoli a blaterare di fisica quantistica e relatività, come vette del pensiero umano e della ricerca quando invece si tratta di due teorie tra loro in contraddizione che descrivono una natura differente, quando invece la Natura è una sola e non può essere descritta da due teorie tra loro in contraddizione nei fondamenti. Ma si supererà questo inutile impastoiante autocelebrativo vuoto procedere, claudicamente in piedi, claudicante dal punto di vista logico, da circa 150 anni, quando finalmente si vorrà comprendere e approfondire il definito "errore di Maxwell" e la sua propagazione nel tempo.

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html  

Compreso l'errore si potrà poi riprocedere nel verso della agognata sempre maggiore unificazione della fisica.

http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

https://freegrace4kids.files.wordpress.com/2018/02/pxjq6.jpg?fbclid=IwAR0J-bH1vwBCPQLlkt0Iz8rDkwrhm4txJNsgXDuxBhWw-U07hOzwFVL25bg  

La più grande pagina della fisica da 150 anni a questa parte indubbiamente quella del link sopra con le equazioni delle onde di Maxwell!!! Ed è dalla comprensione migliore discretizzata di esse che bisogna ripartire!

 

 

 

-) IL PUNTO EUCLIDEO

DOMANDE PER RIFLESSIONI FILOSOFICHE

"Il punto euclideo può essere spostato?"

Possono cambiare le sue coordinate cambiando sistema di riferimento, ma il punto ho la sensazione che resti sempre e comunque fisso in uno spazio iper-assoluto per sua definizione immobile anche perché non ci sarebbe null'altro di più assoluto rispetto al quale considerarlo in possibile movimento.

Così l'identità tra numeri e punti di una retta non è intrinseca: lo zero fissato su una retta può traslare, e lo stesso punto prima indicato da un numero intero potrà essere indicato da un numero anche irrazionale, ciò con la giusta traslazione dello zero conservando lo stesso verso per i numeri reali sulla retta.

Quindi il numero rispetto ai punti si connota soprattutto come quantizzazione della qualità della distanza tra loro.

A meno che non immaginiamo che lo spazio assoluto dove ci sono i punti euclidei fissi abbia un punto privilegiato centrale.

Ma immaginando per dovere mentale tale spazio come infinito sembra impossibile individuarvi un punto centrale speciale.

Un eventuale "spazio" deformato sul quale si possano applicare descrizioni geometriche in cui non necessariamente due rette parallele non si incontrano mai, sarà sempre immaginabile come immerso in uno spazio assoluto in cui valgono tutti i postulati della geometria euclidea, incluso quello per cui due rette parallele non si incontrano mai.

La possibilità di immaginare e descrivere uno "spazio" deformato eventualmente anche in movimento presuppone l'esistenza e la conservazione sempre di uno spazio assoluto indeformabile di fondo.

Anche l'eventualità di poter compiere operazioni geometriche nello spazio deformato con una matematica che non abbia bisogno di servirsi nello spazio assoluto non cancella la possibilità di riferire lo spazio deformato ad uno spazio assoluto di fondo.

Non cancella quindi l'esistenza concettuale (e poi eventualmente anche reale) dello spazio assoluto di fondo.

Non a caso quando definiamo il movimento di un corpo esso nella sua concezione minimale prende il nome di "punto materiale", forse per distinguerlo concettualmente dal "punto euclideo".

Il punto materiale può coincidere in tempi diversi in termini di posizione con punti euclidei diversi.

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Nella definizione del punto euclideo, proposta da alcuni, come limite del cerchio che se si definisce a partire dalla circonferenza possiamo utilizzare la definizione di circonferenza che a sua volta è concepibile e definita come insieme di punti?

Grosso modo con quella definizione che si serve della circonferenza non è come se dicessimo che il punto è il limite di 2 punti che convergono l'uno verso l'altro?!

Non si tratterebbe pertanto di una definizione ricorsiva?

23 settembre 2020

 

 

 

-) Einstein un nome importante nella fisica per la spiegazione dell'effetto fotoelettrico e del moto browniano, per il resto il suo pensiero avrà bisogno di grandi rivisitazioni!

Io la mia critica l'ho messa per iscritto.

Con spiegazione della scoperta che permette in maniera fondata tale critica.

Bisogna però almeno leggere qualche paragrafo del mio scritto (dal menù qui si può scorrere).

In estrema sintesi:

la dimostrazione è questa dell'errore di fondo non visto per oltre 150 anni che ritengo di aver individuato.

Poi quello che si potrebbe bollare come mare di parole potrebbe invece aiutare chi non riesce a capire immediatamente questo brevissimo scritto, che da solo basterebbe per sviluppare da soli l'intera critica:

https://www.academia.edu/37357229/_LERRORE_DI_MAXWELL_IL_GRANDE_PECCATO_ORIGINALE_DELLA_FISICA_MODERNA_uno_schematico_sommario_da_Oreste_Caroppo

Beh c'è comunque tantissimo in quel mio sito internet dedicato. Scorri nel menù. Poi da lì altri miei PDF linkati di maggiore approfondimento fisico-matematico.

In realtà il mio approccio vuole essere più ortodosso dell'ortodossia vigente fondando ancor di più tutto sulla logica e la corretta osservazione della realtà!

Quindi a differenza di tanti approcci che sviluppano teorie alternative, qui invece si va a trovare gli errori di fondo delle attuali teorie del complesso della cosiddetta Fisica moderna.

Da quegli errori, che si scopre essere errori fisico-matematici, lo sviluppo poi di una conseguente teoria corretta è del tutto naturale e quasi esclusivamente deduttivo.

Io ho esposto un errore che ha condizionato tutta la fisica moderna da 150 anni a questa parte, poiché non visto, includendo pertanto, nelle conseguenze teoriche di questo errore, chiunque abbia speculato senza poter tenere conto di tale errore e senza accorgersene in proprio.

Non sono io allora che devo dimostrare altro.

Ed è un errore che Pitagora ed Euclide quelli sì lo avrebbero subito compreso nella sua potenza e semplicità!

Chi volesse mantenere in piedi tutta la Fisica moderna deve prima dimostrare che l'errore che evidenzio ai suoi fondamenti più intrinseci non esiste!

In ogni caso chi anche si impegnasse in ciò dovrebbe essere consapevole che degli errori non compresi al suo fondo la Fisica moderna ce li ha sicuramente dato che è impossibile che la Natura che è una sola sia descritta da due teorie fortemente in contrapposizione nei loro fondamenti tra loro e cioè la Fisica quantistica e la Fisica relativistica, che, checché se ne dica, descrivono due realtà completamente differenti come i veri fisici sanno e spesso anche lo ammettono.

Quindi oggi non mettendo in discussione nessuna delle due cercano teorie riunificanti che le comprendano entrambe;

ma come può una teoria migliore includere due teorie tra loro in contrapposizione?

Non può, infatti tutti i tentativi sono stati ben fallimentari, vedi teoria delle stringhe.

Il mio approccio invece dice: no, troviamo prima gli errori di fondo dai quali o dal quale si sono splittate anche le due diverse teorie, la Fisica quantistica alla quale ha dato grandi contributi Einstein attraverso la spiegazione dell'effetto fotoelettrico tramite il concetto di fotone, e la Fisica relativistica, e da lì le correggiamo entrambe a partire dei loro fondamenti!

 

 

 

-) Ma siamo sicuri che esiste la massa-energia negativa e che come tale con la sua negatività di segno influisce algebricamente nell'interazione gravitazionale?

La "Teoria del Fotone doppio elicoidale" (MODEC) ci illumina sul fatto che negativa non è la massa del positrone.

http://fiatlux.altervista.org/come-il-modec-prevede-materia-ed-antimateria-del-tipo-elettrone-positrone-con-le-loro-caratteristiche-di-spin-carica-e-u.html

Appunto.

Il fotone come bosone in tale teoria appare costituito da due fermioni formanti una coppia di materia e antimateria entrambe di massa-energia positiva e a cariche elettriche uguali in valore assoluto ma opposte in segno tali da garantire la neutralità complessiva di carica del fotone.

Poi vi è il problema non da poco della concezione dell'universo come limitato entro una sfera. Ok, ma ciò che c'è inevitabilmente fuori della sfera non fa sempre parte dell'universo medesimo? Sì.

A meno di einsteiniane fantasiose relativistiche deformazioni concettuali, la concezione dell'universo come limitato in una sfera e quindi finito non è umanamente possibile, non è logicamente accettabile.

Lasciamo stare allora la teoria del MODEC visto che è mia e non posso pretendere che sia riconosciuta e studiata.

Spostiamoci allora ad analizzare un fenomeno sperimentalmente assodato: la genesi da parte di un fotone di opportuna energia della coppia di materia e antimateria: un elettrone e un positrone.

Tutto questo avviene con conservazione di massa-energia e la massa relativistica (minima possibile perché il fenomeno avvenga comunque) del fotone di origine si splitta alla fine nelle due masse a riposo della coppia elettrone-positrone, con ciò mostrando che la massa del positrone (antimateria dell'elettrone) non è negativa, ma uguale anche nel segno positivo a quella dell'elettrone.

In merito alla figura tridimensionale che segna i limiti dell'universo, che la si consideri sferica o ellissoidale o quadrata il discorso filosofico fatto non cambia.

Qualora invece il concetto della sfera servisse solo per il discorso del tentativo di spiegazione dell'accelerazione fatto, (immagino legato al discorso cosmologico della riscontrata parrebbe accelerazione delle galassie in termini di velocità di espansione dell'universo o nell'universo), si porrebbe il problema dell'assenza comunque di un vero centro dell'universo anche proprio per il discorso filosofico sulle dimensioni non finite dell'universo.

 

RIPORTATI QUI SOPRA I MIEI COMMENTI AL SEGUENTE POST DEL FISICO VINCENZO ZAMBONI:

https://www.facebook.com/vincenzo.zamboni/posts/3942801739067286

 

 

 

-) Discussione sulla teoria di questo preside di scuola che nega che lo spazio possa essere curvo come sostiene Einstein:

https://www.reccom.org/2020/12/29/lo-spazio-non-e-curvo-e-un-fluido-dilatante-e-i-conti-tornano-un-passo-verso-la-tanto-attesa-gravita-quantistica-2/

Anche attraverso il mio modello di fotone si arriva a capire che assolutamente questa cosa dello spazio-curvo non sta né in cielo né in terra!

http://fiatlux.altervista.org/la-relativit%C3%A0-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Guarda anche gli altri capitoli a partire dall'inizio del menù se vuoi comprendere meglio.

Si arriva a capire che c'è qualcosa nel vuoto e ovviamente approfondire le proprietà del vuoto è fondamentale.

Nel mio caso esso appare come una sorta di semi isolante, come un filtro elettrico la cui frequenza di taglio implica proprio la velocità della luce.

La luce pertanto, il fotone è quella struttura (dipolare e nel complesso pertanto neutra) che si muove nel vuoto senza vedere i suoi effetti di filtro per le cariche che si muovono invece a velocità più basse.

Ho letto tutto.

Chiaramente il professore parte da una ovvia incomprensibilità della visione di Einstein e ne cerca un modello più intuitivo pescando nella meccanica dei fluidi.

Non è male come approccio, ma potrebbe avere più valore didattico che esplicativo di fondo.

Alla fine bisogna capire che Einstein può dire quanto vuole di aver rinunciato all'etere ma nel momento in cui dice che lo spazio si curva gli sta dando comunque sostanza!

Nel primo link che ti ho messo trovi queste contraddizioni di Einstein ben spiegate dal bravo professore Selleri che insegnava a Bari.

Hanno fatto bene a Lecce comunque a fargli fare una conferenza su questa teoria fluidodinamica del vuoto, sempre bene aprirsi ai nuovi approcci.

Certo il suo modello non spiegherebbe perché il vuoto si comporta come un fluido non newtoniano.

Inoltre si prende tale e quale il fattore di Lorentz e lo utilizza nell'equazione di Navier-Stokes della fluidodinamica.

E perché proprio quel fattore?

Comunque anche non approfondendo questo aspetto, che invece è più approfondito nella Relatività Ristretta, e magari dicendo che il fattore di Lorentz è quello perché tale si comporta il vuoto, resta il discorso del perché la luce invece si propaga nel vuoto senza problemi pure andando alla velocità limite c.

La risposta del professore sarebbe secondo me che ciò accade perché la luce non ha massa in questo sposando ciò che dice la Relatività ristretta per la massa a riposo del fotone.

A quel punto però non potresti spiegare senza lo spazio curvo della Relatività generale perché in presenza di una stella la traiettoria del fotone viene curvata, cosa che invece secondo me si spiega senza necessità di altre ipotesi nel momento in cui consideri che il fotone ha comunque una massa ed la sua massa relativistica che viene da E=mc^2=hv, che si comporta pertanto come massa inerziale e massa gravitazionale insieme, quindi facendogli sentire al fotone l'attrazione gravitazionale della stella che ne curva la traiettoria.

Ma in questo caso allora avendo il fotone una massa inerziale non nulla sarebbe anomalo il suo esistere in un vuoto dalle caratteristiche ipotizzate dal preside di fluido non newtoniano.

 

 

 

-) Sul Principio di Indeterminazione di Heisenberg ho qualche dubbio riguardo alla sua interpretazione dogmatica odierna datane a Copenaghen.

Ho sviluppato una mia teoria sui fotoni, e da lì ho capito tra le conseguenze la fallacia dell'interpretazione di Copenaghen del Principio di Indeterminazione e tante altre cosette. La trattazione che segnalo è esposta in questo sito, è abbastanza ricco come potete vedere dal menù.

Non dimentichiamo che su questi dogmi della fisica moderna ci hanno costruito la weltanschauung della nostra contemporaneità soprattutto occidentale.

 

 

 

-) Note sul PDF http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Questa idea di una sorta di sezione d'urto del fotone di diametro proporzionale alla sua lunghezza d'onda e dello stesso ordine di grandezza l'avevo sviluppata tenendo conto delle dimensioni delle maglie con cui si realizzano le reti metalliche volte ad attenuare molto la fuoriuscita di onde elettromagnetiche, microonde in particolare, dal forno a microonde domestico in corrispondenza dello sportello e al contempo tali da permettere la fuoriuscita della luce (che è di lunghezza d'onda assai inferiore a quella delle microonde) per osservare ciò che accade all'interno. Pertanto avevo letto che si fa in modo tale che tali maglie non siano più grandi della lunghezza d'onda delle microonde utilizzate, ciò per poterle ben schermare. Ma non sono comunque maglie molto più piccole di tale lunghezza d'onda delle onde elettromagnetiche del forno a microonde perché devono comunque lasciar passare i fotoni della luce.

Altra osservazione sperimentale nel verso di tale mia ipotesi (sebbene dovrebbero esserci, se non erro, delle teorie di semplice ottica ondulatoria classica che spiegano questo): le dimensioni delle fessure su uno schermo sul quale impatta un'onda elettromagnetica piana monocromatica, per poi osservare al di là di esso frange di interferenza, devono essere dell'ordine della lunghezza d'onda dell'onda impattante.

In questa prima fase del mio lavoro in PDF (relativamente alle due pagine 15 e 16) si sta ancora costruendo la ipotetica struttura del fotone cercando già di conciliare la stessa con diverse proprietà del fotone.

Nello sviluppo successivo (pagine che seguono) si vedrà poi la profonda coerenza della stessa dal punto di vista della stabilità-dinamica del fotone.

Si vedrà poi come la costanza del modulo della velocità tangenziale è condizione importante affinché dal modello si ottenga la famosa relazione sperimentale di linearità che nel fotone correla la sua energia alla sua frequenza.

Quella velocità tangenziale vedremo che dovrà essere pari a c e questa sarà la condizione per far sì che il modulo dello spin del fotone abbia proprio il valore noto sperimentalmente.

Inoltre si vedrà come non solo la condizione di costanza di tale velocità tangenziale, ma proprio il fatto che essa sarà uguale a c, la stessa velocità della luce nel vuoto, sarà condizione tale da annullare le forze di Lorentz che si scambiano le due sotto-particelle del dipolo ipotizzato alla base del fotone.

Quindi prima stiamo dicendo che Vtg è costante nel senso che ha lo stesso valore per qualsiasi fotone, ovvero per qualsiasi lunghezza d'onda, nel corso del PDF capiremo di tutti i possibili valori assegnabili a Vtg, (costante inizialmente non definita nel suo valore), quale dovrebbe essere il suo valore per la coerenza del modello con la realtà. E scopriremo che ha lo stesso modulo della velocità di traslazione del fotone nel vuoto, ovvero c.

Per gli ulteriori sviluppi teorici concettuali inaugurati da tale PDF che stai leggendo rimando poi al mio sito internet e ai suoi vari paragrafi consultabili dal menù: 

http://fiatlux.altervista.org/index.html

 

 

 

-) Ma la geometria solida di Euclide non è un frutto spontaneo della sua geometria piana?

Ha davvero bisogno di altri assiomi o come credo no?

E allora la geometria che gli agrimensori utilizzavano sulle superfici ondulate collinari era comunque geometria euclidea!

 

 

 

-) E dunque ci sono o non ci sono "variabili nascoste" nella fisica quantistica? Io, Marco, penso che ci stanno variabili nascoste nella Fisica quantistica! Esse sono legate alla descrizione corretta della struttura del fotone, la quale poiché ignorata e negata dalla fisica moderna ha comunque trovato "spazio" dentro le incertezze incluse nella fisica quantistica dal principio di indeterminazione di Heisenberg:

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

 

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-epr-e-il-teorema-di-bell-alla-luce-del-modec-per-una-nuova-comprensione-della-natura.html

 

 

 

-) Non tutto mi convince in merito alle convinzioni teoriche della Fisica moderna per la descrizione della gravità.

Qui spunti di riflessione e critica:

http://fiatlux.altervista.org/la-relativit%C3%A0-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

È una lettura solo per chi storce deformativamente il naso quando legge che lo spazio si deforma in presenza di una massa, e si dice: "ok si deforma, ma come posso immaginare qualcosa deforme anche il reticolo esteso allo spazio stesso senza comunque sotto uno spazio dal suo reticolo (metrica) assolutamente indeformato come riferimento?!"

 

 

 

-) Anch'io, come tanti, arrivo alla conclusione della necessità di recuperare il concetto di etere. Ma nelle mie speculazioni mi appare con caratteristiche diverse da quelle del concetto di etere luminifero di Maxwell. C'è qualcosa che permea tutto, ma la luce (il fotone) non è una sua vibrazione, ma quel qualcosa che per le sue caratteristiche riesce a non risentire della presenza dell'etere. Etere come un filtro elettromagnetico che lascia passare senza alcun freno proprio i fotoni. Non a caso la velocità della luce è data semplicemente dalle caratteristiche elettriche e magnetiche del vuoto come già emerge dalle Equazioni di Maxwell http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html
Interessanti anche in merito le considerazioni che riporto in questo capitolo: http://fiatlux.altervista.org/la-relativit%C3%A0-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

-) Qui trovi tutta l'analisi delle forze, del moto e dell'equilibrio dinamico del fotone: http://fiatlux.altervista.org/Il_Modello_Doppio_Elicoidale_del_Fotone_di_Oreste_Caroppo.pdf

Qui alcune considerazioni interessanti su alcune sue peculiarità:

http://fiatlux.altervista.org/nel-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-il-segreto-della-sua-stabilit%C3%A0-elettromagnetica.html

Qui alcune considerazioni sul perché il fotone ha quella velocità, che dipende, come è noto già da Maxwell, dalle caratteristiche del vuoto, e non altre.
Si scopre tramite il Modec però non solo che esiste un etere nel vuoto, ponendo fine ad una annosa diatriba sull'etere, ma che l'etere non è il mezzo tramite cui si propagano le onde elettromagnetiche come pensava Maxwell che lo battezzò "etere luminifero", ma è una sorta di filtro elettromagnetico che solo per il fotone con le sue caratteristiche permette il passaggio in sé senza frenarlo.
Il fotone allora è la microstruttura dinamica che può propagarsi come se l'etere non esistesse:

http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

 

 

-) I hope you can read and translate the Italian parts of my website and consult the various paragraphs from the menù.
Greetings and Thanks

https://fiatlux.altervista.org/

 

 

 

-) Max Born nacque a Breslavia l’11 dicembre del 1882 e ottenne il premio Nobel nel 1954 per la sua interpretazione probabilistica della funzione d’onda (elaborata ben 28 anni prima).

Nel suo discorso al ricevimento del Premio, Born pronunciò la seguente frase:

"Io credo che idee come certezza assoluta, precisione assoluta, verità finale, ecc., siano finzioni dell’immaginazione che non dovrebbero essere ammissibili in alcun campo della scienza. D’altra parte ogni affermazione probabilistica è giusta o sbagliata secondo il punto di vista della teoria su cui si basa. Questa scioltezza di pensiero pare a me il più grande regalo che la scienza moderna ci abbia fatto. Perché, credere nell’esistenza di una verità unica e credere di esserne il possessore sono le radici di tutto il male che c'è nel mondo."

Ma magari è avvenuto invece il contrario, quelle che erano sue aspirazioni filosofiche idealistiche sociali hanno influenzato la lettura che lui ha voluto dare in maniera dogmatica della fisica quantistica attraverso l'interpretazione di Copenaghen che ha affermato il credo in una natura intrinsecamente non deterministica.

 

 

 

-) Nel NewAge "la Meccanica Quantistica usata per sdoganare le peggio idiozie!"

Vedi l'articolo di Helter Skelter: "Quantistico. Basta la parola!" dell' 8 giugno 2014 al link
https://smarcell1961.blogspot.com/2014/06/quantistico-basta-la-parola.html

Sono d'accordo con questa critica nell'articolo qui condiviso, ma ritengo che le colpe sono nella stessa Fisica Quantistica nella sua affermatasi cosiddetta "interpretazione di Copenaghen" che a mio avviso ha permesso l'ingresso di tanto spiritismo nella visione della realtà conseguente, ne tratto qui anche se si devono leggere anche gli altri articoli in questo mio sito per cogliere meglio il discorso: cliccare qui
http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

C'è tanta fuffa spiritistica, a mio avviso, in queste concezioni della Fisica quantistica secondo l'interpretazione di Copenaghen.

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

Indagando razionalmente nel verso di una struttura del fotone ho sviluppato questa nuova visione e ho individuato l'errore sopra spiegato.

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Io non ho certezze, seguo la logica e faccio osservazioni!

 

 

 

-) Einstein ha scalzato del tutto Newton come vorrebbe certo odierno mainstream?

Ma no:

http://fiatlux.altervista.org/il-paradosso-della-rilevazione-delle-cosiddette-onde-gravitazionali-per-mezzo-della-luce-di-laser.html

La Natura è una e non può essere descritta come tu ben sai da due teorie che hanno alla base principi di descrizione della natura che come ben sai fanno letteralmente a pugni tra di loro. Di fronte a questo gravissimo problema teorico filosofico le due teorie vengono mantenute in quanto con approssimazione e in certi settori riescono a far fare delle buone previsioni.
Chiaramente un fisico teorico ha bisogno come tutti noi di trovare quella teoria che descrive tutto. Nel senso di una teoria che risolva il problema dell'incompatibilità di fondo tra le due massime teorie attuali della Fisica moderna, la Quantistica è la Relativistica.
Tutti allora stanno cercando una teoria più grande che inglobi le due teorie.
Il mio punto di vista invece sostiene che è impossibile trovare una teoria che inglobi due teorie che di fondo si basano su descrizioni antitetiche della stessa natura.
È possibile pertanto che la strada giusta sia un'altra. Tornare alle radici dell'evoluzione delle due teorie e comprendere se in quel momento storico non si è commesso qualche errore, qualcosa che è sfuggito e che avrebbe permesso di evitare la genesi di due teorie antitetiche.

E si scopre così che un errore teorico effettivamente c'è:

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

 

 

 

-) Riguardo alla teoria della cosiddetta "Gravità entropica"

In essa la legge di Newton della gravitazione universale viene ottenuta utilizzando alla base la Lunghezza di Planck; ma la Lunghezza di Planck in realtà, osserviamo qui, contiene già all'interno la Costante di Gravitazione Universale e pertanto essa è stata derivata successivamente alla scoperta della formula della Gravitazione universale di Newton. La Lunghezza di Planck non credo sia da ritenere un principio primo più basilare della legge di Gravitazione universale, tanto che dal modello del MODEC si ottiene come conseguenza la Lunghezza di Planck a partire dalla fisica classica.

Vedi: http://fiatlux.altervista.org/svelati-i-misteri-delle-unit%C3%A0-naturali-di-planck-grazie-al-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Viene utilizzato nella teoria della Gravità entropica anche il cosiddetto “Principio olografico” e sono a mio avviso da valutare anche sue somiglianze con il Teorema di Gauss valido per la Legge di Gravitazione universale. Il principio olografico afferma che la descrizione di un volume di spazio può essere vista come bit di informazione binaria, contenuta sul confine di quella regione, una superficie di area chiusa.

https://it.frwiki.wiki/wiki/Gravit%C3%A9_entropique#:~:text=La%20gravit%C3%A0%20entropica%20%C3%A8%20una,e%20non%20un'interazione%20fondamentale%20.

 

 

 

-) Da miei commenti in discussioni sul social network Facebook:

Nella mia teoria del fotone doppio elicoidale nella stessa luce si scorgono due principi opposti complementari.
E anche nel fotone stesso sembra scorgervi il simbolo del Taijitu.
Dalle tre lineette sopra si accede al menù per ulteriori approfondimenti sul mio modello: http://fiatlux.altervista.org/suggestioni-antropologiche-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

 

 

-) Miei commenti a questo video sulla Relatività Generale dal titolo “4 cose che non sai sullo SPAZIOTEMPO” al link https://youtu.be/MlKL8KWI8UU pubblicato online il 27 novembre 2022

 

In ogni caso nel momento in cui hai una curvatura intrinseca, cioè determinata intrinsecamente, essa non è pur sempre rapportabile ad una curvatura estrinseca immaginando anche solo teoricamente uno spazio non deformato rispetto a cui determinare tale curvatura come estrinseca? E se così non avremmo sempre uno spazio di fondo non deformato assoluto?!

Il punto è proprio quello posso aggiungerlo comunque, quindi non posso negare che esista! Quindi esiste sempre uno spazio assoluto quello newtoniano anche nella Relatività generale per quanto si cerchi di camuffare la cosa con la scusa della possibilità di misurare una curvatura intrinseca stando nello/sullo spazio deformato.

Guarda lo spazio assoluto è un punto di partenza non un elemento aggiunto dopo. Il fatto che sia possibile misurare intrinsecamente una curvatura di qualcosa deformata non può portarti assolutamente a negare l'esistenza comunque di un sistema di riferimento rispetto a cui quel qualcosa è deformato. È una superfetazione quella che è stata presentata per cercare di cancellare l'esistenza di uno spazio assoluto non deformato di fondo, ciò è lapalissiano. Si tratterebbe in questo caso di un'applicazione assolutamente mendace del buon principio del Rasoio di Occam "entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem". E come se tu sei all'interno di un treno a finestre chiuse e in moto perfettamente rettilineo uniforme e ritieni dal tuo punto di riferimento che il treno sia fermo, e affermi che per le tue valutazioni relative non può esistere nessun altro sistema di riferimento rispetto al quale tu appari in movimento, questo solo un esempio per farti capire il livello di corruzione logica che è stato raggiunto per poter affermare la non esistenza di uno spazio di fondo non deformato nel caso di una certa divulgazione della Relatività Generale. Ora nel momento in cui si comprende che esiste comunque uno spazio non deformato di fondo quello spazio deformato dalla massa-energia che ci presenta la Relatività Generale diventa uno strumento matematico distribuito nello spazio che assolve funzioni non dissimili da quelle del campo gravitazionale generato dalla massa o associato alla massa che dir si voglia (in una visione più antica in termini di storia della scienza) e che permea tutto lo spazio. Non dico che dobbiamo riesumare un etere luminifero sul modello di Maxwell ma l'esistenza di un sistema di riferimento-spazio indeformato di fondo ci porta anche ad essere più cauti nei confronti della negazione di un più generale concetto di etere.

Sono molto stimolanti le riflessioni critiche sulla relatività sviluppate dal professore Franco Selleri, accenno qualcosa con tanti rimandi agli studi del professore Selleri in un mio articolo sulla Relatività in un mio blog, vedi al link: http://fiatlux.altervista.org/la-relativit%C3%A0-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html. Se cerchi su Google "Franco Selleri Oreste Caroppo" dovrebbe uscirti subito.

 

 

 

-) Che la realtà sia un ologramma è solo una teoria di moda in questi anni, bella magari, ma una teoria, a ben indagare immagino anche essa tra i tanti parti osceni dell'oscena accettazione acritica e dogmatica del dogma di indeterminazione della natura.

Qui un ottimo articolo che conferma proprio quanto ho scritto, l'idea di universo ologramma irreale è frutto del dogma di indeterminazione della realtà alla base di certa interpretazione dell'entanglement!

“Ma ha dimostrato tutto l’esperimento del 1982 di Aspect” ti dicono …

Aspetta un po'!

Da approfondire le sue premesse e le sue conclusioni.

https://www.fisicaquantistica.it/fisica-quantistica/l-universo-e-un-ologramma?fbclid=IwAR0KlsWZvG2MGV4bn3tfLQwYCfymUV5xvyZIhj_SCuBGW5wHLbjttRQsYH8

 

 

 

-) VIVIAMO IN UN'EPOCA NELLA QUALE LA GENTE CREDE CHE "LO SPAZIO SI ESPANDE" ...

Cose senza alcun senso e ipercontraddittorie.

Si espande? E rispetto a cosa?

E se tu ne fai parte, come potresti mai accorgertene?

Semplici domande che smascherano i dogmi della contemporaneità di mainstream.

 

SEGUONO I MIEI COMMENTI ALLA DISCUSSIONE INNESCATA DAL MIO TESTO SOPRA PROPOSTO COME POST IN GRUPPI FACEBOOK DI FISICA SUL FINIRE DEL MAGGIO 2023

Se segui la teoria cosmologica detta dell'Inflazione, vedrai che ritengono che ad espandersi sia stato lo spazio.

Sul Big bang si può discutere, ma sulla espansione dello spazio invece ...

Stefano mi commenta a tono con questo ancor più giusto argomento: “Lo SPAZIO INFINITO in continua ESPANSIONE... è un ossimoro!”

Se ti incuriosiscono questi argomenti puoi leggerti qualche articolo del mio sito dedicato:

il menù si apre dalle tre lineette

http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Cominciamo a rispondere a domande più specifiche: Si espande? E rispetto a cosa? E se tu ne fai parte, come potresti mai accorgertene? Se lo spazio si espande, ti espandi anche tu, il tuo corpo, si espande la distanza tra elettroni e nucleo, si espande la grandezza del nucleo atomico. Come potresti conservare un metro per giudicare l'espansione? Ogni metro si espanderebbe anche lui. Se postuli di poter avere un tale metro esso allora non apparterrebbe allo spazio che si espande, ergo apparterrebbe ad uno spazio di riferimento che non si espande. Ma se esiste uno spazio che non si espande, il tuo spazio che si espande in esso non avrebbe più alcun valore assoluto in termini di "spazio", sarebbe qualcosa che si espande ok, ma in uno spazio di riferimento sottostante immutato! Ergo volente o nolente esiste sempre uno spazio concettualmente indeformato di riferimento. E la velocità della luce che fa in tale spazio che si espanderebbe? Se ci mette più tempo ora a spostarsi tra due punti prima più vicini di tale spazio che si espanderebbe essa sarebbe una velocità costante rispetto ad uno spazio di riferimento che non si è espanso e di nuovo perderebbe valore il concetto di spazio che si espande. Ma la luce non dovrebbe invece appartenere, come dovrebbe essere per tutto, ad uno spazio che si espande, ed in tal caso, come per il metro che appartiene allo spazio e si espande anche lui, come potresti servirtene per cogliere tale espansione?

Capisco che molti sono affezionati ai dogmi che sono sfuggiti cognitivamente sotto le formule. Eh sì. Ma provate, quando avete del tempo, a riflettere su quanto ho scritto. Sono concetti SEMPLICI.

Il redshift si osserva anche quando un fotone si allontana da un corpo massivo, ciò non vuol dire che lo spazio si sia espanso, si spiega con mutamenti energetici del fotone in interazione con il campo gravitazionale.

Così per il redshift cosmologico ci sono varie ipotesi per spiegarlo senza sognarsi espansioni del tessuto dello spazio.

Mi scrivono: "Anche il redshift gravitazionale dipende dall'alterazione dello spazio-tempo."

Io: "Anche per l'effetto doppler della sirena dell'ambulanza allora ... ? Ma dai, è una distorsione mettere in ballo l'espansione dello spazio per fenomeni che possono avere spiegazioni assai più semplici."

L'eventuale allontanamento delle galassie tra loro è un concetto che può immaginarsi come fenomeno di moto in uno spazio fisso. Mettere in ballo l'espansione dello spazio è l'astrusità concettuale di cui qui si discute, in ciò una complicazioni come quelle cui devono ricorrere i simpatici terrapiattisti per tentare di tenere sulle stampelle il loro claudicante modellino.

"In questioni di scienza, l’autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto l’umile ragionamento di un singolo individuo." (Galileo Galilei)

Qui qualche riflessione: http://fiatlux.altervista.org/la-relativit%C3%A0-ristretta-finalmente-corretta-attraverso-la-guida-illuminante-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Vuoi fare i calcoli quando qui ancora stiamo discutendo del metro da usare.

Il punto è che vi hanno proposto calcoli senza parlarvi del metro.

 

Se vuoi capire davvero qualcosa del fotone devi cercare la sua struttura!

Cerca il mio Pdf: "il modello doppio elicoidale del fotone".

La sua instabilità coincide con la sua stessa propagazione: ne discuto qui

http://fiatlux.altervista.org/nel-modello-doppio-elicoidale-del-fotone-il-segreto-della-sua-stabilit%C3%A0-elettromagnetica.html

Però devi anche andare alle radici della quantizzazione, da cosa davvero essa discende! E per farlo devi capire e approfondire questo e le sue conseguenze: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html   

Ti conviene però partire da qui: http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

Devo usare toni più pacati dici? Poi con tono pacato come dici passo anche magari dal sacerdote di zona per chiedere umilmente delucidazioni sulla transustanziazione. Se metto in fila i miei 30 e lode su tutte le materie che dici, impallidisci. Ergo rifletti sui concetti semplici. Lascia stare il dialettico “argumentum ad hominem”, ti interesso più io o il mio pensiero?

E il tono a questo punto non può che essere quello che ho scelto per questo post.

Basta castronerie dogmatiche tenute traballantemente in piedi da circa 100 anni in Fisica!

Si riparta dalla semplicità concettuale.

Come ben diceva Newton "la Natura è semplice".

Davvero non ha mai incontrato la spiegazione semplice semplice del redshift gravitazionale senza implicare le distorsioni dello spazio?

Su che testo hai studiato Fisica 1?

RISPONDO ALLA TUA DOMANDA: "come misuri le distanze?"

RISPOSTA: "con il metro."

Fatta questa premessa trovate il commento dove discuto della appartenenza del metro allo spazio.

ORA CHE TI HO RISPOSTO IL MIO COMMENTO LO PUOI LASCIARE IMMAGINO (già partita la censura)

Le teorie personali sono bandite, quindi bisogna ripetere a pappagallo solo quello che c'è scritto in qualche testo ritenuto ufficiale? E poi tu vuoi fare il ricercatore solo ripetendo ciò che già è lì?

E in questo modo come pensi di risolvere prima o poi i conflitti della Fisica moderna?

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10231051708386192&id=1534895340

 

 

 

-) RIFLESSIONE FILOSOFICA aperta al commento di tutti

“In un universo in cui dovesse valere la "legge del caos", il caos, l'indeterminazione sulla determinazione, ci potrebbero essere delle leggi di natura?

Potrebbe valere il razionale, o tutto sarebbe necessariamente irrazionalità?”

Nota: dato che in commenti in alcuni gruppi su questo mio post virgolettato sopra ho visto dei fraintendimenti facciamo una precisazione

Il concetto di "caos" che troviamo negli studi di Edward Lorenz non è il vero "caos" intrinseco della Natura, caos che invece maggiormente troviamo nella "Interpretazione di Copenaghen della Meccanica Quantistica".

 

 

 

-) Da un mio commento ad un video di fisica su YouTube

Usi la velocità della luce che dici costante per misurare una variazione dello "spazio"? Ma in questo modo non stai implicando l'esistenza di uno spazio non deformato in cui la velocità della luce non cambia permettendoti di misurare variazione dell'altro "spazio" che si deformerebbe?

https://www.youtube.com/watch?v=Igt7Sj0OHCk  

 

 

 

-) Di tutti i fenomeni vado alla ricerca delle cause,

per cui quando alcuni hanno affermato che in fisica in certe circostanze non varrebbe più il principio di causalità (causa-effetto), ho cercato di scoprire perché fossero approdati ad una tale idiozia!

http://fiatlux.altervista.org/la-immensa-propagazione-dell-errore-di-maxwell-nel-pensiero-fisico-contemporaneo-.html

https://www.giuseppesalzillo.it/heisenberg-causalita-e-indeterminazione/

https://gabriellagiudici.it/paolo-bussotti-il-concetto-di-causa/

 

 

 

-) Alla ricerca delle falle della Fisica Maderna.

La teoria di Maxwell è una teoria meravigliosa e assai perfetta che fa anzi delle previsioni, e queste previsioni sono state le onde elettromagnetiche la cui esistenza è stata dopo verificata. Una teoria stupenda che ha permesso anche tanto di far luce sulla luce.

Il mio sviluppo teorico parla di "errore di Maxwell" per degli aspetti sottili interpretativi, ma non si permette assolutamente di mettere in dubbio la grandezza della impostazione teorica tramite equazioni della teoria elettromagnetica di Maxwell alla quale da parte mia soltanto inchini!

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html  

 

 

 

-) La Fisica quantistica va riportata alla realtà uscendo dai fumi dell'Interpretazione di Copenaghen!

Per chi vuole approfondire un punto a mio avviso importante: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html

 

 

 

-) Che dire sono davvero convinti che lo spazio si incurvi!

Allo stesso modo non sono d'accordo con certe visioni troppo da ideologia New Age da "Tao della Fisica".

 

 

 

-) Riporto da alcuni mie commenti in discussioni nei social

Einstein era inquietato da questo fenomeno dell'entanglement previsto dalla Meccanica Quantistica perché metteva in discussione il suo concetto secondo cui nulla può viaggiare più velocemente della velocità della luce.

Se vuoi leggere le mie speculazione su questi temi, ti linko il mio sito dedicato con tanti capitoli (dal menù): http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html  

http://fiatlux.altervista.org/index.html

Quando si parla di frequenze si vede solo una parte del dualismo onda-particella nella Elettrodinamica Quantistica, ma siccome il dogma del dualismo onda-particella non mi soddisfaceva per come è formulato in meccanica quantistica mi sono messo a cercare una soluzione al dogma.

 

 

 

-) Riporto da alcuni mie commenti in discussioni nei social

La mia teoria fisica riconduce l’incertezza del principio di Heisenberg al non aver voluto/potuto indagare la struttura del fotone proprio per un dogma preconcettuale. Vedi dal menù i vari paragrafi: http://fiatlux.altervista.org/fiat-lux-il-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html  

Un dogma conseguente ad un errore interpretativo del significato fisico e matematico della equazione delle onde elettromagnetiche di Maxwell, vedi:

http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html  

È giusto considerare quella incertezza messa in risalto da Heisenberg come misuristica dato che usiamo i fotoni, la luce, per conoscere ciò che ci circonda. Mentre ritengo dogmatica e da rigettare l'Interpretazione di Copenaghen della Meccanica Quantistica che invece vuole affermare che quella incertezza sia intrinseca nella Natura, che la Natura in profondità quindi non sia deterministica secondo tale interpretazione.

In riferimento a quanto espresso in questo articolo: https://www.wired.it/scienza/lab/2017/03/23/principio-di-indeterminazione-heisenberg-superato/?fbclid=IwAR1-pCofvRtrtW8xgCheHXF0xzhRtucZl9gzuF3nnk1H954M3gNEPzmRkVU

qui usano un escamotage. Il problema è che se in qualche modo non interagisci non "vedi", non misuri. E anche se ricorri a particelle neutre pur diverse dal fotone, come proponi per indagare nel piccolo, c'è il problema pur sempre della natura ondulatoria da De Broglie.

 

 

 

-) “Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari!” Max Planck è riconosciuto come l'ideatore della teoria quantistica grazie al suo articolo del 1900 sullo spettro del corpo nero. All'inizio lo stesso Planck descrisse il suo risultato come un “presupposto puramente formale”. In seguito aggiunse: “I miei inutili tentativi di reintegrare in qualche modo l'azione quantistica nella teoria classica si sono estesi per diversi anni e mi hanno causato molti problemi”.

Max Born scrisse su Planck: “Era, per sua natura, una mente conservatrice; non aveva nulla del rivoluzionario ed era completamente scettico riguardo alle speculazioni. Eppure la sua fede nella forza irresistibile del ragionamento logico dei fatti era così forte che non si ritrasse dall'annunciare l'idea più rivoluzionaria che abbia mai scosso la fisica.

https://www.facebook.com/StorieScientifiche/posts/pfbid05qwycnpbszEeYPGXyhBosCrj6KBwSSXxXJ2iU2KevQvvmoomjhi2qsBhLmB2t8uGl

 

 

 

-) “V POSTULATO DI EUCLIDE! Ma perché a me sembra così tanto ovvio, mentre vedo tanti che si scervellano su di esso, persino arrivando a contestarlo? Quando anche vuoi contestarlo, e quindi modificarlo, ottenendo una costruzione assiomatica che ti descrive uno spazio curvo, quello spazio curvo non sarà sempre descrivibile all'interno di uno spazio euclideo ergo non deformato?”

Riporto intanto qui i miei commenti dalle discussioni in seguito al testo sopra virgolettato di un mio post facebook condiviso da me in gruppi di matematica, fisica e di filosofia:

Certo MA se postulo una modifica del V postulato di Euclide e descrivo di conseguenza uno spazio nuovo curvo, ma poi questo spazio può a sua volta essere descritto come esistente in un ulteriore spazio di sottofondo (riferimento) non curvo (piano), nel quale quindi vale il V postulato? C'è qualcosa in quanto ho qui scritto che non è vero?

1 QUESITO: quando modificando il V postulato di Euclide si ottiene una geometria non euclidea, nello spazio di questa nuova geometria si può misurare puntualmente una curvatura intrinseca?

2 QUESITO Se dunque nello spazio di una geometria non euclidea posso in ogni punto misurare una curvatura intrinseca, non posso immaginare che tale curvatura sia la curvatura assoluta di una sorta di esteso corpo rigido in quel punto che si estende in uno spazio euclideo non deformato che tutto permea? Immaginando come tale corpo rigido lo spazio stesso della geometria non euclidea?

3 QUESITO pertanto ogni geometria non euclidea può essere descritta come corpo rigido in una geometria euclidea

Andiamo piano però col definire non piano lo spazio in cui vivo però, sulla base della acritica accettazione di teorie fisiche novecentesche. Restiamo in spazi 3D però. La modifica del quarto postulato porta immediatamente in spazi a più di tre

dimensioni?

 

 

 

-)  Da un mio post facebook diffuso anche in gruppi di matematica

«Le GEOMETRIE definite NON EUCLIDEE con un valore assoluto del concetto di "non euclideo" non nascondono una impostura?

"Spazi" tridimensionali comunque curvi-deformati non sono infatti equiparabili sempre e comunque a corpi rigidi deformati fissati nel tempo e presenti in uno spazio euclideo di fondo?!

Ovviamente l'impostazione polemica serve per stimolare anche la discussione. Però mi piacerebbe che si comprendesse quello che sottolineo e chiedo nella seconda parte della domanda.»

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid028NxBEbJu9KPLk4YEmdmkEHurWgJrq4VsVRz6by1Nd4DFB92ocBsGEvMXz7hQzrRzl&id=1534895340

 

Riporto alcuni miei commenti dalla discussione natane:

Mi inviti a studiare prima di formulare questi pensieri? Ma guarda che ho 30 o 30 e lode in tutte le materie che riguardano i concetti che hai citato, geometria delle coniche inclusa! Io direi che proprio chi non le ha studiate o ha studiato solo per accontentare il suo docente non si pone domande su questi quesiti in questi termini.

Ti riporto la risposta che ho messo ad un ingegnere che in un gruppo di matematica su Facebook ha risposto "sì" al mio secondo quesito sperando di riuscire a fare capire dove mira la mia critica.

"Mi fa molto piacere per la sincerità della tua risposta con un Sì alla mia seconda domanda. Diciamo che ci capiamo! Ma proprio la risposta sì a quella domanda pone delle riflessioni ontologiche sullo spazio fisico e proprio sulla così riscoperta relatività del concetto affermato dalla teoria della Fisica Relativistica di uno "spazio" come deformato dalla massa, "spazio" quest'ultimo che si scopre allora semplicemente come un artifizio che non può negare l'esistenza di un sottostante spazio fisico indeformato e proprio euclideo rispetto al quale può sempre essere descritto."

https://www.treccani.it/enciclopedia/l-ottocento-matematica-la-geometria-non-euclidea_(Storia-della-Scienza)/?fbclid=IwAR3fG2lSZ0tbOMEgeEMDo1X1hZAE7cqG3aoan8sB15tlF_wjIq1EXbc5w5w

 

 

 

-) Un mio post retorico in gruppi facebook sulla Fisica Moderna volto ad evidenziare il fatto che la Teoria Quantistica dei Campi servendosi del concetto dei fotoni virtuali non può spiegare intuitivamente l’attrazione tra cariche di segno opposto

«È vero che la Teoria Quantistica dei Campi non riesce a spiegare altrettanto bene l'attrazione coulombiana tra cariche elettriche di segno opposto, come invece riesce a spiegare la repulsione tra cariche elettriche dello stesso segno tramite scambio di fotoni virtuali?

I fotoni virtuali spiegano sia l'attrazione di cariche di segno opposto che la repulsione di cariche dello stesso segno? C'è modo di capire questo fisicamente? O discende da sola matematica?»

 

 

 

-) E se vi fosse un bug ai piedi di tutto il costrutto della Fisica Moderna rispetto alla Fisica Classica?

http://fiatlux.altervista.org/abstract-maxwell-s-error-the-great-original-sin-of-modern-physics-with-a-new-unification-the-model-explains-photon-.html

 

 

 

-) Ma io ho voluto capire perché. Davvero di fronte a quelle proprietà anche sperimentali del fotone non hai l'istinto di chiederti: perché?

Non è il mio obiettivo contraddire ciò che è evidente sperimentalmente, anzi, ma trovare le ragioni più profonde per cui la realtà si comporta così, evitando invece quelli che sono stati dogmi del tipo "è così punto e basta. Non domandarti da cosa ciò deriva!".

http://fiatlux.altervista.org/questioni-interrogative-sul-fotone-cui-il-modec-risponde.html

 

 

 

-) Perché ti turba il vuoto, di fatto vuoto il vuoto non è, ma la luce sperimenta il massimo vuoto cui si possa ambire secondo la mia teoria.

http://fiatlux.altervista.org/l-etere-di-maxwell-e-la-polarizzazione-del-vuoto-alla-luce-del-modello-doppio-elicoidale-del-fotone.html

 

http://fiatlux.altervista.org/la-costante-di-struttura-fine-e-la-costante-di-planck-esprimono-propriet%C3%A0-legate-al-vuoto-la-scoperta-tramite-il-modec.html

 

 

 

-) PER UNA CORRETTA LETTURA ED USO TEORICO DELLE EQUAZIONI DELLE ONDE DI MAXWELL

Premettiamo due osservazioni

- la velocità della luce nel vuoto fornita dalle Equazioni di Maxwell dipende pertanto da caratteristiche elettriche e magnetiche del vuoto che provengono dalla teoria fisica classica della elettrostatica e dalla magnetostatica e che sono state misurate, sebbene nel vuoto artificialmente creato, praticamente in laboratori terrestri, solidali alla superficie terrestre;

- le Equazioni di Maxwell sono costruite integrando le leggi della elettrostatica e della magnetostatica.

Di tutto questo si deve tener conto prima di effettuare il salto logico, compiuto nella teoria della Relatività, di credere la velocità della luce nel vuoto un valore assoluto indipendente dal sistema di riferimento inerziale considerato.

Così premettendo che

- le leggi dell'elettrostatica e della magnetostatica sono de facto relative ad interazioni a distanza istantanee a velocità infinita,

di questo si deve tener conto prima di effettuare il salto logico, compiuto in Meccanica quantistica dalla cosiddetta teoria della Seconda quantizzazione, di ritenere che le Equazioni di Maxwell, che inglobando quelle leggi sono costruite matematicamente, autorizzino a credere le interazioni elettriche e magnetiche come impossibili a velocità infinita ma abbisognanti di radiazioni elettromagnetiche/fotoni a velocità finita pari a quella della luce nel vuoto per trasmettersi nel vuoto.

 

 

   Oreste Caroppo 

 

Pentacolo ESCAPE='HTML'

In omaggio ai Pitagorici, che tanta importanza ebbero per lo sviluppo della Scienza: la stella a cinque punte, (pentalfa o pentagramma geometrico chiamato), era un simbolo molto importante nella setta dei pitagorici che fu attivissima nell' antica Italia storica, il sud Italia magnogreco, (inclusa la polis di Taranto), e che raccolse discepoli anche dalla Messapia, (l' antica Terra d' Otranto nelle Puglie). Oggi tale stella è simbolo della Repubblica Italiana. 
Inscritta nel cerchio essa forma il cosiddetto pentacolo, un simbolo che avevano anche e ha conservato, culturalmente parlando, valori magici.
 

 

 

 Oreste Caroppo

 

"Vi è un irrefrenabile istinto alla comunicazione divulgativa quanto si incontrano, come in questo caso, strutture coerenti matematicamente, in grado di descrivere e correlare aspetti della Natura ancora teoricamente scorrelati, facendo luce con nuovi modelli fisico-matematici, ancor più cognitivamente "economici" nel rispetto del principio del rasoio di Occam, sulla comprensione della realtà, ed aprendo nuove strade di ricerca ma anche di critica e revisione di modelli teorici, e soprattutto dei loro postulati di base, ritenuti già acquisiti." (O.C.)