Una natura fermionica "da elettrone" dei Fotoni "in ridotte dimensioni"?!

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UNA NATURA FERMIONICA "DA ELETTRONE" DEI FOTONI "IN RIDOTTE DIMENSIONI"?!

Ovvero sulla via inconsapevolmente della dimostrazione sperimentale della natura dipolare doppio elicoidale del fotone,
se fosse confermata tale natura: un altro indizio fortissimo a sostegno del MODEC del Fotone


Di un certo interesse può essere valutare quanto gli sperimentatori facenti parte del team di fisici provenienti dal Trinity College di Dublino e dall’ Istituto CRANN, (Trinity College Dublin's largest research Institute), hanno dichiarano di aver osservato nei loro esperimenti, nell' articolo pubblicato sulla rivista "Science Advances" il 29 Aprile 2016, (link: http://advances.sciencemag.org/content/2/4/e1501748.full).
Leggiamo nel titolo "There are many ways to spin a photon: Half-quantization of a total optical angular momentum".
Da un lato si comincia a mettere in discussione le concezioni sviluppate nel main-stream della Fisica Moderna in merito al valore del cosiddetto "momento angolare orbitale" del fotone, e questo potrebbe in qualche modo richiamare in auge le più profonde considerazioni di critica al concetto di un momento angolare orbitale di un singolo fotone isolato che ho sviluppato sulla base del MODEC, (vedi il mio articolo intitolato "Analisi critica dei fotoni nelle vorticità elettromagnetiche", link: http://fiatlux.altervista.org/analisi-critica-dei-fotoni-nelle-vorticit%C3%A0-elettromagnetiche.html, per una valutazione critica maggiore alla luce del Modello Doppio Elicoidale del Fotone dei risultati esposti ed ipotizzati da quei ricercatori irlandesi);
da tener presente che anche qui, richiamandomi alle mie critiche nel mio link sopra, negli esperimenti condotti in Irlanda son coinvolti fasci di fotoni di luce ("experiments involve beams of light"), e non singoli fotoni!
Dall' altro lato, entrando più nello specifico, è interessante soffermarsi e interrogarsi su quanto è stato dai ricercatori affermato in merito alle loro osservazioni:
secondo le teorie fisiche precendenti main-stream ci si sarebbe attesi "teoricamente", in merito al valore del momento angolare totale dei fotoni (somma del momento angolare orbitale del fotone e del suo momento angolare di spin), che questo fosse sempre un multiplo intero della Costante di Planck ridotta, (anche chiamata "h tagliato", simbolo "ħ", o Costante di Dirac),
ciò che invece hanno ottenuto, affermano questi sperimentatori, è che in dimensioni ridotte per i fasci di luce, oltre agli stati con quel valore pari ad un multiplo intero di ħ, è possibile osservare stati corrispondenti a valori multipli interi ma della frazione ħ/2 !

Riportando le loro parole dall' articolo:
"We show that, in reduced dimensions, photons can have a half-integer total angular momentum. We identify a new form of total angular momentum, carried by beams of light, comprising an unequal mixture of spin and orbital contributions. We demonstrate the half-integer quantization of this total angular momentum using noise measurements. We conclude that for light, as is known for electrons, reduced dimensionality allows new forms of quantization." (...) "a new form of total angular momentum, which has a half-integer, that is, fermionic, spectrum. We will experimentally demonstrate this quantization by showing that the noise in the total angular momentum current corresponds to the fractional quantum ħ/2." (...) "The half-integer quantization, which we demonstrate through noise measurements, implies fermionic exchange statistics, and an important extension of our work will be to identify the measurable consequences of such photonic fermionization." (...) "The mechanism behind this unexpected spectrum is analogous to that of an electron orbiting a fractional quantum of magnetic flux."

Emerge nell' articolo e nelle dichiarazioni rilasciate in merito ai media la meraviglia degli sperimentatori per il risultato inatteso, il fotone è un bosone, una particella ciò significa che ha spin intero (cioé per la precisione spin di modulo nħ con n numero intero; per il fotone in particolare n=1), ma osservando fasci di luce in dimensioni ridotte, ("in reduced dimensions" scrivono), e in opportune condizioni sperimentali, i medesimi mostrerebbero per i propri fotoni anche la possibilità di proprietà fermioniche, proprie di spin semi-interi (cioé spin di modulo nħ/2 con n numero intero).
Pur comprendendo la portata dirompente che la loro scoperta sperimentale in questa chiave di lettura avrebbe, i ricercatori, non disponendo di alcun possibile vero supporto teorico per spiegare con un buon modello quanto osservato, cercano di inquadrare e presentare il tutto con l' uso dei linguaggi della fisica mean-stream, arrivando a parlare della scoperta di una "nuova proprietà fotonica", una nuova proprietà della luce, il classico meccanismo adottato in Fisica Moderna di aggiungere i nuovi elementi scoperti, ora come nuove forze della natura, ora come nuovi enti-particelle, ora come nuove proprietà da accatastare alle altre già note senza nessuna voglia, e possibilità forse anche (sulla base di quello che ho definito "il grave peccato originale della Fisica Moderna" non compreso, vedi link: http://fiatlux.altervista.org/l-errore-di-maxwell-il-grande-peccato-originale-della-fisica-moderna.html), di esplicare tutto sulla base di principi ed enti più fondamentali, come invece ogni vera Scienza ha sempre cercato di fare senza mai abiurare a tale suo mandato fondante.
Sulla base del MODEC invece si sollevano delle interessanti proposte interpretative di quanto osservato-misurato-proposto da questi ricercatori e quanto da loro "scoperto" sperimentalmente, sempre che non sia tutto affetto dalla sola semplice fiducia nell' errato concetto che il singolo fotone isolato possa avere un momento angolare orbitale non nullo, (e poi anche quantizzabile), idea infondata capace di generare storture, "mostri" teorici, e comunque in questi sperimentatore un' idea balzana nei fatti presente! (Vedi link: http://focustech.it/scoperta-nuova-forma-luce-110126)
Esclusa questa possibilità, parrebbero quei risultati, alla luce del Modello Doppio Elicoidale del fotone, una conferma della natura a struttura elettrica dipolare del fotone (che il MODEC espone), le cui componenti fini possono essere rilevate proprio osservando "in reduced dimensions".

Nel MODEC il fotone si presenta come una quasi-particella, come una particella composta ma sempre complessivamente di caratterisiche bosoniche, esattamente come sperimentalmente il fotone con il medesimo spin ad oggi da esso mostrato, ma risultante teoricamente nel MODEC dalla composizione di due sue semi-particelle, una a carica elettrica elementare negativa (come l' elettrone), e l' altra a carica elettrica elementare positiva, con caratteristiche entrambe, considerate per sé, fermioniche, risultando lo spin intero del fotone nel MODEC somma degli spin semi-interi delle sue due componenti.
L' osservazione, se confermata, di proprietà fermioniche in ridotte dimensioni dei fotoni, non farebbe che evidenziare le grandissime proprietà predittive sulle proprietà del fotone, già ampiamente dimostrate dalla teoria del MODEC.

 


Oreste Caroppo                         12 giugno 2016